martedì 8 dicembre 2020

Rimpiangendo Villa Arzilla

Mia figlia, dopo un corso e uno stage come animatrice in una Rsa, finalmente ha un contratto a tempo determinato. 
E subito dopo scoppia la pandemia. 
La prima ondata non ha colpito la Rsa, nonostante l'impreparazione a livello mondiale per un virus inaspettato e sconosciuto. 
Mia figlia ama il suo lavoro, si affeziona ai suoi nonni - come li chiama lei - nonostante la paura del virus non manca un giorno dal lavoro. 
Poi arriva il sospirato contratto a tempo indeterminato.
E subito dopo giunge la seconda ondata di pandemia. 
Che trova struttura ed operatori più preparati e consapevoli, con mascherine, visiere, guanti, visite dei parenti protette come da protocollo. 
Mia figlia non lesina di collaborare per garantire la tutela nella struttura, si presta al ricevimento dei parenti per gli ospiti, lava le mani col gel agli anziani cambiandosi ogni volta per singolo nonno i guanti. 
Poi comincia ad essere preoccupata, sei anziani febbricitanti e in isolamento. 
Finalmente arrivano i tamponi e si riscontra la positività al virus. 
Anche mia figlia risulta positiva sintomatica. 
Trascorre l'isolamento in casa, senza cure né terapie, e contiamo i giorni di angoscia e terrore, con la speranza che vada tutto bene. 
Perchè nessun medico si reca a visitarla, nè il medico di base nè le fantomatiche Usca, che in due settimane di quarantena l'hanno contattata telefonicamente due volte.  
Mia figlia ha ventinove anni, e una bambina di due anni. 
E nonostante il virus, piange quando conta i suoi nonni morti. 
Mentre la sua direttrice fa l'operatrice sanitaria, in supplenza del proprio personale contagiato. 
Poichè i vecchi sono vuoti a perdere, muoiono in struttura, non negli ospedali. 
E non si sa nemmeno se vengono conteggiati tra i morti causa Covid. 
La seconda ondata si poteva evitare, con la volontà del Governo e delle Regioni, ma i morti non votano.
E per i politici contano i voti elettorali, degli esistenti in vita. 
Con codesti presupposti, certamente arriverà anche la terza ondata.
Trascorsi ventun giorni di isolamento, occorrenti per ottenere un tampone negativo, mia figlia su propria insistente richiesta si reca finalmente dal medico, per farsi auscultare i polmoni, dato che ha una tosse stizzosa che di notte sdraiata non la fa riposare.
Si è fatta prescrivere i raggi al torace e un elettrocardiogramma, grazie al cielo con esito negativo, ovviamente versando il suo obolo in ticket al servizio sanitario nazionale.
E ripreso il lavoro.
Ognuno sta solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.

giovedì 27 agosto 2020

Palla avvelenata

 

In Italia la prevenzione Covid non esiste nemmeno per i bambini.
Ho la nipotina di due anni e mezzo con febbre a 37,4 e raffreddore. 
Si comincia col calvario di telefonate ai call center.
La sostituta del pediatra non l'accetta in ambulatorio e non la visita a casa, dichiarando che c'è un protocollo in merito. 
Contatto l'ufficio informazioni dell'Asl locale che mi riferisce che è a discrezione del medico visitare o no il bambino. 
La Regione al numero regionale informazioni asserisce che in effetti c'è un protocollo e conferma la discrezionalità del medico. 
Il numero del Ministero della salute dedicato al Covid riconferma i medesimi concetti, suggerendo di rivolgersi alla guardia medica pediatrica in caso di aggravamento. 
Nella mia città non esiste la guardia medica pediatrica, quindi resta solo la guardia medica dalle venti di sera, che non viene a domicilio e visita in struttura ospedaliera, o recarsi al pronto soccorso o chiamare un'ambulanza; ma col rischio di contagio conviene evitare se possibile. 
Oppure infine chiamare un pediatra a pagamento, ammesso e non concesso che sia disponibile alla visita domiciliare.  
Questa è la sanità locale, regionale, nazionale. 
Alla faccia della prevenzione Covid, da cittadina italiana mi domando cosa paghiamo le tasse a fare.

domenica 24 maggio 2020

La ragazza col violino


Come i criceti che corrono in gabbia sulla ruota facciamo da cavie. 
Questa è in realtà la fase due dell'epidemia. 
Non c'è cura, non c'è vaccino, si salvi chi può, d'altronde il plasma è a costi zero e non fa guadagnare le lobby farmaceutiche e i politici, coi loro tecnici. 
I media asserviti ora mostrano come è bello tornare a lavorare, con mascherine, guanti, e sanificazione, che se fossero bastati non avrebbero procurato tutti quei morti, nel personale sanitario e nelle Rsa. 
Ci raccontano che muoiono solo i vecchi con patologie pregresse, e che adesso vige la responsabilità individuale, del tipo te la sei cercata come in caso di stupro. 
Invece non è così, perchè ci sono responsabilità civili e penali, dei datori di lavoro e degli amministratori pubblici, in caso di infezione da Covid 19, così come accade negli infortuni sul lavoro. 
Tu puoi dimostrare che hai applicato tutti i protocolli, ma se io mi ammalo, tu devi dimostrare che io non ho seguito i protocolli. 
E siccome sei tu che mi obblighi a tornare al lavoro, si vedrà la legge che sentenzia in merito. 
Anche se la legge spesso è prona alle leggi del mercato, alla politica, ai partiti. 
Invece di favorire lo smart working - come invece raccomandano il Governo e le istituzioni scientifiche - subito il Pd in Emilia Romagna tuona di tornare tutti al lavoro, con circolari e direttive locali. 
Quante saranno le pecore - per l'immunità di gregge - coloro che sacrificheranno la propria salute e vita quali bestie immolate sull'altare del mercato e della politica? 
Saranno numeri a rischio calcolato - come in guerra - i vuoti a perdere del sistema, le vittime marchiate virtualmente come animali al macello o ai tempi del nazismo. 
Ci siamo già dentro, in un sistema che non solo non salvaguarda la libertà di vivere ma nemmeno quella di morire. 
Poichè se ti infetti sei soltanto sfortunato, non è colpa di nessuno, d'altronde devi pure mangiare, respirare, anche se con la mascherina. 
Poi se ti viene la febbre muori da solo in casa come un cane rabbioso, con la bava alla bocca perchè ti manca l'aria, o in ospedale con la bocca spalancata e gli occhi che piangono sangue. 
Nessuna cura, nessun dottore a casa, alcuna medicina, verrai bruciato come un appestato, e i tuoi cari nemmeno sapranno come sei morto e dove seppellito. 
Meglio non sapere, solamente pagare la fattura della cremazione. 
Ciò che conta è che ora che le terapie intensive si stanno svuotando, son pronte a riempirsi di nuova carne da macello. 
E sarà pure colpa tua, che ti sei contagiato, non di chi ti ha obbligato a buttarti quale kamikaze nel rifiuto organico. 
Priva della libertà per due mesi le persone e poi anche andare a lavorare pure a rischio della vita sembrerà un volo fantastico. 
Non per nulla la manipolazione dell'informazione l'ha inventata la propaganda nazista. 
Nel libro La ragazza col violino, la giovane Allegra scoprirà la storia della nonna, scomparsa in un lager.
Oggi i nonni scompaiono nelle case di riposo.