martedì 11 maggio 2010

Recessione


La recessione
(testo per la canzone da P.P. Pasolini) 

Vedremo calzoni coi rattoppi; rossi tramonti su borghi vuoti di macchine pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania. 
I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori; e i bambini sapranno che la minestra è poca, e cosa significa un pezzo di pane. 
E la sera sarà più nera della fine del mondo, e di notte sentiremo solo i grilli o i tuoni; e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino. 
L'aria saprà di stracci bagnati. 
Tutto sarà lontano. 
Treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno. 
Le città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi, con i vestiti grigi e dentro agli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d'amore, soltanto d'amore. 
Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde della curva di un fiume dal cuore di un vecchio bosco di querce crolleranno un poco per sera, muretto per muretto, lamiera per lamiera. 
E gli antichi palazzi saranno come montagne di pietra soli e chiusi come erano una volta. 
E la sera sarà più nera della fine del mondo, e di notte sentiremo i grilli e i tuoni e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino. 
L'aria saprà di stracci bagnati. 
Tutto sarà lontano. 
Treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno. 
I banditi avranno i visi di una volta coi capelli corti sul collo e gli occhi di loro madre, pieni del nero delle notti di luna e saranno armati solo di un coltello. 
Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra, leggero come una farfalla, e ricorderà ciò che è stato, in silenzio, il mondo e ciò che sarà.

martedì 4 maggio 2010

Ripartenza


Visto che manco il Padreterno mi vuole, tocca dare un senso al blog, una mutazione significante.
Ripartenza. 
Stanca di politica, movimenti, gruppi, bla bla statici e perenni piu' che perentori, si torna al vecchio amore, la scrittura, il teatro, il rock. 
Poiche' resto convinta che le parole unite alle immagini e alla musica siano il linguaggio universale piu' invasivo per arrivare all'ombelico e penetrare la gente. 
E quale migliore amplesso mediatico che la rappresentazione della vita, commedia umana e urbana?
Per cui si recita a soggetto, due autori in cerca di personaggi, tra Internet e Rock. 
Un copione nato cosi' per caso, dagli scritti in rete, una storia d'amore illuso, deluso, eluso; un feroce, lucido, tenero atto di denuncia dei tempi attuali; una zattera per imperituri naufraghi alla ricerca dell'isola che non c'e'. 
Col finale a sorpresa, talmente a sorpresa da venir definito al momento della rappresentazione, l'orgasmo della vita in diretta, Eros e Tanatos. 
La sfida e' dare a questa creatura concepita in Internet - ancora embrione - la luce di un volto, la voce, i passi di altrettanti padri, madri, fratelli, sorelle che la riconoscono e l'adottano come propria creatura.
Contribuendo e provvedendo alla sua nascita, battesimo, crescita.
E' femmina e si chiama Netrock.