mercoledì 31 marzo 2010

Cara sinistrata

 

Ma cosa diavolo vuoi dialogare, stattene in silenzio vergognati e ritirati. 
Il problema non e' Grillo o l'IDV, il problema sei tu, sinistra statica piu' fascista della destra. 
Cosa diamine vuoi dialogare con codesto governo - a parte che ti sei gia' accordata a tavolino per spartirvi la torta Pecunia candita d'appalti. 
E se il movimento cinque stelle e l'IDV e i radicali perche' no - si tralasci i brontosauri comunisti - provassero a dialogare con te, si dimostrerebbero uguali ai tuoi scagnozzi del PD. 
La mia rabbia e' piu' feroce verso te, che verso gli italiani o Berlusconi. 
E capisco sempre piu' Oriana. 
Non e' voglia di regime del popolo italico - magari - supporrebbe almeno un'idea un ideale condivisibile o meno - e' la celebrazione dell'ipocrisia della mediocrita' della meschinita' - l'assoluzione dai propri peccati, amen. 
Cara sinistrata, d'ora in poi non saro' piu' l'elettrice di destra o di sinistra - la compagna fedele - ma la cortigiana che ti tradira' con chiunque dimostri di avercelo piu' duro di te.

martedì 30 marzo 2010

Divorzio all'italiana

 

Il voto non e' un'opinione ma espressione di volonta' del popolo, per cui le prime centrali nucleari dovranno essere realizzate in Veneto, Piemonte, Lazio, Campania, Calabria. 
E poi via col federalismo fiscale, ogni regione sia autonoma nel governo di fondi, tasse, sanita', istruzione, peggio per le regioni cosiddette povere, ma a queste ci penseranno i loro eletti, di tasca propria, ovvero gli elettori stessi rimboccandosi le maniche, o se no mamma santissima, non e' comunque piu' problema dell'Italia intera. 
Indi per cui fine di ogni assistenzialismo, i diritti e i benefici in primis agli italiani che lavorano e pagano le tasse sul territorio, e che e' giusto che ne godano, gli altri si rivolgano ai propri governanti. 
Nella mia regione non ci sono grossi problemi in quanto a servizi sociali e sanitari, e chi ancora non li ha lotti per averli presso i suoi eletti e governanti, pero' con propri soldi fondi e investimenti. 
Che ognuno si prenda la responsabilita' di un voto e di una scelta di governo territoriale, con onori ed oneri, chi ha lavorato operato bene finora sopravvivera', chi no spiacenti ma e' la dura regola del goal. 
Auguro alle regioni e alle popolazioni che hanno votato Lega e Pdl la migliore riuscita, salvaguardia dell'ambiente, dell'occupazione, della salute e di futuro per i propri figli, nella piu' totale e completa autarchia e autonomia patrimoniale e gestionale. 
Ritengo sia giunto il momento di un'opportuna e saggia separazione in casa, ove ognuno provveda a se stesso e alla propria famiglia-comunita', senza aiuti statali collettivi generali nazionali. 
E per chi non ce la fa o non ce la fara', restera' sempre la Tv, amen.

lunedì 29 marzo 2010

Uno su tre non ce la fa

 

Uno se tre non ha votato e' un forte segnale ma anche una forte sconfitta della democrazia.
D'altronde non ha colpa il popolo elettore ma i politici che lo rappresentano. 
Personalmente non depreco voto o non voto - mi astengo da giudizi di sorta sovente demagogici - la sola lettura che se ne puo' fare e' che non c'e' futuro non c'e' speranza non c'e' credo in questa Italia, e a ragione. 
Per cui chiunque vincera' sara' una vittoria di Pirro. e per la prima volta, avranno perso tutti. 
Ci si abitua adegua a tutto, al sangue iraniano per il diritto al voto e al non sangue italiano, annacquato dalle televisioni. 
Tanto comunque vada nulla cambiera', continuera' la crisi la disoccupazione e dalla nave dei folli si salvi chi puo'. 
Detesto i facili ottimismi entusiasmi la frivolezza di un voto in piu', come servisse a cambiare la vita, mai ho avuto diversi svantaggi da governi di opposta idea.
E cio' spiega ampiamente perche' un terzo di italiani non vota piu'. 
Anche io ho votato col sorriso sulle labbra, come andassi a una kermesse, a una recita, oggi in scena la commedia della democrazia. 
Finita la recita, il botteghino e' scarso, pochi applausi qualche fischio, con un sospiro di sollievo a chiusura sipario. 
Sono distanze infinite quei tempi, in cui si andava orgogliosi al voto, che nonostante tutto ci si sentiva Paese, comunita', Stato. 
Ora siamo foglie al vento, caduche, come su impalcatura pericolante, profughi di democrazia. 
Non ha piu' senso nemmeno parlare di rivoluzione - pacifica violenta ma chi se ne importa - al massimo ormai possiamo lanciare solo la stampella. 
O saltare per aria, miccia di una polveriera. 
Mi si domanda alfine che vi sono andata a fare. 
Semplicemente perche' soltanto lamentarsi senza votare, mi sarei sentita in dolo con me stessa.
Ancorata ancora ad una realta', se pur pessima.

lunedì 8 marzo 2010

Care donne

 

Care donne, 

Si ritorna alle origini, alla commemorazione
poiche' non v'e' nulla da festeggiare, 
democrazia, repubblica, costituzione, liberta' 
son tutte parole al femminile, 
violate quale ogni donna in regime, 
dittatura, maschilismo, patriarcato, 
messe al rogo ribellione, emancipazione, evoluzione,
nella fabbrica delle bambine bambole senza piu' orbite. 
 
Non celebrero' l'otto marzo perche' non ho sorelle, 
le 'amiche' cercano solidarieta' nelle pene d'amore 
a meno che non si condivida lo stesso pensiero d'uomo;
tanto piu' non ho fratelli, 
gli 'amici' cercano solidarieta' nelle pene d'amore 
a meno che non si dica in faccia la verita', 
o non si sia il segreto oggetto del desiderio d'amore.

Il genere umano - femminile e maschile 
sparge a ventaglio i raggi della sua e altrui sensibilita', 
preoccupandosi dei problemi del mondo, 
troppo concentrato sul proprio risibile ombelico, 
per accorgersi di chi lentamente si spegne accanto. 

firmato l'otto marzo

lunedì 1 marzo 2010

Avatar

 

Cari uomini, lasciate che a una settimana dalla festa della donna, vi si mandi cordialmente a quel paese che voi ben sapete.
Poiche' siete tronfi di Ego, SuperIo, e l'Es - alias la coscienza - nemmeno sapete dove sta di casa. 
Si' lo sappiamo, pure le donne non sono santarelline, ci provano, mentono, tradiscono, ma mai quanto voi. 
Il vostro egoismo - egocentrismo, e' congenito e innato, ci nascete e ci crescete, grazie anche alle vostre madri. 
La differenza tra un uomo e una donna, e' che la donna - comunque - c'e' per voi, voi invece non ci siete mai. 
Cosi' presi dai vostri problemi lavorativi, economici, drammi amorosi emotivi, cosi' ricolmi di frasi, citazioni, rose, canzoni, ad effetto; cosi' inutili, assenti, incoscienti, nel momento in cui serve davvero.
Sempre alla perpetua ricerca di mamme, sorelle, amanti, confidenti, amiche, trasgressive; sempre vittimisti, opportunisti, perdenti, o maschi da balera e biblioteca. 
Sovente partner sessualmente limitati e limitanti, spesso padri mancati e distratti, senza una donna non riuscite a stare, a sopravvivere - a differenza del genere femminile che resiste - nonostante voi.
Femministe? No, realiste. 
Vero che l'altra meta' del cielo non e' tanto migliore di voi, emulandovi nel peggiore degli atteggiamenti e comportamenti, o compatendovi in un artificioso servilismo da geisha di borgata e salottiera, oppure contrastandovi in una guerriglia urbana che riaccende i sensi.
Di fatto giocando col vostro Ego perche' alla fine il piatto piange, accontentandosi di un'idea d'uomo ipotetico, virtuale nel suo reale. 
Probabilmente in simil modo voi vivete la donna - la femmina, colei che vi segue e accompagna nelle vostre lotte, impennate di cuore, idiosincrasie, crisi di panico, sino al fatidico e lapidario ma ti ci hanno mai mandato. 
Cari uomini, evitate mimose - alle quali oramai siamo assuefatte e intolleranti - e se ci concediamo il vizio di annusare narcisi altrui l'otto di marzo, e' per constatare - fantasticare - che la sostanza esiste ancora. 
Avatar.