mercoledì 31 dicembre 2008

Angelo della nebbia

Una mamma albanese di ventidue anni che sotto un cavalcavia stringe nel cappotto la sua piccola neonata deceduta. 
E' con questa immagine cosi' struggente e cosi' terribile che voglio chiudere il 2008. 
E che il 2009 porti forza e coraggio a chi finora non ne ha avuto. 
E protezione a chi ne avra' bisogno. 
L'augurio e' che qualcuno si prenda cura di qualcun altro.
Una lieve carezza.

martedì 30 dicembre 2008

Caro figlio

Chiudo l'anno con un messaggio a mio figlio, anzi ai miei figli. 
Hai compiuto ieri gli anni, e sei il figlio che sempre ho voluto, entrambi lo siete. 
Non sentirti in colpa se sei andato via, il destino segue la propria strada, e non essere vicini non significa sentirsi lontani. 
I figli non sono la proiezione della gioventu', o sogni e desideri inappagati, sono un progetto di vita, un disegno creativo, il piu' grande del mondo, si insegna loro a camminare poi a farlo da soli. 
Lo so, non sono una madre che spazzola i capelli, nemmeno la mia lo era, d'altronde e' stata comunque una brava mamma. 
E se i genitori fanno errori, perdonateli, come noi perdoniamo ai figlioli, si cresce assieme. 
Una sola cosa vi domando, cercate di non cambiare troppo, nonostante i casi della vita, le influenze altrui, non perdete mai quel poco di buono che siamo riusciti a trasmettervi. 
L'amore per la liberta', lo spirito critico, la ricerca della verita'. 
Quando mamma sara' vecchia, o malata, decidete solo col vostro cuore e senso, pensando sempre che vorrebbe lei? 
Vi auguro un magico 2009 d'amore e benessere, che non significa mera materialita' ma lo stare bene con se stessi e con chi amate e vi ama. 
Buon capodanno dalla mamma rompipalle.

lunedì 29 dicembre 2008

Caro Samir Nadim

Mi frulla un'idea balzana in testa, per il blog 2009. 
Un blog intimo, confidenziale, epistolare ad un amico invisibile, immaginario. 
Come quando si era bambini, chi non ha avuto il suo amico inventato immaginato, a cui narrare storie minimali quotidiane, col quale condividere pensieri, sensazioni ed emozioni? 
L'amico del cuore, di fiducia, che mai tradisce, compagno nelle notti insonni, complice dei piccoli segreti sussurrati, nuvole di sogni che poi svaniscono all'alba. 
L'amico ricercato mai trovato. 
Missive a destinatario sconosciuto, ignoto al mondo, non rispedibili al mittente, come messaggio in bottiglia alla deriva, chi raccoglie legge, senza risposte. 
E' un esperimento letterario, nulla a che fare con amore e psiche, una sfida di scrittura non soltanto creativa ma autentica, perche' il mondo salvato dai ragazzini e' possibile solo se si torna bambini. 
Con le parole piu' sentite e vere, d'umanita'. 
Solamente il nome e' puramente casuale, di fantasia, tutto il resto sara' cronaca, nell'anno del Signore 2009. 
Amico mio, ho scelto per te un duplice nome, speculare alle mie identita', l'una splendente e oscura l'altra. 
Samir, nome maschile arabo il cui significato e' compagno di una chiacchierata notturna.
E Nadim, nome maschile arabo che significa compagno di bevute. 
Caro Samir Nadim, presto ti scrivero'.

domenica 28 dicembre 2008

Auryn

Nevica. 
Bella la neve che tutto quieta. 
Ogni guerra, ogni tempesta ormonale. Sudo nel gelo. 
Fiocchi di neve calano silenti. Obnubilando le pene del mondo. 
Ti cerco in impronte di neve. 
Affondo soffice. 
Scavo radici in germoglio. 
Punto come cane da tartufo l'aria. 
Ti trovero' immantinente. 
Storia infinita edita a primavera.

sabato 27 dicembre 2008

Shalom

Il mondo dorme, ancora satollo dal pranzo di Natale. 
E intanto su Gaza si scatena l'inferno, da parte di chi ha imparato sin troppo bene la lezione. 
Non posso pensare ai bambini di Gaza, non posso pensare ai bimbi carbonizzati nelle baracche, non posso pensare che mentre l'oriente, l'infanzia brucia, un imbecille britannico tuttora in preda ai fumi da birra demonizzi Internet, invece che sputarsi allo specchio per aver assassinato, complice di Bush, i bambini afghani e iracheni.
E' assai meglio vomitare un virus influenzale che digerire le notizie dei telegiornali, tra un peto e un rutto. 
E che i miasmi dell'ipocrisia avvolgano la Terra fino al Vaticano, ove un Papa si preoccupa dei morti piu' dei vivi. 
L'Occidente sollazzante si spara stupidi botti.

L'anno che verra'

Passato pure il Natale. 
Nulla di nuovo sotto il sole, anzi il gelo. 
Israele come al solito spara sui palestinesi.
Trascorso il Natale coi figli, ho visto un presepe bellissimo.
Ieri invece ho visitato tutti i cessi pubblici e le toilette fuori uso e da terzo mondo dei treni italiani. 
Poiche' per completare l'anno bisestile sfigato mi sono beccata il virus influenzale. 
Sono piu' a digiuno e astemia di madre Teresa di Calcutta. 
A parte l'astinenza forzata da ogni vizio, ora si resta in attesa del Capodanno, auspicando - come tutti gli anni - che il prossimo sia migliore e foriero di belle cose. 
At salut.

domenica 21 dicembre 2008

Rete 2009

Su Internet, ognuno e’ libero di scegliersi strade, percorsi, compagni di viaggio, forse qualcuno investe troppo nel virtuale e troppo poco nel reale, o piu’ semplicemente le cose belle prima o poi finiscono.
Se posso dare un contributo minimale, non caricate troppo la rete di aspettative, sono luoghi si’ virtuali per conoscere ed eventualmente incontrare persone reali, ma odio e amore in Internet non hanno senso, e se nasce un sano sentimento d’amicizia, vivetelo, scevro da qualsivoglia passione immaginaria.
Controindicato idealizzare, porsi come guru o portavoce, ciascuno vale e conta per se’, siate comunque sempre schietti perche’ va esternato il bene cosi’ come il male, alias il disagio, mai forzare se stessi e gli altri.
E che l’anno che verra’ porti ad un nuovo viaggio, che non e’ mai meta o approdo, ma navigare in quel mare di emozioni che se vogliamo siamo capaci di tirare fuori. 
E’ cio’ di cui si nutrono scrittori, poeti, pittori, anime sensibili vere, per sfamare la fame di rose. 
La Rete non ha bisogno di paladini, ma di identita' che hanno bramosia d’unione. 
Monito per il 2009.

Fasten the seat belts

Buongiorno! 
Qui sole stupendo e morale alle stelle. Sono ormai al mio cinquantesimo Natale e ancora alla mia veneranda eta' credo all'amore. 
Da vivere, ma solo se grande. 
Sta finendo il mio anno sabbatico e riaprendo le porte al mondo, chi sara' quell'amore tuttora non so, mai avere fretta nelle questioni di cuore, ma e' sicuro che dormiro' soltanto con chi mi fara' scorrere il sangue nelle vene, come un fiume, come il mare. 
Non mi importa se saro' ancora sola, m'accompagna il sogno, l'anno nuovo che verra', l'amore ne sono certa arrivera', non so con quali fattezze, volto, sguardo, ma sara' immenso come l'universo, e ultimo. 
Per ora si resta in attesa, leggera in un volo di farfalla, perche' il dono divino dell'amore non vada sprecato, ma dedicato ad un unico Uomo. 
Mi astengo da relazioni futili o carnali, il cuore e' bene cosi' raro e prezioso da preservare senza temere solitudine. 
Manca questo tassello finale al puzzle di mia vita, dove sia ancora non mi e' dato sapere, ma so che c'e'.
E presto lo riconoscero'. 
Poi sara' magia, follia, amore, gonne a roteare al vento come mongolfiere. 
Ali in decollo puntando dritto al cielo.

mercoledì 17 dicembre 2008

La conquista del mondo possibile

Siamo quasi a fine anno, e si fa un primo bilancio, in questo anno bisestile di sfiga e crisi. 
E' da anni che non mi interesso alla sinistra istituzionale, in cui ho smesso di credere da lungo tempo.
Cosi' come non mi aspetto gratificazioni dal lavoro, oppure da qualche presunta amicizia, o da qualsiasi presunto amore che in verita' vuole solo giacere con te per raccontarlo poi in giro. 
Come se per passare da coglioni ci volessero i coglioni. 
Tuttavia vivo una fase magica, cio' che rende umani e' il battere del cuore, piu' che il cervello. 
Gli scrittori - cosi' come i poeti - talvolta si riposano, perche' devono vivere la loro storia, che e' quella che mai narreranno. 
Posso solo augurare, e augurarmi, un bel sogno, una favola, lasciando perdere politica, dialettica, e ars scribus - termine coniato all'istante. 
Prendersi una vacanza, regalarsela, pretenderla, nudi, scalzi, col cuore in mano, e qualsivoglia luogo esiste, incluso questo. 
Il mondo possibile e' dentro noi.

domenica 14 dicembre 2008

La strana magia

Ognuno ha i suoi luoghi magici. 
I miei ad esempio sono Roma, Notre Dame de Paris, il museo Van Gogh ad Amsterdam, e ieri ne ho scoperto un altro, assai bizzarro, in quel di Francia. 
E' un giardino museo della meccanica, una giostra all'aperto, un volo di latta e lamiera in movimento, dalla locomotiva, alla gallina, al bevitore di vino che spruzza i bambini ridenti, una meraviglia di precisione e assurdo, tecnica e caos, costruito con occhi di bambino e mani di adulto. 
E' l'opera, arte povera, di un uomo disabile, sordomuto, che seguiva il fratello ingegnere nei propri viaggi di lavoro, e di ogni viaggio ha ricreato, riportato, un simbolo - la Torre Eiffel di legno - arricchendo la sua giostra di fili sospesi come trama di ragnatela. 
E' sbalorditiva la genialita' nella semplicita' assoluta dei suoi giocattoli meccanici che appaiono, e sono, di altri tempi, ma capaci ancora di far sgranare gli occhi in uno stupore infinito. 
L'inventore era uso suonare la cetra, pur essendo sordomuto, per fare intendere al pubblico che lo spettacolo era finito, e in effetti quegli oggetti in movimento - cosi' elementari, lineari, puri nella loro essenza tanto da apparire quasi immateriali - formano un'armonia, un equilibrio tale a sinfonia su pentagramma, ove i giochi sono le note. 
Racchiuso nella natura, circondato dal verde, cogliere questo spettacolo significa unire la bellezza del creato al creatore, dove finisce il divino e inizia l'uomo. 
Un luogo magico in cui s'e' fermato il tempo.

martedì 9 dicembre 2008

Ruggito di madre

Alexis, quindici anni, ucciso dalla polizia greca.
Come Carlo, ragazzo, a Genova. 
Quattro morti sul lavoro in Italia, solo nella giornata d'oggi. 
Le vittime quasi sempre giovanissime. 
Come Vito, studente, gli cadde il cielo in testa - della scuola. 
Che mondo e' un mondo assassino dei suoi cuccioli? 
Un mondo cannibale. 
La rabbia sale sino a quel Dio, che se ci fosse sarebbe un nuovo diluvio universale. 
E il peggio e' che non v'e' alcuna arca salvifica.

domenica 7 dicembre 2008

Pietre rotolanti

Alle 21,45 di ieri sera l'isola di Stromboli ha tremato. 
Un boato dal vulcano ha tinto il cielo di rosso, innalzando una massiccia nuvola di cenere e sabbia. 
Nell'eruzione, alcuni massi sono rotolati lungo la Sciara del Fuoco. 
Mai inquietare Gea, non v'e' peggior pena della coazione a ripetere di Sisifo. 
Il mito di Sisifo narra come, per punizione della sagacia dell'uomo che aveva osato sfidare gli dei, Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto spingere un masso dalla base alla cima di un monte.
Tuttavia, ogni volta che Sisifo raggiungeva la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte. 
Ogni volta - per l'eternita' - Sisifo avrebbe dovuto ricominciare daccapo la sua scalata. 

- L'assurdo e' il peccato senza Dio -
(Albert Camus)

sabato 6 dicembre 2008

Sogno di una notte di mezza estate

Ieri sera mia figlia mi chiedeva aiuto per un tema. 
Doveva scrivere un dramma, il teatro nel teatro, ambientato ai tempi di Shakespeare. 
Dapprima la sua idea era la storia di un carcerato, il cui carceriere leggendone gli scritti, comincia a divulgarli in piazza, acquisendo sempre maggior consenso, sino a scoprire che in realta' il carcerato era un autore famoso. 
Pero' mancava il finale, il dramma, e il teatro nel teatro. 
Allora si e' inventata un'altra storia. 
Il mancato carcerato - ora drammaturgo - vive un periodo di depressione, stasi, non ha piu' stimoli per scrivere, e una sua dolce amica, forse amante, gli scrive lettere di conforto. 
Dalle quali l'autore ricava una trama, ad insaputa dell'affettuosa amica. 
La recita alla prima e' un successo. 
Ma l'amorevole amica, sentendosi tradita nella sua fiducia, pugnala al cuore lo scrittore. 
Il teatro nel teatro, finale drammatico. 
Cali il sipario.

Lettera di Natale

Il punto finale serve solo - per uno scrittore - a ricominciare un nuovo racconto. 
E un autore non puo' esistere senza scrivere.
Siamo vecchi leoni, un po' spelacchiati, ma avvezzi alle difficolta', chi non ha mai pensato di fuggire in Tibet, ma poi per istinto di sopravvivenza o per quei rari tesori che coltiviamo nel cuore, che si chiamano affetti, restiamo ancorati alla realta' del nostro piccolo mondo di vissuto. 
Ognuno di noi e' teso, come un elastico sull'orlo di spezzarsi, e le prove, la fatica del vivere sono tante, che talvolta si vorrebbe lasciarsi andare, abbandonarsi al silenzio, allo sguardo perso nel vuoto. 
Ma comunque ci si prende per mano, anche se non c'e' nessuno, perche' solo se prima accogli, accetti il tuo essere disperante, puoi poi offrire la mano ad un altro disperato, e riprendere il cammino. 
Ti chiameranno folle, ti sentirai alieno, crederai alle cose belle e rinnegherai le brutte, scambierai energie con quei pochi esseri che senti simili a te, e non importa da dove trasmetterai, un'isola deserta, una radio, via cavo. 
Gli anni e il tempo che passa insegnano a vivere alla giornata, a fare progetti a breve termine, a perdere certezze e sicurezze e ad acquisire consapevolezza di quanto tutto sia labile, aleatorio; imparando ad apprezzare piu' delle parole i piccoli gesti, sorrisi, carezze.
Tra poco e' Natale, e' consuetudine che agli adulti non piaccia il Natale, poiche' la gente non sa piu' vivere la magia del momento, o meglio, non sa piu' rendere magico cio' che vive. 
Nessun albero, presepe, luci, comete, possono ridare cio' che si e' perso, l'essere bambino, ancora in grado di meravigliarsi, di gioire per un piccolo dono, di accoccolarsi la sera di Natale con chi ami, e di sentire la magia di un tocco sui capelli, amorevole e gratuito. 
Cogli l'attimo e trasforma cio' che e' consueto in un evento, magico per te e per chi ti sta vicino. 
Si vive di momenti magici, persone e luoghi, ma il miglior trasformista della tua vita sei tu stesso. 
Nessuno viene a suonarti al campanello, se non Babbo Natale o la Befana; oppure il Bambinello, ma non si fanno piu' bambini.
Il vero miracolo, il solo possibile, e' far rinascere il bambino in noi, la capacita' di stupire e stupirsi ancora, e liberare le criniere al vento che scompiglia. 

venerdì 5 dicembre 2008

C'e'

C’e’ chi si diverte con poco, prima ti pugnala e poi t’abbraccia, o prima t’abbraccia e poi ti pugnala, comunque per chi vuole sparare sulla croce rossa, bersaglio mobile. 
C'e' chi ha voglia di coccole e chi ha fame d'amore. 
Io piu’ che fame d’amore, avrei voglia di un panino alla mortadella, magari uno sfilatino, ma lo stomaco non me lo concede, il virus avanza, sperando nella Madonna dei miracoli. 
C'e' chi vocifera di un nuovo flirt, o amore, amici, che poi che gliene frega agli altri se si miagola alla luna. 
C'e' l’Honda all’asta, onda su onda, e' arrivato un bastimento carico di c'e'.

giovedì 4 dicembre 2008

Una risata vi seppellira'

Tempi di scioperi. 
E’ un anno che piu' che sciopero dal lavoro, che i soldi son pochi, esercito altro tipo di astensione, anzi astinenza, e se continua cosi’ proseguo a oltranza, altro chi tromba chi, che di palle giranti mi bastano gia' le mie. 
Ci ho messo un anno a finire di pagare bollette, bolli, tasse, conti della spesa, affitti, rate condominiali, libri di scuola, d'economia aggiornati ancora alla lira. Almeno fosse la cetra di Nerone. E al rogo chi siede a Roma e i mercanti del tempio. 
Speriamo nel sorteggio della lotteria di Capodanno.
A proposito, al cenone astenersi vegetariani, astemi e sfere rotanti.
Dal cosmico al comico, una risata vi seppellira'. 

mercoledì 3 dicembre 2008

Lavandaie

Si potrebbe aprire un dibattito su etica e mercato. 
Che ne pensiamo di noti personaggi che fanno pubblicita'? 
Se ad esempio uno stimato autore, invece che fare letteratura, cultura, giornalismo, informazione, promozionasse, pubblicizzasse, prodotti, che non sono arte, cultura, sapere, sarebbe piu’ ricco di beni materiali e piu’ povero di beni morali? 
Immaginiamoci un Gandhi, il Che, Marcos, Berlinguer, il Dalai Lama, Pasolini, e chiunque altro puo' produrre opinione e fungere da media. 
Poiche' volenti o nolenti si tracciano percorsi d’orientamento. 
Posso concepire un Totti in pubblicita’, ma Francesco e’ un calciatore, e il suo mestiere dare calci a un pallone e fare goal. 
Che poi tutti si fanno portavoce della famosa casalinga di Voghera, che andava bene forse un tempo per i film caserecci, ma oggi le donne sono piu’ evolute. 
E pure i maschi, fanno la lavatrice. 
Probabilmente a casa dei noti personaggi il bucato lo fa la colf filippina. 
Per restare in tema di candore, il Presidente del Consiglio, entusiasta della visita alle Poste, esordisce con la bella pensata di regolamentare il web. 
Non se ne parla proprio, pazienza bucare lo schermo, ma la rete e' gia' bucata di suo. 
Giu' le mani, sporche o pulite, da Internet.

martedì 2 dicembre 2008

Che poi

Che poi questo osannare del povero e' bello, come se i ricchi fossero dei brutti coglioni, mi ricordo che lo facevano i preti e la Democrazia Cristiana, per convincere il popolo a restare nell'ignoranza. 
Mica il Partito Comunista, ve lo immaginate Berlinguer che nelle piazze incitava gli operai alla virtu' della miseria? 
Come minimo lo mandavano a quel paese. Dove dovrebbe andare Veltroni, che si preoccupa della pay tv, chi se ne frega dico io, che si preoccupasse del pane e della pasta, o delle tariffe dei bus. 
Che poi un po' coglioni lo siamo anche noi, che ci aggiungiamo al coro dei belati, pelati e prelati, sul povero e' bello. 
Io non ho mai visto un disoccupato felice, o uno affamato o infreddolito, oppure un padre che non sa come mantenere i suoi figli, allegri come una Pasqua. 
Solo i beoti possono avere il sorriso stampato sulla faccia mentre gli crolla il cielo sulla testa. 
E uno lo conosciamo bene, ma lui ride sempre perche' tanto tiene il casco. 
Che poi al posto di voler essere tutti ricchi, dividendo le risorse, e le finanze, si vuole che tutti si sia poveri, come se si stesse girando la fiction dei Miserabili, mentre invece girano solo le palle, quelle del lotto. 
Che poi nessuno vieta di fare voto di poverta' come San Francesco, e di correre nudo nella neve, che era anche un gran bel vedere nel film della Cavani. 
Che poi firmiamo petizioni e ci tuffiamo nel solidale tanto la firma e' gratis, ammesso che non sia una cambiale o assegno in bianco. 
Che poi io ci credo al povero e' bello quando se hai due biciclette me ne regali una. 
Che poi la sola cosa bella della poverta' e' la scheda elettorale, che puoi concederti il lusso di vergarla con un bel vaffanculo.