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lunedì 29 giugno 2009
Una piccola creatura di cane
Mercoledi' vado a vedere una cagnolina che tenevano rinchiusa in un magazzino.
lunedì 22 giugno 2009
Neda
Noi siamo caduti in un posto dove tutto è musica.
L’arpeggio e le note del flauto si levano nell’aria
e se anche l’arpa del mondo bruciasse
vi sarebbero ancora altri strumenti nascosti.
Quest’arte del canto è schiuma di mare.
Questi moti gentili sorgono da una perla del fondo marino,
essi nascono da una radice forte e potente che non vediamo.
Ora basta con le parole.
Apri la finestra nel centro del tuo cuore
e lascia che gli spiriti volino dentro e fuori...
(Rumi, santo poeta persiano del 13° secolo)
sabato 20 giugno 2009
Ultimo tanga
Negli anni settanta usci' un libro, e di seguito un film, di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera dal titolo: Porci con le ali.
Suscito' scalpore, quasi scandalo, in quanto trattava di sessualita' giovanile e d'impeti rivoluzionari.
Poi fu il momento di Ultimo tango a Parigi, altro cult, censurato all'epoca per la scena scabrosa condita al burro del rapporto tra un uomo assai maturo ed un'acerba ragazza.
L'educazione sessuale degli adolescenti d'allora si nutri', sbirciando dal tubo catodico, col piccante casereccio delle pellicole di Alvaro Vitali e il cinema procace di Tinto Brass.
E le televisioni private fondarono il loro successo sulla promozione commerciale di ammiccanti vallette ad esplicite veline.
Al giorno d'oggi invece, in un'Italia sempre piu' anziana ove i figli li fanno solo gli extracomunitari, tocca occuparsi di sessualita' senile.
Che spesso va di pari passo con la demenza senile.
Poiche' uno dei sintomi di deterioramento delle cellule cerebrali e' il decadimento di ogni controllo e freno della pulsione sessuale, comunemente detto satirismo.
Fenomeno, evento fisiologico nelle sue forme piu' blande, ma che puo' divenire patologico, e preoccupante, se riguarda uomini che hanno responsabilita' pubbliche, perche' il privato e' politico, se si e' personaggio.
Il legislatore si richiama al buon senso del padre di famiglia, nella gestione della cosa pubblica, dello Stato.
E non lascia adito a dubbio alcuno, sull'interpretazione del buon senso, inteso come saggezza, serieta', probita', e sul ruolo del padre di famiglia, quale uomo integerrimo, esemplare, irreprensibile, in grado di provvedere al bene della famiglia.
Altrimenti l'avrebbe chiamato Papi.
L'esponenziale diffusione generale di demenza senile, comporta un radicale cambiamento nella politica verso gli extracomunitari, liberalizzando l'ingresso alle badanti, possibilmente ultra sessantenni, onde limitarne gli effetti collaterali.
Analogamente, anche la politica economica abbisogna di riforme strutturali, considerato che con la crescita del debito pubblico lo stesso non viene piu' accollato solamente ad ogni neonato, bensi' risulta direttamente proporzionale alla quantita' di spermatozoi nazionali prodotti, lordi.
Ne consegue che nel paniere della spesa e nel bilancio dello Stato, occorre programmare cospicui investimenti nel settore dei para farmaci, rimandando alle voci Viagra, Cialis e preservativi.
E per una giusta perequazione fiscale, prevederli quali oneri deducibili dalla dichiarazione dei redditi, o devoluti con l'otto per mille allo Stato, oppure beneficiati col cinque per mille a strutture di recupero per Papi.
La storia tramanda come ogni uomo di potere si sia sempre circondato di cortigiane.
Purtroppo l'informazione planetaria, sebbene prostrandosi all'unto del Signore, insegna che chi di prostata ferisce di prostata perisce.
L'errore fatale dei governanti odierni e' dimenticare la lezione dei media sui sigari presidenziali americani o sull'ovatta reale inglese, ma e' notorio che consequenziale alla senilita' e' la perdita di memoria storica.
L'ultimo tanga ad Arcore.
venerdì 19 giugno 2009
Nella giungla
Che posso mai dire?
Che sto con la gente abruzzese.
Che non mi preoccupa chi va a meretrici, ma le meretrici stanzianti ai Ministeri.
Che c'erano quaranta disoccupati per il lavoro di una settimana in una fabbrica di bottiglie del centro Italia.
Che ieri sera ho mangiato una pizza alle verdure vecchie e non e' cosi' che si supera la crisi di settore.
Che una gelateria fa lavorare una minorenne, poi le dice scusa ci siamo sbagliati sei minorenne, e manco le offrono un gelato.
Che la gente racconta la chemioterapia come l'andare dal parrucchiere.
Che telefono ad un bravo medico e mi risponde d'essere in pensione perche' gli e' morto un figlio.
Che se potessi vomiterei un Paese di lillipuziani.
E tutto questo in sole ventiquattro ore.
Poi mi domando se sono un'aliena io, tra automi e non umani, fotocopie e non matrici, o se la gente vive di copia e incolla.
Perche' o capitano solo a me, o capto soltanto io, o si vive di riflesso, oppure Internet ha toppato e creato un mostro.
Per ora taccio, e ne ho ben donde.
giovedì 18 giugno 2009
Flauto di Pan
Ascolto una canzone che tradotta suona pressapoco cosi': 'Dura... tu senza parole'.
Diradata la scrittura, desertificati gli stimoli.
Camminiamo a respiro sincronizzato.
Mancano le stagioni dai ritmi lenti, il colore e moto perpetuo delle foglie, dalla quieta malinconia d'inverno al tepore nostalgico autunnale, alla linfa smeraldina primaverile sino al rosso acceso dell'estate.
Parole come foglie.
Che scendevano lente quali gocce a pioggia, o vorticanti nel folle vento settembrino, caduche in tempo variabile d'umore, talora urticanti ricci ai piedi del castagno.
Rincorrersi gli stimoli era il nascondino segreto.
Dietro a fiotti di parole, cascate di pensieri, girandole d'ossimoro, paradossi, analogie.
Non v'era giorno senza scovarsi, ritrovarsi, riconoscersi e fare tana.
Nei cespugli di parole, tra rovi d'energia, punto capoverso e viceversa.
Poi le parole dal sommesso sottobosco si fecero eco di montagna.
Rimbalzando di valle in valle, ad ogni passaggio di gole fra monti, sempre piu' distanti, lontane, impercettibilmente fredde d'aria d'alta quota.
Si son perse nel bosco, smarrite bambine, orfane dei giochi.
L'albero rigoglioso di frutti s'e' fatto arbusto dai rami proteso, noce adunco ai sabba delle streghe, buono d'appendervi il cappello.
Non s'ode piu' canto di capinera, fruscio di lepre, spento il riverbero di volpe dal manto lucente, cancellate orme, passi, briciole a segnare il sentiero.
Il ritmo tribale sincopato sconvolse l'armonia del creato, mal s'addice a natura silente.
E tolte le piume, si leva lo spoglio lamento d'un uomo solo.
Muto lo sento.
domenica 14 giugno 2009
Baccanale
Continui a girare
come trottola
su te stesso
avvitato
raspando vita
senza vino
sali di grado alcolico
se vuoi inebriare
nello stagno
annacquano le rane
nel tino fermenta
il dolce moscato
l'aspro sapore acetato
il gusto anticato
l'amaro incompiuto
di botti secolari
in cantine di tufo
in vino veritas
tuffo nel torbido viola
solo cosi' puoi venire alla madre
balsamica sulle fragole
seni a coppa di champagne
ventre a calice frizzante
morbido amorevole
retrogusto di rhum cubano
al palato sopraffino d'intenditor
non significa un filare esteso
tantomeno una fila di mutande stese
d'origine incontrollata innominata
come la vite selvatica di campagna
l'uva che si pigia a cuore scalzo
color rosso rubino
sul volo d'un moscerino
s'e' perso l'amor divino.
mercoledì 10 giugno 2009
Lavorare con lentezza
Mi ricordo agli albori di Internet c'erano quelli che vendevano cristalli per curare il cancro.
Poi quante bufale, palle megagalattiche, pescatori e pesci nella rete.
La vera informazione, quella davvero libera, non ha servi ne' padroni, tanto meno Arlecchini o Pulcinella.
Il sistema lo si combatte standone all'interno, conoscendone i meccanismi, non e' tutto oro quel che luccica, ma e' come l'oro di Bologna che luccica di vergogna.
Sono una voce antagonista dell'informazione, libera o pseudo libera.
Ma piu' che paventare leggi o regolamentazioni, temo anzi combatto, chi usa il collutorio della libera informazione per sciacquarsi la bocca.
Le parole servono a far fessi gli altri, tramandava la saggezza contadina.
In ogni notizia, atto e fatto, ho imparato a chiedermi sempre: - a chi giova? - e poi rispondermi nel tempo.
Lavorare con lentezza.
martedì 9 giugno 2009
Ajo'
Tornata dalle vacanze, l'aereo ha retto, purtroppo quello di Air France no.
Che dire dell'isola sarda meravigliosa, dal mare trasparente, correnti e venti in moto perpetuo, natura ancora selvaggia, arbusti, serpentelli, gabbiani, chiare fresche dolci acque, mannaggia fredde!
Shila la cagnolona coccolona che ti seguiva sulla rena.
Gli occhi d'argento d'un sardo:
- scusi ha da accendere? -
L'ospitalita', la cordialita', cibo e vino buoni, un solo appunto: troppo cari!
Parlando con la gente locale, nessuno pare abbia votato Berlusconi, e comunque dopo la fuga del business dalla Maddalena, gli isolani gia' pentiti nemmeno hanno votato.
Come in terra d'Abruzzo, ferita e terremotata anche nelle promesse, quindi malfidente da saggia montanara.
Dai mari ai monti, praticamente in Italia la vittoria viene attribuita alla maggioranza non votante.
E se l'Italia stagna, l'Europa va a destra, unica nota di rilievo lo svedese Partito Pirata per la liberta' in Internet, che conquista un seggio, risultato comunque positivo.
Ajo'.
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