Ma non so piu' di che scrivere.
Se leviamo la politica, i soliti teatrini mediatici.
Se togliamo i movimenti, che alfine ricalcano il deja vu fallimentare di stantii schemi di partiti.
Se eliminiamo l'amicizia, quali nick anonimi e virtuali sui social.
Se aboliamo l'amore, caro estinto nell'orgia virtuale di incontri occasionali, vuoti a perdere.
Se cancelliamo la cultura, i valori, la coerenza, il fare oltre al dire, che c'e' di mezzo il mare.
Se insabbiamo la poesia, in un deserto d'emozioni.
In questa landa desolata, terra di scrittori e lettori fantasma, amici e amori spettrali, anche le voci hanno un suono lugubre, trascinate e grevi; i volti proiettano ombre e giochi di luce, veli, burqa e chador.
Le parole stesse appaiono e scompaiono quali ectoplasmi.
So d'esistere grazie all'immagine che mi rimanda lo specchio.
Altrimenti dubiterei d'essere il mio fantasma.
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