mercoledì 31 dicembre 2008

Angelo della nebbia

Una mamma albanese di ventidue anni che sotto un cavalcavia stringe nel cappotto la sua piccola neonata deceduta. 
E' con questa immagine cosi' struggente e cosi' terribile che voglio chiudere il 2008. 
E che il 2009 porti forza e coraggio a chi finora non ne ha avuto. 
E protezione a chi ne avra' bisogno. 
L'augurio e' che qualcuno si prenda cura di qualcun altro.
Una lieve carezza.

martedì 30 dicembre 2008

Caro figlio

Chiudo l'anno con un messaggio a mio figlio, anzi ai miei figli. 
Hai compiuto ieri gli anni, e sei il figlio che sempre ho voluto, entrambi lo siete. 
Non sentirti in colpa se sei andato via, il destino segue la propria strada, e non essere vicini non significa sentirsi lontani. 
I figli non sono la proiezione della gioventu', o sogni e desideri inappagati, sono un progetto di vita, un disegno creativo, il piu' grande del mondo, si insegna loro a camminare poi a farlo da soli. 
Lo so, non sono una madre che spazzola i capelli, nemmeno la mia lo era, d'altronde e' stata comunque una brava mamma. 
E se i genitori fanno errori, perdonateli, come noi perdoniamo ai figlioli, si cresce assieme. 
Una sola cosa vi domando, cercate di non cambiare troppo, nonostante i casi della vita, le influenze altrui, non perdete mai quel poco di buono che siamo riusciti a trasmettervi. 
L'amore per la liberta', lo spirito critico, la ricerca della verita'. 
Quando mamma sara' vecchia, o malata, decidete solo col vostro cuore e senso, pensando sempre che vorrebbe lei? 
Vi auguro un magico 2009 d'amore e benessere, che non significa mera materialita' ma lo stare bene con se stessi e con chi amate e vi ama. 
Buon capodanno dalla mamma rompipalle.

lunedì 29 dicembre 2008

Caro Samir Nadim

Mi frulla un'idea balzana in testa, per il blog 2009. 
Un blog intimo, confidenziale, epistolare ad un amico invisibile, immaginario. 
Come quando si era bambini, chi non ha avuto il suo amico inventato immaginato, a cui narrare storie minimali quotidiane, col quale condividere pensieri, sensazioni ed emozioni? 
L'amico del cuore, di fiducia, che mai tradisce, compagno nelle notti insonni, complice dei piccoli segreti sussurrati, nuvole di sogni che poi svaniscono all'alba. 
L'amico ricercato mai trovato. 
Missive a destinatario sconosciuto, ignoto al mondo, non rispedibili al mittente, come messaggio in bottiglia alla deriva, chi raccoglie legge, senza risposte. 
E' un esperimento letterario, nulla a che fare con amore e psiche, una sfida di scrittura non soltanto creativa ma autentica, perche' il mondo salvato dai ragazzini e' possibile solo se si torna bambini. 
Con le parole piu' sentite e vere, d'umanita'. 
Solamente il nome e' puramente casuale, di fantasia, tutto il resto sara' cronaca, nell'anno del Signore 2009. 
Amico mio, ho scelto per te un duplice nome, speculare alle mie identita', l'una splendente e oscura l'altra. 
Samir, nome maschile arabo il cui significato e' compagno di una chiacchierata notturna.
E Nadim, nome maschile arabo che significa compagno di bevute. 
Caro Samir Nadim, presto ti scrivero'.

domenica 28 dicembre 2008

Auryn

Nevica. 
Bella la neve che tutto quieta. 
Ogni guerra, ogni tempesta ormonale. Sudo nel gelo. 
Fiocchi di neve calano silenti. Obnubilando le pene del mondo. 
Ti cerco in impronte di neve. 
Affondo soffice. 
Scavo radici in germoglio. 
Punto come cane da tartufo l'aria. 
Ti trovero' immantinente. 
Storia infinita edita a primavera.

sabato 27 dicembre 2008

Shalom

Il mondo dorme, ancora satollo dal pranzo di Natale. 
E intanto su Gaza si scatena l'inferno, da parte di chi ha imparato sin troppo bene la lezione. 
Non posso pensare ai bambini di Gaza, non posso pensare ai bimbi carbonizzati nelle baracche, non posso pensare che mentre l'oriente, l'infanzia brucia, un imbecille britannico tuttora in preda ai fumi da birra demonizzi Internet, invece che sputarsi allo specchio per aver assassinato, complice di Bush, i bambini afghani e iracheni.
E' assai meglio vomitare un virus influenzale che digerire le notizie dei telegiornali, tra un peto e un rutto. 
E che i miasmi dell'ipocrisia avvolgano la Terra fino al Vaticano, ove un Papa si preoccupa dei morti piu' dei vivi. 
L'Occidente sollazzante si spara stupidi botti.

L'anno che verra'

Passato pure il Natale. 
Nulla di nuovo sotto il sole, anzi il gelo. 
Israele come al solito spara sui palestinesi.
Trascorso il Natale coi figli, ho visto un presepe bellissimo.
Ieri invece ho visitato tutti i cessi pubblici e le toilette fuori uso e da terzo mondo dei treni italiani. 
Poiche' per completare l'anno bisestile sfigato mi sono beccata il virus influenzale. 
Sono piu' a digiuno e astemia di madre Teresa di Calcutta. 
A parte l'astinenza forzata da ogni vizio, ora si resta in attesa del Capodanno, auspicando - come tutti gli anni - che il prossimo sia migliore e foriero di belle cose. 
At salut.

domenica 21 dicembre 2008

Rete 2009

Su Internet, ognuno e’ libero di scegliersi strade, percorsi, compagni di viaggio, forse qualcuno investe troppo nel virtuale e troppo poco nel reale, o piu’ semplicemente le cose belle prima o poi finiscono.
Se posso dare un contributo minimale, non caricate troppo la rete di aspettative, sono luoghi si’ virtuali per conoscere ed eventualmente incontrare persone reali, ma odio e amore in Internet non hanno senso, e se nasce un sano sentimento d’amicizia, vivetelo, scevro da qualsivoglia passione immaginaria.
Controindicato idealizzare, porsi come guru o portavoce, ciascuno vale e conta per se’, siate comunque sempre schietti perche’ va esternato il bene cosi’ come il male, alias il disagio, mai forzare se stessi e gli altri.
E che l’anno che verra’ porti ad un nuovo viaggio, che non e’ mai meta o approdo, ma navigare in quel mare di emozioni che se vogliamo siamo capaci di tirare fuori. 
E’ cio’ di cui si nutrono scrittori, poeti, pittori, anime sensibili vere, per sfamare la fame di rose. 
La Rete non ha bisogno di paladini, ma di identita' che hanno bramosia d’unione. 
Monito per il 2009.

Fasten the seat belts

Buongiorno! 
Qui sole stupendo e morale alle stelle. Sono ormai al mio cinquantesimo Natale e ancora alla mia veneranda eta' credo all'amore. 
Da vivere, ma solo se grande. 
Sta finendo il mio anno sabbatico e riaprendo le porte al mondo, chi sara' quell'amore tuttora non so, mai avere fretta nelle questioni di cuore, ma e' sicuro che dormiro' soltanto con chi mi fara' scorrere il sangue nelle vene, come un fiume, come il mare. 
Non mi importa se saro' ancora sola, m'accompagna il sogno, l'anno nuovo che verra', l'amore ne sono certa arrivera', non so con quali fattezze, volto, sguardo, ma sara' immenso come l'universo, e ultimo. 
Per ora si resta in attesa, leggera in un volo di farfalla, perche' il dono divino dell'amore non vada sprecato, ma dedicato ad un unico Uomo. 
Mi astengo da relazioni futili o carnali, il cuore e' bene cosi' raro e prezioso da preservare senza temere solitudine. 
Manca questo tassello finale al puzzle di mia vita, dove sia ancora non mi e' dato sapere, ma so che c'e'.
E presto lo riconoscero'. 
Poi sara' magia, follia, amore, gonne a roteare al vento come mongolfiere. 
Ali in decollo puntando dritto al cielo.

mercoledì 17 dicembre 2008

La conquista del mondo possibile

Siamo quasi a fine anno, e si fa un primo bilancio, in questo anno bisestile di sfiga e crisi. 
E' da anni che non mi interesso alla sinistra istituzionale, in cui ho smesso di credere da lungo tempo.
Cosi' come non mi aspetto gratificazioni dal lavoro, oppure da qualche presunta amicizia, o da qualsiasi presunto amore che in verita' vuole solo giacere con te per raccontarlo poi in giro. 
Come se per passare da coglioni ci volessero i coglioni. 
Tuttavia vivo una fase magica, cio' che rende umani e' il battere del cuore, piu' che il cervello. 
Gli scrittori - cosi' come i poeti - talvolta si riposano, perche' devono vivere la loro storia, che e' quella che mai narreranno. 
Posso solo augurare, e augurarmi, un bel sogno, una favola, lasciando perdere politica, dialettica, e ars scribus - termine coniato all'istante. 
Prendersi una vacanza, regalarsela, pretenderla, nudi, scalzi, col cuore in mano, e qualsivoglia luogo esiste, incluso questo. 
Il mondo possibile e' dentro noi.

domenica 14 dicembre 2008

La strana magia

Ognuno ha i suoi luoghi magici. 
I miei ad esempio sono Roma, Notre Dame de Paris, il museo Van Gogh ad Amsterdam, e ieri ne ho scoperto un altro, assai bizzarro, in quel di Francia. 
E' un giardino museo della meccanica, una giostra all'aperto, un volo di latta e lamiera in movimento, dalla locomotiva, alla gallina, al bevitore di vino che spruzza i bambini ridenti, una meraviglia di precisione e assurdo, tecnica e caos, costruito con occhi di bambino e mani di adulto. 
E' l'opera, arte povera, di un uomo disabile, sordomuto, che seguiva il fratello ingegnere nei propri viaggi di lavoro, e di ogni viaggio ha ricreato, riportato, un simbolo - la Torre Eiffel di legno - arricchendo la sua giostra di fili sospesi come trama di ragnatela. 
E' sbalorditiva la genialita' nella semplicita' assoluta dei suoi giocattoli meccanici che appaiono, e sono, di altri tempi, ma capaci ancora di far sgranare gli occhi in uno stupore infinito. 
L'inventore era uso suonare la cetra, pur essendo sordomuto, per fare intendere al pubblico che lo spettacolo era finito, e in effetti quegli oggetti in movimento - cosi' elementari, lineari, puri nella loro essenza tanto da apparire quasi immateriali - formano un'armonia, un equilibrio tale a sinfonia su pentagramma, ove i giochi sono le note. 
Racchiuso nella natura, circondato dal verde, cogliere questo spettacolo significa unire la bellezza del creato al creatore, dove finisce il divino e inizia l'uomo. 
Un luogo magico in cui s'e' fermato il tempo.

martedì 9 dicembre 2008

Ruggito di madre

Alexis, quindici anni, ucciso dalla polizia greca.
Come Carlo, ragazzo, a Genova. 
Quattro morti sul lavoro in Italia, solo nella giornata d'oggi. 
Le vittime quasi sempre giovanissime. 
Come Vito, studente, gli cadde il cielo in testa - della scuola. 
Che mondo e' un mondo assassino dei suoi cuccioli? 
Un mondo cannibale. 
La rabbia sale sino a quel Dio, che se ci fosse sarebbe un nuovo diluvio universale. 
E il peggio e' che non v'e' alcuna arca salvifica.

domenica 7 dicembre 2008

Pietre rotolanti

Alle 21,45 di ieri sera l'isola di Stromboli ha tremato. 
Un boato dal vulcano ha tinto il cielo di rosso, innalzando una massiccia nuvola di cenere e sabbia. 
Nell'eruzione, alcuni massi sono rotolati lungo la Sciara del Fuoco. 
Mai inquietare Gea, non v'e' peggior pena della coazione a ripetere di Sisifo. 
Il mito di Sisifo narra come, per punizione della sagacia dell'uomo che aveva osato sfidare gli dei, Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte.
Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte. 
Ogni volta - per l'eternita' - Sisifo avrebbe dovuto ricominciare daccapo la sua scalata. 

- L'assurdo e' il peccato senza Dio -
(Albert Camus)

sabato 6 dicembre 2008

Sogno di una notte di mezza estate

Ieri sera mia figlia mi chiedeva aiuto per un tema. 
Doveva scrivere un dramma, il teatro nel teatro, ambientato ai tempi di Shakespeare. 
Dapprima la sua idea era la storia di un carcerato, il cui carceriere leggendone gli scritti, comincia a divulgarli in piazza, acquisendo sempre maggior consenso, sino a scoprire che in realta' il carcerato era un autore famoso. 
Pero' mancava il finale, il dramma, e il teatro nel teatro. 
Allora si e' inventata un'altra storia. 
Il mancato carcerato - ora drammaturgo - vive un periodo di depressione, stasi, non ha piu' stimoli per scrivere, e una sua dolce amica, forse amante, gli scrive lettere di conforto. 
Dalle quali l'autore ricava una trama, ad insaputa dell'affettuosa amica. 
La recita alla prima e' un successo. 
Ma l'amorevole amica, sentendosi tradita nella sua fiducia, pugnala al cuore lo scrittore. 
Il teatro nel teatro, finale drammatico. 
Cali il sipario.

Lettera di Natale

Il punto finale serve solo - per uno scrittore - a ricominciare un nuovo racconto. 
E un autore non puo' esistere senza scrivere.
Siamo vecchi leoni, un po' spelacchiati, ma avvezzi alle difficolta', chi non ha mai pensato di fuggire in Tibet, ma poi per istinto di sopravvivenza o per quei rari tesori che coltiviamo nel cuore, che si chiamano affetti, restiamo ancorati alla realta' del nostro piccolo mondo di vissuto. 
Ognuno di noi e' teso, come un elastico sull'orlo di spezzarsi, e le prove, la fatica del vivere sono tante, che talvolta si vorrebbe lasciarsi andare, abbandonarsi al silenzio, allo sguardo perso nel vuoto. 
Ma comunque ci si prende per mano, anche se non c'e' nessuno, perche' solo se prima accogli, accetti il tuo essere disperante, puoi poi offrire la mano ad un altro disperato, e riprendere il cammino. 
Ti chiameranno folle, ti sentirai alieno, crederai alle cose belle e rinnegherai le brutte, scambierai energie con quei pochi esseri che senti simili a te, e non importa da dove trasmetterai, un'isola deserta, una radio, via cavo. 
Gli anni e il tempo che passa insegnano a vivere alla giornata, a fare progetti a breve termine, a perdere certezze e sicurezze e ad acquisire consapevolezza di quanto tutto sia labile, aleatorio; imparando ad apprezzare piu' delle parole i piccoli gesti, sorrisi, carezze.
Tra poco e' Natale, e' consuetudine che agli adulti non piaccia il Natale, poiche' la gente non sa piu' vivere la magia del momento, o meglio, non sa piu' rendere magico cio' che vive. 
Nessun albero, presepe, luci, comete, possono ridare cio' che si e' perso, l'essere bambino, ancora in grado di meravigliarsi, di gioire per un piccolo dono, di accoccolarsi la sera di Natale con chi ami, e di sentire la magia di un tocco sui capelli, amorevole e gratuito. 
Cogli l'attimo e trasforma cio' che e' consueto in un evento, magico per te e per chi ti sta vicino. 
Si vive di momenti magici, persone e luoghi, ma il miglior trasformista della tua vita sei tu stesso. 
Nessuno viene a suonarti al campanello, se non Babbo Natale o la Befana; oppure il Bambinello, ma non si fanno piu' bambini.
Il vero miracolo, il solo possibile, e' far rinascere il bambino in noi, la capacita' di stupire e stupirsi ancora, e liberare le criniere al vento che scompiglia. 

venerdì 5 dicembre 2008

C'e'

C’e’ chi si diverte con poco, prima ti pugnala e poi t’abbraccia, o prima t’abbraccia e poi ti pugnala, comunque per chi vuole sparare sulla croce rossa, bersaglio mobile. 
C'e' chi ha voglia di coccole e chi ha fame d'amore. 
Io piu’ che fame d’amore, avrei voglia di un panino alla mortadella, magari uno sfilatino, ma lo stomaco non me lo concede, il virus avanza, sperando nella Madonna dei miracoli. 
C'e' chi vocifera di un nuovo flirt, o amore, amici, che poi che gliene frega agli altri se si miagola alla luna. 
C'e' l’Honda all’asta, onda su onda, e' arrivato un bastimento carico di c'e'.

giovedì 4 dicembre 2008

Una risata vi seppellira'

Tempi di scioperi. 
E’ un anno che piu' che sciopero dal lavoro, che i soldi son pochi, esercito altro tipo di astensione, anzi astinenza, e se continua cosi’ proseguo a oltranza, altro chi tromba chi, che di palle giranti mi bastano gia' le mie. 
Ci ho messo un anno a finire di pagare bollette, bolli, tasse, conti della spesa, affitti, rate condominiali, libri di scuola, d'economia aggiornati ancora alla lira. Almeno fosse la cetra di Nerone. E al rogo chi siede a Roma e i mercanti del tempio. 
Speriamo nel sorteggio della lotteria di Capodanno.
A proposito, al cenone astenersi vegetariani, astemi e sfere rotanti.
Dal cosmico al comico, una risata vi seppellira'. 

mercoledì 3 dicembre 2008

Lavandaie

Si potrebbe aprire un dibattito su etica e mercato. 
Che ne pensiamo di noti personaggi che fanno pubblicita'? 
Se ad esempio uno stimato autore, invece che fare letteratura, cultura, giornalismo, informazione, promozionasse, pubblicizzasse, prodotti, che non sono arte, cultura, sapere, sarebbe piu’ ricco di beni materiali e piu’ povero di beni morali? 
Immaginiamoci un Gandhi, il Che, Marcos, Berlinguer, il Dalai Lama, Pasolini, e chiunque altro puo' produrre opinione e fungere da media. 
Poiche' volenti o nolenti si tracciano percorsi d’orientamento. 
Posso concepire un Totti in pubblicita’, ma Francesco e’ un calciatore, e il suo mestiere dare calci a un pallone e fare goal. 
Che poi tutti si fanno portavoce della famosa casalinga di Voghera, che andava bene forse un tempo per i film caserecci, ma oggi le donne sono piu’ evolute. 
E pure i maschi, fanno la lavatrice. 
Probabilmente a casa dei noti personaggi il bucato lo fa la colf filippina. 
Per restare in tema di candore, il Presidente del Consiglio, entusiasta della visita alle Poste, esordisce con la bella pensata di regolamentare il web. 
Non se ne parla proprio, pazienza bucare lo schermo, ma la rete e' gia' bucata di suo. 
Giu' le mani, sporche o pulite, da Internet.

martedì 2 dicembre 2008

Che poi

Che poi questo osannare del povero e' bello, come se i ricchi fossero dei brutti coglioni, mi ricordo che lo facevano i preti e la Democrazia Cristiana, per convincere il popolo a restare nell'ignoranza. 
Mica il Partito Comunista, ve lo immaginate Berlinguer che nelle piazze incitava gli operai alla virtu' della miseria? 
Come minimo lo mandavano a quel paese. Dove dovrebbe andare Veltroni, che si preoccupa della pay tv, chi se ne frega dico io, che si preoccupasse del pane e della pasta, o delle tariffe dei bus. 
Che poi un po' coglioni lo siamo anche noi, che ci aggiungiamo al coro dei belati, pelati e prelati, sul povero e' bello. 
Io non ho mai visto un disoccupato felice, o uno affamato o infreddolito, oppure un padre che non sa come mantenere i suoi figli, allegri come una Pasqua. 
Solo i beoti possono avere il sorriso stampato sulla faccia mentre gli crolla il cielo sulla testa. 
E uno lo conosciamo bene, ma lui ride sempre perche' tanto tiene il casco. 
Che poi al posto di voler essere tutti ricchi, dividendo le risorse, e le finanze, si vuole che tutti si sia poveri, come se si stesse girando la fiction dei Miserabili, mentre invece girano solo le palle, quelle del lotto. 
Che poi nessuno vieta di fare voto di poverta' come San Francesco, e di correre nudo nella neve, che era anche un gran bel vedere nel film della Cavani. 
Che poi firmiamo petizioni e ci tuffiamo nel solidale tanto la firma e' gratis, ammesso che non sia una cambiale o assegno in bianco. 
Che poi io ci credo al povero e' bello quando se hai due biciclette me ne regali una. 
Che poi la sola cosa bella della poverta' e' la scheda elettorale, che puoi concederti il lusso di vergarla con un bel vaffanculo. 

domenica 30 novembre 2008

Cipollotti per te

Sono allergica alle rose. 
Mi ci hanno fatta diventare. 
Se avessi raccolto tutte le rose virtuali, oggi farei il giardiniere in una serra.
Anche agli appuntamenti, i pretendenti non alla mano ma ad altro, si presentavano con una rosa rossa. 
Chi nel suo cellophan, chi in una retina di plastica, chi nella paglia quali somari, chi rubata da un'aiuola in tangenziale. 
Il piu' bel regalo lo ricevetti da un barbone, che alloggiava nella strada adiacente alla mia casa, il giorno di Pasqua. 
In comune avevamo il nome, al maschile corrispondente al suo paese calabro di provenienza.
Mi disse che si chiamava De Gasperi e che aveva lasciato la sua terra per trovare lavoro. Il barbone, appunto.
Nella festivita' pasquale quale omaggio mi porto' un mazzo di cipollotti, sulla tovaglia bianca spiccava un lombrico rosso, segno di genuinita', color lambrusco.
Come il vino della mia cantina, da cui si serviva sempre, ovviamente a mia insaputa. 
Il mio micio gradisce le rose. 
D'ogni colore, pure blu artificiale, sperando che non s'intossichi.
Io preferisco orchidee e tulipani, a scelta per tutte le tasche. 
Un bel mazzo di tulipani colorati invita all'allegria, al prato, al sole, l'Olanda su due ruote, dalle case barcone sull'acqua ai muri sorridenti, la folle magia della pittura che pare spalmata col dito da Van Gogh.  
L'orchidea, unica e regina, l'arte fatta in fiore, tropicale e selvaggia, coi suoi petali che si aprono in preludio d'amore, palpitante e viva, in offerta a chi l'apprezza. 
Rara e delicata, da proteggere, coltivare e curare, al riparo dai venti e dal gelo, ripagante e appagante con la sua fioritura che regala emozione. 
Il piu' bel dono d'amore, lo stupore.

sabato 29 novembre 2008

La notte rossa

Si avvicina il Natale, e si decuplicano le iniziative di beneficenza e solidarieta' a favore dei senzatetto, affamati, barboni.
Sebbene ci sia chi voglia schedarli, non ci e' dato sapere se per distribuire coperte verde militare, o per raccoglierli col carroccio una volta ibernati. 
Si potrebbe passare una notte sulla panchina, in una sorta di training autogeno anticrisi da clochard, anche se in eta' veneranda dormire all'addiaccio seppur coi giornali - che almeno servano a qualcosa - si rischiano i reumatismi. 
Tuttavia se non la notte bianca, ci si puo' sempre inventare la notte rossa, rossa di nasi congelati ma tant'e'.
Nella notte rossa si potrebbero riempire le piazze di sedie di legno impagliate, l'arcaica seduta della nonna, con tanto di micio raggomitolato sopra.
Jam session dal vivo con chitarre, tamburelli, pentolame, baci salati al sapor di lupini.
Miagolando alla luna turca, a spicchio e una stellina.

 

venerdì 28 novembre 2008

Seduta in riva al Po

Ho appena guardato in televisione un servizio di Mi manda Rai Tre, sulla palla magica che sta spopolando in rete e che lava meglio di un detersivo. 
Palle magiche che Beppe Grillo promoziona nei suoi spettacoli in piazza, che costano trentadue euro e promettono tre anni di lavaggio a parita' di pulito senza bisogno di detersivo. 
Ora dai test scientifici - da parte del CNR - e pure casalinghi da parte di chi si e' scordato di inserire la palla in lavatrice, si e' scoperto che queste palle dalle supposte qualita' magiche lavano come un qualsivoglia bucato in ammollo nell'acqua - priva di detersivo.
Gli scettici facciano la prova. 
Alla trasmissione erano presenti pure grillini, che contestavano appunto la suddetta palla, e pensare che mediante Internet si era creato un tam tam mediatico non indifferente, stile acquisti cumulativi tramite gruppi di acquisto di consumatori in rete. 
Morale della storia: attenzione alla bufale telematiche, Internet puo' essere usata come palla megagalattica.
E diffidare di piazzisti, urlatori, imbonitori, dalle mie parti si chiamavano cioccapiatti, erano quelli che a fiere e mercati lanciavano stoviglie a terra per dimostrarne l'infrangibilita'.
Nella favola dell'albero dalle monete d'oro, il gatto e la volpe cercavano pinocchi, i grilli parlanti agora' e promozioni. 

Niveo

Vieni, 
dammi la mano 
Il mondo fuori, 
alla finestra 
Coperto di neve. 
La gente odia 
i piccioni 
Irriverenti costano 
Barboni vuoti 
a perdere. 
Anelli di fumo 
dal giaciglio
Sottocoperta ti spio 
Carezzandoti lenta. 



Paghi colmi d'amore 
Agli avari poveri 
Miseri loro. 
Vieni, dammi un bacio 
L'abbraccio che consola 
Nel cuore l'estate.

giovedì 27 novembre 2008

Ne me quitte pas

Troppo stanca per scrivere. 
Speravo di rilassarmi leggendo Jack Folla sull'Unita', e invece no, per l'ennesima volta ritrovo pubblicato il medesimo articolo della puntata scorsa. 
Un euro buttato al vento, che almeno fosse fischia il vento e infuria la bufera, quello della rossa primavera.
Mi domando come puo’ un giornale arginare il mare di lamentele - sara’ che gode dei finanziamenti pubblici - perche’ se si dovesse attribuire il premio qualita’ ai quotidiani, sicuramente non entrerebbe nelle nomination. 
E se fosse prodotto di impresa privata, sarebbe gia’ in corso di liquidazione, senza cassa integrazione. 
Non e’ concepibile nel 2008 compiere errori talmente grossolani, lapalissiani, prosaici, imputabili non a fisiologici refusi di stampa, ma a reiterata sciatteria.
Non voglio nemmeno immaginare che sia frutto di una pensata ad hoc a tavolino, anche se sebbene estinti i correttori di bozze, la tecnologia e i programmi di editoria e grafica segnalano persino quante volte si e’ recato in bagno il direttore del quotidiano. 
Mi indigna solamente la mancanza di rispetto per chi lavora per il giornale, professionisti, e per i suoi lettori, che non dimorano in case popolari dalle maniglie d’oro, non possiedono barche, lavorano da una vita e vanno al cinema soltanto a Natale, vacanze in America solo per il compagno e famiglia Veltroni.

mercoledì 26 novembre 2008

Dagli al lama

Pestaggio razzista su un piccolo indiano, botte, sputi. 
Io invece sputo sui provvedimenti anti crisi del Governo, al posto di detassare al volo tredicesime e premi di produttivita', si concede la solita elemosina a quattro gatti, che non migliorano di certo la loro condizione randagia con quaranta euro al mese. 
Arricchiscono solo i produttori di carte di debito. 
Si furoreggia nei telegiornali sulla riduzione delle tariffe energetiche, fatti i conti in tasca sono sconti ridicoli, cosi' come il costo della benzina non e' affatto calato proporzionalmente al prezzo del petrolio. 
Poiche' incidono piu' le tasse governative, che la materia prima. 
Dalle busta paga salariali del 2008, si denota un potere d'acquisto sempre piu' ridotto.
La diminuzione degli assegni famigliari, la decurtazione del premio di produttivita' per lavoratori part time e in malattia, l'aumento dell'aliquota di trattenute fiscali; quest'ultimo grazie al precedente governo Prodi che l'ha elevata al ventisette per cento.
Morale della storia: l'economia italiana e' un serpente che si morde la coda, in quanto il mercato e' fermo perche' la gente non ha soldi da spendere; ragionamento elementare a cui giunge pure il mio micio. 
E mentre l'Europa e l'America programmano interventi efficaci, la nostra patetica Italietta da ruota di scorta, propone i soliti emendamenti d'aria fritta, validi solo per chi e' gia' defunto per fame o con un nucleo famigliare da squadra di calcio. 
D'altronde siamo il popolo degli Unti da Lorsignori.

martedì 25 novembre 2008

Occhi di bambola

Ho una bambola birmana. 
Negli anni settanta si diceva le imbottissero di droga per il traffico internazionale. 
Oggi un bambolotto cinese e' caduto dal terzo piano di una scuola, no pardon era un bambino cinese, anzi e' un bambino cinese in coma. 
Quattro ragazzotti riminesi di buona famiglia danno fuoco ad un barbone sulla panchina, cosi' per divertirsi, per vedere l'effetto che fa. 
Stasera fiaccolata contro la violenza alle donne. 
Ci vorrebbe un falo'. 
Segnalo la petizione contro la proposta della Lega di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno, inclusi i bambini. 


Bambolina  

Insaponata, la schiuma 
nei capelli 
ti spruzzo d'acqua l'ombelico 
e tu ridi la testa inclinata 
gli occhi a fessura sorridi. 
Avvolta nell'asciugamano 
sul bordo del letto mi fissi, 
gli occhi sgranati 
sdraiata a braccia allargate 
sollevi le gambe palpebre chiuse. 
Il lobo del tuo orecchio 
odora di talco 
vedo nastri di raso intrecciati 
voglio coprirti, scaldarti, cullarti... 
Quegli occhi sgranati. 
Piangendo ti ho stretto: 
Sei la mia bambolina”. 
Pupille di vetro.

lunedì 24 novembre 2008

Fatalita'?

A Vito è crollato il cielo in testa, il soffitto della scuola.
Sono tante le segnalazioni sulla sicurezza degli edifici scolastici sul sito di Repubblica, da ogni parte d'Italia.
Nella home page di Caduti sul Lavoro, si leggono toccanti interventi, e hanno ragione.
Vito e' caduto sul lavoro, perche' il mestiere dei nostri ragazzi e' studiare. 
E' nato anche un blog degli amici di Vito, dei suoi compagni, con parole vibranti di rabbia e commozione che solo i giovani possono avere. 
Un Paese che si preoccupa di grembiulini e non si occupa di sicurezza, e' un paese morto. 
Defunto, fiocco nero sui portoni delle scuole. 
E studenti in piazza col lutto al braccio.
Vorrei vedere le piazze gremite di elmetti gialli, quelli da cantiere, perche’ tra crolli di scuole e caduti sul lavoro, abbiamo piu’ vittime che in guerra. 

Prima che ci ammazzi la scuola, prima che ci ammazzi la fabbrica. 

domenica 23 novembre 2008

La rabbia al cielo

Non si puo' andare a scuola e non tornare piu' a casa. 
Non e' fatalita', ma mancanza di sicurezza, tagli alla spesa pubblica, a un diritto fondamentale come l'istruzione; oltre ad inedia. 
Puo' capitare ad ogni ragazzo, ad ogni genitore, di salutare il proprio compagno, amico, fratello, figlio, e non rivederlo mai piu'. 
Il dolo non e' mai di nessuno, la colpa e' solo di essere nati, andare a scuola, fare figli, in un paese allo sfascio come i suoi soffitti che crollano. 
Disastri colposi che si ripetono quotidianamente, in ogni luogo d'Italia, e di cui non giunge notizia, finche' non ci scappa il morto. 
Poi, come per i caduti sul lavoro, tante belle parole, e niente di fatto. 
Internet serve anche a questo, a fare denuncia. 
In memoria di Vito, che gli studenti aprano un sito in rete di raccolta di tutti gli incidenti scolastici, testimonianze e video, per raccontare e per contarsi, prima che manchi un altro compagno al prossimo appello.
E che i genitori vigilino sulla sicurezza nelle scuole dei loro figli, non fidandosi di presidi, istituzioni amministratori pubblici; esigendo i certificati e gli attestati di sicurezza; pretendendo che gli stessi siano esposti al pubblico affissi all'interno della scuola. 
Che si facciano a tal uopo commissioni interne miste di genitori e studenti nelle scuole, e che i ragazzi non entrino a scuola finche' non sia garantita la totale sicurezza. 
Anche nel liceo di mia figlia sono avvenuti due episodi simili, fortunatamente senza vittime in quanto non era ora di lezione, ma un sabato mattina, proprio come nella scuola di Vito, e' crollato un soffitto; mentre a distanza di poco tempo e' scoppiato un incendio. 
Gli occhi di Vito oramai vedono il Celeste, ma non basta alzare gli occhi al cielo dei vivi e ricordarlo sopra una targa di marmo; in suo nome si puo' e si deve fare molto di piu'. 
Vito, studente diciassettenne, da lunedi' assente giustificato per sempre. 
Assente ingiustificato, invece, lo Stato. 
Da lunedi' si ordini in tutte le scuole del territorio nazionale una perizia sul rispetto delle norme di sicurezza e la manutenzione degli edifici scolastici. 
E la rimozione dall'incarico di chiunque non abbia ottemperato a tali obblighi. 
Ecco cosa dovrebbe dire, cosa ci si aspetterebbe, da un Presidente del Consiglio e della Repubblica, in un Paese civile ed evoluto europeo.

sabato 22 novembre 2008

Mal d'Africa

Suscita clamore un calendario 2009 sull'Africa. 
Dalla savana, piu' foresta per tutti.
A cura di un navigato fotografo per il quale, data la sua vegliarda eta', trattare di sesso e' come vedere nonna Teresa in giarrettiera. 
Ma in fondo da ognuno di noi esce fuori il camionista in testacoda dell'anima. 
Ai tempi delle nonne, l'amore lo si faceva in silenzio, si diceva non lo fo per piacer mio ma per piacere a Dio.
Le nonne odierne lo fanno per piacere proprio, altrui, e talvolta per amore.
Il sesso e' scambio di energie, mistico per chi crede nel tantra, ed un modo per raggiungere Iddio. 
Forse perche' parlano i baci, le carezze, il corpo, le emozioni, piu' di mille parole, sovente inopportune. 
E' quel misterioso segreto, complicita', confidenza, intimita', che unisce e lega, connette e collega, due esseri pulsanti.
Ben venga una mano tesa ad accoglierci, poiche' l'amore non e' mai vergogna, il vero pudore risiede nei sentimenti. 
E se madre terra ha fame, ha fame d'amore, non d'avanzi. 
Nell'Africa selvaggia.

venerdì 21 novembre 2008

Rock e lento

E' di oggi la notizia di una famiglia benestante, modello, sino allo sterminio. 
Ne uccide di piu' la famiglia che la mafia, titola Repubblica, ed e' pura, nuda e cruda verita'. 
Mai pensare che la cultura o il benessere, oppure chi vota a sinistra, non spianino fucili, mai essere certi, sicuri e dare per scontato cio' che abbiamo, in cui crediamo. 
E' proprio nella famiglia da mulino bianco che avvengono i peggiori massacri. 
Dall'essere umano escono impulsi, emotivita', che nemmeno noi sappiamo esistere, sino a che non viene toccata la corda vibrante delle pulsioni primordiali. 
Nonostante la ratio, l'ideologia, la fede, l'inconscio e' insondabile a noi stessi e agli altri, ed esplode nelle forme piu' inattese: pacifiche, regressive o aggressive. 
La comico terapia e' la migliore cura. 
Saper sorridere, ridere, sugli eventi del mondo, viverli quale psicodramma, cogliere il lato tragicomico della vita, minimizzare e ironizzare su se stessi e sugli altri.  
Si parte da se stessi a non voler essere burattinai o marionette, e a recidere quei fili che imbrigliano, che siano legacci d'amore, di potere, dovere o piacere.
Oscillando con lentezza.

mercoledì 19 novembre 2008

L'uovo del serpente

Da una vita ormai mi occupo di politica e di informazione.  
Per politica non intendo partiti o i soliti nomi e facce, che bisognerebbe smettere di parlarne, poiche' si sta dando loro troppa importanza e rilevanza, togliendo voce alla gente comune, a chi vive il quotidiano, i problemi reali e concreti. 
Basta parlare di gente famosa che non vale nulla o assai meno di qualunque di noi, ma si scriva del proprio vissuto, non in termini diaristici, ma nella ricerca di cio' che accomuna e non divide. 
Oggi mia figlia mi raccontava di un suo compagno di scuola, i genitori si stanno separando perche' il padre ha una relazione clandestina con una persona extracomunitaria, e ultimamente sta risicando i soldi alla famiglia, ai figli, si presume per darli invece al suo nuovo amore. 
Storie di ordinaria follia, d'accordo. 
Ma quel che mi ha colpito e' stata la frase, il commento del ragazzo, piangendo: 
- E ora ditemi come non posso essere razzista -. 
Nel suo mondo oggi crollato il primo bersaglio e' la persona diversa, quasi una strega aliena, che gli ha rubato l'affetto paterno.
E non quel padre, in tutta la sua fesseria di povero maschio risvegliato nei sensi da una donna piu' giovane di lui di vent'anni, sicuramente piu' sensuale e piu' magra della sua compagna da una vita. 
Un padre che per dare denaro a questo suo nuovo amore, ha rifiutato di pagare i libri al figlio per la scuola, adducendo scuse di debiti. 
Un uomo che non ha avuto il coraggio di divorziare, tutelando cosi' la sua prole, ma scoperto con le mani nella marmellata come un ragazzino. 
Eppure l'odio, il rancore, inconscio emotivo, viene rivolto sempre verso l'amante, quale maga Circe che rende  succubi di chissa' quale incantesimo; mentre in verita' ogni donna e uomo sono consapevoli della potenzialita' delle armi di seduzione; oltremodo in un matrimonio stanco, anche se all'apparenza da mulino bianco. 
Per i figli invece cambia un mondo, quello degli affetti, valori, vengono a mancare pure i beni materiali. 
Ed e' cosi' che scattano i meccanismi di livore, odio anche razziale, di genere, per l'estraneo, il cattivo di turno, il mostro, che non e' mai nostro padre, madre, amico, collega, vicino di casa. 
Allora che gli si dice oggi a questo ragazzo, come tirarlo su di morale, con l'isola dei famosi o parole e video razzisti? 
Oppure accogliendolo alla corte dei miracoli, quella dei reietti, rifiutati dalla storia, nomadi del futuro, cercando di fargli capire con atti, fatti ed esempi di brave persone, che il razzismo e' una brutta bestia che ti morde da dentro, e ti ci svegli assieme d'improvviso.
Spiegargli che il nemico non e' quello di colore o la donna che fa fesso tuo padre, ma forse lo stile borghese e ipocrita in cui hai vissuto finora, quella nebbia che ti impediva di vedere chi soffriva, e come la gente cosiddetta normale, a destra come a sinistra, di ogni colore e genere, si venda e baratti l'anima per soldi, potere, o un po' di sesso.
Il peccato non e' la mela tentatrice o il serpente.
E' il verme dentro. 

martedì 18 novembre 2008

Vigilantes alla Rai

Virginia Woolf diceva che per scrivere una donna deve avere soldi e una stanza per se'. 
I primi chissa', la seconda la tengo. 
Nel mio piccolo mi ritengo una privilegiata, spesso penso alle donne in fabbrica, otto ore alienanti alla catena di montaggio, dieci minuti per far pipi' e fumare una sigaretta. 
E poi a casa, le faccende, il marito, i figli, e per forza si buttano sull'isola dei famosi, basta non pensare, non pensare alla vita di melma che si fa. 
E allora si sogna che almeno il figlio o la figlia diventino avvocato o architetto, negando l'evidenza del precariato, della fuga all'estero dei ricercatori, del fatto che moriremo soli, chi avra' soldi con una badante e chi sara' senza forse in un ospizio. 
Ho un sogno. 
Che la gente smetta di parlare di fantocci, pagliacci, burattinai e burattini che gia' hanno il loro teatrino, e cominci a parlare di se', e a chiedere, pretendere, per se'. 
E va benissimo continuare a parlare di vigilantes alla Rai - i soliti politici inetti - perche' in fondo e' lo specchio dell'Italia, di chi vota destra, sinistra, centro, di chi tifa, di chi s'addormenta sul divano; di chi puo' vedersi un film o leggere. 
Scrivere,  e lo ribadisco, mi sento una privilegiata.

lunedì 17 novembre 2008

Bologna la grassa signora

Oggi in quel di Bologna, nell'opulenta rossa Bologna, arricchitasi anche grazie ad affitti esorbitanti agli studenti universitari e lesinando loro l'acqua per lavarsi, e' scoppiato un silos, sono morti il direttore dell'impianto e un operaio indiano. 
Ecco cosa accomuna le sorti della gente, al di la' di reddito, professione, nazionalita'. 
Talvolta l'opinione pubblica si scatena verso il Cavaliere, reo d'imporre gusti e beni materiali inessenziali, e omertosa invece verso la politica e cultura di sinistra. 
Nel frattempo prosegue la battaglia del no al digitale terrestre nelle case popolari delle regioni rosse. 
Poiche' a chi non sotto sta alla legge del mercato, all'omologazione della dittatura di maggioranza, si prospetta lo sfratto. 
Certo alla fine chi se ne frega, in fondo si tratta solo di cento euro, nulla per un dirigente di ente, tanto per un operaio, poco per chi paga affitti popolari e poi si fa la pay tv. 
Ma diventa una questione di principio, di etica, di valori che pure la sinistra ha perso, e in cio' si ritrova uguale alla destra. 
Altro che cultura popolare, libri, teatro e poesia. 
Pasolini aveva proprio ragione, quando scrisse precursore nel suo 'Petrolio', dell'omologazione piccolo borghese della sinistra, tutti a leggere gli stessi libri, a vedere i medesimi film, tutti a guardare il digitale terrestre. 
Pingui, dai fianchi un po' molli, col seno sul piano padano ed il culo sul divano.

domenica 16 novembre 2008

La misura dei soldi

Si misura a soldi quando mancano per campare, perche’ si fa presto a riempirsi la bocca di parole con la pancia piena. 
Se i soldi non fanno la felicita’, comunque garantiscono serenita’, e dignita’ aggiungo. 
Non si sta parlando di benestanti o ricchi, a loro lascio il lettino dello psicanalista tanto se lo possono permettere, ma di milioni di persone che fanno la fame, che non hanno soldi per pagare le bollette, che non possono mandare i figli a scuola, che non possono curarsi, e che non vedono futuro ne’ per se stessi ne’ per la loro prole. 
E sicuramente non sono i Veltroni, i Di Pietro, i Grillo e i Travaglio, a vivere questa condizione, perche’ comunque hanno sempre avuto possibilita’ di studiare, di lavorare, di sistemarsi assieme alle proprie famiglie. 
Poi e’ vero che Berlusconi lo votano in tanti, ricchi e poveri, cosi’ come Veltroni, idem dicasi per chi segue Grillo o Travaglio e gira col Suv. 
La differenza tra un ricco e un povero e' la scelta: un ricco puo' scegliere di divenire povero, un povero mai di diventare ricco. 
Chi e' cresciuto nell'indigenza, in miseria, e' consapevole del suo orrore, baratro, di cosa significhi a livello materiale, spirituale, famigliare, in termini di conflitti, sofferenza, resistenza fisica e psicologica, soprattutto se si e' genitori, figli, coniugi. 
C'e' chi da giovane ha compiuto la scelta radicale, rinunciando al denaro e al perbenismo borghese, stile francescano assai romantico un po’ bohemienne, ma frutto, decisione, responsabilita’ solo verso se stesso.
Nel ruolo di madre o padre e non piu' figlio cambiano le carte in tavola. 
Non vi puo’ essere armonia, giustizia, verita’ e bellezza, senza una vita dignitosa. 
Perche’ se pur vero che coi soldi non ci si compra vita, morte e amore, altrettanto vero che comunque ci si cura la salute, si va ad una mostra, un concerto o a teatro, si compra un quotidiano, si paga la connessione a Internet, magari si ottiene pure giustizia terrena; o si raggiunge l’amore pagando un biglietto del treno. 
Da genitore invece, ci si puo' permettere di far studiare i figli, di non farli lavorare in nero sottopagati, sfruttati, si puo' comprare quel jeans che a loro piace tanto, oppure comprare qualcosa per se' per sentirsi piu’ giovani e carini.
Ma soprattutto si possono avere occhi sereni con cui guardare l’alba.

sabato 15 novembre 2008

Quieto (a)mare

E' tempo d'amare. 
Trattenuti da minimali follie improvvisate giorno per giorno, a resuscitare un sorriso, una risata, la piccola magia truccata del prestigiatore autodidatta. 
Ora, con la mente sgombra da cupi pensieri, liberati i macigni dal cuore, leggeri le membra, il sonno, il respiro, tornare a volare. 
Fatta la pace col cosmo, armonia, sintonia, il perdono e' distante, forse da vecchi, ma almeno adesso si sa che lasciare. 
Finalmente si abbassino le ciglia, velata finestra sul mondo, e fra braccia accoglienti, si ritorni ad amare.

venerdì 14 novembre 2008

Ragazzi miei

Dedicato ai 'miei' ragazzi macellati nella scuola Diaz a Genova nel 2001. 

Non perdete mai la speranza, la giustizia se non terrena e' celeste.
In un paese oscuro di trame occulte,  ove non si puo' vedere luce, il rosso del cuore, della passione, della lotta e non del sangue, e' sempre ancora il solo colore di un mondo possibile.

E dedicato alle loro famiglie. 

Un forte abbraccio a due madri coraggio italiane, la mamma di Carlo Giuliani e di Federico Aldrovandi. 
Essere madri puo' essere gioia e stupore, dolore e rancore, per una nuova vita che viene, per una giovane vita che va.
Carpito il sonno dei giusti senza ragione.

giovedì 13 novembre 2008

Buongiorno piccola

I bambini e la dislessia, come dire i bambini mancini, le classi ponte o differenziali.
Diversificando i figli borghesi da quelli proletari.
E i neri dai bianchi, il nord del mondo dal sud del mondo.
I non omologati e gli inquieti, i folli, dai cosiddetti normali. 
Le ricette frutto di menti dislessiche sono le piu' gustose.
Oggi s'inaugura un nuovo gioco, col tempo oltre al tempo, poiche' se il passato e' trascorso, il presente e' invivibile, anticipare, proiettarsi, inventarsi un futuro, il sogno ne e' la cura. 
Dedicato alla mia piccola, che ha la forza di una leonessa.  
Perche' noi il coraggio di vivere l'abbiamo, di lottare e sperare, sparare parole di No, e vedere il futuro nei giardini fioriti a marzo. 
Si sta come le foglie d'autunno, ma si prevede una folle primavera.

mercoledì 12 novembre 2008

Le due facce della sinistra

Di recente ho posto un quesito all'ente che gestisce le case popolari in Emilia Romagna, ossia se fosse una spesa indispensabile installare il digitale terrestre nelle case popolari. 
E sottolineo popolari, ossia ad affitti irrisori i cui costi sono sostenuti da tutti i contribuenti.  
L'utenza di questi alloggi e' composta da pensionati, invalidi, immigrati dal sud Italia, extracomunitari, famiglie monoreddito. 
La risposta dell'ente di una regione retta da un partito democratico che si dice di sinistra e' stata:
Vogliamo sottolineare che il digitale terrestre non e' una spesa voluttuaria, ma il nuovo sistema di diffusione che sostituira' a breve le trasmissioni in chiaro ed e' fondamentale per il diritto d'informazione -. 
Il diritto d'informazione?! 
Forse il funzionario rappresentante dell'ente si riferisce alle partite di calcio, o ai voyeur a pagamento del Grande Fratello, e sicuramente non conosce Internet. 
Perche' sarebbe come se io pretendessi di cablare un palazzo, anzi una citta', anzi che no l'Italia intera in nome del diritto all'informazione, sobbarcando i relativi costi agli italiani tutti. 
E si noti bene, non mi ha risposto Silvio Berlusconi, ma quella pseudo sinistra che si e' votata, e che ha perso - a questo punto grazie al cielo aggiungo - altrimenti si sarebbe inventata pure la tassa sul diritto d'informazione. 
Quella sinistra, quei valori di un tempo, quelle lotte e battaglie sociali non esistono piu'. In primis nella mente, nella volonta', nell'etica di questa gente, con cui non si ha piu' nulla da condividere se non aria fritta.
Di che ci si stupisce, meraviglia, se cio' che importa e' solo un contenitore e non il contenuto?
Cosa ci si puo' aspettare da sinistra come da destra se la pensano uguale, se agiscono uguale? 
Colpevoli complici all'unisono di un paese depresso. 

martedì 11 novembre 2008

Piccioncino mio

Siamo a meta' del cammin di nostra vita.  
E ci sono pure io, anche se a sprazzi sulla Via Crucis, stiamo a fare le stazioni, speriamo di partire. 
Ma sono i tempi in cui al rogo si mettono i barboni, e domani potremmo esserlo anche noi. 
Non avete idea di quanto mi sia faticoso ora come ora scrivere di speranza, di fiducia ancora non posso, ma se pur un giorno e' buio e l'altro appare fosco, anche un piccolo lumicino puo' essere una luce.
I piccioni ieri sera mi hanno ringraziato per aver citato Cacciari che si adira se si da' loro cibo poiche' deturpano i monumenti, ma di che si lagna questo filosofo assai ben pubblicamente retribuito? 
Se avesse da pensare a sfamare la famiglia, non si preoccuperebbe dei piccioni, e comunque io tifo sempre per gli animali. 
Perche' l'ottimismo e' il sale della vita, e la cacca di piccione presagio di moneta sonante e contante, checche' se ne dica. 
Ostregheta Cacciari! 
Se pure Phoenix il robot su Marte s'e' spento dopo 5 mesi, perche' nella parte boreale del pianeta e' inverno e non ha piu' energia solare a sufficienza, dimostrando quantunque che Marte fu vivibile trovando ghiaccio e sali indicatori di presenza d'acqua in tempi passati.
E se anche Spirit in un'altra area del corpo celeste e' in salute precaria e si cerca di salvarlo, ma tu che vuoi dai piccioni? 
Che non mangino piu' per non cacare piu' sulla tua nobile piazza? 
Fatti un giro tra i sospiri della gente sotto i ponti va, invece che passeggiare con una giovane e bella tosa in quel di San Marco, a rompere le uova ai piccioni. 

domenica 9 novembre 2008

Rosa rosae

Cosa hanno in comune una donna trentaseienne madre di tre figli suicida proprio nel giorno del decimo compleanno della sua bambina, ed una ragazza ventitreenne incinta di cinque mesi ladra di bistecche in un supermercato? 
La disperazione, le accomuna. 
Siamo il paese della desolazione, deprivati della speranza del sogno americano. 
Ci hanno rubato il futuro. 
E non vi e' voce di sdegno, volonta' di rivalsa, voglia di riprendere in mano le sorti d'un destino avverso. 
Come se fosse fatalita', casualita', rassegnazione tutto cio' che accade, una tacita e complice ammissione, dichiarazione fallimentare di massa. 
Non e' frutto del caso e nemmeno di speculazioni azzardate o vite da cicale e non formiche, lo stato di disoccupazione, di poverta', la mancanza di un futuro per i nostri figli. 
Le responsabilita' hanno un nome e un cognome, scelte di governi, di politiche istituzionali, economiche e finanziarie. 
Cosi' come ha un nome - l'ha sempre avuto - la repressione, una tattica, una strategia, un programma di annientamento di ogni anarchico individualismo e di qualsiasi moto collettivo di ribellione. 
Nei paesi cosiddetti democratici ove vige il diritto di manifestazione, si gestisce il dissenso mediante la manipolazione, l'infiltrazione, la provocazione all'interno del movimento, e col controllo sui media tramite tecniche di comunicazione di orientamento dell'opinione pubblica. 
Lo si legge in questi giorni nelle dichiarazioni del senatore a vita Cossiga, lo si e' visto applicato a Genova nel 2001 e in modo per ora ancora soft nelle piazze degli studenti, in preparazione alla risposta a ben altre manifestazioni di lavoratori esasperati, affamati dalla crisi mondiale e da governanti iniqui.
Nei paesi dittatoriali la repressione e' preventiva, attraverso la censura della libera espressione in ogni luogo e su qualsivoglia strumento di informazione. 
Le forme di terrorismo del potere possono essere mediatiche, inoculando il germe della paura, panico terrore; di massa, vedasi guerre, attentati, stragismo; individuali, come l'annientamento dell'identita' e personalita', l'umiliazione, la deprivazione. 
La denigrazione, le minacce, l'occupazione delle sedi di giornali, radio e televisioni, sono il primo passo verso il sistema di censura e repressione, e se questi segnali subdoli e striscianti non vengono colti, captati da chi ha a cuore la democrazia, ovvero sottovalutati senza denuncia, opposizione - quasi in una sorta di obliato consenso - si aprira' la strada a violenze e sopraffazioni assai piu' agguerrite. 
E' vero che il problema della sopravvivenza e' pressante, ed il resto a confronto puo' apparire valore di secondaria importanza, ma in gioco c'e' tanto, tutto, e oltre al bisogno di pane e' altrettanto indispensabile la speranza. 
Quella fame, voglia di speranza che si esprime anche nelle piazze, soprattutto dai giovani, e in quei formidabili strumenti di comunicazione e informazione che sono la scrittura, la lettura, la trasmissione delle idee ed azioni, che oggi - per chi ancora si puo' permettere una connessione al costo di una pizza - si chiama Internet. 
Non sono piu' i tempi delle rose virtuali ma delle rosette di pane.
Il pane e le rose.

venerdì 7 novembre 2008

Embe'?

Diario dalla Casa Bianca.
Obama telefona ai leader europei ma non a Berlusconi, risponde la segreteria telefonica di Libero: 
- Abbronzato embe'? -. 
Obama con moto di stizza ripone bruscamente la cornetta imprecando: 
- Abbronzato sara' lei, imbecille! -. 
In Italia la Lega Nord corre ai ripari per arginare l'onda anomala Obama.
Oltre al permesso a punti per gli immigrati, piu' pixel per tutti poiche' se si fotocopia il permesso di soggiorno di un immigrato la copia della foto esce abbronzata integrale, istituisce il registro dei clochard.
Dal chiaror di luna a piu' lampioni per tutti. 
I senza dimora e i clandestini saranno controllati e schedati dalle ronde padane legalizzate.
Piu' lampade per tutti. 
Nel programma futuristico di governo, per decreto vietato qualsivoglia raggio, da quello solare al cerchione della bicicletta, concesse solo le creme autoabbronzanti, il lucido da scarpe e le carote; il bastone per chi l'ha duro. 
Embe'?

giovedì 6 novembre 2008

Il vaso di Pandora

Pandora e' una Tv, da anni sogno una radio su web ed e' arrivata una televisione, libera voce, libera informazione, libera comunicazione. 
Oggi scrivo col cuore.
Ho molto amato il settimanale Avvenimenti, il suo direttore, sua moglie, la redazione tutta. 
Ed oggi li ritrovo di nuovo. 
Pandora e' una dimensione virtuale, ma che arriva a molta gente, soprattutto giovani, che sono quelli che piu’ ci dovrebbero stare a cuore; i ragazzi amano la musica e Internet. 
Sicuramente non avra’ l’audience di una radio o una Tv nazionale, ma il futuro passa dal web. 
Se ancora vogliamo una speranza, il coraggio del cambiamento, il sogno americano s'avvicina, e parla il linguaggio non dei giornali, non delle televisioni, non delle istituzioni, ma della libera informazione e comunicazione. 
Leggo in redazione nomi che so comunque legati a partiti, ma non mi interessa, duri e puri mi sta bene anche con un pizzico di compromesso, se a garante leggo il nome di Claudio Fracassi. 
Per non parlare poi di Dario Fo e Franca Rame.
Anni fa c’era un sito, Alcatraz si chiamava, vi gettai il seme di un’idea per nuovi scrittori, autori inediti che tenevano i propri scritti nel cassetto, e cosi’ come per magia gratuitamente il loro provider mi offri’ spazio gratuito sul suo server, senza chiedere nulla in cambio. 
Per anni ho gestito questo sito di poesia, letteratura e arte varia, ho conosciuto per mail persone creative, belle e ricche dentro, di alcuni ho i libri mentre di altri un bellissimo ricordo, arricchente umanamente.
Poi chiusi il sito perche’ ormai coi blog ognuno era in grado di farsi il proprio spazio d’espressione, come e’ giusto che sia, perche’ Internet e’ cosi’, scambio di saperi senza lucro con buona volonta’ e purezza d’intenti. 
E allora perche’ no una Tv su Web? 
Basta con le voci di partito, basta con i media commerciali, Pandora chiama.
Sei in ascolto?

mercoledì 5 novembre 2008

Obama after day

Caro Senatore Obama, 
Ci uniamo al popolo del suo Paese e di tutto il mondo nel congratularci con lei per essere diventato il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti. 
La sua vittoria ha dimostrato che nessuna persona, in nessun luogo al mondo dovrebbe astenersi dal sognare di volere cambiare il mondo affinché diventi un pianeta migliore. 
Prendiamo atto e plaudiamo al suo impegno di sostenere la causa della pace e della sicurezza in tutto il pianeta. 
Confidiamo inoltre che lei faccia rientrare nella sua missione di presidente anche la lotta alle piaghe della povertà e della malattia in tutto il pianeta. 
Le auguriamo forza e decisione nei giorni e negli anni difficili che le stanno davanti. 
Siamo sicuri che lei alla fine conseguirà il suo sogno, quello di rendere gli Stati Uniti d'America un partner a pieno titolo di una comunità di nazioni dedite ad assicurare pace e benessere a tutti. 
Con i miei più sinceri auguri, 
Nelson Mandela 

Ha vinto il sogno, la speranza, col voto delle donne, dei neri, degli ispanici, e soprattutto dei giovani, che l'hanno sostenuto in Internet. 
Il primo messaggio di ringraziamento e' andato al giovane popolo della Rete. 
Il mondo invidia Obama all'America. 
E l'Italia si vergogna di un ministro da Ottavo Nano che sputacchia: 
- Al Quaeda sara' piu' contenta -. 
Mentre il suo Capocomico si esibisce in un ridicolo e patetico: 
- Potro' dargli dei consigli perche' sono piu' anziano -.  
Dato che non puo' piu' dargli cattivi esempi.

martedì 4 novembre 2008

L'Eletto

  
 L'Eletto.
 Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti  vero? E se da un sogno così non ti dovessi più svegliare? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?
 (Morpheus) 

Credetemi quando vi dico che abbiamo tempi molto  duri e difficili davanti a noi, ma se vogliamo  prepararci ad affrontarli, dobbiamo prima  liberarci delle nostre paure. Io sto qui, adesso,  davanti  a voi, assolutamente tranquillo. Perché? Perché credo fermamente in qualcosa e voi no? No! Mi vedete qui, senza il minimo timore, perché mi ricordo, mi ricordo perché sono qui, non grazie al percorso che scorgo davanti a me, ma grazie al percorso che mi sono lasciato alle spalle. Mi ricordo che sono cento anni che combattiamo contro queste macchine. Mi ricordo anche che sono cento anni che mandano i loro eserciti a distruggerci. E dopo un secolo di guerra senza quartiere, mi ricordo la cosa più importante di tutte: che noi siamo ancora qui! 
(Morpheus) 

Sai cosa dice quella scritta? "Conosci te stesso". Voglio confidarti un piccolo segreto: essere l'Eletto è come essere innamorato. Nessuno può dire se sei innamorato, lo sai solo tu. Te ne accorgi per istinto.
(L'Oracolo) 

Seraph: L'Oracolo ha molti nemici, dovevo essere sicuro. 
Neo: Di cosa? 
Seraph: Che tu fossi l'eletto. 
Neo: Avresti potuto chiedermelo... 
Seraph: No, non conosci bene una persona finché non ci combatti. 
Oracolo: Dolcetto? 
Neo: Tu sai già se lo accetterò vero? 
Oracolo: Se non lo sapessi bell'oracolo sarei... 
Neo: Se sai già la risposta come posso fare una scelta? 
Oracolo: Perché non sei venuto qui per fare una scelta, la scelta l'hai già fatta, sei qui per conoscere le ragioni per cui l'hai fatta. 
Trinity: So perché sei qui, Neo. So cosa stai facendo. So perché non dormi. So perché vivi da solo e perché, una notte dietro l'altra, lavori al tuo computer. Tu stai cercando lui, Morpheus. Lo so perché a suo tempo ho cercato la stessa cosa. E quando lui ha trovato me mi ha detto che non cercavo qualcosa di preciso, ma che cercavo una risposta. È la domanda il nostro chiodo fisso, Neo. È la domanda che ti ha spinto fin qui. E tu la conosci, come la conoscevo io. 
Neo: Che cos'è Matrix? 
Trinity: La risposta è intorno a te, Neo. E ti sta cercando. E presto ti troverà, se tu lo vorrai. 



Toccami... e con quella mano non toccherai nient'altro. 
(Trinity)