lunedì 31 dicembre 2007

L'anno del coraggio


Nel 2008 anche Netscape va in soffitta.
Coi suoi tredici anni di rete.
Un augurio di cuore agli Internauti.
E che l'anno prossimo sia l'anno del coraggio.
Per tutti noi.

domenica 30 dicembre 2007

Penultimo giorno

Penultimo giorno.
Di passaggio, transizione, il cielo neutro rispecchia la staticita' del momento, come se il tempo si fosse fermato.
Riflessione, meditazione, indietro un calendario gocciolante date evanescenti, avanti l'incognita di eventi imprevedibili.
Passato, presente, futuro, un miscuglio dai sensi al cuore, testa e pelle.
Nessuno celebra mai il penultimo, tributi e dannazioni solo al primo e ultimo.
Ma il penultimo simboleggia il vero gioco di squadra, il bilancio del lavoro di gruppo, l'opera omnia di vittorie e fallimenti, la smorfia dell'allenatore all'occasione persa di un rigore mancato.
Chi non risponde al saluto dopo una lite e' nemico di se stesso.
Tu che accogli, un ti voglio bene mimetizzato tra imbarazzati colpetti di tosse, sei piu' fragile ancora, spiazzato dalla femminea incoerenza e contraddizione fattasi donna.

Dafne e' una figura della mitologia greca, ninfa del bosco figlia del fiume Peneo, amata sia dal mortale Leucippo che dal dio Apollo, ama cacciare seguendo percio' le orme della vergine Diana, decisa a non cedere all'amore.
La leggenda narra che Cupido colpi' il dio Apollo con una freccia d’oro in grado di far innamorare alla follia dei e mortali della prima persona su cui avesse posato gli occhi, e la ninfa del bosco Dafne di cui Apollo si era invaghito con una freccia di piombo che faceva rifuggire l'amore.
La ninfa colpita dalla freccia di piombo appena vide Apollo comincio' a fuggire. Apollo inizio' allora ad inseguirla, finche' Dafne non giunse presso il fiume Peneo pregando il padre di aiutarla e fu cosi' che si trasformo' in un albero d’alloro.
Il dio ormai impotente, decise di rendere questa pianta sempreverde e sacra, simbolo di gloria da porre sul capo dei migliori fra gli uomini, capaci d'imprese esaltanti.
Un'altra versione del mito presenta Dafne come una mortale amante della caccia, che viveva percorrendo le montagne insieme alle sue compagne cacciatrici sotto la protezione di Artemide.
Leucippo invaghitosi di lei, per avvicinarla si travesti' da donna e si uni' al gruppo delle cacciatrici.
Apollo, ingelositosi, decise di smascherare l'inganno ispirando al gruppo il desiderio di bagnarsi in una sorgente. 
Leucippo costretto a spogliarsi fu scoperto, e solo l'intervento degli dei che lo resero invisibile pote' impedire una tragica fine.
Apollo nel trambusto cerco' di rapire Dafne, che pero' riusci' a fuggire e, dietro sua preghiera, venne trasformata da Zeus in alloro.

sabato 29 dicembre 2007

Cari auguri

Oggi festeggi ventotto anni.
Quanto tempo da allora, una mamma che scambiavano per sorella, sino al giorno del tuo matrimonio.
Ci sono date epocali.
Si sbattono portoni in faccia, si aprono piccole tane.
Devo fare tante cose, ora pero' vorrei solo una sigaretta, il mio regno per un anello di fumo.
I capelli sempre piu' lunghi, che le forbici costano, un look sul nero dark con qualche laccetto ammiccante, un reggiseno a balconcino rosso.
E questa ragazzotta cinquantenne e' quasi pronta per il nuovo anno.
Che sara' peggiore del precedente, i bisestili portano sfiga, ma brindiamo alla vita.

A mio figlio 

Le parole a volte sono aghi.
Ma non profumano di pino.
La terra è bagnata.
Sa di muschio.
Tra i licheni,
una chiazza di velluto.



Amico fragile 

Amico fragile
che spesso mi piangi tra le braccia
per un amore perduto
per una vita bistrattata
per un bambino non nato o rifiutato

Ho le braccia grondanti lacrime
le mie le tue
quelle di chi era e sarà dopo con noi
possiamo stringerci un momento
e tener stretto tutto il dolore del mondo
ma l'attimo ci è fatale

Il vento asciuga il pianto
spazza fuori ogni ricordo
e se apriamo le braccia il sogno vola via
alla luce del mattino
per vederti ritornare chino all'ombra della sera

Vorrei avere le braccia tatuate di sorrisi
che ogni stilla di sangue fosse goccia di colore
tenere in pugno baci ardenti
e negli occhi sguardi ridenti
con l'impronta della tua mano nella mia

Sei l'infinito figlio che se ne va
sulla buona o cattiva strada
potrei rinchiuderti in un tempo passato
ma le mie braccia ora sono aperte
che un altro amore accolga
la nostra amica fragilità.

venerdì 28 dicembre 2007

Rosa Confetto


Caro amore mio,
per scriverti questa lettera ho spento tutte le luci,
tutti i rumori e i suoni che mi possono distrarre
da questo mio pensare a te.
Sono rimasta cinque minuti al buio
per scrutare il dentro,
ma il riflesso della sera mi si spara dentro agli occhi
e ancor non posso.
Vedo.
Provo allora a chiuderli, questi occhi stanchi
ma la mia mente, accecata, s'addormenta
e mi è impossibile parlarti nel buio.
La luce della lampada mi è troppo compagna
nell'orgasmo della scrittura.
Lo so che è da pazzi scrivere a un cieco
quando mai un cieco riceve posta?
Posta che parla d'amore.
Ma in questa mia lettera per te, ci metto il profumo
dei pensieri
parole che odorano di confetto
dolciastre e penetranti come l'amore consumato.
Pallido e ovale come il viso di una donna
che ti scivola fra le mani.
E l'assaggio, tutto il sapore,
con la punta della lingua ne solletico il piacere,
retrattile, come un bimbo col gelato.
Goloso e attaccaticcio.
Sazio.
Lo tocco. Lo sfrego tra i polpastrelli
e tutto il mio sentire è incentrato lì,
sulla punta delle dita.
Così accarezzo il mondo.
E poi col calore,
l'involucro si scioglie e si appiccica su me l'odore
il gusto, il colore.
Allora stringo, stringo più forte e lo spezzo.
Con lui mi si spezza il cuore.
Lo pesto sotto ai denti e amara è la mandorla
amaro il sapore dell'amore.
Il confetto non è più un confetto
è un frammento incastrato nei denti
lo smalto sui polpastrelli.
E' la briciola che con rabbia spazzo via dal tavolo
e che poi, raccolgo.
Ho bisogno di sciacquarmi la bocca e le mani
diluire questa mia sofferenza nel tempo
e inghiottirne le lacrime.
E se sfiori la carta, lo senti il mio pianto
non sei più obbligato a cercarmi gli occhi.
Tocca queste righe ondulate
sono il mare, salato.
E se ti soffierai il naso con questo pezzo di carta
indovina, quale tinta ha, l'inchiostro.
Fai una conchiglia di questa mia lettera
e appoggia, come sul grembo di una donna gravida
l'orecchio.
Sentirai le onde che ti portano.
E scopri in quale verso ti mando baci
lo leggerai col cuore
e se domani ti suona alla porta, apri.
C'è posta per te.

Bastarda



A volte mi chiedo cosa ho da offrirti.
Parole, una mano, il mio essere “bastarda”.
Se tuffarmi nei miei pensieri, nei tuoi,
se indossare i tuoi abiti e sentirmi tu,
o spogliarmi dei miei e non essere più io.
Se inventare nuove favole, sogni,
se stringerti è già abbastanza
se entrarci dentro significa volare
o cadere.
Se riempire il mare a cucchiaiate o svuotarlo
a grandi sorsi.
Se la rabbia che ci bolle dentro va lasciata
evaporare a bagnomaria o fatta esplodere
insieme ai nostri cuori.
Se l'anima è una scimmia aggrappata ai capelli
o va addormentata, ninnata, chetata.
Se il groppo che prende alla gola e allo stomaco
tra le tue, le mie, braccia, potrà sciogliersi
o vomitare una bestemmia.
Se faremo in tempo a mancarci,
non ci mancheremo mai.

giovedì 27 dicembre 2007

Yakamoz

Yakamoz.
La parola piu' bella del mondo e' turca e significa:
riflesso di luna sull'acqua.
Yakamoz, viene definita anche la composizione di microorganismi che si formano sott'acqua, soprattutto nel Bosforo.
E che nelle notti di luna piena, danno scintillio alle piccole onde provocate dai remi dei pescatori.
Dal cui riverbero i turchi sono usi farsi rapire, quando in mare o seduti a riva compiono il cosiddetto Alem.
Ossia, il momento di rilassarsi in compagnia degli amici.

mercoledì 26 dicembre 2007

Ha da passà 'a nuttata

E' passato anche questo Natale.
Io l'ho festeggiato con un lumino da cimitero.
Si' proprio quei ceri che si depongono sulle lapidi, idea originale del vegliardo di famiglia, in fondo sempre luce rossa e'.
Ho visto pure il bambinello Samuele, ultimo pronipote della dinastia TNT.
E se non fosse per i nei mancanti, il dibattito politico al cenone parentale era da fare invidia a Vespa.
A Napoli leggo che da domani escono con la maschera antigas.
Tra cumuli di immondizia e zoccole lussureggianti in pantagruelici avanzi natalizi.
E vabbuo', fra zoccole partenopee, governative, televisive e informatizzate, trascorso Capodanno con l'intimino rosso, si torna a fare le bad girls.

domenica 23 dicembre 2007

Se potessi

Stasera atmosfera prenatalizia.
Se potessi...
Regalerei ad un'amica l'ultimo libro di poesie di Alda Merini, la poetessa semifolle a cui tagliarono la luce ma non l'ardire del dire.
Ad un amico autore televisivo donerei l'ultimo libro di Andrea Camilleri sui pizzini di Provenzano, perche' come ha avuto la mafia addosso lui in Rai, nessuno mai.
All'amico scrittore autodidatta, che non so se poi completo' la sua storia tra passato e futuro, l'ultimo libro di Stefano Benni, poiche' adoro la sua fragile e ironica tenerezza.
Ai tanti che si sono persi per strada, nostalgici di un mondo possibile, l'ultimo CD di Adriano Celentano, sebbene il tempo passi siamo ancora vivi.
Agli amanti della magica Roma il libro con DVD di Francesco Totti, e che la forza sia con noi.
A tutti quelli che furono e che saranno, comunque vada, auguro un sereno Natale.

sabato 22 dicembre 2007

Jim della Canapa

Dal sito di Diego Cugia, Jim della Canapa scrive:
- Così dopo tutti questi anni di fatica indescrivibile e 17 euro sul conto uno si chiede: Perchè? Perchè non riesco a fare niente? Perchè non trovo il modo di rompere questo giocattolo che non sia la violenza? Con chi parlo? Un cervello non basta. Sono in troppi, sono tutti, e la gente sta a occhi bassi. Che cazzo posso fare? Tu dimmi che fai, oltre all’infaticabile raccolta dei ritagli minuscoli, il renderti cieco su libri antichi, che fai? Con chi parli, veramente? Scusa lo sfogo. Un abbraccio. -

Ciao Jim della Canapa.
Consolati, tu hai diciassette euro sul conto, io duecento euro ad arrivare a fine gennaio 2008.
E ad inizio gennaio mi aspetta una bolletta di cinquecento euro per il riscaldamento del periodo autunnale.
Come faremo? Semplice non ce la faremo, a meno che non ci mettiamo a battere per i viali della citta'.
Fa un po' freddo ma meglio cosi', un trans e una signora ormai stagionata si conservano meglio.
Non c'e' proprio un cazzo da festeggiare in questo Natale e l'anno nuovo ci attende con altri debiti e marchette governative.
Che doni portare se non qualche inutile cianfrusaglia cinese, che comunque moltiplicando pochi euro per una decina di parenti, fa sempre una cifra seppur modesta per noi esosa?
Cosi' o si sceglie di fare il Natale da soli risparmiando una minima spesa settimanale al discount, o si folleggia come Prodi, Berlusconi e la compagnia degli Agnelli.
Cosa dirti? Comprati una bottiglia di vino, la canapa gia' la tieni, e  scopa a Capodanno sperando di farlo tutto l'anno.
Domani e' un altro giorno.
Baci virtuali e gratis.

mercoledì 19 dicembre 2007

La vedova nera

Oggi mi sono vestita a lutto.
Tutta in nero dall'intimo alle scarpe.
In sdegno a questo Paese del malaffare, ai portafogli sempre piu' vuoti, ad un Natale che nessuno sente; semplicemente perche' non vi e' nulla da sentire.
E ho fatto bene a vestirmi a lutto.
Poiche' dopo aver pagato tasse, affitto, bollette, resta uno stipendio da fame per camparci una famiglia.
E nera come una vedova ho incontrato l'ex coniuge, quale spettro non l'avevo riconosciuto, ma probabilmente nemmeno lui ha riconosciuto me, il tempo passa e con la crisi gli alimenti mancano.
Nera come la Befana fascista.     
Chi in vena di masturbazioni mentali direbbe una dark lady, senza intimo rosso a Capodanno, perche' rosso unico e' lo sdegno.
E allora meglio arrivare all'anno nuovo in pura follia, che ha la tinta viola della pazzia.
La moratoria per la pena di morte non serve in Italia, gia' morimmo di stenti, come cantava il Faber.
Il contrasto delle perle sul nero fa sempre signora, anche con le pezze al culo.
Una vera signora non dovrebbe dire parolacce, anche se nel talamo puo' piacere, ma in questo mondo impossibile, di possibile c'e' solo sesso tantrico o vaffa cosmico.

sabato 15 dicembre 2007

Natale sgangherato

Nonostante qualche lucina semispenta, una stella cometa monca tenuta assieme dal nastro adesivo, addobbi natalizi d'epoca usurati, siamo riuscite a fare l'albero di Natale.
Rido con mia figlia alla sua frase:
- Certo che quest'anno e' un Natale sgangherato! -.
Ha ragione.
Sembriamo il gruppo TNT.
Al posto del Cirano, un Miomao impegnato sino alla Befana a rincorrere stelle e pianeti natalizi.

Chiare fresche dolci acque

Oggi sono serena.
Mia figlia va bene a scuola, si impegna ed e' responsabile, dicono i professori.
Come tutti i ragazzi che vivono in famiglie divorziate, lavorano d'estate, sanno quanto costa il sale e il valore di un regalo.
Nella notte di veglia la telefonata inaspettata di un amico mi ha fatto assai piacere, l'amicizia e' rara e preziosa come perla di mare, da coltivarne nel tempo la lucentezza.
Oggi faro' l'albero di Natale, soprattutto per micio che cosi' potra' giocare con le palline rosse preferite.
Leggendo qui e la', stupefacente come un uomo innamorato ritrovi fragilita' e tenerezza, imparando a procedere a passi felpati anziche' con istintivi balzi da felino.
L'amore cambia la prospettiva, e' come andare dal dottore: la differenza di pensiero passa dal non me ne importa nulla al io speriamo che me la cavo.
La maga ha predetto occhi chiari, segno di terra legato al mare, un uomo isola.
Per ora e' acqua cheta di lago, ma nessuno, nemmeno io, puo' fermare il mare.

venerdì 14 dicembre 2007

For Sale

Io ormai non saprei piu' che vendermi, data l'eta' e la nullatenenza da proletaria figlia di camionista.
Dopo trent'anni di lavoro e quarantotto di vita, potrei vendermi l'indifferenza, il distacco, non solo per il mio destino ma per quello altrui e del mondo intero.
In fondo la sussistenza, sopravvivenza, e' legata a una diagnosi clinica, ad un conto in banca, all'arrivare a fine mese.
Io ho gia' ipotecato i prossimi dieci anni lavorativi ad un tasso usuraio; la salute e' un optional derivante dal pagamento dei ticket; affitti, mutui e carovita dipendono dai tassi d'interesse, di qualcun altro, mai nostri.
La famiglia, il parentado, ognuno e' impegnato a sbarcare il lunario, coi propri fallimenti economici ed esistenziali; i figli crescono alla meno peggio, ammesso che ci siano soldi per il mantenimento e gli alimenti.
Amici, se si escludono quelli che vogliono dormire con te, sono rari in tal deserto.
Nella giungla della metropoli intermittente qualche lucina anabbagliante, lumini nel cimitero di emozioni e sentimenti.
Amori narcisi egoisti ed egocentrici, che durano il tempo di una notte senza lasciare tracce, se non sul lenzuolo.
Festeggero' l'anno nuovo con una stecca di sigarette e una bottiglia di champagne, io e micio, e al macero tutto il resto.

sabato 8 dicembre 2007

Otto dicembre


E' nato Samuele.
Nel giorno della Sacra Madre che sempre lo protegga.
Prozia per la seconda volta.
E l'augurio di buon compleanno a mia nuora. 
Attendendo il divenire nonna.

Veglia di Natale


Quattro vite spente
Arse vive nel fumo acre
Come ciocchi di ciminiere
Orfani d'un triste Natale

Vetrine sfavillanti d'inutile
Passi gelidi frettolosi
Stringo il caldo manto addosso
L'eco natalizio dei passanti




Ricordi smarriti mi perdo
Alla ricerca di un volto una mano
Chissa' se mai videro i portici
L'amato nostro accompagnarci

Vago tra le luminarie
Sulle note di Cade la pioggia
Negli occhi un luccichio
Luci riflesse stelle bagnate.

mercoledì 5 dicembre 2007

Potrei rinascere donna

L'ultima profezia del Dalai Lama: 
- Se la forma femminile sara' più utile saro' donna -.
Una monaca anziana reincarnata afferma che:
- Non c'e' nessuna legge che stabilisca se la reincarnazione debba avvenire in un corpo di uomo o in uno di donna: se una persona ha una mente illuminata, consapevole, compassionevole, allora nella prossima vita rinascera' in una forma superiore -.
Il Dalai Lama ha dichiarato che la reincarnazione femminile e' la piu' alta, non perche' "donna e' bello", ma perche' in questo mondo impossibile potrebbe essere piu' utile che concetti come tolleranza e pace, venissero da una donna.
La reincarnazione, dice il Dalai Lama - Oceano di saggezza - e' la conseguenza diretta del kharma, gli esseri reincarnati vengono al mondo perche' in un determinato momento c'e' bisogno di loro.
Dunque la reincarnazione puo' assumere diverse forme: uomo, donna, bambino, anziano, cane, gatto, albero, non ha forma fissa e mai si sa chi sia un reincarnato o una reincarnata; chi dice di esserlo forse non lo e', chi lo e' non sa di esserlo.

E se Cristo fosse nato donna?
Si sentono sempre piu' in giro confessioni, je accuse, mea culpa ed altre amenita' strappalacrime sul genere telenovelas e la vita in diretta, gara a premi su chi sfruculia meglio nelle disgrazie proprie e altrui.
E' il trionfo della sceneggiata napoletana, Mario Merola docet.
La spettacolarizzazione delle emozioni vissuta come il lettino dello psichiatra, confessionale e diario di bordo di casalinghe mantenute da ex mariti o da consorti attuali, in una sorta di rito collettivo liberatorio dai fallimenti esistenziali.
Come se bastasse parlarne o scriverne per esserne fuori.
Questa sorta di compiacimento narcisistico, o vittimismo, o mania di protagonismo, produce i suoi effetti scatenando nella folla, nella massa, una condivisione perbenista e politicamente corretta, che fa sentire tutti piu' buoni e comprensivi, la pietas cristiana dell'ama il prossimo tuo come te stesso.
Non e' un caso che tali esternazioni cosi' intime e privatistiche escano fuori nei periodi natalizi e pasquali; in fondo si tratta di concedersi e concedere un'elemosina, una medaglia al valore civile, semplicemente per il fatto di aver vissuto.
I cuori nobili, come da retorica da libro Cuore, dovrebbero tutti fare la ola da stadio a questi messaggi di aiuto, solidarieta', compatimento - ovvero con pathos soffro con te - caritatevoli e pieni di buoni sentimenti, valori e principii.
I cuori aridi invece, come da sano cinismo e realismo da gloriosa testata Cuore, risponderebbero con un sincero e terapeutico ecchissenefrega.
Che si tratti di casalinghe annoiate della ricca borghesia o di borgatare massmediatiche, l'appello non cambia, e si potrebbe tradurre in un cercasi un altro pollo che colto da commozione mi mantenga.
E a conferma di cio', si dovrebbe sentire anche l'altra campana, ossia quegli uomini che si sono ritrovati a lavorare dodici ore al giorno per mantenere donne obese e sciatte sino al momento del divorzio.
Ove hanno dovuto lasciare pure la casa, oltre all'assegno ai figli e alla moglie che poverella, soffrendo di depressione non puo' certo andare a lavorare, perche' si sa che costa fatica pulire scale o deretani agli anziani.
Donne che spesso usano i figli come ricatto affettivo e materiale, senza nulla togliere a quei padri che, alla pari di queste signore, fanno mancare il sostegno morale e monetario alla loro prole.
La domanda quindi sorge spontanea a queste 'signore' che non hanno mai lavorato, o solo saltuariamente, e per le quali il maggior pensiero e' stato il colore di smalto per le unghie o come candeggiare le tende.
Che non sanno cosa significa avere fame, girare per negozi cinesi e discount, o vendere oro e ricordi di famiglia agli usurai, ignorando l'insonnia da debiti, prestiti e sfratti.
Ma fino ad ora dove eravate, cosa avete fatto e come avete vissuto?
Come disse una terrorista tedesca ai propri aguzzini, una risata vi seppellira', care signore, perche' voi che finora avete dormito nelle vostre tiepide case, siete complici e colpevoli delle vostre miserie esistenziali, annegate nella bottiglia o negli psicofarmaci.
E siete le prime a disprezzare il vostro stesso genere e ad inchiodare le altre donne o diverse da voi, alla Croce.
Le donne davvero straordinarie sono quelle che in silenzio e senza clamore, hanno cambiato la propria vita.
Perche' vivere non e' un lusso, ma una necessita'.

venerdì 30 novembre 2007

I ragazzi del 68

I ragazzi del 68 oggi sono nonni.
Ormai tutti in pensione, qualcuno non ci e' mai arrivato, qualcuno si e' perso disciolto in acido.
I pochi fortunati governano il Paese, dagli ex boyscout cocainomani ed erotomani agli ex rivoluzionari pentiti e venduti.
I loro figli compiono di gia' quarant'anni.
Generazione bambocciona cresciuta tra oratorio e anelli di fumo.
A loro volta genitori di ventenni miss Italia anoressiche o bulimiche e mister muscolo anabolizzati e impotenti.
Nel Sessantotto avevo dieci anni.
Ho vissuto gli anni Settanta coi sogni da ragazza non da fotoromanzo, bensi' per un mondo possibile.
Di equo solidale resta solo l'immondizia partenopea. Anche i ricchi producono rifiuti, solo che i loro vengono rimossi.
Il tempo incenerisce utopie, mai memorie e ricordi.
Alla soglia dei cinquanta anni, traguardo minimo raggiungibile per crescere figli autonomi maggiorenni, in attesa dello scandire dell'orologio biologico ed ereditario, quel DNA del nostro destino.
La vita e' una stagione.
La primavera verde tra infanzia e adolescenza.
L'estate solare delle nozze e i suoi frutti.
L'autunno rosso delle foglie caduche in menopausa.
L'inverno bianco dei capelli e dell'oblio.
Amare e aver amato.
Qualsiasi cosa avvenga poi, sara' sempre il momento giusto.
Senza rimpianti, senza rancori, l'essere stati e l'aver vissuto.
Lasciando in eredita' perle d'emozione.

sabato 24 novembre 2007

A tutte le Sally del mondo



Stupro

Presto presto sbarrate le porte
giù le serrande
chiudete i bambini…
Dio mio… spegnete le luci,
no no! Ombre giganti sulle pareti,
di chi quella mano che mi preme la faccia
sul muro?
Alza la radio a tutto volume,
casa infestata da spettri ghignanti,
non urlare, non gridare,
zitti tutti, sento qualcuno che chiama il mio nome…
No non mi toccare, io sono anelli di fumo,
se mi passi attraverso ti bruci.
Dita rattrappite sul volto, singulti,
capelli nei polpastrelli come soffice nido,
Io bambina, occhi sbarrati,
attenta all’uomo col sacco,
zio perché mi accarezzi le tette?
Non mi toccare che mi fai male,
che mi sporchi la pelle…
via un seno e poi l’altro, le ovaie,
dove sono le mie ovaie?
Mi sento dilatare, squarciare, non mi toccate!
Vi odio tutti,
complici di un dolore antico.

venerdì 23 novembre 2007

Eolo l'auto ad aria che volo' via

Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina e' stata fatta sparire. 
Perche'?
Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: "Eolo" (questo il nome originario dato al modello).
Era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare, fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.
Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocita' di 110 Km/h e funzionare per piu' di 10 ore consecutive nell'uso urbano. 
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento. 
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio ne' sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento piu' semplice.
Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002; si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitu' della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno piu' notizie.
Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.
Questa vettura rivoluzionaria che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costera' alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto oggi un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia e' nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.
Tant'e' che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.
Come stanno oggi le cose? 
Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perche' di questi ritardi continui. 
I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza avere mai costruito neanche un'auto. 
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.
Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? 
Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.
La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi ne' di cambi olio, che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. 
Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissa' cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno e intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'e' a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo...
(mail su Web)

Eolo e' la prima autovettura ad aria compressa inventata da Guy Nègre e la cui produzione e' stata prevista da parte della MDI; quest'ultima, a sua volta, ha ceduto la licenza per la costruzione e la commercializzazione della stessa ad altre societa', ad esempio in Italia alla Eolo Italia. 
Fu presentata nel 2001 al Motorshow di Bologna...
Il 7 febbraio 2007 il gruppo MDI ha annunciato di aver concesso al costruttore automobilistico indiano Tata Motors la licenza per la costruzione di prodotti che sfruttino la tecnologia del suo motore ad aria compressa. 
Su tutti i modelli, rispetto a quelli precedenti, si avra' un telefono vivavoce Gsm incorporato e un Gps e, inoltre, una scheda elettronica per l'accensione. 
La messa in commercio in India e' prevista per il 2008.
(it.wikipedia.org)

martedì 20 novembre 2007

Sogno lucido

Ne scrivo perche' vorrei ridare speranza.
Ai tanti che piangono i loro cari gia' perduti o in procinto, e ai molti che stanno vivendo un doloroso cammino di distacco definitivo.
Premetto che io credo nelle energie, senza seguire alcuna religione o filosofia di vita, ma sulla base di percezioni, esperienze sensoriali, sensibilita' e quel pizzico di sesto senso che spesso accompagna l'universo femminile.
Talvolta ho sognato presagi anche funesti, una sorta di sindrome da Cassandra che, causa un trauma, mi ha indotto a non sognare piu'.
I miei racconti in fondo sono solo la narrazione di questi sogni, e il vedere come poi s'avverino tali segnali, aiuta a comprendere come la realta' non sia solo cio' che vediamo e percepiamo, o quella codificata da un sistema morale etico e sociale, ma come altresi' esistano altre dimensioni spazio temporali, in un solo termine energia, e come essa si commuti e manifesti in ulteriori e diverse forme.
Ho vissuto sin da bambina un'infanzia riflessiva, meditativa, solitaria; un destino che mi accompagnera' per tutto il corso della vita.
Paradossalmente per nascita e indole sono anche impulsiva e istintiva, trasmetto piu' che col linguaggio verbale col linguaggio corporeo, come i bambini, e col tempo accrescendo il livello di consapevolezza attraverso la parola scritta.
A nove mesi di vita ho vissuto uno stato di coma, precipitando nel vuoto, e ancora oggi convivo coi postumi da sindrome da vertigine.
Avevo rimosso tutto cio', considerate eta' e memoria acerbe, tant'e' che parlando con amici di certe sensazioni spesso mi e' stato domandato se fossi andata in coma, e con la sicumera di chi non sa rispondevo: no mai.
Vivo stati d'inquietudine coscienti o meno coscienti tramite il sogno, verso chi amo. 
E di solito hanno preannunciato un evento doloroso, un possibile distacco, fortunatamente solo temporaneo.
Ho vissuto rare esperienze di viaggio astrale, chi ha letto Castaneda sa a cosa mi riferisco, in situazioni di estrema simbiosi con l'altro.
Ho visto talvolta la morte preannunciata in qualcuno.
Ho avvisato senza motivo logico alcune persone a me care, che qualora si trovassero nel tunnel di tornare indietro nel buio, anche se la luce attira come i richiami dei propri defunti, ma la luce e' il varco, la porta verso la vita infinita, mentre il tunnel rappresenta invece il ritorno alla vita terrena e fisica.
Non so se a qualcuno sia servito, magari anni dopo quando ha vissuto situazioni simili, d'altronde non e' momento che decidiamo noi bensi' cammino del fato, quando e' l'ora si torna indietro o si oltrepassa il punto di non ritorno.
Cosa ci sia dopo la morte fisica non e' dato saperlo, io l'ho rivissuto in una sorta di deja vu forse dettato dal coma in tenera eta', in un momento di dormiveglia ove ero comunque consapevole e conscia di non stare sognando.
Il corpo, la materia, non esiste piu', si sente dilatazione, espansione, l'immagine e' quella della rottura di un uovo, il tuorlo, il nucleo, il fulcro, che si allarga sempre piu' nell'albume, parimente ai cerchi concentrici del sasso nell'acqua; e' la propria energia che si unisce e si fonde nell'universo, nel cosmo e ne diventa parte integrante e unificante, inglobata.
E' uno stato di beatitudine totale completa, una quiete e pace indescrivibili, nessun orgasmo potra' mai eguagliarlo, ecco perche' i defunti appaiono sereni e rilassati quasi con lineamenti da bambini, non solo per la fine delle sofferenze ma per tale condizione di serenita' e felicita' assolute.
E' l'energia che ritorna energia, cosi' nacque cosi' si trasforma, nulla si crea e distrugge ma muta, onde sonore, percezioni visive, un ciottolo, un fiore, un animale, un essere umano; nessuno ha modo di sapere se questa energia cosmica che unisce e forma l'universo si materializzi e sotto quale forma, e quali segnali vengano captati dal mondo terreno.
Mai avere paura di questi segnali, si tratta di energia positiva benefica, gli esseri piu' sensibili e sensitivi la colgono e ci convivono, accettando che coabiti in loro e nell'universo.
Spesso si ha timore di esternare queste sensazioni, forse perche' viviamo in un mondo troppo logico e razionale che definisce folle chiunque non e' omologato, e si sa quanto perfidi possano essere gli esseri cosiddetti normali, guai a scalfire i loro dogma, assiomi, certezze, sicurezze conformi.
La storia e i manicomi sono pieni di gente emarginata, esiliata, etichettata come diversa per questa potenziale energia destabilizzante per il sistema.
Artisti, poeti, pittori, scrittori, musici, anime a cui hanno provato in tutti i modi a cancellare in maniera violenta o subdola l'essenza, il messaggio, cio' che li rendeva unici e speciali, appunto differenti.
Una volta un'anziana attrice napoletana un po' strana, guardandomi solamente, mi disse: tu sei la Luce.
Vero, il mio nome significa splendente, possiedo doti carismatiche, cerco di usarle a fin di bene, nulla a che fare comunque con stregonerie o misticismi, ma attraverso la parola scritta il mio comunicare da essere talvolta autistico trasmette un messaggio a volte spirituale a volte sociale, esprimendo quell'energia che tutti potenzialmente hanno se non repressa o deviata.
Ovviamente trattasi solo di mia umile testimonianza, identificabile nel simbolismo del tunnel, luce, uovo, aura, filamenti luminosi di Castaneda, nella spiritualita' e sensualita' femminile di Coelho, nella magia Bahia di Marquez e Amado, nella filosofia zen e tantrica e nel ritualismo dei popoli del Sud.
Non ho mai fatto uso di droghe, la mia mente ne e' refrattaria, ma ad esempio la Cannabis risulta essere assai efficace nella terapia del dolore, cosi' come altre erbe che si trovano in natura e che non vanno ad arricchire le lobby multinazionali farmaceutiche.
Purtroppo come sempre chi ha denaro si puo' comperare anche una morte dignitosa, al contrario di chi impotente vede marcire in letti d'ospedale e sotto accanimento terapeutico corpi e cervelli distrutti dalla sofferenza ridotti a stati vegetali.
Questo accade tutti i giorni nei paesi del mondo dove governa e comanda il dio mercato e quell'ipocrita professione religiosa oscurantista integralista, che contro ogni precetto spirituale, ordina e dispone vita e morte prive di alcuna sacralita'.
Comunque vada, per raggiungere lo stato di beatitudine occorre che sia il momento giusto, ossia determinato solo dal fato su dettato del cammino prefissato per raggiungere la meta.
E che si arrivi alla soglia con un livello di consapevolezza tale da concedere il passaggio dalla vita terrena alla luce infinita.
Buona vita e  buona Luce.

sabato 17 novembre 2007

La storia siamo noi

A Genova si e' svolta una manifestazione per chiedere una commissione d'inchiesta affinche' sia fatta luce sui fatti del 2001 in occasione del G8.
Alla testa del corteo Don Andrea Gallo.
In Piazza Alimonda dove il 20 luglio del 2001 fu ucciso Carlo Giuliani, e' stato deposto un mazzo di fiori alla presenza del padre del ragazzo.
Da evidenziare che l'istituzione di una commissione d'inchiesta fu proposta e bocciata dalla Camera per mancanza di deputati del governo Prodi, eletto/i grazie ai voti di quel popolo che vuole verita' e giustizia.
Sempre per merito di questo governo, quest'anno avremo un Natale ancora piu' povero, se possibile, in quanto le tredicesime saranno alleggerite.
Infine ciliegina sulla torta - rossa di coloranti come ormai i partiti di centrosinistra - l'assessore alla Sanita' di Napoli ha risolto la questione cronica dell'immondizia e inquinamento, vietando di fumare nei parchi e giardini.
Governo, opposizione e camorra passeranno un Felice Natale.

giovedì 15 novembre 2007

Piccoli Hitler crescono

Sara ragazza sedicenne viene travolta da un autobus e muore.
Alcuni suoi coetanei filmano col cellulare l'evento, divertendosi a riprendere dettagli di cervello sull'asfalto e commentando:
- Dai vai a vederla anche tu ha la testa staccata -. 
Poi il filmato gira su Internet.
Il preside della scuola di Sara ne viene a conoscenza e sporge denuncia alla polizia postale.
Convoca i rappresentanti di classe in assemblea e rilascia un'intervista al giornale Repubblica, asserendo che:
- Un terzo dei ragazzi ha i genitori separati che quindi seguono poco i figli. Se li convochiamo per qualche mancanza dei ragazzi, quasi sempre prendono le loro parti e trattano preside e professori dall'alto in basso. I ragazzi non hanno senso critico, ma tutti hanno un cellulare nuovo e costoso -.
Io sono la madre di una studentessa sedicenne.
Ritengo stigmatizzabile l'affermazione del preside sui genitori separati che seguirebbero poco i loro figli.
Mia figlia non e' mai stata bocciata, usufruisce di borsa di studio, lavora d'estate in fabbrica e campiamo in due con mille euro al mese. 
Cio' nonostante, pur non possedendo un cellulare costoso e rinunciando alla gita scolastica per motivi economici, e' cresciuta con valori e ha pianto alla notizia della tragica morte di Sara.
Non tutti i ragazzi sono uguali, degni o meno dei loro genitori, e docenti 
O presidi.

giovedì 8 novembre 2007

Maggie




Nutella blues

Oggi non ho resistito e me la son comprata.
Pronta a tuffarmici dentro.
Sara' la stanchezza - la fatica del vivere di Pavese.
Sara' voglia di tenerezza e nausea di sesso.
E poi mi ci vuole, dopo l'ultima di Berlusconi:
- Ho scoperto che cos'e' il punto G delle donne... 
E' l'ultima lettera di shopping -.
Battuta del Cavaliere alla Fiera dell'antiquariato a Verona.
Dopo di che, recidivo persevera con alcune signore anziane presenti:
- Vi vedo un po' birichine, fate le brave con i vostri fidanzati -.
Urge digerire.
Nutella blues.


martedì 6 novembre 2007

Ciao Enzo testimone del tempo

Mi sento come se fosse morto un caro nonno, a cui sei affezionata, al quale ti rivolgi quando cerchi di capire i grandi enigmi della vita e della storia.
Da umile modesta ex giornalista pubblicista, mi inchino al tuo saper fare cronaca, inchiesta, informazione, indipendente e mai asservito ad alcun potere, forse l'ultimo opinionista libero in questo mondo mediatico venduto.
Sono cresciuta con te e con Oriana, miei esempi di giornalisti sul campo, che raccontavano la realta' italiana e planetaria, senza partigianerie o servilismo verso i potenti.
Oggi si fa giornalismo seduti su comode poltrone e navigando su Internet, mercenari di editori legati a lobby economiche e politiche.
L'ultima tua intervista l'avresti voluta fare al Cavaliere, chiedendogli cosa ha dato alla politica e cosa ha preso.
Ma ti e' stato impedito da un censore talmente piccolo da aver paura delle opinioni, ipocrita nelle sue tardive scuse.
Non che gli altri siano migliori, come diceva il tuo saggio avo emiliano, buonanotte ai suonatori.
Piccolo uomo che attraversi il guado del non ritorno col tuo orgoglio di resistente e partigiano, resti il piu' grande testimone del tempo.

sabato 3 novembre 2007

Canto di una creatura

E' uscito il nuovo libro di poesie di Alda Merini: "Francesco Canto di una creatura" per le edizioni Frassinelli. 
Ecco un ottimo dono per le feste natalizie, di una poetessa che nel 1996 fu proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall'Académie française.
Alda Merini, 76 anni, vive sui Navigli in un bilocale vecchia Milano, priva di gas da mesi perche' l'erogazione le e' stata sospesa dai carabinieri e vigili del fuoco dopo una segnalazione del suo amico Frassinelli, preoccupato per lo stato depressivo della poetessa. 
I pompieri hanno riscontrato un utilizzo anomalo del gas e le finestre sbarrate; indotti a supporre un tentato suicidio, le forze dell'ordine hanno obbligato l'azienda elettrica municipale a bloccare l'erogazione. 
Per riavere il gas, acqua calda e riscaldamento, occorrera' attendere una perizia psichiatrica. 
In un'intervista a Vincenzo Mollica, alla domanda su un ipotetico odierno San Francesco, la Merini risponde al suo amico che un Francesco oggi nemmeno potrebbe essere, sarebbe subito internato in manicomio. 
In relazione alla vicenda del gas, Alda si limita ad affermare ridendo, che i cretini siamo noi. 
Come darle torto, d'altronde. 

 

giovedì 1 novembre 2007

Cara Mamma

Non verro' al cimitero domani, preferisco pensarti viva, o col viso e sorriso distesi del post mortem.
Sono passati venti anni, io ero ancora una ragazza gia' coi miei pensieri e problemi di madre e moglie, non e' stato facile ne' per me ne' per te, la vita non e' mai facile per nessuno e non fa sconto alcuno.
Io penso che l'equilibrio psicofisico sia estremamente importante per la salute, quando soffri ne risente il fisico e tu hai sofferto, per anni di poverta' prima e per poco amore di un uomo poi, e forse anche di noi figlie, chiusa come eri nel tuo dolore e silenzio e chiuse come eravamo noi nel nostro giovane egoismo.
Non sei mai stata molto espansiva, non ricordo tu mi abbia spazzolato i capelli, pure io sono cresciuta da bambina timida e sola, e ancora oggi non sono espansiva con la tua nipotina, anche se grazie al cielo mi impone di farle le trecce tutte le sere.
Forse dovrei abbracciarla di piu', forse dovevo abbracciarti di piu'.
Oramai non importa, coi forse e coi ma non si costruisce futuro e ci si ferma al presente.
Del passato restano bei ricordi, qualcuno tenero altri di angoscia, fotografie di un tempo che non torna ma che comunque e' stato.
Il mondo in questi venti anni e' cambiato assai, siamo tutti piu' poveri, piu' soli, piu' tristi.
Mi spiace tu non abbia potuto vedere la tua nipotina, l'hai sempre desiderata una femmina, e' bella, sana e allegra.
Per quanto allegra ancora non so, il passaggio dallo stato adolescenziale pieno di sogni e speranze a quello adulto e' un attimo, un battito ove spicchi il volo o ti ritrovi con le ali tarpate.
Il tuo nipotino ha sposato una ragazza dal cuore generoso, e spero prima o poi di diventare nonna, almeno da godermi per qualche anno un piccolo cucciolo.
Al momento mi gira per casa un delizioso felino viziato, selvatico come il mio carattere - ti ricordi quando me lo dicevi - che pero' dorme con me e mi fa compagnia.
Talvolta sono venuta a trovarti, a parlarti negli istanti piu' bui, e ti ho sognata serena, le tue parole dette in sogno: non e' tempo ancora.
Quando sara' l'ora non lo so, a nessuno e' dato sapere ma prego che quando sara', di avere il tuo armonioso sorriso, il tuo volto tornato bambino.
E qualcuno che un giorno scrivera': ti ho voluto bene.
L'orchidea che tanto amavi e' per te.

mercoledì 31 ottobre 2007

Anima animale

Micio non e' un gatto ma un cane, cieco, che forse ha strappato la catena o forse qualcuno l'ha spezzata apposta, e Micio e' fuggito, non si sa se incontro all'avventura o alla morte.
Era stato raccolto in un canile, pulcioso e dagli occhi malati, i primi tempi urtava contro tutto poi aveva imparato a schivare gli ostacoli.
Non altrettanto i pericoli, e si sa che il pericolo maggiore per gli animali e' proprio l'essere umano, che uccide non per fame ma per perversione.
Miomao invece e' un gatto, e ci vede benissimo.
Ha trascorso la sera a miagolare ad un foro nel soffitto ove prima stava appeso un lampadario, nemmeno gli avessero rubato la luna.
E poi dicono che gli animali non capiscono.
Capissero cosi' gli essere umani, avremmo un mondo piu' bambino e saggio.

Piccola Sara

Piccola Sara, ragazza marocchina sedicenne, travolta da un pullman mentre tornavi da scuola.
Sull’asfalto una chiazza, membra ormai distese. 
Chissa’ a che pensavi mentre attraversavi la strada, all’ultimo voto, al ragazzo, a come festeggiare stasera Halloween, o al tuo Paese.
La folla attorno, i tuoi genitori accorsi, Fabio l'amico piange.
Non ci si puo’ credere ma succede, e una giovane vita vola via.
Destino, caso, fatalita’, e non c’e’ piu’ nulla da festeggiare, solo da compiangere i propri morti e avere pieta’ dei vivi.

Pulcinella

I miei amici partenopei spesso mi narrano che ci sono due tipi di napoletani.
Quelli veraci, sagaci, brillanti, con la furba intelligenza dell'arte creativa d'arrangiarsi, amanti comunque anche nella loro semplicita' delle belle cose, e con la cordialita', ospitalita', calore tipici del Mediterraneo, avvolgenti in un abbraccio quasi soffocante quanto gradito.
Poi ci sono gli altri, quelli che si profumano per nascondere il fetore, col trucco per mascherare le rughe, anziche' lavarsi i capelli gocciolano forfora e gel, sovente unti, obesi, laidi dentro.
Non conoscono cultura, sapere, modestia, umilta', gente da telenovelas, fiction, canzonette, scialbi nella loro noia e vita, anonimi come solo esistenze senza valore possono essere, volgari scurrili o finti borghesi, ma a tavola o nel letto esce la loro vera natura da bassofondo, con tutto rispetto per i veri mariuoli del rione Sanita'.
Sono la vergogna del Principe, di Edoardo, del Massimo poeta.
Amebe che cercano di emergere dalla loro mediocrita' affondandovi sempre piu', parassiti assistiti che fanno dell'immondizia merce di scambio, lamentandosi che nessuno la raccoglie ma non movendo dito per riporla nel cassonetto.
Producono diossina bruciando spazzatura, inquinando aria e ambiente, favorendo cosi' la camorra con lo spirito arrogante del clan, gregge tipico di sudditi che vogliono regnare anche se il re e' nudo, da poveri Pulcinella quaquaraqua'.
Gli omminicchi, caporalato di manovalanza, avrebbero potuto nascere - e mai crescere ed evolversi - al nord come al sud, agli antipodi dei continenti, senza comunque lasciare traccia di se' alcuna.
L'anima vera del Sud ha ben altro spessore e valenza.
E' l'essenza dell'arte, cultura, storia, vivibilita' napoletana, l'allegro orgoglio di un popolo che non e' pizza, mandolino, Vesuvio, bensi' cuore pulsante, intelletto vivace,  ombelico del mondo.

sabato 27 ottobre 2007

LinuxDay 2007

Come non celebrare la festa dei miei 'fratellini', che festeggiano il software libero, che si puo' utilizzare e modificare e ridistribuire senza problemi di copyright, valido per poveri e per ricchi, che oltre ad essere gratuito, sicuro e stabile e' altamente tecnologico.
Io non lo so usare, o almeno non mi ci sono mai impegnata con volonta', un po' perche' sono 'anziana' per cui restia a investire neuroni ormai ridotti in nuove tecnologie, e un po' perche' ad apprendere nozioni tecniche sono una cosiddetta 'frana' tanto da spazientire qualsivoglia San Francesco telematico.
Pero' amo molto l'etica di questi ormai vecchi 'ragazzi' che dimostrano che un'altra cultura, non solo informatica, e' possibile.
E mi aiutano a pensare che e' possibile una rete Internet senza controlli e senza censura, ove sgorga come da fonte pura, libera informazione, scambio di saperi e comunicazione.
Non rubate questo sogno, anzi sostenetelo, perche' in tale dimensione che non conosce barriere politiche, d'eta' o di genere, distanze spazio temporali, forse e' quel qualcosa che accomuna.
Per cui ben venga la festa del pinguino, dell'open source, e di questi 'fratellini' che porto sempre nel cuore, sino dagli albori di Internet.

venerdì 26 ottobre 2007

La terra dei cachi

Italia terra dei cachi, che fare? 
Proviamo a fare un'analisi sintetica:

1) Opzione voto - il voto e' la solo cosa che importa ai nostri governanti in tempi di elezioni, per il resto non gliene frega nulla, tanto ormai la poltrona, il diritto alla pensione, il posto di lavoro per figli, mogli, nipoti, amanti se lo sono assicurato, oltre a vari interessi economici legati ad appalti e forniture.

a) Voto si' - conta solo durante il periodo elettorale, programmi e schieramenti politici riciclati, qualcuno pure condannato, un carrozzone a cui fingiamo di credere tutti col naso turato sia a destra che a sinistra.

b) Voto no - astensione dall'esercitare un diritto, efficace se attuato dalla maggioranza assoluta del popolo italiano; controproducente se applicato solo da una minoranza, col rischio di una maggioranza priva di una opposizione rappresentativa.

2) Opzione liste civiche - alternativa valida per le elezioni locali, in quanto si conosce di piu' chi opera sul territorio, per cui potrebbe costituire una ventata d'aria e gente fresca, ponendo la massima attenzione a non veder rientrare dalla finestra i soliti noti in cerca di poltrone o legati da interessi e affari con qualche parte politica. 
A livello nazionale, finche' si votano candidati proposti dai partiti, non c'e' cambiamento di base, in quanto per arrivare ad essere candidato da un partito devi gia' essere disposto a scendere a compromessi, per cui scordiamoci il duro e puro in politica a livelli istituzionali.

3) Opzione boicottaggio dei consumi e obiezione fiscale:

a) Energie - in un Paese ormai allo sfascio ove nessun governo fa nulla, perche' manca la volonta' politica, per calmierare prezzi e tariffe, anzi anche a livello locale si svendono le risorse primarie, energie acqua, luce, gas, politiche ambientali, affidando in appalto tali beni e relativi consumi/ricavi a societa' miste pubblico-privato; il che comporta oltre ad un aumento dei costi, l'investimento in azioni di cui non godranno i cittadini stessi ma soci e delegati che guarda caso spesso sono i medesimi amministratori pubblici a fine mandato.

b) Tasse - ogni legge finanziaria prevede l'aumento o diminuzione delle tasse, tutte percentuali alla fine risibili, quando i salari sono comunque da fame e il carovita alle stelle. 
Le agevolazioni fiscali per i lavoratori dipendenti con trattenuta alla fonte sono altresi' ridicole, anch'esse percentuali irrisorie in detrazione; ponendo la massima attenzione a non incorrere in qualche verifica fiscale utilitaristica per titolare i media con lotta all'evasione fiscale.

c) Consumi - nel ruolo di utenti e consumatori abbiamo potere d'acquisto; in tal campo prolificano iniziative spontanee e autogestite di acquisto diretto dai produttori, saltando la catena distributiva che incide notevolmente sul prezzo del prodotto, per cui famiglie, quartieri, realta' locali si aggregano per acquistare sul territorio dalle piccole aziende, dai contadini stessi, alimenti che sono tipici di quel luogo e quindi senza l'aggravio di spese di trasporto, importazione, distribuzione. 
Di fatto anche sui consumi si vive quasi in regime di monopolio, alla faccia del libero mercato, da un lato le catene di supermercati e cooperative, dall'altro negozianti e commercianti costretti a chiudere; coltivatori i cui prodotti vengono pagati una miseria e rivenduti a caro prezzo, inclusa la relativa manovalanza, spesso extracomunitaria; artigiani con tariffari da urlo per chi usufruisce della prestazione o lavoro nero non garantito e a rischio sicurezza. 
Per non parlare poi delle aziende che fanno cartello convalidando cosi' uno status di monopolio e senza il vantaggio della libera concorrenza, che dovrebbe ridurre i costi e fornire prestazioni piu' vantaggiose.

d) Spesa pubblica - ridurre ministeri, portaborse, gregari vari; eliminare consulenze esterne e incarichi professionali; ridurre al minimo spese di rappresentanza, viaggi, trasferte; abolire privilegi, agevolazioni, incentivi come la famigerata legge Merloni voluta dalla sinistra sulla progettazione;  sostituire i cosiddetti premi di produttivita’ affatto meritocratici ma che vanno solo a ingrassare le tasche dei dirigenti o ruffiani e per i dipendenti misere briciole, ripristinando gli scatti d’anzianita’, che assieme alla scala mobile svenduta dai sindacati e al paniere dei beni primari a prezzo controllato dallo Stato, contribuivano al potere d’acquisto dei salari dei lavoratori. 
A paragone con altri Paesi europei, considerate tasse e corrispettivi servizi, dovremmo essere un Paese fiorente, per cui da qualche parte qualcuno intasca troppo.

Allora, che fare?
Questo rimane capitolo aperto, avessi la soluzione farei la veggente o potrei candidarmi alle elezioni.
Continuare a cercare alternative, proposte, pratiche di difesa, tutela e salvaguardia possibili e attuabili,  lottare e resistere.
E' una guerra silente che ognuno di noi combatte nel quotidiano, come cittadini, genitori, utenti, consumatori, in uno Stato ormai retto piu’ a monarchia costituzionale che a governo del popolo. 
Cio' che importa e' non subire passivamente, non tacere, non adeguarsi a tale sistema, e far sentire voce, protesta, rivolta, con azioni che abbiano anche la massima visibilita' mediatica, poiche' serve amplificare e ampliare il numero per contare.
Altrimenti si rimane la tribu' della terra dei cachi.

giovedì 25 ottobre 2007

Un Paese allo sfascio

Un Paese allo sfascio.
Il vero problema e' che ormai destra e sinistra attuano la stessa politica, ossia spostare l'attenzione dai reali problemi della gente e del Paese.
Per cui sono davvero preoccupata, se cade il Governo non ne succedera' uno migliore, ho l'impressione che si accordino a tavolino comunque per spartirsi la torta e chi paga e' sempre Pantalone.
Pagare le tasse e' giusto se poi il cittadino coglie i riscontri nel sociale dei suoi contributi, ma non e' il caso dell'Italia.
Germania, Francia, Spagna sono Stati molto piu' evoluti non solo sul welfare, hanno salari piu' alti, sussidi di disoccupazione adeguati, servizi efficienti e assistenza che non e' assistenzialismo come nel caso italiano, ma un patto vero di solidarieta' coi propri cittadini, ad esempio agevolazioni sugli affitti, per i genitori, addirittura per andare a teatro.
La gente non e' stanca di pagare tasse, ma di non vedere nulla in cambio, basti pensare a chi sul territorio ha sempre pagato tasse locali e poi si ritrova da bisognoso o anziano a non aver diritto alla sanita', alla casa, ai servizi.
Ecco dove poi nasce xenofobia e razzismo, non da principii ariani antistorici e antietici, ma dalle condizioni di vita quotidiane e da una mancanza di progettualita' del futuro che riguarda sia giovani che anziani; paradossalmente attraversa e unisce tutte le generazioni.
Per questo sono sbagliate le guerre tra poveri, o generazionali, o di sessi, o di partito, o di qualsivoglia schieramento che invece di accomunare separa, dividi et impera e' e sempre sara' il motto del potere.
Se poi ci si aggiunge il potere mediatico, con le sue farse, le sue fiction, i suoi teatrini politici, la manipolazione dell'informazione, ormai omologata a livello planetario.
I giornalisti fanno cronaca e inchieste seduti al computer, le agenzie forniscono tutte le medesime notizie, spesso filtrate o veline dai vari governi, ogni singola notizia viene servita sul piatto e data in pasto al popolo per scopi determinati, finanziari, politici o di lobby.
Il quadro e' assai desolante, cadute le utopie, i miti, le ideologie, compressi come siamo a sopravvivere, non e' affatto semplice trovare nuove metodologie di lotta e di resistenza, ovviamente pacifica e non violenta, in questa Italia che chiamano pluralista e democratica, ma che ormai e' solo un vuoto contenitore ove nemmeno piu' la forma viene salvaguardata.
Ci si abitua a tutto si dice, anche a non sdegnarsi piu', e io stessa mai come in questi tempi mi sento impotente.
Qualsiasi governo si elegga, qualsivoglia soluzione si adotti, non vedo la luce, e non so nemmeno se saranno illuminati i prossimi giorni o scendera' l'oscurita' totale.
Per questo penso che ci sia bisogno di sentirsi almeno coesi, il meno soli possibile, alla ricerca di quel qualcosa che puo' accomunare, ma di cui pure io ho perso memoria e traccia, caduta l'utopia e rimasto il pragmatismo della realta'. 
So solo che e' una realta' che non mi piace, che vorrei cambiarla, ma non so piu' come, per cui aiutiamoci che forse Dio ci aiuta.

Mille euro al mese

Sicurezza e' un lavoro a tempo indeterminato, un affitto o un mutuo equo, il pane, la frutta, la verdura, l'energia, il teatro, a costi calmierati, il diritto allo studio e alla salute, e alla libera informazione.
Non ho mai avuto problemi di sicurezza, come donna rientro di notte all'ora che mi pare, nessuno mi ha mai toccato l'auto se non per rubarmi un fanalino, alcun furto di denaro o in casa,
I soli che mi hanno rubato denaro sono stati governanti e giudici.
Non si deve mai parlare in nome della gente, perche' la gente non sei tu, non sono io, ma ciascuno vive vite ed esperienze diverse, nelle citta' e con gli amministratori che si eleggono e si meritano.
Viviamo tempi labili, precari, aleatori.
Non abbiamo piu' la sicurezza di un lavoro, di un amore, del conto in banca, della casa in cui abitiamo, del figliol prodigo, del vicino di casa, dell'amico fidato, del cane che ti si rivolta contro.
Figuriamoci quale sicurezza sociale, mera utopia per salvaguardare quel po' di calore nelle nostre sempre piu' tiepide dimore.
Forse dovremmo boicottare tariffe, consumi, tasse, e fare da noi cio' che nessun governo o sindacato fa, ossia pensare al bene della povera gente, ammesso che ci si voglia riconoscere tra la povera gente e non si voglia continuare a fare i finti Berlusconi.
Non e' vergogna ne' mancanza di dignita' od orgoglio, scendere in piazza non con bandiere di partito ma con le scritte degli importi dei propri debiti, non perche' si gioca a dadi o si va a prostitute ma perche' ci affamano con costi da capogiro e salari da fame.
Facciamo vivere politici e sindacalisti con mille euro al mese per un anno, poi che si vada ad elezioni.

mercoledì 24 ottobre 2007

Siamo tutti zingari

Dopo le donne, i comunisti, si e' giunti alla caccia agli zingari - gli ebrei ormai sono passati di moda.
A me degli zingari frega nulla, per il semplice motivo che devo porre attenzione a non divenire io stessa zingara, come i tanti disoccupati sempre piu' in aumento, senza mezzi di sussistenza e ridotti a rubare per fame.
Il mio razzismo riguarda solo gli idioti, senza etnie o appartenenze, e idiota per me e' chi sfrutta e maltratta i minori - come gli zingari ad esempio - ma pure la gente di buona famiglia che fa turismo sessuale all'estero o che cresce i figli come bamboccioni senza nerbo.
Cio' che mi preoccupa non e' la sicurezza del Paese, ma il livello di miseria e degrado, la guerra tra poveri, il bisogno intrinseco del capro espiatorio perche' c'e' sempre qualcuno piu' sfigato di te con cui prendertela, per i tuoi fallimenti esistenziali.
E invece di orientare la propria rabbia e frustrazione verso il bersaglio giusto, uno Stato e governi che si susseguono rendendoci sempre piu' miserabili, economicamente e culturalmente, ce la si prende con chi e' solo piu' nella fogna di noi, quando si vive in una immensa cloaca, dove il piu' pulito ha la rogna.
D'altronde basta spostare l'attenzione dai problemi reali, e ciclicamente si riparla di sicurezza e di giustizia, quando le prime giustizie sociali sono il pane e un tetto, e la sicurezza e' un bene acquisito dovuto a condizioni di vita dignitose.
In Europa siamo il Paese con i salari piu' bassi e il carovita piu' alto, altro che accordo sul welfare tra governo e sindacati che notoriamente da tempo si sono venduti le terga; la meta' dei contratti di lavoro sono a tempo determinato il che significa alcun futuro progettuale per i giovani, ed al venti del mese la gente non ce la fa piu'.
Se viene a mancare la sopravvivenza, si diventa piu' cattivi e piu' nervosi, si picchiano figli, mogli, animali, basta un nulla per scatenare un impulso violento, e' la legge del mercato e della jungla, l'after day dell'implosione della famiglia del mulino bianco.
Per cui siamo tutti zingari.

La Rossa

Molto meglio esultare per la Ferrari che leggere le cavolate nei vari forum e blog su Internet, di cui nulla c'e' da esultare ma casomai da dubitare sull'intelligenza della razza umana.
D'altronde non lamentiamoci se censurano Internet, per la semplice ragione che non v'e' piu' nulla da censurare, se non aria fritta e neuroni sottozero.
Al massimo verra' archiviata qualche pratica polverosa inerente la lesa maesta' di nick virtuali, poiche' in Rete si costruiscono identita' fittizie.
Gia' le chat sono divenute il tempio della noia, del vuoto mentale, delle scritte ai bagni delle stazioni.
Usandola giusto come bacheca di annunci per qualche incontro sporadico di sesso, il resto non esiste, sono solo proiezioni mentali.
Oggi va di moda la giustizia sommaria, il tribunale opinionista del popolo, quando la gente non sa piu' argomentare o vivere la vita in maniera ludica e competizione leale, divengono un comodo surrogato per non guardarsi allo specchio.
Per la gioia di legali e censori, e' il mondo che si e' voluto, non vedo differenza tra la Formula Uno, una partita di calcio e Internet.
Penso che ritornero' a guardare la Tv, monnezza per monnezza, preferisco motori e palloni che assistere all'eutanasia di massa.
L'orrore del divenire di Internet in dieci anni, comunque specchio della realta', da prenderne atto e chiudere la baracca, almeno a livello sociale; poi a livello individuale per procacciarsi un po' di sesso, una ricetta di cucina o prenotare un viaggio, e' utilitaristica.
Per vincere ogni gara e ogni battaglia occorrono intelligenza e freddezza, intesa come distacco dall'istinto, dalla pulsione, dalla emotivita'; allo stesso modo andrebbe vissuta la realta' virtuale, magari cercando di essere se stessi, invece di vendere specchietti per allodole.
Nel mondo possibile, i colori non sono sugli schermi, ma in occhi, in natura, negli animali.
E in qualche raro esemplare umano che ancora non bivacca su Internet.

lunedì 15 ottobre 2007

Il popolo bue

Quello che vota alle primarie
Quello del Vaffaday che va di moda
Quello di meno male che c'e' Nerone
Quello che e' colpa di politica e societa'
Quello dei blog
Quello dei santi navigatori poeti
Quello che elemosina amore
Quello che elemosina sesso
Quello che la donna ideale e' la mamma 
Quello di genitori e figli scemo piu' scemo
Quello di Internette
Quello dei reality
Quello da bar Sport
Quello che si mangia tutto
Quello che si beve tutto
Quello che si fuma tutto
Quello che bela muggisce grugnisce
Quello che vomita su arte bellezza coscienza
Quello che di umano ha solo sembianza
Quello che di verita' ha solo parvenza
Quello che a monnezza ci concima l'anima
Quello che si ricicla ogni volta come nuovo
Quello senza piu' nome: quello.

mercoledì 10 ottobre 2007

Le cose serie


Conobbi Alessandro in Rete qualche anno fa.
Era un ragazzone di Napoli e aveva poco piu' di vent'anni.
Il suo sogno lavorare nei paesi poveri come cardiochirurgo per i bambini e per questo studiava e si stava laureando.
Ci incontrammo con altri amici a Bologna, Alessandro di Napoli, il mio amico poeta sardo, l'eclettica attrice anch'essa napoletana, ed altre conoscenze di Internet.
Girammo Bologna per tutta notte, bevemmo, ridemmo, l'attrice un po' fattucchiera un po' divinatrice, Alessandro dolcissimo che poco parlava ma sempre sorrideva.
Oggi sara' laureato, spero che il suo sogno si sia realizzato, di recente l'ho riletto in Rete.
Mi e' tornato alla mente ora leggendo della campagna di Emergency per il centro cardio-chirurgico Salam in Sudan, progettato per Emergency dall'arch. Raul Pantaleo, un'oasi nel deserto che come afferma vuole rappresentare: 
- Una sfida per scuotere il mondo. Il diritto alla salute, al bello e all'ambiente esistono anche in Africa -.
La struttura offre assistenza gratuita a bambini e adulti affetti da patologie cardiache. E tutti possono dare una mano al progetto, sostenendolo. 
Questa e' la luce che vedo, e voglio vedere, nei giovani, negli altri, in Internet.

martedì 9 ottobre 2007

Vieja Maria

Vecchia Maria, stai per morire,
voglio dirti qualcosa di serio:
La tua vita è stata un rosario completo di agonie,
non hai avuto amore d'uomo, salute e denaro,
soltanto la fame da dividere coi tuoi;
voglio parlare della tua speranza,
delle tre diverse speranze
costruite da tua figlia senza sapere come.
Prendi questa mano di uomo che sembra di bambino
tra le tue, levigate dal sapone giallo.
Strofina i tuoi calli duri e le pure nocche
contro la morbida vergogna delle mie mani di medico.
Ascolta, nonna proletaria:
credi nell'uomo che sta per arrivare,
credi nel futuro che non vedrai.
Non pregare il dio inclemente
che per tutta una vita ha deluso la tua speranza.
E non chiedere clemenza alla morte
per veder crescere le tue grigie carezze;
i cieli sono sordi e sei dominata dal buio,
su tutto avrai una rossa vendetta,
lo giuro sull'esatta dimensione dei miei ideali
tutti i tuoi nipoti vivranno l'aurora,
muori in pace, vecchia combattente.
Stai per morire, vecchia Maria;
trenta progetti di sudario
ti diranno addio con lo sguardo
il giorno che te ne andrai.
Stai per morire, vecchia Maria,
rimarranno mute le pareti della sala
quando la morte si unirà all'asma
e consumerà il suo amore nella tua gola.
Queste tre carezze fuse nel bronzo
(l'unica luce che rischiara la tua notte)
questi tre nipoti vestiti di fame,
sogneranno le nocche delle tue vecchie dita
in cui sempre trovavano un sorriso.
Questo sarà tutto, vecchia Maria.
La tua vita è stata un rosario di magre agonie,
non hai avuto amore d'uomo, salute, allegria,
soltanto la fame da dividere coi tuoi.
E' stata triste la tua vita, vecchia Maria.
Quando l'annuncio dell'eterno riposo
velerà di dolore le tue pupille,
quando le tue mani di sguattera perpetua
riceveranno l'ultima, ingenua carezza,
penserai a loro... e piangerai,
povera vecchia Maria.
No, non lo fare!
Non pregare il dio indolente che per tutta una vita
ha deluso la tua speranza
e non domandare clemenza alla morte,
la tua vita ha portato l'orribile vestito della fame
e ora, vestita di asma, volge alla fine.
Ma voglio annunciarti,
con la voce bassa e virile delle speranze,
la più rossa e virile delle vendette,
voglio giurarlo sull'esatta
dimensione dei miei ideali.
Prendi questa mano di uomo che sembra di bambino
tra le tue, levigate dal sapone giallo,
strofina i tuoi calli duri e le nocche pure
contro la morbida vergogna delle mie mani di medico.
Riposa in pace, vecchia Maria,
riposa in pace, vecchia combattente,
i tuoi nipoti vivranno nell'aurora,
lo giuro.

(dedicata da Ernesto Guevara de la Serna a una vecchia messicana incontrata nell'Ospedale Generale di Città del Messico nel dicembre 1954)

martedì 2 ottobre 2007

Saffo

Amica mia

Rideremo sui seni avvizziti dal tempo
e a quell’uomo meschino or informe
che brandiva superbo l’elsa
nel fodero un sol cinto d’ernia

Rimembreremo virginei sapori
velluti in punta di lingua
gocce al succo d’ambrosia
labbra nettate da fini capelli

Intrecceremo mani bocche arti
gambe abbracciate alla vita
vetrine spalancate sul mondo
serrate contratte allacciate

Imbandiremo alcove lauti pasti
nicchie in cui celar chicchi d’uva
nari stuzzicate spezie piccanti
calici a colmare svuotare mari

Serviremo carte giochi ludi
torri in legno biglie d’avorio
cera d’api in bossoli d’acciaio
archi tesi corde arpeggiate

Regneremo supreme sovrane
nei sensi la mente eterna beltà
dal ventre liberato l’orgasmo
la terra partorisce il cielo.

lunedì 1 ottobre 2007

Underground

Eccoci qui.
Non abbiamo bisogno di droghe od alcol per viaggiare.
Possediamo la dote, il potere, fortuna o sfiga, di fare di noi stessi un solo allucinogeno.
Se pensiamo, sogniamo, facciamo l'amore e non se scopiamo.
Quando soffriamo e piangiamo l'essenza di noi, finalmente il magico delirio, la suadente follia, gli occhi cerchiati, il black hole che risucchia ogni male, dolore, angoscia del mondo, inclusa la nostra.
E ridiamo, su noi, su di loro, quella risata sardonica che seppellisce infinite montagne, universi, pianeti e l'intero cosmo.
Sulle note di Summertine la voce roca ululante implorante di Janis.
Il tango erotico di Roxane che risorge nelle lacrime del giovane innamorato.
Notre Dame de Paris, signora dei clandestini, diversi, emarginati, la corte dei miracoli coi quali la zingara orgasma dolcissime parole al veleno.
Un giorno sprizziamo allegria, l'altro rabbia, amore, odio, indifferenza, distaccati da bisogni terreni, animali, spirituali, ci prostriamo o sodomizziamo il mondo.
Consci che l'indomani potremmo svegliarci con la morte addosso, il cuore che rallenta tra le braccia di uno sconosciuto, o sfidare il pericolo e il rischio in un cantiere abbandonato.
Sgocciolando parole, stille di pensieri, sensazioni, in un oceano vortice di distruzione cui siamo favoriti e cortigiani, in fondo basta un'emozione per ritornarci umani.
Se il suo nome e' splendente, chi cazzo ha spento la luce in questa vita aggrappata?
Si sa gia' cosa e' l'oltre, rinati morti tra le braccia di un amore sappiamo che ci attende.
L'oblio bianco dove perderemo i ricordi, e potremo dipingere di colori le parole, poesie arcobaleno, sputarci negli occhi del mondo.

domenica 16 settembre 2007

Italia nucleare

In Italia ci sono novanta bombe atomiche.
Cinquanta nella base militare di Aviano e quaranta a Ghedi, nel bresciano.
Anche se la loro presenza e' vietata dalla legge e da trattati internazionali.
La potenza distruttiva di alcuni di questi ordigni e' dieci volte superiore all'atomica di Hiroshima.
In tutta Europa sono 481 le bombe nucleari americane ospitate.
Il governo di George Bush ha spesso manifestato la volonta' di utilizzare il nucleare contro attacchi con armi biologiche e chimiche, e verso Paesi considerati 'terroristi'.
Tra questi due nazioni, Iran e Siria, sono potenziale bersaglio dei bombardieri stanziati nelle basi militari in Italia.
In caso di catastrofe nucleare o reazioni 'invasive' ad alleanze guerrafondaie, non lamentiamoci. Poi.