mercoledì 27 maggio 2009

Au prochain

Prima di partire, e' conveniente per scaramanzia, provvedere ai lasciti. 
I miei libri, bambole, presepi, ai figli - i miei tesori. 
Il micio rosso all'amica cara. 
La collana di perle a chi la trova, sempre m'accompagna. 
Rimpianti alcuno, coi se e coi ma non si fa la storia. 
Rimorsi nulla, mi corico ogni notte pulita. 
Rancori niente a nessuno, la vita riserva gia' quanto. 
Ho avuto ho dato, amato riamata, odiata e odiato. 
L'indifferenza ai tanti. 
Il perdono agli inconsapevoli.
L'epitaffio ai posteri potrebbe essere: 
- Voleva volare senza rete - .

Commiato di Giuseppe Ungaretti 

Gentile Ettore Serra 
poesia è il mondo
l'umanità la propria vita 
fioriti dalla parola 
la limpida meraviglia 
di un delirante fermento 
Quando trovo 
in questo mio silenzio 
una parola scavata 
è nella mia vita 
come un abisso 
(Locvizza, il 2 ottobre 1916 - da L'Allegria, Il porto sepolto)

lunedì 25 maggio 2009

Dotti medici e sapienti

Non apprezzo il sensazionalismo, lo scandalistico, chi sfrucuglia nel privato, e' troppo facile, sa di propaganda politica, e non di vero giornalismo, e' un unirsi al coro, mi domando sempre a chi fa pro, vale per la destra come per la sinistra, le battaglie si fanno sui contenuti politici, non sui rotocalchi di gossip.  
Si scaglia la prima pietra e si nasconde la mano, scrivendo cio' per cui pagano, e per cio' che si vuol far leggere. 
Non si possono basare le campagne elettorali sugli scoop pruriginosi contro gli avversari.
Suppongo che la pensino cosi' anche i tanti italiani, ai quali preme piu' la disoccupazione, la crisi economica, i morti sul lavoro, il carovita, la legalita', ossia gli interessi pubblici dei cittadini che quelli privati dei politici.
Se bastasse una storia peripatetica a salvare l'Italia, ci farei una croce e una firma. 
Il resto e' solo bigottismo, finto moralismo, accade sovente nelle famiglie, e nessuno si scandalizza, per interesse ed opportunismo, indi per cui un'intera Italia malata? 
Dopo il giuramento di Ippocrate, un'ipocrita sessuofobia. 

- Si e' cosi' resi ciechi alla realta' dalla finzione in cui si crede.- 
 (L'esercizio dell'autorita' da Avere o essere? di Erich Fromm)

Al me speculare

Giornata torrida interminabile. Raccolgo le ultime forze e scrivo al me speculare. 
Lo sto osservando da lontano, in disparte, e non lo vedo sereno, felice. Come canterebbe Vasco sei nervoso, e non sai perche'. 
Forse io so il motivo, e te lo scrivo. 
S'e' un po' spenta quella luce dentro te e che illuminava gli altri, la tua gentilezza, cortesia, burbera tenerezza.
Noto risposte scostanti, quasi sprezzanti, e cio' mi procura una punta d'insofferenza, o almeno lascia una traccia d'amarezza, di tristezza. 
Dov'e' finito quel me speculare gioioso, speranzoso, pudico e intrigante? 
Ci siamo tenuti per mano, e le idee rifulgevano, in un vortice d'energia, bramosia cerebrale intellettuale, forse dopo tanto tempo uno sprazzo d'utopia. 
Poi ti sei omologato, livellato verso il basso, probabilmente per non perdere consensi, consenzienti.
Smarrendo cosi' per strada qualche amico, incalzato dalla frenesia del correre, che poi non e' altro che la faccia speculare dello stare immobile. 
Immobilismo, staticita', stagnazione. 
Ho provato a spronarti, in punta di piedi scalza a sussurrarti, non mi hai ascoltato forse non piu' udito, troppo preso dal fare, dal dire, e non dal riflettere, meditare. 
La furia, il furore sono cattivi consiglieri. 
Quale ragioniere, addetto al marketing, promoter di te stesso, lo stress avanza, rispondi ad una miriade di gente, massa, ma non comunichi. 
Stai deludendo i tuoi amici, coloro che ti vogliono bene, quelli che c'han creduto. 
Era un abbozzo bellissimo di quadro futuristico, coi colori giusti, la cornice che rifletteva quale diamante, pennellate lunghe, larghe, profonde, sentimenti affettivi, amicali, condivisione, corrispondenze d'amorosi sensi. 
Poi la catarsi. 
Non c'era piu' tempo per illuminarsi d'immenso, sei diventato un neon a intermittenza, come le lucine di natale. 
Mi rifiuto di pensare che era gia' tutto previsto, propendo a continuare a credere che ti sei solo perso, come i bambini nel bosco. 
Chi dice che l'altro 'non serve' e' chi misura soltanto il bene materiale, i prodotti, il risultato, inconsapevole che le idee, la luce, l'amore fraterno, sono tesori appartenenti solamente a quei pochi in grado di produrli, conservarli, propagarli. 
Ma oramai s'e' fatto tardi.
Signora Utopia se n'e' uscita di scena, al me speculare solitario sul palcoscenico potrei suggerire dalla buca il monologo del vai e sii felice, ma con me non puoi recitare. 
Preferisco ricordarti col sorriso d'un mistero buffo.

domenica 24 maggio 2009

Alla mia mamma

 

Per il piu' grande dono d'amore mai dato: 
la gioia d'aver sempre sedici anni :)

sabato 23 maggio 2009

Il canto dell'uccello lira

Limitare la questione politica a meri giochi elettorali, scandalistici, e' alquanto riduttivo per le ideologie, i valori, il significato stesso della politica, nell'accezione piu' nobile del termine. 
Un filo invisibile di seta rosa che cuce le pagine della storia mondiale. 
Quale giaciglio e' il tappeto verde sul quale si gioca la partita finale, la carta vincente o perdente. 
Giacche' escono come jolly tutte le variabili, probabilita', imprevedibilita', fra quanto viene professato e quanto invece occultato, consapevolmente o meno. 
Nel gioco delle tre carte, non e' dato sapere chi mischia il mazzo e che si nasconde sotto. 
Simuliamo un viaggio sull'isola che non c'e'. 
Una sorta di psicodramma collettivo, d'anarchia realizzata. 
Sull'isola vive una tribu' d'indigeni, variegata e cosmopolita, naufraghi, ex corsari, ex pirati, ex galeotti, ex ammiragli, rematori, marinai, sirene, polene, forzieri alla deriva, approdati un po' per caso, portati dalla tempesta o da Nettuno. 
Sull'isola vige un sistema autarchico, basato sulla produzione e condivisione dei beni, libero arbitrio, libero amore. 
L'esperimento d'appartenenza e comunione pare che regga la potenziale fattibilita', sino al momento della prova del fuoco, ossia il camminare a piedi scalzi sulle braci ardenti. 
Qui il gruppo si scompatta, esce l'individualita' di ciascun membro, mettendo a nudo il tallone d'Achille di un progetto politico comunitario ed esistenziale. 
C'e' chi preso dal panico, chi impotente alla sofferenza propria o altrui, chi soffia sul fuoco, chi spegne le braci, chi bara munendosi di calzari, chi fugge. 
Nessuno osa avvicinarsi al percorso incandescente. 
Tantomeno oltrepassarlo. 
Il falo' illuminato dalla luna attorno al quale si riuniva in cerchio la tribu', ballando al suono della musica tribale, appare ora quale scintilla incendiaria, capace d'ardere il sacro totem. 
Il consiglio dei saggi si riunisce, e anziche' delimitare il campo con tanti piccoli fuochi accesi a tener lontano le fiere, sceglie, decide, di compiere un sacrificio umano, atto a calmare l'ira degli dei e ad ingraziarsi gli spiriti maligni. 
Il sacro totem e' salvo. 
L'isola non e' bruciata. 
Ma e' ormai cenere un progetto politico, che richiedendo per esistere e compiersi, una vittima sacrificale, non e' eticamente, moralmente, accettabile, condivisibile, possibile. 
La tribu' continua a ballare al ritmo dei tamburi. 
L'anima si libra danzando attraverso anelli di fumo. 
Non e' soffocando il vulcano, gettando corpi lapidari nel cratere, che si evita l'eruzione. 
Le isole sono vulcaniche per antonomasia. 
Chi ne ha paura non deve vivere sulle isole. 
Non c'e' isola ove non c'e' tribu'. 
Se non deserta, abbandonata. 
Giunge solo d'eco la nota di canto dell'uccello lira.

lunedì 18 maggio 2009

Faccia libro

Sono sbarcata su Facebook due mesi fa chiedendomi a che serve, e ho trovato la risposta: a niente. 
Il vero problema non e' la liberta' di parola, ma avere qualcosa da dire. 
Se leviamo dotti medici sapienti, senzienti e consenzienti, Facebook pare solo una gabbia dorata un po' piu' ampia. 
Pappagalli, cinciallegre, merli, piccioni viaggiatori,  qualche solitario rapace, el condor pasa... 
Pesci palla che spiccano il volo dall'acquario alla voliera. 
I cardellini impazziscono in gabbie ristrette cosi' cantano e ricantano, per quello li rinchiudono. 
E' la differenza tra il profumo del bosco e l'odor di fritto del condominio. 
Un gabbiano deve librarsi sull'oceano, non sprofondare in un mare incatramato.
Molto meglio sfogliare un bel libro o guardare un dipinto.

domenica 17 maggio 2009

Appuntamento mancato

Doveva essere una domenica diversa. Ma si vede che doveva andare cosi'. 
La vita insegna ad essere fatalisti. L'amicizia tradita lascia sempre l'amaro in bocca. 
Se la casa crolla e' perche' le fondamenta sono marcie. Probabilmente sono piu' importanti altre cose. 
Oggi si mette un punto, che doveva essere un cerchio. 
Domani e' un altro giorno. 
E si volta pagina. 
Dovevo, volevo esserci. 
Ma qualcuno o forse il destino, maligno, ha mischiato le carte. 
Forse nella folla qualcuno per un attimo, sentira' un'assenza, una piccola fitta al cuore, alla coscienza, o forse no, come gia' accaduto. 
Si doveva partire da qui, e invece e' il punto d'arrivo. 
Non esserci oggi significa non esserci mai piu'. 
Poiche' era un appuntamento atteso, costruito un po' assieme, la rampa di lancio. 
Peccato, poi disatteso. 
Ognuno traccia la propria strada, storia, cammino. 
Si perdono compagni di viaggio nel tragitto. 
Talvolta quale zavorra, vuoti a perdere. 
Senza rancore - da un pianeta lunare d'infinita tristezza - l'augurio affettuoso e amicale di non mancare all'appuntamento della vita piu' importante. 
Con la felicita'.

sabato 16 maggio 2009

Me pone la piel de gallina

Quiz: 

Perche' la gallina ha attraversato la strada? 

Noam Chomsky: 
La rete stradale e' una gallina megagalattica. 
Attenzione, animali domestici vaganti. 



Ernesto Che Guevara: 
Posso dubitare della gallina mai delle idee. 
A meno che non siano idee di gallina. 

Lupo Alberto: 
Amo la gallina perche' rimane pennuta utopia. 
E nessuno puo' rubartela. 

Subcomandante Marcos: 
Mi tengo la mia strada, la mia selva, la mia pipa, e vi lascio la gallina. 
Che Durito spiuma via. 

Esopo: 
Il dado e' tratto, chioso' la gallina in brodo. 
Morale della favola: risposta giusta. 

Avete vinto una gallina.

venerdì 15 maggio 2009

La mia bimba

La mia bimba col dito ha raccolto una lacrima. 
E mi ha dato un bacino. 
Poi l'ho sentita parlottare, diceva ora ho da studiare, ma posso essere piu' presente, tenere ordinata la mia stanza... 
Ecco cosa tira su di morale una mamma. 
Qualsiasi cosa accada, i figli sono la sola linfa. 
E cosi' mi sono ricaricata d'energia. 
Qualcuno c'e' a volerci bene. 
E loro non ci abbandonano, cosi' come non abbandoniamo mai loro. 
Questi sono i veri tesori della vita. 
Non ci sono affetti, amori, amicizie, che reggano al confronto.
Un figlio e' per sempre. 
Grazie, piccola figlia, che mi hai fatto da mamma.

Femminile singolare plurale

Roxana Saberi, la giornalista arrestata dal regime iraniano e in un primo momento condannata a morte con l'accusa di spionaggio, lascia l'Iran e si reca in Austria supportata dai famigliari. 
Aung San Suu Kyi, leader democratica e premio Nobel per la pace, nonostante sia gravemente malata viene condotta in carcere rischiando di essere incriminata, per l'intrusione di un americano che l'ha raggiunta a nuoto nella casa dove e' tenuta in isolamento da sei anni. 
Donne, sempre donne a pagare. 
L'oscurantismo si abbatte quale scure proprio sulle donne condannate a morire per dar luce ai figli. 
Gli uomini e le donne hanno concetti diversi di genere. 
Per l'uomo la verita' e la liberta', finiscono dove comincia il suo regno. 
Per la donna la verita' e la liberta', iniziano dove termina il regno dell'uomo.
Sono battaglie epocali, che non possono vedere uniti uomini e donne, almeno finche' non ci si libera dalla propria verita' sessuata. 
L'uomo ha un'immagine della donna o angelica, legata alla purezza, trasparenza, sottomissione a geisha, o demonizzante, connessa alla lussuria, serpente biblico, amazzone. 
La donna ha una visione dell'uomo di condottiero, romantico eroe da tempi moderni, o uomo qualunque, pusillanime senza capacita' di discernimento. 
Ovviamente entrambe le proiezioni sono falsate, tarate sempre su differenze di genere, paragoni e paradigmi con uomini e donne precedenti. 
Come uscire fuori da questo circolo vizioso? 
Nel vedersi in primis come persone. 
Anime, svestite da corpi. 
Un po' come angeli, un po' quali spiriti. 
Si eviterebbero cosi' tanti fraintendimenti, erronee interpretazioni, voli pindarici. 
Stupide competizioni dall'universo femminile, stolte rigidita' dal pianeta maschile. 
Ma per chi vuole essere realista, questo e' il mondo pragmatico, scevro da utopie, con le risorse umane disponibili.  
L'amore cosmico ha ancora passi da gigante da compiere. 
Si inciampa, si cade, ci si risolleva, e si riprende il cammino. 
Soli, a piedi nudi, sanguinanti dai rovi, un uomo e una donna si incontreranno. 
Forse, se avranno il coraggio di camminare scalzi. 
Uno verso l'altro.














(Roxana Saberi)


giovedì 14 maggio 2009

Nuvole e Nuvolari

Ho appena letto la notizia di un'infermiera che pare abbia pubblicato su un social network foto di pazienti, giustificandosi che credeva che l'album privato fosse visibile solo agli amici. 
La gente e' folle, cosa non farebbe per mettersi in mostra. 
Talvolta penso che senza Internet si salverebbero piu' amicizie e amori, ma soprattutto la ratio. 
Pero' la colpa non e' dello strumento, ma come lo si usa, e a quali fini. 
Ci vorrebbe un patentino, per non travolgere innocenti.
Magari quiz psico attitudinali. 
E' il cervello che ordina cosa, come e chi cliccare. 
Non basta sapere d'informatica, ma saper guardarsi allo specchio. 
E' come mettere una mina in mano ad un bambino. 
La scambia per un giocattolo e saltano assieme. 
A scuola guida mi hanno insegnato: 
- Attenta, in strada dietro a una palla c'e' sempre un bambino. Impara a frenare in tempo -.

D'amore e di morte

La storia piu' assurda che mi e' capitato di sentire su Internet, riguarda un conoscente che aveva instaurato una relazione virtuale con una malata terminale. 
Facevano sesso telefonico. 
Lei morbosamente gli domandava di amare il suo corpo martoriato. 
O di possederla nella cripta. 
E' una storia allucinante, lo so. 
Ma Internet e' anche questo.
La relazione virtuale duro' un anno. 
Poi lei scomparve'. 
Lapalissiano il motivo.  
Ma a lui rimase in eredita' un senso di dipendenza psicologica, emotiva ed affettiva. 
Per un anno fu magneticamente attratto da codesta innaturale, perversa, sconvolgente, condizione. 
E' la storia piu' rappresentativa e simbolica di Internet che mai abbia raccolto. 
La potenza di un dramma virtuale e reale nel contempo, contenente tutti gli elementi della tragedia greca; eros, amore e tanatos. 
Potrebbe essere la trama d'un romanzo.

mercoledì 13 maggio 2009

Piccolo torrente

Caro Jaffar ci han messo in castigo. 
Perche' la bidella mi tirava le treccine e tu mi hai difeso. 
La maestra minaccia di bocciarci. 
Cosi' non posso piu' sedermi vicino a te. 
Quasi quasi apro un chiosco di kebab. 
E li metto tutti in fila come il treno. 
Ma non dirlo a nessuno che sono clandestina, altrimenti mi danno in adozione. 
E io non voglio papa' cattivi ne' matrigne. 
Ho diritto d'asilo in questo strano Paese, dove buttano i bimbi con l'acqua sporca? 
Se mi rifugio tra le tue braccine dietro la lavagna, divento una rifugiata? 
Facciamo una barchetta di carta e ci scriviamo il tuo nome, Jaffar. 
Che vuol dire piccolo torrente, e scappiamo via.

Il gatto che suono' alla porta

Adoro Alda Merini. 
La sua vita, la sua poesia, la sua capacita' d'amare, la sua estrema esasperata lucidita'. 
Che e' l'esatto opposto della follia. 
Ed e' la causa per cui e' stata incarcerata, imprigionata, sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio. 
Dai cosiddetti giudici, inquisitori, normali difensori della sana societa'.
Ho sempre avuto la percezione di non morire decrepita, non so perche'. 
Tant'e' che non mi sono mai preoccupata di un amore piu' giovane di me. 
Anzi, gli dicevo, guarda che mi dovrai staccare la flebo, perche' io devo potermi fidare di te. 
Ma lui era cattolico, e comunque poi ci lasciammo. 
Mi fa cinicamente sorridere chi tenta ripetuti suicidi con sirene da pompieri. 
Ci si suicida, pur restando vivi, in silenzio.
Cosi' come mi fa sardonicamente ridere chi cerca oblio, nirvana, in droghe, alcool, alchimie chimiche.
Vi sono giorni in cui galleggio cosi', in uno stato non stato, con la mente colma, vacillante, di pensieri ondeggianti. 
Detesto chi dice lo faccio per il tuo bene. 
In verita' lo fa solo per stare bene lui. 
Non posso placare le ansie, le angosce del mondo, fingendomi simile. 
Smetto semplicemente di amare chi si omologa, o mi vuole omologare. 
Chi rinnega il suo essere ragionevolmente folle, o il mio. 
Un bel di' sentii grattare alla porta, miagolare. 
Pensavo fosse il gatto che, dall'interno, volesse uscire o avvertisse qualcosa, lo faceva talvolta. 
Poi udii suonare. 
Apersi, e il micio era fuori, davanti alla porta. 
Probabilmente sgattaiolato mentre rientravo. 
Soltanto lui, nessuno che m'avesse suonato. 
Un gatto non suona al campanello. 
Eppure al trillo gli aprii. 
Qualcuno al posto mio si porrebbe mille domande. 
Per me queste sono le cose normali. 
Che mi strappano un sorriso, un barlume, e di cui non mi stupisco. 
Da condividere, i miei microcosmi.
Il resto e' noia. 

  

domenica 10 maggio 2009

Grazie

Reggo male l'emozione. 
Mi prende un nodo e devo fuggire. 
A volte in bagno, a volte all'aria aperta.
E respirare profondamente, lentamente.
Mi e' successo al matrimonio di mio figlio. 
Forse ho rivisto me stessa, mia madre.
O forse il distacco, l'abbandono, che detesto. 
La vita in fondo e' costellata da partenze, e dipartite. 
Per poi ritrovarsi, qui o altrove.
Proteggo cosi' la mia sensibilita' esacerbata, bambina. 
Struggente sarebbe l'aggettivo che piu' s'addice. 
Forse mi si legge negli occhi. 
Per questo mai li chiudo. 
Per ricordare, ricordarmi, quanto vi sia di labile, delebile, mutevole, nel passaggio sulla terra. 
E cogliere, quali perle preziose, ogni dono che si scambia. 
Poiche' e' dono d'amore. 
Ma se al grazie d'esistere, non segue grazie d'esserci, il dono e' vano.

La collana

Ogni alba è una perla. 
Sono rari i mattini. 
Fanne un filo e indossale. 
Son perle di mare, non di fiume. 
Se rotolano a terra puoi raccoglierle.
Ma riposte in uno scrigno, muoiono.
Per fermaglio la tua anima d'argento.
Stille di cuore per rubini. 
La collana di perle è mia madre. 
Te la lascio in eredità.

venerdì 8 maggio 2009

Forse

Forse c'e' un filo rosso invisibile che ci lega. 
Rosso come il sangue, la passione, nero come il destino. 
Forse siamo vittime e aguzzini, complici. 
Forse dobbiamo annientarci per amarci. 
Forse la sfida e' nell'andare oltre. 
Forse il provocante brivido del rischio, scivolare sulla lama gelida del pericolo.
Forse il creare situazioni, condizioni, stati coscienti estremi. 
Forse cavalcare l'onda dell'odio per azzopparsi nell'amore. 
Forse siamo luce ma perdutamente attratti dalle tenebre. 
Forse lo sguardo chiaro e lo sguardo scuro si fondono nell'arcobaleno, o nel colore neutro che li contiene tutti. 
Forse stiamo sfuggendo la fatale predizione. 
Forse essere gli eletti e' un abito che va stretto. 
Forse sul sottile filo della follia, ci si perde per rinsavire. 
Forse il panico e' un'attesa realizzata. 
Forse si doveva passare di qui per arrivare alla fine della storia. 
Forse la parola fine e' solo un nuovo inizio. 
Forse dirsi sempre, ti amo forse.

sabato 2 maggio 2009

Rio delle Amazzoni

Ho fatto un test, alquanto sciocco in verita', tanto per sorridere. 
E' risultato che sono una guerriera. 
Da piccola ero paurosa, da grande un po' meno. 
Non avevano mai tempo per me. 
Succede ancora. 
I ragazzi scambiavano la mia compagnia per un invito a letto. 
E farsene cosi' vanto. 
Tutti dicevano, poi, dopo, domani. 
Da qui il mio essere ribelle, figlia del tempo, subito e tutto. 
Per amore ho preso coraggio. 
L'ho riperduto, e ripreso. 
Non mi piace quando la terra trema, mi terrorizza il vuoto, e dormo con la lucetta accesa. 
Mi piace invece giocare, ecco perche' mi gusta fare l'amore. 
La vita trasforma le donne in amazzoni. 
La paura degli uomini e' che le donne possano riappropriarsi delle loro paure. 
Agli uomini le donne sono indispensabili, condannati ad un'esistenza da nomadi, nel miraggio dell'oasi nel deserto, in  perenne ricerca della fonte a cui dissetarsi. 
Al Rio delle Amazzoni.

venerdì 1 maggio 2009

Viaggio astrale

Con guizzo di serpe ai capelli 
mi volgo prona e ti sfido 
titillandomi il ventre 
arreso t'avvicini 
cedendo al richiamo felino 
animale infuocato 
i fianchi m'avvolgi 
scandendo ritmo 
danza tribale 
tamburellando seni 
spine dorsali 
l'Africa chiama selvaggia 
savana deserti di fame 
pozze di sete oasi d'umori 
nei quali annegare 
leoni gazzelle da divorare 
pasci d'amore ancora insaziati 
mi giro supina in fusa gattina 
d'ariete ad agnello tu ora 
m'odori m'adori baciandomi tutta 
col dito disegni la rotta impunito 
aprendo la via d'un nuovo viaggio.

Lettera del Primo Maggio

Caro amore mio, potrei scriverti oggi di diritto al lavoro, di precariato, disoccupazione, morti bianche, e invece ti scrivo da collaboratrice famigliare. 
Ho sottoscritto con te un contratto interinale, a termine, prestazione occasionale sottopagata, sottostimata.
Lungi da me l'idea di dividere profitti, non siamo in statuto societario, ma vorrei solo che il mio investimento non fosse in perdita, almeno in pareggio.
Sto prestando la mia opera, tempo energia, risorse, per un bilancio finale a pericolo dosso. 
Assunta la mia anima, immagine, corpo, non mi compensa la misera retribuzione, parcella temporizzata, briciole imprenditoriali. 
Sempre in regime fallimentare, lancio sul mercato un prodotto mai in saldo, liquidazione o a fondo perduto. 
Sono la pubblicita' di me stessa, in riflesso a te, ma stanca di sostenerti e promozionarti. 
Non rivendico indennita' o assicurazioni a copertura rischio, ne' prepensionamenti. 
Ma sto prendendo fuoco, nonostante le misure e norme di sicurezza, e non c'e' elmetto, scarpe infortunistiche, tuta d'amianto che tenga. 
Posso, puoi, licenziarmi, lavorero' per me, per altro e saluteremo il Signor Padrone. 
Son tempi preziosi, data l'eta' maturata ragionata, mai subalterni bensi' in cooperazione. 
Suona la sirena, non canto di geisha ne' crumiraggio. 
Alcuna concorrenza sleale, se pur mi daro' ad altri, non tollero le aspettative a lungo termine, inflazionate. 
Se trovi il tempo per te stesso, nonostante le previsioni programmatiche, trovalo anche per me, altrimenti significa che non ti serve forza lavoro, ma schiavitu'. 
La mia mente, il mio corpo, la mia voce, che cosi' t'intrigano, molotov d'ormoni e neuroni, gridano ribellione. 
So che detesti gli ultimatum, ma data la crisi congiunturale, o la fabbrica va in cassa integrazione, oppure se ci tieni prima che chiuda, previeni e limita il danno. 
Non e' colpa dei cinesi, di rumeni, comunisti o berlusconiani, in gioco ci siamo io e te. 
E un futuro che non puo' piu' attendere. 
Ah dimenticavo, buon Primo Maggio.