mercoledì 31 ottobre 2007

Anima animale

Micio non e' un gatto ma un cane, cieco, che forse ha strappato la catena o forse qualcuno l'ha spezzata apposta, e Micio e' fuggito, non si sa se incontro all'avventura o alla morte.
Era stato raccolto in un canile, pulcioso e dagli occhi malati, i primi tempi urtava contro tutto poi aveva imparato a schivare gli ostacoli.
Non altrettanto i pericoli, e si sa che il pericolo maggiore per gli animali e' proprio l'essere umano, che uccide non per fame ma per perversione.
Miomao invece e' un gatto, e ci vede benissimo.
Ha trascorso la sera a miagolare ad un foro nel soffitto ove prima stava appeso un lampadario, nemmeno gli avessero rubato la luna.
E poi dicono che gli animali non capiscono.
Capissero cosi' gli essere umani, avremmo un mondo piu' bambino e saggio.

Piccola Sara

Piccola Sara, ragazza marocchina sedicenne, travolta da un pullman mentre tornavi da scuola.
Sull’asfalto una chiazza, membra ormai distese. 
Chissa’ a che pensavi mentre attraversavi la strada, all’ultimo voto, al ragazzo, a come festeggiare stasera Halloween, o al tuo Paese.
La folla attorno, i tuoi genitori accorsi, Fabio l'amico piange.
Non ci si puo’ credere ma succede, e una giovane vita vola via.
Destino, caso, fatalita’, e non c’e’ piu’ nulla da festeggiare, solo da compiangere i propri morti e avere pieta’ dei vivi.

Pulcinella

I miei amici partenopei spesso mi narrano che ci sono due tipi di napoletani.
Quelli veraci, sagaci, brillanti, con la furba intelligenza dell'arte creativa d'arrangiarsi, amanti comunque anche nella loro semplicita' delle belle cose, e con la cordialita', ospitalita', calore tipici del Mediterraneo, avvolgenti in un abbraccio quasi soffocante quanto gradito.
Poi ci sono gli altri, quelli che si profumano per nascondere il fetore, col trucco per mascherare le rughe, anziche' lavarsi i capelli gocciolano forfora e gel, sovente unti, obesi, laidi dentro.
Non conoscono cultura, sapere, modestia, umilta', gente da telenovelas, fiction, canzonette, scialbi nella loro noia e vita, anonimi come solo esistenze senza valore possono essere, volgari scurrili o finti borghesi, ma a tavola o nel letto esce la loro vera natura da bassofondo, con tutto rispetto per i veri mariuoli del rione Sanita'.
Sono la vergogna del Principe, di Edoardo, del Massimo poeta.
Amebe che cercano di emergere dalla loro mediocrita' affondandovi sempre piu', parassiti assistiti che fanno dell'immondizia merce di scambio, lamentandosi che nessuno la raccoglie ma non movendo dito per riporla nel cassonetto.
Producono diossina bruciando spazzatura, inquinando aria e ambiente, favorendo cosi' la camorra con lo spirito arrogante del clan, gregge tipico di sudditi che vogliono regnare anche se il re e' nudo, da poveri Pulcinella quaquaraqua'.
Gli omminicchi, caporalato di manovalanza, avrebbero potuto nascere - e mai crescere ed evolversi - al nord come al sud, agli antipodi dei continenti, senza comunque lasciare traccia di se' alcuna.
L'anima vera del Sud ha ben altro spessore e valenza.
E' l'essenza dell'arte, cultura, storia, vivibilita' napoletana, l'allegro orgoglio di un popolo che non e' pizza, mandolino, Vesuvio, bensi' cuore pulsante, intelletto vivace,  ombelico del mondo.

sabato 27 ottobre 2007

LinuxDay 2007

Come non celebrare la festa dei miei 'fratellini', che festeggiano il software libero, che si puo' utilizzare e modificare e ridistribuire senza problemi di copyright, valido per poveri e per ricchi, che oltre ad essere gratuito, sicuro e stabile e' altamente tecnologico.
Io non lo so usare, o almeno non mi ci sono mai impegnata con volonta', un po' perche' sono 'anziana' per cui restia a investire neuroni ormai ridotti in nuove tecnologie, e un po' perche' ad apprendere nozioni tecniche sono una cosiddetta 'frana' tanto da spazientire qualsivoglia San Francesco telematico.
Pero' amo molto l'etica di questi ormai vecchi 'ragazzi' che dimostrano che un'altra cultura, non solo informatica, e' possibile.
E mi aiutano a pensare che e' possibile una rete Internet senza controlli e senza censura, ove sgorga come da fonte pura, libera informazione, scambio di saperi e comunicazione.
Non rubate questo sogno, anzi sostenetelo, perche' in tale dimensione che non conosce barriere politiche, d'eta' o di genere, distanze spazio temporali, forse e' quel qualcosa che accomuna.
Per cui ben venga la festa del pinguino, dell'open source, e di questi 'fratellini' che porto sempre nel cuore, sino dagli albori di Internet.

venerdì 26 ottobre 2007

La terra dei cachi

Italia terra dei cachi, che fare? 
Proviamo a fare un'analisi sintetica:

1) Opzione voto - il voto e' la solo cosa che importa ai nostri governanti in tempi di elezioni, per il resto non gliene frega nulla, tanto ormai la poltrona, il diritto alla pensione, il posto di lavoro per figli, mogli, nipoti, amanti se lo sono assicurato, oltre a vari interessi economici legati ad appalti e forniture.

a) Voto si' - conta solo durante il periodo elettorale, programmi e schieramenti politici riciclati, qualcuno pure condannato, un carrozzone a cui fingiamo di credere tutti col naso turato sia a destra che a sinistra.

b) Voto no - astensione dall'esercitare un diritto, efficace se attuato dalla maggioranza assoluta del popolo italiano; controproducente se applicato solo da una minoranza, col rischio di una maggioranza priva di una opposizione rappresentativa.

2) Opzione liste civiche - alternativa valida per le elezioni locali, in quanto si conosce di piu' chi opera sul territorio, per cui potrebbe costituire una ventata d'aria e gente fresca, ponendo la massima attenzione a non veder rientrare dalla finestra i soliti noti in cerca di poltrone o legati da interessi e affari con qualche parte politica. 
A livello nazionale, finche' si votano candidati proposti dai partiti, non c'e' cambiamento di base, in quanto per arrivare ad essere candidato da un partito devi gia' essere disposto a scendere a compromessi, per cui scordiamoci il duro e puro in politica a livelli istituzionali.

3) Opzione boicottaggio dei consumi e obiezione fiscale:

a) Energie - in un Paese ormai allo sfascio ove nessun governo fa nulla, perche' manca la volonta' politica, per calmierare prezzi e tariffe, anzi anche a livello locale si svendono le risorse primarie, energie acqua, luce, gas, politiche ambientali, affidando in appalto tali beni e relativi consumi/ricavi a societa' miste pubblico-privato; il che comporta oltre ad un aumento dei costi, l'investimento in azioni di cui non godranno i cittadini stessi ma soci e delegati che guarda caso spesso sono i medesimi amministratori pubblici a fine mandato.

b) Tasse - ogni legge finanziaria prevede l'aumento o diminuzione delle tasse, tutte percentuali alla fine risibili, quando i salari sono comunque da fame e il carovita alle stelle. 
Le agevolazioni fiscali per i lavoratori dipendenti con trattenuta alla fonte sono altresi' ridicole, anch'esse percentuali irrisorie in detrazione; ponendo la massima attenzione a non incorrere in qualche verifica fiscale utilitaristica per titolare i media con lotta all'evasione fiscale.

c) Consumi - nel ruolo di utenti e consumatori abbiamo potere d'acquisto; in tal campo prolificano iniziative spontanee e autogestite di acquisto diretto dai produttori, saltando la catena distributiva che incide notevolmente sul prezzo del prodotto, per cui famiglie, quartieri, realta' locali si aggregano per acquistare sul territorio dalle piccole aziende, dai contadini stessi, alimenti che sono tipici di quel luogo e quindi senza l'aggravio di spese di trasporto, importazione, distribuzione. 
Di fatto anche sui consumi si vive quasi in regime di monopolio, alla faccia del libero mercato, da un lato le catene di supermercati e cooperative, dall'altro negozianti e commercianti costretti a chiudere; coltivatori i cui prodotti vengono pagati una miseria e rivenduti a caro prezzo, inclusa la relativa manovalanza, spesso extracomunitaria; artigiani con tariffari da urlo per chi usufruisce della prestazione o lavoro nero non garantito e a rischio sicurezza. 
Per non parlare poi delle aziende che fanno cartello convalidando cosi' uno status di monopolio e senza il vantaggio della libera concorrenza, che dovrebbe ridurre i costi e fornire prestazioni piu' vantaggiose.

d) Spesa pubblica - ridurre ministeri, portaborse, gregari vari; eliminare consulenze esterne e incarichi professionali; ridurre al minimo spese di rappresentanza, viaggi, trasferte; abolire privilegi, agevolazioni, incentivi come la famigerata legge Merloni voluta dalla sinistra sulla progettazione;  sostituire i cosiddetti premi di produttivita’ affatto meritocratici ma che vanno solo a ingrassare le tasche dei dirigenti o ruffiani e per i dipendenti misere briciole, ripristinando gli scatti d’anzianita’, che assieme alla scala mobile svenduta dai sindacati e al paniere dei beni primari a prezzo controllato dallo Stato, contribuivano al potere d’acquisto dei salari dei lavoratori. 
A paragone con altri Paesi europei, considerate tasse e corrispettivi servizi, dovremmo essere un Paese fiorente, per cui da qualche parte qualcuno intasca troppo.

Allora, che fare?
Questo rimane capitolo aperto, avessi la soluzione farei la veggente o potrei candidarmi alle elezioni.
Continuare a cercare alternative, proposte, pratiche di difesa, tutela e salvaguardia possibili e attuabili,  lottare e resistere.
E' una guerra silente che ognuno di noi combatte nel quotidiano, come cittadini, genitori, utenti, consumatori, in uno Stato ormai retto piu’ a monarchia costituzionale che a governo del popolo. 
Cio' che importa e' non subire passivamente, non tacere, non adeguarsi a tale sistema, e far sentire voce, protesta, rivolta, con azioni che abbiano anche la massima visibilita' mediatica, poiche' serve amplificare e ampliare il numero per contare.
Altrimenti si rimane la tribu' della terra dei cachi.

giovedì 25 ottobre 2007

Un Paese allo sfascio

Un Paese allo sfascio.
Il vero problema e' che ormai destra e sinistra attuano la stessa politica, ossia spostare l'attenzione dai reali problemi della gente e del Paese.
Per cui sono davvero preoccupata, se cade il Governo non ne succedera' uno migliore, ho l'impressione che si accordino a tavolino comunque per spartirsi la torta e chi paga e' sempre Pantalone.
Pagare le tasse e' giusto se poi il cittadino coglie i riscontri nel sociale dei suoi contributi, ma non e' il caso dell'Italia.
Germania, Francia, Spagna sono Stati molto piu' evoluti non solo sul welfare, hanno salari piu' alti, sussidi di disoccupazione adeguati, servizi efficienti e assistenza che non e' assistenzialismo come nel caso italiano, ma un patto vero di solidarieta' coi propri cittadini, ad esempio agevolazioni sugli affitti, per i genitori, addirittura per andare a teatro.
La gente non e' stanca di pagare tasse, ma di non vedere nulla in cambio, basti pensare a chi sul territorio ha sempre pagato tasse locali e poi si ritrova da bisognoso o anziano a non aver diritto alla sanita', alla casa, ai servizi.
Ecco dove poi nasce xenofobia e razzismo, non da principii ariani antistorici e antietici, ma dalle condizioni di vita quotidiane e da una mancanza di progettualita' del futuro che riguarda sia giovani che anziani; paradossalmente attraversa e unisce tutte le generazioni.
Per questo sono sbagliate le guerre tra poveri, o generazionali, o di sessi, o di partito, o di qualsivoglia schieramento che invece di accomunare separa, dividi et impera e' e sempre sara' il motto del potere.
Se poi ci si aggiunge il potere mediatico, con le sue farse, le sue fiction, i suoi teatrini politici, la manipolazione dell'informazione, ormai omologata a livello planetario.
I giornalisti fanno cronaca e inchieste seduti al computer, le agenzie forniscono tutte le medesime notizie, spesso filtrate o veline dai vari governi, ogni singola notizia viene servita sul piatto e data in pasto al popolo per scopi determinati, finanziari, politici o di lobby.
Il quadro e' assai desolante, cadute le utopie, i miti, le ideologie, compressi come siamo a sopravvivere, non e' affatto semplice trovare nuove metodologie di lotta e di resistenza, ovviamente pacifica e non violenta, in questa Italia che chiamano pluralista e democratica, ma che ormai e' solo un vuoto contenitore ove nemmeno piu' la forma viene salvaguardata.
Ci si abitua a tutto si dice, anche a non sdegnarsi piu', e io stessa mai come in questi tempi mi sento impotente.
Qualsiasi governo si elegga, qualsivoglia soluzione si adotti, non vedo la luce, e non so nemmeno se saranno illuminati i prossimi giorni o scendera' l'oscurita' totale.
Per questo penso che ci sia bisogno di sentirsi almeno coesi, il meno soli possibile, alla ricerca di quel qualcosa che puo' accomunare, ma di cui pure io ho perso memoria e traccia, caduta l'utopia e rimasto il pragmatismo della realta'. 
So solo che e' una realta' che non mi piace, che vorrei cambiarla, ma non so piu' come, per cui aiutiamoci che forse Dio ci aiuta.

Mille euro al mese

Sicurezza e' un lavoro a tempo indeterminato, un affitto o un mutuo equo, il pane, la frutta, la verdura, l'energia, il teatro, a costi calmierati, il diritto allo studio e alla salute, e alla libera informazione.
Non ho mai avuto problemi di sicurezza, come donna rientro di notte all'ora che mi pare, nessuno mi ha mai toccato l'auto se non per rubarmi un fanalino, alcun furto di denaro o in casa,
I soli che mi hanno rubato denaro sono stati governanti e giudici.
Non si deve mai parlare in nome della gente, perche' la gente non sei tu, non sono io, ma ciascuno vive vite ed esperienze diverse, nelle citta' e con gli amministratori che si eleggono e si meritano.
Viviamo tempi labili, precari, aleatori.
Non abbiamo piu' la sicurezza di un lavoro, di un amore, del conto in banca, della casa in cui abitiamo, del figliol prodigo, del vicino di casa, dell'amico fidato, del cane che ti si rivolta contro.
Figuriamoci quale sicurezza sociale, mera utopia per salvaguardare quel po' di calore nelle nostre sempre piu' tiepide dimore.
Forse dovremmo boicottare tariffe, consumi, tasse, e fare da noi cio' che nessun governo o sindacato fa, ossia pensare al bene della povera gente, ammesso che ci si voglia riconoscere tra la povera gente e non si voglia continuare a fare i finti Berlusconi.
Non e' vergogna ne' mancanza di dignita' od orgoglio, scendere in piazza non con bandiere di partito ma con le scritte degli importi dei propri debiti, non perche' si gioca a dadi o si va a prostitute ma perche' ci affamano con costi da capogiro e salari da fame.
Facciamo vivere politici e sindacalisti con mille euro al mese per un anno, poi che si vada ad elezioni.

mercoledì 24 ottobre 2007

Siamo tutti zingari

Dopo le donne, i comunisti, si e' giunti alla caccia agli zingari - gli ebrei ormai sono passati di moda.
A me degli zingari frega nulla, per il semplice motivo che devo porre attenzione a non divenire io stessa zingara, come i tanti disoccupati sempre piu' in aumento, senza mezzi di sussistenza e ridotti a rubare per fame.
Il mio razzismo riguarda solo gli idioti, senza etnie o appartenenze, e idiota per me e' chi sfrutta e maltratta i minori - come gli zingari ad esempio - ma pure la gente di buona famiglia che fa turismo sessuale all'estero o che cresce i figli come bamboccioni senza nerbo.
Cio' che mi preoccupa non e' la sicurezza del Paese, ma il livello di miseria e degrado, la guerra tra poveri, il bisogno intrinseco del capro espiatorio perche' c'e' sempre qualcuno piu' sfigato di te con cui prendertela, per i tuoi fallimenti esistenziali.
E invece di orientare la propria rabbia e frustrazione verso il bersaglio giusto, uno Stato e governi che si susseguono rendendoci sempre piu' miserabili, economicamente e culturalmente, ce la si prende con chi e' solo piu' nella fogna di noi, quando si vive in una immensa cloaca, dove il piu' pulito ha la rogna.
D'altronde basta spostare l'attenzione dai problemi reali, e ciclicamente si riparla di sicurezza e di giustizia, quando le prime giustizie sociali sono il pane e un tetto, e la sicurezza e' un bene acquisito dovuto a condizioni di vita dignitose.
In Europa siamo il Paese con i salari piu' bassi e il carovita piu' alto, altro che accordo sul welfare tra governo e sindacati che notoriamente da tempo si sono venduti le terga; la meta' dei contratti di lavoro sono a tempo determinato il che significa alcun futuro progettuale per i giovani, ed al venti del mese la gente non ce la fa piu'.
Se viene a mancare la sopravvivenza, si diventa piu' cattivi e piu' nervosi, si picchiano figli, mogli, animali, basta un nulla per scatenare un impulso violento, e' la legge del mercato e della jungla, l'after day dell'implosione della famiglia del mulino bianco.
Per cui siamo tutti zingari.

La Rossa

Molto meglio esultare per la Ferrari che leggere le cavolate nei vari forum e blog su Internet, di cui nulla c'e' da esultare ma casomai da dubitare sull'intelligenza della razza umana.
D'altronde non lamentiamoci se censurano Internet, per la semplice ragione che non v'e' piu' nulla da censurare, se non aria fritta e neuroni sottozero.
Al massimo verra' archiviata qualche pratica polverosa inerente la lesa maesta' di nick virtuali, poiche' in Rete si costruiscono identita' fittizie.
Gia' le chat sono divenute il tempio della noia, del vuoto mentale, delle scritte ai bagni delle stazioni.
Usandola giusto come bacheca di annunci per qualche incontro sporadico di sesso, il resto non esiste, sono solo proiezioni mentali.
Oggi va di moda la giustizia sommaria, il tribunale opinionista del popolo, quando la gente non sa piu' argomentare o vivere la vita in maniera ludica e competizione leale, divengono un comodo surrogato per non guardarsi allo specchio.
Per la gioia di legali e censori, e' il mondo che si e' voluto, non vedo differenza tra la Formula Uno, una partita di calcio e Internet.
Penso che ritornero' a guardare la Tv, monnezza per monnezza, preferisco motori e palloni che assistere all'eutanasia di massa.
L'orrore del divenire di Internet in dieci anni, comunque specchio della realta', da prenderne atto e chiudere la baracca, almeno a livello sociale; poi a livello individuale per procacciarsi un po' di sesso, una ricetta di cucina o prenotare un viaggio, e' utilitaristica.
Per vincere ogni gara e ogni battaglia occorrono intelligenza e freddezza, intesa come distacco dall'istinto, dalla pulsione, dalla emotivita'; allo stesso modo andrebbe vissuta la realta' virtuale, magari cercando di essere se stessi, invece di vendere specchietti per allodole.
Nel mondo possibile, i colori non sono sugli schermi, ma in occhi, in natura, negli animali.
E in qualche raro esemplare umano che ancora non bivacca su Internet.

lunedì 15 ottobre 2007

Il popolo bue

Quello che vota alle primarie
Quello del Vaffaday che va di moda
Quello di meno male che c'e' Nerone
Quello che e' colpa di politica e societa'
Quello dei blog
Quello dei santi navigatori poeti
Quello che elemosina amore
Quello che elemosina sesso
Quello che la donna ideale e' la mamma 
Quello di genitori e figli scemo piu' scemo
Quello di Internette
Quello dei reality
Quello da bar Sport
Quello che si mangia tutto
Quello che si beve tutto
Quello che si fuma tutto
Quello che bela muggisce grugnisce
Quello che vomita su arte bellezza coscienza
Quello che di umano ha solo sembianza
Quello che di verita' ha solo parvenza
Quello che a monnezza ci concima l'anima
Quello che si ricicla ogni volta come nuovo
Quello senza piu' nome: quello.

mercoledì 10 ottobre 2007

Le cose serie


Conobbi Alessandro in Rete qualche anno fa.
Era un ragazzone di Napoli e aveva poco piu' di vent'anni.
Il suo sogno lavorare nei paesi poveri come cardiochirurgo per i bambini e per questo studiava e si stava laureando.
Ci incontrammo con altri amici a Bologna, Alessandro di Napoli, il mio amico poeta sardo, l'eclettica attrice anch'essa napoletana, ed altre conoscenze di Internet.
Girammo Bologna per tutta notte, bevemmo, ridemmo, l'attrice un po' fattucchiera un po' divinatrice, Alessandro dolcissimo che poco parlava ma sempre sorrideva.
Oggi sara' laureato, spero che il suo sogno si sia realizzato, di recente l'ho riletto in Rete.
Mi e' tornato alla mente ora leggendo della campagna di Emergency per il centro cardio-chirurgico Salam in Sudan, progettato per Emergency dall'arch. Raul Pantaleo, un'oasi nel deserto che come afferma vuole rappresentare: 
- Una sfida per scuotere il mondo. Il diritto alla salute, al bello e all'ambiente esistono anche in Africa -.
La struttura offre assistenza gratuita a bambini e adulti affetti da patologie cardiache. E tutti possono dare una mano al progetto, sostenendolo. 
Questa e' la luce che vedo, e voglio vedere, nei giovani, negli altri, in Internet.

martedì 9 ottobre 2007

Vieja Maria

Vecchia Maria, stai per morire,
voglio dirti qualcosa di serio:
La tua vita è stata un rosario completo di agonie,
non hai avuto amore d'uomo, salute e denaro,
soltanto la fame da dividere coi tuoi;
voglio parlare della tua speranza,
delle tre diverse speranze
costruite da tua figlia senza sapere come.
Prendi questa mano di uomo che sembra di bambino
tra le tue, levigate dal sapone giallo.
Strofina i tuoi calli duri e le pure nocche
contro la morbida vergogna delle mie mani di medico.
Ascolta, nonna proletaria:
credi nell'uomo che sta per arrivare,
credi nel futuro che non vedrai.
Non pregare il dio inclemente
che per tutta una vita ha deluso la tua speranza.
E non chiedere clemenza alla morte
per veder crescere le tue grigie carezze;
i cieli sono sordi e sei dominata dal buio,
su tutto avrai una rossa vendetta,
lo giuro sull'esatta dimensione dei miei ideali
tutti i tuoi nipoti vivranno l'aurora,
muori in pace, vecchia combattente.
Stai per morire, vecchia Maria;
trenta progetti di sudario
ti diranno addio con lo sguardo
il giorno che te ne andrai.
Stai per morire, vecchia Maria,
rimarranno mute le pareti della sala
quando la morte si unirà all'asma
e consumerà il suo amore nella tua gola.
Queste tre carezze fuse nel bronzo
(l'unica luce che rischiara la tua notte)
questi tre nipoti vestiti di fame,
sogneranno le nocche delle tue vecchie dita
in cui sempre trovavano un sorriso.
Questo sarà tutto, vecchia Maria.
La tua vita è stata un rosario di magre agonie,
non hai avuto amore d'uomo, salute, allegria,
soltanto la fame da dividere coi tuoi.
E' stata triste la tua vita, vecchia Maria.
Quando l'annuncio dell'eterno riposo
velerà di dolore le tue pupille,
quando le tue mani di sguattera perpetua
riceveranno l'ultima, ingenua carezza,
penserai a loro... e piangerai,
povera vecchia Maria.
No, non lo fare!
Non pregare il dio indolente che per tutta una vita
ha deluso la tua speranza
e non domandare clemenza alla morte,
la tua vita ha portato l'orribile vestito della fame
e ora, vestita di asma, volge alla fine.
Ma voglio annunciarti,
con la voce bassa e virile delle speranze,
la più rossa e virile delle vendette,
voglio giurarlo sull'esatta
dimensione dei miei ideali.
Prendi questa mano di uomo che sembra di bambino
tra le tue, levigate dal sapone giallo,
strofina i tuoi calli duri e le nocche pure
contro la morbida vergogna delle mie mani di medico.
Riposa in pace, vecchia Maria,
riposa in pace, vecchia combattente,
i tuoi nipoti vivranno nell'aurora,
lo giuro.

(dedicata da Ernesto Guevara de la Serna a una vecchia messicana incontrata nell'Ospedale Generale di Città del Messico nel dicembre 1954)

martedì 2 ottobre 2007

Saffo

Amica mia

Rideremo sui seni avvizziti dal tempo
e a quell’uomo meschino or informe
che brandiva superbo l’elsa
nel fodero un sol cinto d’ernia

Rimembreremo virginei sapori
velluti in punta di lingua
gocce al succo d’ambrosia
labbra nettate da fini capelli

Intrecceremo mani bocche arti
gambe abbracciate alla vita
vetrine spalancate sul mondo
serrate contratte allacciate

Imbandiremo alcove lauti pasti
nicchie in cui celar chicchi d’uva
nari stuzzicate spezie piccanti
calici a colmare svuotare mari

Serviremo carte giochi ludi
torri in legno biglie d’avorio
cera d’api in bossoli d’acciaio
archi tesi corde arpeggiate

Regneremo supreme sovrane
nei sensi la mente eterna beltà
dal ventre liberato l’orgasmo
la terra partorisce il cielo.

lunedì 1 ottobre 2007

Underground

Eccoci qui.
Non abbiamo bisogno di droghe od alcol per viaggiare.
Possediamo la dote, il potere, fortuna o sfiga, di fare di noi stessi un solo allucinogeno.
Se pensiamo, sogniamo, facciamo l'amore e non se scopiamo.
Quando soffriamo e piangiamo l'essenza di noi, finalmente il magico delirio, la suadente follia, gli occhi cerchiati, il black hole che risucchia ogni male, dolore, angoscia del mondo, inclusa la nostra.
E ridiamo, su noi, su di loro, quella risata sardonica che seppellisce infinite montagne, universi, pianeti e l'intero cosmo.
Sulle note di Summertine la voce roca ululante implorante di Janis.
Il tango erotico di Roxane che risorge nelle lacrime del giovane innamorato.
Notre Dame de Paris, signora dei clandestini, diversi, emarginati, la corte dei miracoli coi quali la zingara orgasma dolcissime parole al veleno.
Un giorno sprizziamo allegria, l'altro rabbia, amore, odio, indifferenza, distaccati da bisogni terreni, animali, spirituali, ci prostriamo o sodomizziamo il mondo.
Consci che l'indomani potremmo svegliarci con la morte addosso, il cuore che rallenta tra le braccia di uno sconosciuto, o sfidare il pericolo e il rischio in un cantiere abbandonato.
Sgocciolando parole, stille di pensieri, sensazioni, in un oceano vortice di distruzione cui siamo favoriti e cortigiani, in fondo basta un'emozione per ritornarci umani.
Se il suo nome e' splendente, chi cazzo ha spento la luce in questa vita aggrappata?
Si sa gia' cosa e' l'oltre, rinati morti tra le braccia di un amore sappiamo che ci attende.
L'oblio bianco dove perderemo i ricordi, e potremo dipingere di colori le parole, poesie arcobaleno, sputarci negli occhi del mondo.