sabato 29 marzo 2008

Farmacia dell'amore

La clinica dell'amore, la clinica dell'abbandono, fumetto e poesia, un po' com'e' la vita, un po' com'e' Internet.
Dosare la medicina dell'amore e dell'abbandono non e' facile, si rischia l'overdose.
Fermare il tempo, fissarlo in attimi di dolore o felicita', di rinascita e di morte.
L'Araba Fenice che risorge con la sua ala spezzata, medicata.
Cerotti sull'anima, sul cuore, dottore una pomata per le emorroidi.
Supposto che la glicerina abbia i suoi effetti benefici, non si e' ancora prodotto un farmaco per la stitichezza dei sentimenti.
O un collutorio che purifichi e liberi le parole che raschiano la gola.
Odio le iniezioni, soprattutto d'ottimismo e sparerei ai cacciatori di sogni altrui.
Bit dipendenti vagano nelle farmacie notturne alla ricerca di antidepressivi stimolanti, viagra e preservativi, mancano labbra, seni, glutei, in cui ricoverarsi.
La ricetta mutuabile non e' mai ripetibile.
E se gli esami non finiscono mai, non basta essere pazienti per aver diritto alla cura.
Sala sterilizzata, bisturi sul cuore, cloroformio, trapianto, eutanasia dell'anima.
Il chirurgo a meta' operazione coi guanti dentro al ventre irrompe nel silenzio ovattato con una deflagrante risata folle.
La farmacia dell'amore chiude, rivolgersi allo sexy shop accanto.
Si ritorni tra valli, prati, boschi, a raccogliere erbe officinali, profumi, sapori, colori, dimenticati
Abbracciando nell'amplesso la natura, la cura.

Mi sono innamorata
delle mie stesse ali d'angelo,
delle mie nari che succhiano la notte,
mi sono innamorata di me
e dei miei tormenti.
Un erpice che scava dentro le cose,
o forse fatta donzella
ho perso le mie sembianze.
Come sei nudo, amore,
nudo e senza difesa:
io sono la vera cetra
che ti colpisce nel petto
e ti da' larga resa.

(Alda Merini)

mercoledì 26 marzo 2008

Viola

Viola e' il colore della follia.
Io cosi' pragmatica, credo piu' a cio' che si sente e non si vede.
Conviviamo coi nostri spiriti, anime vaghe, presenze, assenze, fluidi fluttuanti, i poeti ne narrano, chi torna dal coma sa.
Il terzo occhio, il sesto senso, mistero, stregoneria, humus femminino, non si sfugge al destino, fato, fate, fattucchiere.
Il gatto compagno ideale, vibrante captante, l'amore felino ti verga a graffito il sesso e il cuore.
Il viola dominante nel teatro, da temere ed esorcizzare, pulsioni, psiche, eros e tanatos; precipitando negli occhi bistrati della guerriera geisha al culmine di un orgasmo ludico.
Viola e' la primavera, l'uva del buon vino, il colore di cio' che versi, colmi a oltranza e non ne hai mai abbastanza.
Viola la rabbia, il piacere, lo straripare oltre diga, soffocando, annaspando senza respiro con l'acqua alla gola.
Viola le labbra seducenti, unghie smaltate, foulard al vento, strumento musicale dallo struggente pizzico di corde.
Violare teneramente, intensamente, sino a volare oltre, sino al divino.

martedì 25 marzo 2008

Ubuntu l'universo di persone

Eccomi risorta!
Se la lavatrice va in trasferta per manutenzione sulle orme del libro: Lo zen e l'arte della motocicletta, io nel frattempo ho reso il mio computer da schiavo utonto di Windows e Bill Gates a libero pinguino di Ubuntu Linux.
Tra i vantaggi immediati vi sono i programmi gratuiti, prodotti, distribuiti e supportati dalla comunita' etica filosofica dell'Open Source e del progetto GNU.
Non solo, ma da quando ho installato il nuovo sistema operativo la connessione rende al meglio debellando inoltre ogni problema relativo ai virus informatici.
Oltremodo il passaggio da un sistema all'altro risulta essere affatto traumatico, grazie alle ottime guide e ai programmi simili a quelli gia' utilizzati, ma soprattutto un ringraziamento va ai ragazzi che da tempo operano per la diffusione delle libere e gratuite tecnologie di trasmissione dati e comunicazione.
Ormai e' conclamato quanto Internet e le reti siano indispensabili per una libera informazione, non condizionata, manipolata, censurata da governi, dittature, integralismi religiosi, interessi economici.
Altresi' e' palesemente dimostrato come anche i popoli dei paesi poveri del mondo possano accedere a tecnologia e telematica sfruttandole per comunicare, lavorare, apprendere.
Da cittadina del mondo occidentale in recessione, mi sento un po' africana, un po' tibetana e per nulla americana.
Quando si accende il computer si attiva una musichetta che ricorda il tam tam tribale su uno sfondo color sabbia, e con nostalgia ritorno ai tempi in cui si affidavano a Internet utopie e sogni comunitari, tam tam antagonisti per un mondo possibile.
Con Internet mi sono innamorata, sedotta, arrabbiata, lasciata.
Ho conosciuto persone piu' o meno valide, alcune indimenticabili che portero' sempre nel cuore al di la' di distanze e circostanze di vita.
Sono trascorsi quattordici anni dal mio primo collegamento a Internet, dalle BBS al cablaggio delle reti.
Gruppi di discussione e comunita' virtuali, politica e poesia, innamoramenti e amicizie, qualche delusione piu' che illusioni.
Da rete elitaria approdando all'Internet di massa, coi pregi e difetti propri dell'omologazione, la navigazione prosegue.
Il capitano segue la rotta verso l'isola di Ubuntu, antica parola africana.
Significante: universo di persone.

sabato 22 marzo 2008

Io speriamo che risorgo

La Via Crucis e' il cammino della gente sulla terra.
In questa santa Pasqua in cui tutta l'Italia e' sott'acqua e considerato che ognuno ha la sua croce da portare, per non farmi mancare nulla, pur non possedendo un reddito da gita angelica fuori porta, l'acqua me la sono procurata in casa.
In una lotta tanto infida quanto disperata con una diabolica lavatrice, che per dispetto o malocchio mi fa saltare la luce oppure mi allaga il bagno.
Sacra tecnologia.
E se elettrodomestici, automobili, computer costano assai cari, altrettanto dicasi per i ricambi e i tecnici che li riparano, ammesso di reperirli alla faccia dell'indice di disoccupazione.
Che poi piu' che un indice ormai e' un dito medio, proteso verso il cielo, ove l'anticristo e' una macchina e si invoca l'esorcista per sconfiggere qualsivoglia male e dannazione.
Vero che essendo atea non ho fatto benedire casa, nonostante sia risaputo che l'anno bisestile e' portatore di sfiga cosmica, ma bastassero acquasantiere o amuleti tipo cornetto rosso per evitare di snocciolare rosari di maledizioni, avremmo gia' raggiunto il paradiso.
Potrei provare a farmi santa col fioretto di mantenermi pura e casta per il resto dei miei giorni, ma da tempo pratico l'astinenza non tanto per ragioni spirituali bensi' alquanto prosaiche, dato che nessun uomo sa piu' aggiustare lavatrici.
E quelli che lo sanno fare purtroppo sono ancora sposati. 
D'altronde oggidi' chi divorzia da un marito abile in lavori manuali... 
Sara' pure noioso col suo bricolage e fai da te, pero' mentre il sesso necessita di creativita' e fantasia, la manutenzione domestica abbisogna di salde capaci mani virili.
In fondo sono due le motivazioni essenziali per le quali ci si sposa: sesso garantito e assicurazione contro gli infortuni casalinghi.
Ora potrei sembrare blasfema con queste mie affermazioni, ma seppure appaia meraviglioso sognare, poetizzare, conversare piacevolmente su basi cerebrali nutrendo all'unisono spirito e intelletto, la dura, nuda, cruda realta' impone sano pragmatismo e senso pratico.
Per cui l'uomo ideale non e' piu' un artista, un imprenditore, un professionista, ma un idraulico, un meccanico, un elettricista. 
Nella lista degli eletti si aggiunga inoltre di questi tempi moderni un esperto in informatica e telecomunicazioni, poiche' non si sa mai se e quando si e' connessi.
Ormai tutto avviene per via telematica, call center e numeri verdi, si prevede che accadra' in un domani futuribile anche nel fare l'amore. 
Musichetta, attenda in linea, siamo momentaneamente occupati, guidate con prudenza, pompa fuori servizio, e' saltata la centralina.
Mi auguro di trovare nell'uovo pasquale non il fatidico pelo in camicia ma un operaio in tuta.
Io speriamo che risorgo.
Buona Pasqua.

giovedì 20 marzo 2008

Itaca

Oggi scrivo a ruota libera, saltando di palo in frasca, provando a digitare i pensieri che mi frullano in testa.
Il primo pensiero va al Tibet.
Patrimonio spirituale e culturale dell'umanita', che per la sua storia millenaria e come portatore di valori universali, dovrebbe avere piena cittadinanza nel mondo globale, salvaguardandone radici, identita', indipendenza, in piena autonomia dai sistemi economici, politici, teocratici, che reggono le sorti del pianeta.
Viviamo i tempi della massificazione, dell'omologazione, del pensiero unico livellato su standard medio bassi, ove non vi e' diritto di residenza ed esistenza per chi individuo o comunita' non e' disposto ad allinearsi, a intrupparsi nell'esercito degli insipienti ed incoscienti, a deprivarsi di sapienza e consapevolezza in cambio dell'accettazione e riconoscimento nello status quo imperante.
Con la memoria vago dall'Amazzonia al Chiapas, dal popolo palestinese al curdo, da minoranze etniche indigene da sempre isolate, emarginate, relegate in riserve pseudo indiane o comunque fagocitate dal sistema tentacolare globalizzato.
Non vi e' sostanziale differenza tra una finta democrazia individualista americana ed un regime collettivizzante cinese; entrambi agiscono per annullare, rimuovere, cancellare qualsivoglia diversita' che esuli dal pensiero dominante e mini la stabilita' sulla quale si regge.
D'altronde e' la storia umanitaria delle discriminazioni sessuali e di genere, della linea di demarcazione tra normalita' e follia, fra consenso e opposizione, di ogni crticita' e antagonismo.
Va di moda la raccolta differenziata delle identita', individuali e comunitarie.
Le persone sono sacchi di immondizia ingombranti e talvolta maleodoranti.
Un lavoratore precario, disoccupato o licenziato, viene riciclato, riconvertito alla fede nel ciclo di produzione, incenerito in silos, cisterne, fabbriche o rigassificato dai miasmi della diossina. Oppure polverizzato, sacco di cemento in caduta libera dal cantiere. 
Materiale organico come barboni e clandestini, in qualita' di soggetti a deperimento rapido, e' destinato al macero assieme ai cartoni che li contengono; o liofilizzato in concime.
La fragilita' di vetro dei piu' deboli, donne, bambini, anziani, subisce il trattamento della riduzione a coccio. Esistenze in colli di bottiglia simili a velieri senza piu' rotta, vuoti a perdere in balia delle ubriacature degli hoolligan mondiali.
Viviamo nella plastica, allattati da seni e tettarelle al silicone. 
Facciamo l'amore con bambole gonfiabili e fibre ottiche. 
Ci nutriamo e vestiamo non piu' con carne e pelle di animale ma con prodotti sintetici o geneticamente modificati.
Abitiamo e viaggiamo in contenitori di plastica. 
Ci scambiamo protesi, cuori, reni, organi sessuali, alimentati come polli di batteria. 
Di plastica, maschere i volti ghignanti di capi di stato, ministri, politici, imprenditori, personaggi dello spettacolo, sempre pronti a riciclarsi.
La carta stampata un tempo arredava i gabinetti rurali, ecologicamente corretta, nonostante qualche traccia di piombo equivalente ad un pallino di cacciatore. 
Oggi serve da lassativo mentre ci vengono servite bombe intelligenti al fosforo.
La chimica ha surclassato la biologia, il benessere dipende dal mix di doping con integratori, antidepressivi, stimolanti. 
Mediante le sostanze tossiche autoproduciamo antidoti, avvelenandoci, assuefandoci. 
Fisici tossici, scorie dipendenti, il nucleare e' gia' in noi radianti e irradiati, contaminandoci.
L'habitat e' talmente deturpato da decostruttori senza scrupoli, e cosi' inquinato da oceanici scarichi a cielo aperto, che pure quel Dio possibile si ossigena con la maschera antigas.
Sul tetto del mondo antenne paraboliche, satellitari, navigatori.
Senza piu' un'Itaca a cui tornare.

martedì 11 marzo 2008

Buona Primavera

Il vento impazza s'alzano le gonne
Fischia l'ormone infuria la bufera
Volano cappelle acquasantiere
Se il vento fischiava ora fischia piu' forte
Palle rotte eppure bisogna andare
A conquistare la Rossa Primavera
D'un amore folle come l'anarchia
Contro i preti 
del buongoverno
Per la Prima Donna Vera.

domenica 9 marzo 2008

Miao

Rieccomi.
L'otto marzo l'ho trascorso a riconfigurare il computer.
I giorni precedenti a riconfigurarmi testa e cuore.
A proposito di gatti, da felina selvatica e bastarda, voglio inderogabilmente voglio.
Pappa tutti i giorni e una morbida cuccia.
Vino al posto d'acqua, anelli di fumo e calore a volonta'. 
Voglio l'esclusiva, massima priorita' e picchi d'attenzione.
In cambio si elargiscono sensuali strusciate e miagolii.
Agli incoerenti e contraddittori, ruggiti, graffi, morsi.
Prossimamente su questi schermi.
Miao.

- La verità è ciò che è non ciò che dovrebbe essere -
(Lenny Bruce)