martedì 19 gennaio 2010

Biascicotto

C'e' chi fa l'elogio della solitudine. 
E chi la teme e rifugge. 
La solitudine non e' una scelta, e' uno stato, una condizione, una situazione, 
 E' pia illusione dei singoli che sia voluta, cercata, determinata. 
E mero placebo per la coppia, che giocando al rialzo raddoppia la posta, o scoprendo le carte si ritrova priva di combinazione vincente. 
Sara' che sono single da anni e me la sono sempre cavata da sola, sara' che vi ho sempre convissuto serenamente, sara' che sovente ho evitato la compagnia di un uomo cane essendo gatta selvatica.
Mi fa sorridere comunque la sicumera affermativa e confermativa dei soli e' bello, vero che star bene con se stessi in primis significa di conseguenza stare bene anche con l'altro. 
 Poi c'e' chi pur di non restare solo, s'accompagna con anime le piu' disparate e disperate, opposte e contrapposte, in perenne antitesi nei modi di sentire e agire, continue irrisolte richieste e ricerche, e consequenziali reciproche accuse di assenze e mancanze. 
Ben venga altresi' quel qualcuno porgente la mano, condividendo scene di vita quotidiana, per quanto noiose necessarie, qualche pensiero filosofico d'alto bordo, e talvolta un giaciglio, almeno quale risparmio energetico. 
Mia nonna diceva chi ha il pane non ha i denti e viceversa, considerando che oggidi' il pane scarseggia e le dentiere pure, non resta altro che il 'biascicotto', ossia il boccone di cibo passato di bocca in bocca di bucolica memoria. 
L'anticamera del bacio adulto. 
Fa un po' senso, d'accordo, d'altronde erano i rimedi poveri essenziali di una volta, da mamma a figlio, da nonno a nipote, ovvero svezzamento.

venerdì 8 gennaio 2010

Rosarno

Rosarno, cittadina di un non Stato.
Ove comanda, dispone, la ndrangheta.
Ivi lavorano, in condizione di schiavitu', ottocento clandestini extracomunitari. 
Venticinque euro al giorno per la raccolta degli agrumi. 
Vessati, ricattati, malmenati. 
Da anni a Rosarno ci vivono, in situazioni disperate, disumane. 
Ma Rosarno se ne ne frega. 
Cosi' come se ne frega della ndrangheta. 
Cosi' come se ne frega lo Stato, degli extracomunitari, dei clandestini, e della ndrangheta. 
Anzi ci convive, connive. Rappresentata anche in cariche istituzionali, parlamentari, di governo. 
Si pompa dai partiti, politici, mass media: ogni violenza e' ingiustificata. Solo quella legalizzata, o mafiosa, e' giustificata. 
Nessuno si pone domande sul capolariato, sulla criminalita' organizzata, ne' gli abitanti di Rosarno ne' l'amministrazione locale, tantomeno i vertici statali. 
Finche' non si brucia una macchina, un cassonetto, la serranda di un negozio. 
Nessuno denuncia il Far West, automobili sfreccianti con cecchini a bordo, che gambizzano con o senza porto d'armi.
Chi si adegua alla ndrangheta dorme sonni tranquilli, chi la contrasta vivra' un incubo che portera' alla morte. 
L'Italia del vedo non vedo, sento non sento, non parlo, mai. 
Giammai ho trovato razza umana piu' gentile, cortese, rispettosa, solidale, degli extracomunitari. 
Gli italiani avrebbero molto da imparare in tema di educazione e civilta', se rinunciassero alle loro ipocrisie, opportunismi, ideologie, razzismi. 
Ma non si puo' chiedere alla gente di rinunciare alle loro piccole quotidiane bassezze da elettori di nani, pure all'opposizione. 
I miei fratelli sono i clandestini di Rosarno, poiche' anche io rifiuto la mafia, e posso trovarmi da un momento all'altro senza lavoro, senza casa, per strada, invisibile persino ai cosiddetti compagni. 
E per farmi vedere, sentire, dire ci sono anch'io, avrei una sola maniera: dar fuoco alla miccia. 

I buoni e i cattivi

Ho fatto un anno da 'buona'. 
E visto cio' che ho raccolto, non paga. Non paga nemmeno essere cattivi. 
Pero' se, come dice un'amica - mi fai ridere quando fai la cattiva - sicuramente produco meno danni dei finti buoni. 
Per cui nel 2010 torno me stessa, a mia immagine e somiglianza, incazzata quando serve, distaccata quanto basta, bastarda inside previo avviso. 
E' un mondo difficile, il gioco si fa duro e non lo temo, pericolosi sono i terroristi del buonismo, talebani in odor di santita'. 
E sempre piu' comprendo Oriana, nauseata da falsi comunisti, socialisti, cristiani, rivoluzionari da salotto. 
Come lei, si rischia di essere presi a pietre, lapidati, ma e' il destino della verita', senza opportunismi e interessi faziosi. 
Attualmente suscita la mia curiosita' il Popolo Viola, spero che non mi deluda, o di non deluderlo, certamente non vi saranno illusioni, allusioni, elusioni. 
Che il viola quindi sia il colore delle fasce di questo nuovo anno, privo di madrine e padrini, ma adottabile da ogni uomo e donna di buona volonta'. 
Bad girls bad boys.