Un oggetto comune insignificante d'uso quotidiano, che non e' cibo medicina giocattolo, ma che riguarda la dignita' dell'individuo, la sua cura personale il sentirsi bene a proprio agio con se stesso e con gli altri.
Poiche' succede nel 2010 in piena crisi economica mondiale che ad una fmiglia composta da una madre sola con tre figli minori, lavoratrice precaria a 500 euro mensili, venga tolta la corrente in quanto insolvente al pagamento.
E accade che una bambina di cinque anni non si possa lavare la testa perche' d'inverno non puoi lasciare i capelli asciugare al calore del sole, si sa che i piccoli sono esseri delicati e cagionevoli, da curare tutelare proteggere.
Cio' significa che senza guardare tanto lontano ai paesi del terzo mondo, vicino a noi - la porta accanto - una bambina soffre, senza alcuna colpa se non l'essere nata in una famiglia povera.
Poi accendo la televisione, e vedo quegli spettacoli amorali - ben piu' delle allegre comari di un premier - ove i bambini quali scimmie vestite a festa cantano ballano recitano col piattino dell'audience per un pubblico adulto che oggidi' non sogna altro che la figlia velina e il figlio calciatore.
Oppure assisto a talk show pomeridiani in cui genitrici famose - assurte alla fama per carriere non certo da madri di famiglia - si improvvisano educatrici e pedagoghe propinando buoni consigli dato che non possono piu' dare cattivi esempi, edulcorando frasi mielate sui loro marmocchi viziati cresciuti da baby sitter e a psicofarmaci.
E la bambina col phon che prima guardava accesa questi suoi coetanei e famiglie del mulino bianco, si spegne in un black out da eclisse lunare.
Semplicemente non esiste piu' - diviene invisibile.
E capisce che non e' mai stata bambina, ma pupazzo della televisione, del mercato, dei consumi.
Cosi' cresce pensando - io da grande voglio fare la velina - perche' cosi' avro' non solo il phon sempre acceso ma pure un parrucchiere tutti i giorni. Non come la mia mamma che fa le pulizie e gli occhi spenti come il mio phon.
E la bambina resta sospesa - in attesa che torni la luce e la renda ancora visibile.
Ma di una cosa e' certa, non credera' piu' alle favole che le raccontano prima di dormire, ora e' diventata grande e sa che gli orchi non sono quelli delle fiabe, ma quelli che spengono la luce ai bambini.
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