Caro Jaffar ci han messo in castigo.
Perche' la bidella mi tirava le treccine e tu mi hai difeso.
La maestra minaccia di bocciarci.
Cosi' non posso piu' sedermi vicino a te.
Quasi quasi apro un chiosco di kebab.
E li metto tutti in fila come il treno.
Ma non dirlo a nessuno che sono clandestina, altrimenti mi danno in adozione.
E io non voglio papa' cattivi ne' matrigne.
Ho diritto d'asilo in questo strano Paese, dove buttano i bimbi con l'acqua sporca?
Se mi rifugio tra le tue braccine dietro la lavagna, divento una rifugiata?
Facciamo una barchetta di carta e ci scriviamo il tuo nome, Jaffar.
Che vuol dire piccolo torrente, e scappiamo via.
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