domenica 21 agosto 2011

Ciao papa'

Ciao papa', ora facciamo inorridire gli astanti - cosi' un po' alla Bukowski - per ridercela sotto i baffi io e te.
Dev'essere il tuo numero fortunato l'otto, in fondo sei giunto a 83 anni.
La mamma non ha avuto altrettanta fortuna.
Chi l'avrebbe mai detto che proprio la tua figlia invisibile - anaffettiva autistica - doveva trovarti cosi'.
D'altronde d'agosto si sa tutti al mare, io oltre al cane e al gatto potevo accudire il padre.
Sicuramente non era un bel spettacolo, ed ho pianto.
Non subito, commozione serale.
Gia' lo sapevo, lo sentivo che ti avrei trovato cosi'.
E nel frattempo meditavo, su cosa avrei provato - o non provato.
Non ti ho mai perdonato certe tue pecche del carattere - che poi ora sono anche le mie – altrettanto i tradimenti.
Non ti ho perdonato il non avermi mai aiutato, il non aver regalato neppure dieci euro ai tuoi nipoti - nemmeno a Natale - il tuo egoismo di maschio, che sente solo il richiamo del sesso ma non quello del sangue.
Non ti ho perdonato la tua leggerezza e superficialita' nello sperperare i ricordi di mia madre, nel disperderli in burrasche ormonali, il tuo finto essere compagno ma padrone con la mamma; unica eredita' la collana di perle - che io stessa le avevo regalato - e ripreso.
Avevi tanti amici certo, e contavano piu' dei parenti.
A loro davi e domandavi soldi, a me soltanto chiedevi.
Chissa' se quella squadra africana tuttora si ricorda delle magliette da te acquistate, da calciatori.
Magari un po' paraculi come te, forse per questo ti piacevano tanto.
Ho una sorellina africana, che tu hai cresciuto, da solo.
D'altronde non e' che coniugi e genitori italiani siano migliori.
Con una mera differenza, che a voi tutti dicevano poverini.
Paradossalmente talvolta, sono meno poverini i nostri figli - sangue del proprio sangue.
La vita insegna sempre qualcosa, piu' ti comporti da bastardo, e piu' la vita ti sorride.
Infatti vedi come e' finita la mamma, morta giovane rosa da un cancro, e fin dove invece sei arrivato tu.
Almeno se l'e' goduta - ha detto tuo nipote.
Pero' ti voglio bene comunque, e mi spiace tu sia morto, anche se grazie al cielo, senza soffrire.
Ieri si e' fatto il funerale, fa un brutto effetto vedere la blindatura con la fiamma ossidrica, e mi s'e' sciolto il cuore.
Al di la' delle solite ipocrisie retoriche da agenzia di pompe funebri, voglio scriverti qui l'epitaffio.
- Mori' come visse, senza mutande. -
Ma il buffo della disgrazia, poiche' la vita ha sempre il suo lato tragicomico - e io l'ironia l'ho ereditata da te - e' che anch'io papa' ero rimasta senza mutande.
Per questo ho tardato ad arrivare, all'appuntamento con la morte.
E adesso so che leggendomi sorrideresti da lassu'.