sabato 24 aprile 2010

The Dark Side Of The Moon


E se stanotte non mi svegliassi più... prove di commiato.
Non e' emblematico che accada il giorno prima della Liberazione d'Italia, solo fortuita coincidenza, o forse un segno del destino per chi ci crede. Con un ultimo sforzo, sto scrivendo con la mano sinistra, il braccio destro bloccato, dolori ovunque, occhi malandati. D'altronde e' il normale decorso d'un tempo che avanza, d'un presagio di fato che puntualmente s'avvera. 
Per i miei figli sono gia' un fantasma, e meglio cosi' vuol dire che li ho cresciuti ed educati al distacco. Firmero' il licenziamento in modo da garantire con la liquidazione alla piu' piccola il sostentamento per l'universita', l'accudimento dei nostri animali, e la casa che manterra' di diritto essendo maggiorenne. 
Al piu' grande lascio - oltre alle poche cose mie - la cura della piccola, in vece di un padre assente che comunque non e' il peggiore del mondo, almeno non lo e' stato come marito se non nella incapacita' di gestire il bilancio famigliare e di provvedere ai propri figli, vittima dei voli pindarici del sessantotto quale tanti uomini e donne di quella generazione. 
Se non altro gli ho evitato di prendersi cura di me in veste di infermiere, medesima sorte scampata dal mio ultimo ex amore. 
Lascio senza rimpianti un'Italia che non mi piace, alla deriva di valori navigante in una melma di ipocrisia ed egoismo, un Paese un popolo una citta' in cui forse ho creduto ma lontani anni luce dagli ideali di allora. 
Come per un corpo malato, non v'e' bisogno di analisi e diagnosi, s'avverte ogni giorno nelle forze che vengono a mancare, nell'immagine riflessa allo specchio, nella sofferenza sottotaciuta. Vani accanimenti terapeutici o cure placebo, la remissione oppiacea illegale, chi crede va a Medjugorje, chi pensa che non esistendo soluzione inutile il problema, prende semplicemente atto dell'orologio biologico, o democratico per lo Stato fisico, l'organismo nazione. Quando e' in gioco l'umana integrita', l'autonomia, l'indipendenza, la cura del se' e dei propri cari, c'e' chi bara scommettendo e chi perde vincendo. La propria dignita'. 
Non ho rancori, ho amato e sono stata amata, ho desiderato e avuto cresciuto due figli, bravi, ho conosciuto la gioia dell'amor vissuto tra uomini e animali, patito le pene del distacco, ho fatto cio' che volevo sapevo potevo fare. 
Mi manchera' forse il divenire nonna, ma chissa' probabilmente in altra vita, e' la sfortuna del nascere in un Paese senza futuro. 
Non e' facile scrivere mancini e col dolore che ottenebra la mente, ricordiamoci belli, passionali, sani, e soprattutto veri. 
In fondo il piu' bel complimento che mi sia stato fatto quale epigrafe d'autore e' 'lucido ardore'. 

domenica 11 aprile 2010

Emergency e' sola

 

Scrivo di pancia, anzi di stomaco, nauseata da come vanno le cose del mondo, e di patria. La notizia dell'arresto dei tre medici italiani di Emergency in Afghanistan, viene accolta nella piu' totale indifferenza e ignavia.
In primis dal Ministero degli Esteri, il cui primo pensiero e dichiarazione consiste in un pilatesco 'non fan parte della cooperazione italiana', come alludere gia' ad una presunta colpevolezza - certo non si tratta di turisti per caso.
D'altronde l'organizzazione internazionale di Gino Strada e' scomoda a questo governo, cosi' come a qualsivoglia governo estero, essendo che non si schiera politicamente e si prende cura di tutti, indistintamente indiscriminatamente gratuitamente.
Qual piu' rivoluzionario e deleterio esempio costruttivo di pace per le fanfare parolaie e ideologiche di partiti e premier?
E poi questi medici italiani, che invece di curare ricchi abbienti in suol di patria, se ne partono alla ventura ad edificare ospedali per la povera gente, quando ci sono gia' le missioni umanitarie di pace, con le loro bombe intelligenti.
E infine tale Gino Strada - ma chi e' costui - che si permette pure di offrirsi quale intermediatore in una faccenda umma umma, di dominio dei servizi segreti diplomazie mafie mondiali.
E cosi' come sul suol natio - forgiando nel discredito oppositori al regime e persone rette non prezzolate - anche in terra straniera per allontanare 'indesiderati' si utilizzano le medesime tattiche del fare il vuoto intorno.
In Russia ancora si spara ai giornalisti irriducibili, in Italia non occorre basta epurare, in Afghanistan si seminano collocano al posto giusto 'prove' atte non tanto all'incriminazione, ma all'espulsione di organismi non geneticamente - e politicamente - modificati.
Genova 2001 e le bombe rilevate nella scuola Diaz - dimostrato processualmente messe in loco da agenti di polizia - docet.
A supporto l'informazione pubblica - Tg1 di oggi - che fa solo un breve accenno alla vicenda dei tre medici arrestati, senza una parola sui meriti di Emergency - come da velina istituzionale del Ministero degli Esteri - e puntando la notizia - quale mirino di fucile - sul video diffuso di reperimento delle bombe e oltremodo su una presunta manifestazione afghana di protesta davanti ai cancelli di Emergency - non e' chiaro da parte di chi e quanti - che chiederebbe l'espulsione dell'organizzazione internazionale.
Persino l'osannato popolo di Facebook - cosi' solerte nelle manifestazioni contro Berlusconi - e di Twitter - cosi' prodigo di solidarieta' col popolo iraniano - fenomeni oramai piu' da baraccone mediatico che reali - risulta distratto dalle proprie tante vicissitudini amorose amicali citazioni dotte e shopping virtuale, ma di sabato si sa.
Sempre desti e pronti ordunque nel cliccare il gruppo per il premio Nobel per la pace a Gino Strada, poiche' fa trendy il politicamente corretto. Emergency non e' Madre Teresa di Calcutta, in quanto entita' laica umanitaria non riveste quell'aura di spiritualita' da Sacra Sindone, dice le cose come stanno, si inquieta s'addolora gioisce - compie errori - alla pari di qualsivoglia essere umano.
Eppure mai credero' che operi in collusione col terrorismo, lo dimostrano atti e fatti, che hanno valore assai piu' di tante parole dichiarazioni d'intenti e prove costruite, e di codesti tempi cupi penso quando muore una persona, cosi' come se dovessi morire io - almeno non ha dovuto vedere in quale cloaca sia sprofondato il mondo - amen.

 

martedì 6 aprile 2010

Risorgimento

 
Ad un anno dalle macerie del terremoto abruzzese e a pochi giorni da quelle elettorali - che hanno seppellito illusionismi e giochi di prestigio da cilindro ormai sfondato col fuggi fuggi di conigli - si puo' affermare con oggettivita' e realismo che non esistono piu' bacchette magiche ricette pozioni atte a trasformare un popolo un Paese in cittadinanza attiva. 
Non mi dilunghero' negli usueti discorsi sulla scatola magica denominata televisione, di cui sono gia' ben noti poteri e bari; la televisione - alla pari dei mass media - da sola non basta a motivare giustificare il voto degli italiani. 
Cosi' come d'altro canto non e' sufficiente Internet a produrre controinformazione e antagonismo. Altrettanto dicasi per manifestazioni proteste e talk show di piazza. Innanzi tutto c'e' bisogno di una classe politica dirigente nuova - eletta direttamente dalla gente - e di una progettualita' a breve e medio termine, da votare e verificare a meta' mandato. 
Una coalizione di intenti - sulle orme della Fabbrica di Nichi Vendola - che raccolga le varie anime libertarie - dal Movimento di Beppe Grillo all'Italia dei Valori ai Radicali al Popolo Viola No Tav ecc. ovvero la societa' civile e laica, spogliata da identita' di destra o sinistra ormai obsolete. 
E senza aristocratici decadentismi da puzze al naso, separatismi orticelli da coltivare e poltrone da salvaguardare, poiche' alle urne si contano i voti e non i protagonismi. 
Dopo di che occorre che l'intellighenzia italiana - composta da uomini di cultura letteratura arte filosofia scienza comunicazione giornalismo - si schieri in campo e si metta in gioco, promuovendo un sistema alternativo di fare politica attraverso cultura e perche' no, spettacolo. 
Mi riferisco ad una Radio e Tv via Web, che parli con e per la gente, sui tanti problemi reali e concreti, mediante quel che unisce e non divide - ad esempio la musica vincente sul gap generazionale - la passione comune per cio' che si ama e condivide, che colpisca alla pancia allo stomaco, per arrivare alla testa e al ragionamento, ossia alla consapevolezza e alla scelta. 
Ovviamente tutto questo comporta il coraggio di chi non ha nulla da perdere - senza conti esteri per essere chiari e autofinanziati - e un target piu' che borghese moderato, di proletariato e precariato, i nuovi poveri per intenderci, deprivati da valori materiali etici e morali, quali diritti e dignita'. 
Infine il territorio, che non e' solo la piazza, l'adunata oceanica, ma la goccia che corrode la roccia, agendo a livello locale, attraverso informazione comunicazione azione, riscoprire le piazze e le citta' come luogo di incontro e dialogo, riprendersi gli spazi di vita e socialita', oltre la televisione oltre il computer. 
Il ruolo di Internet certo e' essenziale, quale nodo di trasmissione divulgazione scambio oltremodo a distanza, ma non e' esaustiva nei propri blog e social network, in quanto forza trainante promotrice ma non motrice. 
Penso che unicamente un progetto politico cosi' definito, supportato da media alternativi, e attuabile sul territorio - moltiplicando l'uno garibaldino per mille - possa portare quella ventata di Risorgimento italiano di cui s'e' persa memoria, e lucido ardore.

venerdì 2 aprile 2010

Buona Pasqua


KIT KAT - UN CROCCANTE CIOCCOLATO CHE DISTRUGGE LE FORESTE
L'APPELLO DI GREENPEACE

Nei suoi spot, Nestlé invita a fare un break, mangiando un Kit Kat.
Ma ogni volta che dai un morso al tuo Kit Kat potresti - senza saperlo - prendere a morsi un pezzo di foresta e contribuire all’estinzione degli ultimi oranghi.
Nestlé, infatti, acquista olio di palma da aziende che stanno devastando la foresta pluviale indonesiana e minacciando la sopravvivenza delle popolazioni locali e degli oranghi.
Per chiedere a Nestlé di non acquistare mai più olio di palma dal “campione” della deforestazione Sinar Mas, abbiamo lanciato una campagna internazionale sul web.
In migliaia hanno partecipato in tutto il mondo e perciò, poche ore dal lancio, Nestlé ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di cancellare i propri contratti con Sinar Mas.
Di fatto, però, continuerà a utilizzare olio di palma di Sinar Mas, acquistandolo da aziende terze come Cargill.
Nestlé, inoltre, intrattiene accordi commerciali anche con la multinazionale della carta Asian Pulp and Paper (APP) che è una società sussidiaria proprio di Sinar Mas.
Anche APP ha preso la cattiva abitudine di distruggere le foreste per sostituirle con piantagioni intensive da cui si ricava carta che Nestlè utilizza per il packaging dei prodotti.
Nestlé deve ripulire tutta la propria filiera di produzione.
È arrivato il momento di concedere un break anche agli oranghi e alle foreste indonesiane!
Per convincere Nestlé dobbiamo essere sempre di più: abbiamo bisogno del tuo aiuto.