mercoledì 16 ottobre 2013

I confetti di Sulmona

 I confetti di Sulmona, patria di Ovidio, considerati dalla Duse portafortuna e di cui Leopardi era ghiotto, sono famosi per la loro bonta' e fragranza, dolci e gustosi quali gli abruzzesi racchiusi in una terra generosa, zuccherosa che talvolta cela l'amara mandorla.
L'architetto era solito portare i confetti dal suo paese, abbandonato per garantire alla figliola cure adeguate, nella regione d'Italia che si diceva fosse modello eccellente di sanita' e servizi sociali.
E forse lo era pure a quel tempo, ma l'architetto non sapeva che il prezzo da pagare sarebbe stato lo scontrarsi con l'arroganza, la prepotenza, l'egemonia del potere politico locale, che tutto gestisce e fagocita, cosicche' o fai parte del sistema o vieni tagliato fuori, nel regno del compromesso e impero degli affari.
L'architetto dai modi gentili, educati, cortesi poteva solamente soccombere nella battaglia impari per la professionalita', correttezza e probita', e cosi' fu.
L'architetto cambio' sede lavorativa, ed in seguito muto' occupazione pure colui che l'aveva tanto osteggiato, ormai scomodo e imbarazzante al suo stesso partito ed elettorato.
L'architetto aveva saggiato la differenza tra azienda e Stato.
Ed assaggiato il sapore indigesto della mandorla amara, edulcorata dalla confettura di zucchero.
L'architetto oggi non c'e' piu', scomparso prematuramente, lasciando sola la sua bambina.
Anche il sistema azienda in Italia e' scomparso, lasciando soli i lavoratori e gli imprenditori italiani, soltanto lo Stato, o meglio l'azienda Stato, regge, almeno finora.
Ma un'azienda Stato che non riesce, o non vuole, oppure non puo' piu' pagare la liquidazione ai propri dipendenti, e' un'azienda in bancarotta, della quale va richiesto lo stato fallimentare, e la relativa messa in liquidazione.
Parallelamente al settore privato, in cui i lavoratori si rivolgono al sindacato, al tribunale del lavoro, per vedere riconosciuti i propri diritti, e oltremodo la resa dei soldi accantonati, di proprieta' dei dipendenti e non dell'azienda.
Quindi equamente funziona che prima si saldano i debiti coi lavoranti, poi coi fornitori, e infine con gli altri creditori, banche o entita' sovranazionali.
Nel caso dell'azienda Stato, che si ravvisa insolvibile nei confronti dei dipendenti e dei fornitori, occorre che intervenga la Magistratura, anche perche' i contratti sono scaduti da anni e vige lo Statuto dei lavoratori oltre che la Costituzione.
Nel 1806 Napoleone entro' a Verdun sotto tre archi di confetti bianchi, simbolo di buon augurio.
L'arco di trionfo dell'architetto di Sulmona.