lunedì 29 settembre 2008

Capitano di polizia

Malalai Kakar, capitano di polizia, dirigeva il Dipartimento per i reati sessuali a Kandahar in Afghanistan.
Quarantenne, da due anni aveva rinunciato al burqa, vivendo pressata da continue minacce di morte provenienti dall'integralismo religioso. 
E' stata crivellata di colpi davanti a casa mentre usciva per recarsi al lavoro, ferito gravemente uno dei suoi sei figli, entrambi bersagli di un commando di talebani. 
Recentemente in un'intervista Malalai Kakar aveva dichiarato: 
- I crimini alle donne sono reati su cui i miei colleghi maschi non vogliono investigare. 
Ricordo di quella volta che scoprii una donna e sua figlia incatenate al letto. 
La donna era vedova e i familiari l'avevano passata in moglie al cognato, che pero' l'aveva legata al letto per dieci giorni a pane e acqua. 
Ho liberato molte donne dalla schiavitu' dei loro uomini, e questo mi e' valsa una certa notorieta' tra le donne che mi amano, e mi fanno sentire forte contro le minacce di morte -.

sabato 27 settembre 2008

Scuola di vita

Caro professore ti scrivo, per insegnarti qualcosa sulla vita, che va oltre a nozionismo, didattica, istruzione. 
Devi sapere che i ragazzi non sono tutti uguali, cosi' come i professori, e che ogni studente e' una persona mai un numero, ognuno caso a se'. 
Non so se tu abbia figli e come li educhi e cresci, ma non tutti i giovani sono servi delle mode, del grande fratello, dell'alta velocita', di drink e cocaina. 
Vi sono ancora ragazzi che studiano e lavorano, e per non addormentarsi sui banchi bevono caffe', non per sfizio o vizio per pagarsi le Nike, ma per bisogno, necessita', sopravvivenza. 
Se vogliono studiare devono comprarsi libri, quaderni, pennelli, poiche' non tutti sono figli di professori e tanti non vivono in famiglie composte da madri e padri, spesso e volentieri cornuti, ma comunque solidali nel mantenimento della prole. 
Ora, se tu caro professore non comprendi quanto, probabilmente hai sbagliato mestiere, pardon professione.
Allora inutile che voti progressista, che fai sciopero per la riforma della scuola, che lamenti uno stipendio da fame, che ti poni ai tuoi studenti quale docente. 
Se ancora nel mezzo del cammino nessuno ti ha spiegato la scuola della vita, te la insegno io. 
Col giudizio finale, bocciato.

Amicizia

Se l'amicizia e' bene inestimabile, comporta custodia, difesa, protezione, di un sentimento tanto nobile quanto raro. 
Amicizia pura disinteressata priva d'alcun fine, scevra da opportunismi, morbosita', possessivita'. 
E' possibile l'amicizia fra uomo e donna? 
Si', se trasparente, chiara e schietta come un buon boccale di birra, senza mai mischiare ormoni a umori. 
E' possibile l'amicizia tra donne? 
Certo, se non entrano in gioco invidie, gelosie, competizioni, a disputarsi un caporale o un uomo. 
Si parla spesso di violenza maschile, ma troppo poco di quella femminile - delle donne sulle donne - assai piu' infida e velenosa quale serpe che s'insinua in seno pronta a mordere.
Mentre gli uomini - e non le stelle - stanno a guardare, ignavi, inetti, impotenti. 
Amicizia significa aver cura, preservare le fragilita' dei propri amici, in virtu' di conoscenza, confidenza, condivisione, che portano a scegliersi e ad unire piu' anime. 
L'amicizia la si misura col tempo, in costanza, a distanza. 
Il tradimento di un'amicizia e' forse peggiore di quello d'amore, poiche' viene a mancare non solo un patto di lealta', bensi' l'anelito a sentimenti e mondi altri e oltre. 

- Tutti abbiamo incontrato lo sguardo di qualcuno e sentito una specie di 'riconoscimento' che avrebbe potuto essere l’inizio di un'amicizia. Ma poi le luci cambiano, il treno parte, la folla fa ressa tutto intorno... e non sapremo mai. - 
(Pam Brown) 

- Io ti chiesi perche' i tuoi occhi si soffermano nei miei come una casta stella del cielo in un oscuro flutto. Mi hai guardato a lungo come si saggia un bimbo con lo sguardo, mi hai detto poi, con gentilezza: ti voglio bene, perche' sei tanto triste. -
(Herman Hesse)

venerdì 26 settembre 2008

Ani

E' in uscita a breve, nel mese di ottobre, il libro di Ani Choying: 'La mia voce per la libertà', traduzione di Anna Pardo, edizioni Sperling & Kupfer. 
Narra la storia di una bimba che si fece monaca buddista, l'infanzia in Nepal, le violenze del padre, la fuga in monastero.
Oggi una donna che si batte per i diritti delle donne, musica e liberta' attraverso quel canto che, iniziato dai mantra, s'e' tramutato in voce come strumento di lotta.

- E' una storia che conosco bene: sono una di loro. -

- L'uccello che vola via non rinuncia alla gabbia, se ne va in un volo gioioso. - 

(Ani Choying)

giovedì 25 settembre 2008

C'e' tempo

Premonitore chi scrisse che siamo condannati a morte. 
Ogni giorno che passa e' un tempo regalato. 
Una volta il miracolo era l'accadere d'un avvenimento, oggi si ringrazia il cielo che non sia successo niente.
Colgo piu' perle di saggezza nei cosiddetti folli, quelli veri, che da sedicenti pazzi o saccenti savi. 
In attesa in un luogo, non importa il dato bensi' l'evento, un uomo dall'aspetto dimesso un poco strano - cio' che i servizi sociali collocherebbero nello status di 'disadattato' - scandendo le parole lentamente, poiche' evidentemente per lui le parole hanno ancora un suono musicale, mi guarda e dice: 
- Ci rubano i soldi e ora anche il tempo, la sola cosa che ci e' rimasta -.
Un autentico filosofo. 
Perla rara in quanto oggidi' s'esprime, nella prosopopea cacofonica di parole, termini eruditi, citazioni, oscenita', banalita'.
Un archetto sa far vibrare quale chiave di violino, ma quando s'ode siffatta sinfonia, s'avverte allora l'esistenza di Dio. 
Si puo' conversare di politica, del governo, sempre ladro, chiacchierare sull'abbandono dei cani e mai smarrirne le relative feci, che col Dna ora t'arriva la multa a casa.
Si puo' disquisire sulle pubbliche amministrazioni, dal divieto dei tacchi a spillo si giunge all'ufficio in ciabatte, considerati gli aumenti contrattuali prossimi decretati dai ministri lillipuziani.
Si puo' scornarsi come nell'arena - in quel di Verona - senza se e senza ma nel leggere delibere che vietano ai missionari di Nigrizia di esporre bandiere arcobaleno al passaggio della Carovana della Pace; d'altronde i tori vedono rosso dappertutto. 
Si puo' parlar d'amore, auspicando in eta' matura a modi consoni e toni pacati, nella consapevolezza che non si vive piu' l'epoca prepuberale di Furia cavallo del West e Padre Ralph di Uccelli di rovo. 
Altresi' si puo' non comunicare, ossia limitarsi al dirsi: che tempo fa? 
Io comunque preferisco: che tempo e'? 
Inventato, custodito, preservato, finora. 
Scruto il telefono con ansia e angoscia.
C'e' tempo.

martedì 23 settembre 2008

Tea party

Siamo tornati entrambi alla memoria, d'infanzia e poi storica. 
Ne e' valsa la pena vestirsi, pettinarsi, profumarsi, come ad un appuntamento amoroso, oramai fisso.
Se in seguito avro' meno tempo, non manchero' comunque al leggerci, allo scriverci. 

Conosco gia' la domanda: perche' qui?
Perche' qui siamo io e te. 
A volte il sole scompare a volte riappare, un piccolo raggio puo' scaldare assai piu' d'un braciere. 
Ora, mettiamo a bollire l'acqua per il the.

Squola

Ho sempre odiato il grembiule col fiocco rosa caramellato. 
La mia carriera scolastica ha inizio dall'asilo, non mi piacevano le suore, il minestrone, i filmini sui santi, la stanza dei giocattoli aperta solo per la foto di rito annuale. 
Trascorso l'anno autistico da moschina in balia delle vedove nere spose di Cristo, e promossa alle elementari, mi risuona ancora in testa una tiritera: ale' ale' Cassanelli sul bidet, valla a capire la psiche infantile povero compagno Cassanelli... 
Le medie le ho passate impegnandomi a studiare tette e brufoli, strizzando a volte gli uni a volte le altre, poi finalmente alle superiori sviluppandomi da brava bambina in cattiva ragazza da otto in condotta. 
Erano gli anni Settanta, tempi non di bullismo ma di rivoluzione almeno sognata, per cui il giudizio sul comportamento era esponenziale al livello di ribellione. 
Ho incontrato maestre e professori buoni e cattivi, insegnanti bravi e inetti, chi in classe leggeva il giornale o chi si grattava i gioielli sbirciando le cosce delle alunne, qualcuno mi ha fatto amare l'italiano e taluno odiare la matematica. 
Ho seguito gli studi dei miei figli con gli stessi programmi di allora mai aggiornati; la storia ferma sempre alla seconda guerra mondiale nonostante ulteriori sessanta anni non narrati; le scienze odierne ammiccanti al sesso; l'inglese dalla cadenza partenopea; un'informatica da copia e incolla. 
La scuola mi ha reso il piacere del leggere e dello scrivere, massimo risultato didattico non essendo riuscita a farmi odiare poeti e poemi; a far di conto a quanto pare sono ancora insufficiente dato che i conti non mi tornano mai. 
Ironia della sorte son finita a lavorare coi numeri.  
Se ieri educazione corporea era portarla a casa nauseata dai gabinetti maleodoranti della scuola, tuttora risulto assente giustificata quando devo svuotare l'anima nel cesso. 
Intervallo.

lunedì 22 settembre 2008

Monna Risa

Dall'orlo della tela 
me la godo 
ben oltre sincrasia 
umana follia 
appar strana diranno  
capelli frammisti a riso 
quale sposa 
Se t'avvicini a te soltanto 
a te ammicco col sorriso 
rotolando srotolando 
pergamene codicilli 
vinci l'enigma 
d'ilare gioconda.

domenica 21 settembre 2008

Lieve carezza


Struggendosi 
da distanze infinite 
siamo la nostra 
tenerezza 
negli occhi persi sudati 
cerchiati in orbita 
come non leggerci dentro 
fra mille parole vergate 
muti spiandoci 
ebbri d'amor 
lievi senza sfiorarsi.

Conchiglie

Sorrido quando mi domandano di sogni e desideri. 
Possiedo un distacco dai bisogni effimeri stile zen. 
Sebbene che di qualcosa avrei bisogno pure io. 
Ad esempio un check up amorevole non invasivo e gratuito. 
Oppure di libero arbitrio su se e come curarmi dall'amore o eutanasia. 
In fondo rischio il mio cuore, agli altri basta una liberatoria. 
In alternativa un anno in Tibet, sabbatico e terapeutico. 
Un uomo che mi dorma un mese accanto senza chiedere niente. 
Una vita dignitosa, un paese onesto, amici leali, amori non conigli. 
Utopia. 
Inutile nuotare contro, lasciarsi trasportare dalla corrente e nel gorgo, scivolarsi giu'. 
Sulla riva una conchiglia.

sabato 20 settembre 2008

Pause d'amore

Stamane sono andata al battesimo di un mio pronipote. 
Anzi, avrei voluto esserci poiche' non ho trovato la fonte battesimale in Duomo, ma come si fa a fare un battesimo in una cripta? 
Pare un ossimoro. 
Ossimoro e' un termine che ho imparato in Internet, cosi' come il rasoio di Occam, Evola e di recente, il significato di accidia che non e' acidita' bensi' ignavia. 
Ora grazie ai motori di ricerca siamo tutti filosofi, scienziati, accademici della crusca, da setacciare dalla farina. 
Un tempo che non v'erano ancora i motori di ricerca c'era la comunicazione su Internet, sicche' il sapere si trasmetteva scambiava, diffondeva, coi miei amici virtuali emigrati all'estero, fisici, astronomi, informatici, che mi hanno fatto conoscere Elias Canetti. 
Adoro quell'uomo, amo come scrive. 
Comunque al battesimo mio nipote che incontro solo nelle ricorrenze mi guarda e dice: 
- S'invecchia -.
Io annuisco, e lui per salvarsi in corner aggiunge un tenero quanto consolatorio: 
- Almeno io -.
Da trentasettenne. 
Non si ferma il tempo ragazzo, ma puoi concederti pause d'amore.

venerdì 19 settembre 2008

Ali d'Italia

Non so piu' cosa scrivere. 
Mia figlia sedicenne mi fa i discorsi di crisi economica che faceva mio nonno sul dopoguerra. 
Si vive alla giornata sospesi a un filo.
Quello che sta meglio e' micio. 
Ci vorrebbe una boccata d'aria. 

S'invecchia come l'aceto. 
In giro occhi spenti, sudati. 
L'indegnita' mai profuma di rose. 
Ali d'Italia, hai vinto un biglietto di sola andata.

giovedì 18 settembre 2008

Ssst!

Stress e strass. 
Se nessuno ci insegna a vivere tutti s'impegnano oltremodo a rompere le scatole. 
Le borse crollano ma i rompiballe giammai. 
In primis il fisco che se al posto di fare la punta agli aghi, sondasse trame e orditi di evasori fiscali mafiosi, camorristi, politici, liberi professionisti, commercianti, avrebbe un ditale capiente quanto una cornucopia. 
Ai lavoratori a reddito dipendente invece contano pure il pitale non deducibile. 
Mai svegliare il silenzio perche' potrebbe tramutarsi nell'urlo di Munch e alla guisa del vaso di Pandora, far uscire tutti i mali del pianeta. 
Incluso il vaffanculo cosmico, poiche' talvolta la parolaccia e' liberatoria, e si vince una ricarica gratuita. 
Si finanzia il gioco d'azzardo, in televisione, nelle tabaccherie, alle ex feste dell'Unita', bingo carramba che sorpresa, e ipocritamente si formano associazioni per il recupero dei videopoker dipendenti. 
Chi porta a spasso occhi spietati ha visto mondi e individui spietati.
Chi assimila anime e menti a dementi,  non ha bisogno di altri, che si tenga i propri spiritati in saldo. 
Non si abbia timore, nessuno vuole circuire, introitare, inglobare, si potessero incorporare e metabolizzare i sensi. 
Beati coloro che han goduto del sapore d'ostrica, di valva lucente la perla. 
La verita' che seduce. 
Ssst!

sabato 13 settembre 2008

Via del Campo

Anais Nin scriveva poesie e racconti erotici, cosi' come il suo compagno Henry Miller, che per pagarsi i debiti editava pura pornografia. 
Cio' comunque non gli ha impedito di divenire un grande scrittore, in fondo trattasi di stile letterario che puo' spaziare dalla saggistica all'erotismo romanzato. 
D'altronde essendo che il sesso attraversa la mente, un'anima raffinata e sensibile puo' meglio captare bisogni, desideri e pulsioni, le parole che un uomo ama cogliere per sentirsi maschio. 
E' forse opera meno meritoria, meno dignitosa di uno psichiatra, una sessuologa, un sacerdote, uno scrittore, tutte professioni che lavorano sul Verbo?
Le prostitute sono bene collettivo, patrimonio della comunita', senza di loro aumenterebbero i casi di divorzio, pedofilia, stupro, violenza dentro le case e nelle strade. 
Ad esempio Internet ha veicolato e sublimato determinati comportamenti sessuali, sono scomparsi gli esibizionisti da parco potenziando le cam. 
In Rete ogni uomo poco dotato puo' sentirsi un Rocco cosi' come una donna obesa la Ferilli; miracolo delle chat in cui ci si inventa altra identita' virtuale piu' sexy, piu' eccitante, free e full time. 
Il mercato delle telecomunicazioni offre altresi' connessioni flat, a voci sensuali telefoniche in grado di trasmettere vibrazioni, sensazioni, emozioni, risvegliare i morti. 
Occultate dietro vocalita' modulate ci sono madri, mogli, studentesse, casalinghe, lavoratrici, turn over ansimanti ad arrotondare il magro bilancio famigliare. 
Maddalene della globalizzazione moderna. 
Chi si sente di scagliare la prima pietra? 
Coloro che le chiamano sono padri, mariti, studenti, operai, professionisti, disabili, che non vivono una vita affettiva e sessuale appagante o ne conducono una stantia; oppure in siffatta maniera si liberano da stress, nevrosi, frustrazioni, o piu' semplicemente si premiano concedendosi una gratifica a scatti.
Contratto che garantisce un piano tariffario asettico sterilizzato privo di clausole, quali separazioni tradimenti, malattie, un sogno da vivere soli al costo dell'illusione di dividerlo in due. 
Il bello e il brutto della diretta e' che puo' capitare di tutto, dal rischio di possesso dell'oggetto del desiderio al ribrezzo verso devianze e patologie sessuali.
Basta controllare la nausea nella consapevolezza che finche' il laido lordare si limita a mera narrazione, rimane morbosita' incompiuta. 
Eppure, nonostante il distacco psicologico in cotale schizofrenia emotiva, come salvaguardare l'amore?
Senza essere mai gelosi delle parole; con chi si ama l'amore e' spoglio e muto.

venerdì 12 settembre 2008

Ya Basta!

Sghignazzo sardonica verso chi se la prende col popolo di destra. 
Il popolo di sinistra non e' affatto migliore, anzi. 
Ne ho piene le scatole di ipocriti, perbenisti, finti moralisti, portatori di valori come si porta a pisciare il cane. 
A sentirli, a leggerli, coglie la nausea.
Chi se ne frega delle vacanze altrui, quando la gente muore di fame. 
Chi se ne frega delle bandiere del Che, buone solo a coprire scheletri negli armadi. 
Chi se ne frega di parole ribelli scritte per vendere, scrivi di sesso che tira, Marcos l'ha fatto e pure Anais. 
La vera poesia e' dentro a un letto, nel manicomio di Alda, non nel tuo nauseabondo salotto da the di citazioni anorgasmiche. 
Tu hai ucciso il Che nel tuo virtual borghese bordello cortigiano, non sei di fatto migliore di Lorsignori.
Rivendico il diritto di dire chi se ne frega, della destra e della sinistra, e di tutta la fogna del mondo. 
Moriro' come Oriana sola, vecchia, malata, pazza, ma almeno fuori da cotanta melma. 
Chi se ne frega della percentuale di maggioranza. 
Poesia e' minoranza.  

- Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza. - 
(Ernesto Che Guevara)

giovedì 11 settembre 2008

Undici settembre

Il golpe in Cile, il crollo delle torri gemelle, soluzione finale. 
Basta musica, poesia, utopia. 
Non sono tempi di rose ma di pane.
Margherita vende l'anima al diavolo, a scuola dal Maestro. 
Le parole si devono pagare, e piu' valgono piu' costano, salate.
Mai dare perle, gratuite, ai porci. 
E' la dura legge del mercato, la domanda crea l'offerta, in saldo i fallimenti, le frustrazioni, l'impotenza della gente, in onda in diretta sul satellitare. 
Lo spettacolo deve continuare, a reti unificate, ma d'ora in poi il biglietto si paga. 
Non c'e' piu' cioccolata, scrivevano i bambini di Sarajevo. 
Poesia e' all'asta, col suo candore sensuale, quel canto ingenuo che tanto ammalia, l'infante che gioca al dottore. 
E' ora di sporcarsi le mani, usare guanti e mai baciare bocche. 
E non chiamarmi amore, il contratto non lo prevede, sto solo lavorando per te. 

mercoledì 10 settembre 2008

Un passo indietro

Nausea indicibile. 
Morti sul lavoro, madri sfrattate da banche per il solo errore di aver sposato un cretino, piccole imprese che chiudono, ricchi che non pagano.
Un popolo di sinistra che non c'e', inetto come i suoi politicanti, una corte dei miracoli composta da borghesi con le pezze al culo.
Ruffiani, cortigiane, buffoni. Demenziali, deliranti, depressi, bulimici, anoressici.
Artisti col pubblico schizzato che si meritano. 
Parsifal a Ginevra non ha bevuto nel Santo Graal della particella di Dio. 
Dedicata al Sang Real dei cavalieri della Parola Perduta.
Un passo indietro.

martedì 9 settembre 2008

Girasoli

Penso che si scriva in stato di grazia solo se incazzati o bevuti.
Esce il peggio poi di conseguenza il meglio di se'.
Rabbia e alcool liberano emozioni. 
Sentimenti positivi e negativi che si alternano in una folle danza al suono di percussioni tribali. 
Talvolta non si colgono i segreti altrui, cio' che si vuole conservare gelosamente nel proprio cestino dei tesori. 
La fiducia e' una conquista rara come un'oasi nel deserto.
L'assetato rischia di abbeverarsi ad un pozzo avvelenato.
I veri amici fumano assieme il calumet della pace.
Gli amanti una sigaretta dopo aver fatto l'amore. 
Jack  Folla scrive: 
- Senza volerlo stiamo importando tenerezza clandestina -. 
Volendo s'importa pure idiozia nostrana. 
Assai meglio clandestini. 
Soli.
Girasoli per te.

Carpe diem

Oggi mi sento benissimo e sono bellissima. 
Assomiglio ad un rospo. 
In un mondo giovanilistico e pseudo godereccio, voglio andare controcorrente e scrivere dell'eta' matura che prelude all'autunno della vita, con le sue foglie caduche e i suoi colori rosso tramonto. 
Non ho piu' l'eta' per narrare di crisi adolescenziali, brufoli e amorini da diario; meglio raccontare il proprio tempo, del corpo che cambia assieme all'umore, governato dal calo di neuroni e ormoni impazziti. 
Non e' lettura consigliata a Peter Pan col terrore d'invecchiare e Fatal Fate in angoscia da cellulite. 
Sorrido quando mi immaginano roseo confetto racchiuso in involucro da favola, sogghignando al sadico pensiero di vedermi occhi gonfi al risveglio; o in fase muliebre lunare quando la marea spazza via coralli e conchiglie, lasciando sulla rena relitti di rami rugosi. 
La femmina vive in simbiosi col proprio utero, ciclo vitale che inizia dal menarca per approdare alla menopausa, alternando nella stagione feconda della vita, orgasmi a doglie da parto. 
Anche il maschio vive, ragiona, ama inscindibile dal proprio pene, nel perenne richiamo ancestrale di rientrare dove suo malgrado uscito. 
E' l'istinto primordiale di conservazione della specie, dagli albori del mondo si celebra il rito dell'inseminazione di madre terra, e si predica la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, andate e prolificate. 
Ecco il senso della vita, sino al marasma, al declino inevitabile di corpo e sessualita', allo tsunami ormonale. 
Si tratta di un percorso ad ostacoli a ritroso nell'adolescenza, con l'umore instabile, rughe e cellulite anziche' acne giovanile, dolori incontrollati, cicli irregolari, disfunzioni organiche e sessuali che tacitano la voglia di fare l'amore; al di la' di stanchi matrimoni trascinati e défaillance extraconiugali. 
E si assiste, stavolta nel ruolo di spettatori e non comprimari, allo svolgersi della pellicola del tempo delle mele, quando bastava togliersi le mutande per essere pronti al film d'amore. 
La moviola ci riporta ad una trama oramai virtuale, nostalgico Amarcord da bocciofila, coadiuvati da memoria senile latitante che ne amplifica la carnalita', da copione casereccio. 
Non vi e' cura che fermi il tempo, nonostante farmaci per l'erezione a rischio ictus e infarto, o progesteroni potenzialmente cancerogeni. 
La miglior cura e' dello spirito, lasciare che la natura segua il suo corso e accettare l'incontro ineluttabile con la vecchiaia, sapendo ridere di se stessi e con gli altri.
Magari trovarsi un buon compagno/a di viaggio col quale condividere memorie, qualche malanno e una carezza. 
Se poi cosi' si compie il miracolo del risveglio dei sensi, carpe diem.

lunedì 8 settembre 2008

The moon in the well


Verranno a parlarti 
della mia folle gelosia 
in croce verita' e menzogna 
inchiodata a un'emozione 
lapidaria la parola
di luna depredata. 
Immensa monta la rabbia 
il bacio del tradimento 
puoi rubarmi i sogni 
calarli nel pozzo 
morbosa gelosia si' 
ma dell'anima mia.

Senza parole

Sai perche' son muta? 
Mi ruban le parole 
E tu non sei diverso d'altri 
Un fisico un notaio uno psichiatra 
Per me comunque uomo. 
Preso nel salotto buono di parole 
Apostrofi da romanzo rosa 
Gradisce un the un cordiale? 
Scusi potrei usufruir del bagno? 
Prego la prima porta a destra 
Non seconda stella a destra 
Sull'isola che non c'e' 
Io dea musa rock poesia 
Anarchica selvatica ribelle 
Geisha dominante sul tuo io 
Io adolescente in odio al padre 
Presa a schiaffi o a baci 
Geloso possessivo ossessivo 
La vagina e' mia e la gestisco io 
Ti sfido sul sesso non sull'arte
 
Scrivi pur del verbo non del nerbo 
Omologati educati forbiti leccati 
Nel virtual mondo della finzione 
Da cui tranquillo mi ritiro muta 
Ti lascio a goder delle mie parole.

Cyrano

 
 Cyrano de Bergerac è uno scontroso spadaccino dal lunghissimo naso, scrittore e poeta in  bolletta dalla irresistibile vitalità. 
 Leggendaria la sua abilità con la spada, almeno quanto la sua passione per la poesia e per i giochi di parole, con i quali ama mettere in ridicolo i suoi nemici, sempre più numerosi  grazie al suo carattere poco incline al compromesso e al suo disprezzo verso potenti e        prepotenti. 
 Spaventoso e inarrestabile con una spada in mano, egli però segretamente nutre un  candido ed impossibile amore per la bella Rossana, sua cugina. 
 Quando sta per rivelarsi alla sua amata, però, viene a scoprire che lei è innamorata di  Cristiano, un giovane cadetto, bello ma non molto intelligente. 
 Cyrano decide allora di allearsi con lui per fargli conquistare proprio il cuore di Rossana,  e si improvvisa così "suggeritore" per l'altrui passione, scrivendo lettere e poesie per conto dell'amico, ma covando dentro di sé comunque l'amore per la cugina. 
Cristiano riesce infine a conquistare la sua amata, ma l'unione tra i due giovani è osteggiata dal potente di turno, De Guiche, invaghitosi della bella. 
La guerra costituisce dunque una perfetta occasione per allontanare i due innamorati: Cristiano assieme a Cyrano finiranno con la loro compagnia di cadetti al fronte...
Sfortunatamente Cristiano muore e Rossana decide di ritirarsi in un convento. 
Solo al termine della propria vita, trascorsi molti anni, Cyrano confesserà (seppur involontariamente) all'amata il suo sentimento, ma quando lei ricambierà sarà ormai troppo tardi. 
(Wikipedia) 

- Io me ne vo... Scusate: non può essa aspettarmi. Il raggio della luna, ecco, viene a chiamarmi. -
(Cyrano de Bergerac - Edmond Rostand)

domenica 7 settembre 2008

L'attesa


E se quel nostro essere vano vago 
seguisse una trama 
un ordito celeste 
punto d'unione 
d'orsa minore a maggiore 
Se da distanze siderali s'udisse l'eco 
il canto straziante 
di sirena astrale 
scia argentata arpionata 
a rottame spaziale 
Se il cuore d'un naufrago pulsasse l'oceano sino
a sconvolgerne il mare 
vortice d'onde 
tromba marina 
a salire le scale del cielo 


Se il viaggio solitario prossimo a partenza
luce tracciante a illuminare magica rotta 
stella cometa in discesa 
raggio di faro in ascesa 
E se dal silenzio cosmico dei propri abissi 
esplorando in parole mute con tocco di dita 
giunti alla meta il primo vagito a terra: 
t'amo.

sabato 6 settembre 2008

Tacchi a spillo

Accade che un Presidente di Provincia, colto in fallo per non aver sanzionato una dirigente che disbrigava pratiche in piscina, per salvarsi la faccia emette una disposizione di servizio con la quale vieta i tacchi alti.
Cagione pare d'infortunio sul lavoro, e in tutela d'immagine e decoro dell'ente pubblico. 
Probabilmente dotera' tutti i dipendenti di scarpe antinfortunistiche, poiche' e' notorio che in ufficio ti puo' cascare sui piedi una montagna di faldoni polverosi. 
Ovviamente l'ordine vale anche per gli uomini, nel rispetto della parita' di genere e della privacy, puta caso che un dipendente pubblico sia transessuale.
Indi per cui si attende ricorso al Presidente del Consiglio. 
Ecco esercitatisi potesta' e buon senso del padre di famiglia, nella gestione della cosa pubblica, cone sancisce diritto e Costituzione. 
In punta di tacchi a spillo. 

venerdì 5 settembre 2008

Novanta per cento

Si legge che il novanta per cento dei figli di divorziati segue le orme dei genitori, non penso sia cosi' vero, anzi potrebbero rafforzare il senso della famiglia, per non ripercorrere le medesime tracce.
Sicuramente i figli soffrono, ma soffrono comunque se non vi e' amore, sia che ci sia separazione o che si resti in una famiglia infelice.  
Allo stesso modo l'amore non e' modello da mass media, ci si puo' innamorare di un giovane alla pari di un anziano, essenzialmente conta se ci si vuole bene e cio' che si trasmette. 
Io non voglio cornici per la mia vita, ma solo tele. Pure d'annata, come un buon vino.
C'e' una citazione carina di Igor Stravinsky sul novanta per cento: 
- Gli arpisti spendono il novanta per cento del loro tempo accordando le loro arpe e il dieci per cento suonando scordati -.
Mi scordassi di essere sospesa ad un filo, sarei un aquilone. 

giovedì 4 settembre 2008

Il fantasma di Azzurrina

Nel medioevo, in un castello a Montebello in provincia di Rimini, viveva una bambina, Guendalina, dai capelli albini. 
L'albinismo a quei tempi era fonte di sospetto e paura, la bambina per le sue caratteristiche somatiche fu accusata di stregoneria e destinata ad una morte atroce. 
Per salvaguardarla, i genitori non le permettevano di uscire dal castello, e le tinsero i capelli con una sostanza a base di erbe che scuriva i capelli, ma che al contatto della luce emanava riflessi azzurri.
Fu cosi' che tutti iniziarono a chiamare la bambina Azzurrina. 
La leggenda di Azzurrina tramanda la sua strana morte, avvenuta all'interno del castello. 
Si racconta che durante un temporale, Azzurrina stesse giocando con una palla fatta di pezza e spaghi. 
La palla rotolo' giu' per una scala che conduceva alla ghiacciaia e la bambina corse a recuperarla. 
Due soldati udirono un grido e si precipitarono a cercarla, ma ogni tentativo di ritrovarla fu inutile.
Azzurrina scomparve, come dileguata nel nulla. 
Dal 21 giugno, ogni cinque anni nella notte del solstizio d'estate, nel Castello di Montebello appare il fantasma di Azzurrina, la si sente ridere o piangere e s'ode la sua voce. 
Le registrazioni audio riportano ancora oggi una voce di bambina piangere sottovoce in mezzo ai rumori di un temporale, il suono della palla che rimbalza, il ritocco delle campane; e un'infantile struggente invocazione: mamma. 

I bambini invisibili. 
C'e' chi dice che siano i figli dei divorziati, ma non corrisponde a verita'. 
Il divorzio e' un atto di coraggio, lo stare assieme solo per i figli un atto di vigliaccheria. 
Io sono cresciuta in una famiglia non divisa, eppure ho assistito alle medesime sofferenze. 
Non esiste la famiglia del Mulino Bianco. 
E non si puo' insegnare ai figli il coraggio nella vita se si offre loro l'esempio dell'ipocrisia. 
Il mondo e' pieno di gente che si fa corna, virtuali e/o reali, che dorme separata e non fa l'amore da anni, o lo fa come dovere mensile con noia e senza piu' piacere. 
E poi sogna su Internet masturbazioni mentali. 
Questo non e' amore che si trasmette ai figli, e i figli non sono stupidi. 
Il volersi e voler bene non contempla tradimento.
Certo dal punto di vista economico e' comodo, avere qualcuno che ti sostiene, si puo' anche chiudere un occhio e rendergli la pariglia, o garantirsi una badante per la vecchiaia, in pegno d'omerta' e tacito consenso. 
E non e' vero che i figli dei divorziati sono svantaggiati, anzi conoscono di piu' il sale della vita, perche' sono maggiormente responsabili e consapevoli, in cambio di una maturita' precoce, anticipata, talvolta a scapito della leggerezza fanciullesca. 
Ma le violenze sui minori e sul soggetto piu' debole, di solito la donna, avvengono per lo piu' in famiglia, botte, incesti, stupri; nei casi migliori indifferenza, egoismo, egocentrismo.
Ecco gli odierni bambini invisibili, per baby sitter la televisione, purche' non rompano le scatole con le loro pretese puerili. 
Poi ovvio dipende come si crescono i figli: da genitori allocchi, divorziati o meno, non puo' uscire un figliolo arguto. 
Accade che possa dare fastidio il nuovo compagno della madre o del padre, cosi' come invece ci si puo' affezionare; e' comunque assai peggio un padre o una madre che non ti riconosce come figlio, e che non si dedica alla cura e mantenimento della prole. 
Finche' ci si ritrova ad esserne proprio malgrado il genitore, e non il figlio. 
Cio' che conta e' non fare dei propri figli oggetto di ricatto, o di baratto, e non sminuire ai loro occhi le figure genitoriali.
Non dipende dallo stato civile o di famiglia, la serenita' e la felicita' da adulti, cosi' come non dipende dal certificato di residenza il sentirsi a casa. 

mercoledì 3 settembre 2008

Sotto il segno dei pesci

Quando ero piccola avevo due pesci rossi. Mi divertivo ad osservarli col naso a patata schiacciato sul tondo della boccia sino a ridurlo a gnocchetto. 
Un giorno scoprii che uno dei due pesciolini era divenuto bianco e cominciai a gridare: 
- Nonna nonna il pesce ha cambiato colore! - 
La nonna accorse e mi spiego' che si era ammalato di uno strano fungo, probabilmente causato dallo scarso ricambio d'acqua e che sarebbe stato difficile salvarlo. 
- Allora nonna il pesciolino morira'? - domandai con un filo di voce gia' rotto dal pianto. 
- Non lo so piccina, proviamo a cambiare spesso l'acqua ed a purificarla con un disinfettante, magari il pesce si riprendera', quello che pero' dobbiamo evitare ora e' che anche l'altro pesciolino si contagi e diventi bianco. - 
Dopo qualche giorno di questa cura, un triste mattino ritrovai il pesce bianco a pancia all'aria, galleggiante a filo d'acqua. 
Quello rosso invece nuotava arzillo incurante del fratello morto. 
La nonna mi consolo' e coccolandomi mi disse: 
- Vedi piccola e' vero che abbiamo perso un pesciolino, ma abbiamo salvato l'altro, ora gli compriamo una vasca piu' grande affinche' circoli meglio il flusso dell'acqua e gli troviamo un nuovo compagno di giochi -. 
Morale della storia: ricordati che devi morire; ma, e io giro sempre con una bolletta non pagata in borsetta per non dimenticarlo, a pagare e morire c'e' sempre tempo. 
In tempo, puoi decidere e scegliere se essere un pesce bianco o rosso. 
E cambiare l'acqua in cui nuoti.

lunedì 1 settembre 2008

Karkadè


Eri polpa d'albicocca 
dolce vellutata 
sul palato 
suggevo nettare 
maturo al sole 
Eri luna rossa 
di melograno 
l'altra meta' 
a cielo aperto 
semi stellati frammisti ai denti 
Eri fragola 
selvatica di bosco 
una caccia al tesoro 
il coglierti 
per poi assaporarti scioglierti 


Eri mora selvaggia fra i rovi 
dal color viola della follia 
col sapor di ruggine nel sangue 
Eri ibisco fiore di karkadè 
mi ammalio' l'aroma del suo the 
goccia concava nel tuo ombelico.