Li capisco i sardi.
Siamo un popolo di separati in casa, per casa leggasi Paese.
Dissociati alla deriva.
Alla ricerca di un amore, benessere, qualcuno lo chiama sogno, ma senza saper voler osare.
E allora non si mollano le poltrone, mogli e mariti, si forniscono pseudo giustificazioni, in nome dell'altro: bene, beni, figli, interessi; per la propria vilta', o saggezza.
La follia e' di chi lascia, riparte da zero, si resetta.
Gli altri mediano, senza riserve e a oltranza, venendo a patti con la propria coscienza.
Poi ci si consola coi feticci, l'arte, la musica, la politica, e i piu' beceri con droghe, alcol, alcove virtuali e reali.
Vivo una perenne contraddizione, nelle mie certezze e dubbi, incoerenze e sicurezze.
Amo Alda Merini cosi' come guardo Sanremo.
Ho bisogno di leggerezza, per non incancrenirmi in fallimenti politici ed esistenziali.
Non mi bastano le belle parole, gli intellettuali, le dichiarazioni d'intenti e principii.
Vago come anima persa tra il sacro e il profano.
E non me ne dolgo.
Sebbene non mi capaciti di una cosa.
Parlo con la gente, e tanti la pensano come me, sulla politica, sull'arte, sull'amore, e allora perche' vince sempre Berlusconi?
Penso che sia poiche' - come diceva mia nonna - dentro le urne e nei letti, ci si riflette allo specchio, traditi e traditori.
E se n'esce fischiettando: L'isola che non c'e' o L'isola non trovata.
Nessun commento:
Posta un commento