sabato 31 gennaio 2009

La giornata del chi se ne frega

Una rapida scorsa alle notizie dei telegiornali e in rete. 
Oggi si celebra la giornata del chi se ne frega, pilastro dell'informazione planetaria. 
Il Papa riceve i sindacalisti della Cisl, scoperta l'acqua calda benedetta: senza concertazione non vi e' pace sociale; sacrosanto, sarebbe come non coinvolgere Hamas nella questione medio orientale. 
Un ministro intervistato in televisione dichiara che il Governo non aumentera' le tasse, e vorrei vedere se con la crisi mondiale rischiano pure una sommossa popolare. 
Un ragazzo romeno di quindici anni viene picchiato a Firenze e un poliziotto laziale uccide un senegalese per una lite condominiale; mentre in Inghilterra gli operai autoctoni gridano agli italiani che hanno vinto un appalto: - sporchi immigrati tornate a casa -. 
A Napoli si commemora la dipartita della giustizia italiana, marcia funebre d'usuale retorica decennale.
A Sanremo quaranta conigliette di Playboy si preparano per il festival della canzonetta regalmente ospitate; nel frattempo la gente piu' che ai sogni erotici si dedica al miraggio culinario di un coniglio al forno. 
In America imperversa un blog di lamentele e reclami delle mogli degli ex manager caduti in disgrazia, troveranno un altro pollo da spennare, magari in rete ammesso che ci stiano piu' imprenditori che disoccupati. 
Denunce, controdenunce, proteste, politici e calciatori, squadre di cannonieri a chi la spara piu' grossa, la palla; dalla sospensione della partita Italia - Brasile alle rivendicazioni sulle sanzioni antidoping. 
E' un'intera nazione in autogol cronico. 
Nemmeno su Internet ci si salva in corner. 
In effetti Internet pare il teatro pirandelliano per eccellenza, io sono colei che mi si crede, uno nessuno centomila, sei personaggi in cerca d'autore. 
Suggellato anche dal celeberrimo pomposo: lei non sa chi sono io, e dal nobile altolocato: io sono io e voi non siete un cazzo. 
Talvolta pure io mi sono domandata con chi mi scrivessi o parlassi in realta', poi sono giunta alla conclusione che non me ne poteva fregare di meno, che fosse uno scienziato o un idraulico, quel che conta sono i contenuti di una comunicazione, non i ruoli sociali. 
E' il bello della diretta, che spoglia da convenzioni per rivestire nuovi panni, per alcuni piu' autentici per altri ancora piu' falsati, taroccati. 
Il mio soggettivo consiglio virtuale e' liberarsi da: fanatici, adulatori, cercatori di fame e di fama, predatori e cacciatori, vittime e carnefici, psicolabili da manuale psichiatrico. 
Sovente si riversa su Internet tutte le proprie sfighe esistenziali, ansie, angosce, paranoie, ricerca del Santo Graal, pugne crociate. 
Il giusto distacco e la sana risata sono gli antidoti per non farsi fagocitare da esseri per lo piu' virtuali, coltivando altresi' l'amicizia con persone senzienti ed equilibrate. 
Dopo di che il credermi o non credermi non e' affar mio. 
Se ci si fida dei politici, di personaggi famosi, delle notizie dei telegiornali, possibile che sia bella come la Ferilli, sensuale come la Basinger, intelligente come la Hack? 
Oppure una fata ignorante, magari drag queen.

venerdì 30 gennaio 2009

Era il tempo delle more

La rete straborda di condoglianze.  
La morte rende tutti savi e mistici. 
Evvai con la saga della retorica. 
Nessuno si ricorda dello scherzo telefonico di Libero a Mino Reitano che si prostrava alla voce di uno pseudo Berlusconi? 
Posso piangere per Faber o per Gaber, ma lascio a lorsignori i cori da prefiche. 
Non e' che la morte cambia la gente, cosi' come nemmeno la vita. 
Come diceva un mio amico per meta' folle, il male del mondo sono i cretini che si credono geni. 
E che lo governano pure, aggiungo io. 
Sempre spinta dalla curiosita' per i fenomeni mediatici, mi sono iscritta a Facebook, per vedere l'effetto che fa. 
Ho messo la mia brava fotina da 'gnocca', la musica, i film, i libri preferiti - come se poi alla fine a qualcuno fregasse qualcosa - la dotta citazione da intellettuale della festa, lo stato civile e il rapporto sociale da 'acchiappo', il link ai miei blog, mancante solo il Cud. 
Svolto il compito, il problema e': ora che ci faccio su Facebook? 
Pare che serva a scovare compagni di scuola, ex colleghi, o a snidare vicini di casa. 
Ma se sono vicini di casa, che ci parlo a fare in rete? 
E soprattutto perche' devo andare alle adunate scolastiche stile amarcord per vedere chi ha messo su chili o perso capelli? 
E ancora, se gia' detestavo le cene di lavoro ove si spettegolava sul collega assente, figurati che voglia ho di rivedere chi lasciai con un sospiro di sollievo. 
Oppure si possono invitare sul network i vecchi amici.
Ma se sono contatti gia' presenti in altra messaggistica, stiamo a fare la moltiplicazione dei pani e dei pesci, o meglio dei cloni? 
Quasi quasi rimpiango il tempo della more. 

martedì 27 gennaio 2009

Shoah

Oggi e' la giornata della memoria. 
Dopo Gaza, fatico inesorabilmente, ma devo, in nome dell'antifascismo, del revisionismo, del fascismo che sfrutta ogni occasione per rivendicare cio' che e' invendicabile, la dignita'. 
E tutti coloro che gridano allo stupro, che si vergognino di chiamare 'gnocche' le donne, nelle televisioni, nelle radio, sul web, il rispetto parte anche dal linguaggio. 
Cosi' come l'educazione. 
Partite dal vostro piccolo misero cosmo, di battutacce alla berlusca, di sorrisini ammiccanti da caserma, di stili e modi di vita, che sono ahime' patetici, e impotenti. 
E' il piu' bel dono che possiate fare alle donne, quelle vere, mai in vendita o sul mercato, altro che mazzo di rose virtuali o reali. 
E che le donne si facciano rispettare, mai piu' mamme o crocerossine di maschi adulti, poiche' essere 'gnocca' e goderne, significa anche essere stupide. 
Mentre si puo' essere belle e intelligenti.  Belle dentro e fuori. Brutte e antipatiche. 
Lasciamo questi epiteti da borgata a uomini inappaganti, boicottiamo i media che propongono modelli sessisti, e rivendichiamo la bellezza dell'essere donna, femmina, che gestisce la propria sessualita', amore e vita. 
Chi ha paura delle donne libere, in realta' teme il proprio fallimento di maschio. 
Sono stata ad Auschwitz, e ancora sento le voci. 
Ma odo anche le grida delle mamme di Gaza. 
L'esperienza delle donne in condizioni di estrema vulnerabilita', rivela il loro coraggio. 
Fu una donna che prima di entrare per sempre ad Auschwitz, scrisse: 
- Trovo bella la vita e mi sento libera -. 
Nonostante gli stupri, del corpo e dell'anima.

Incipit

Il piu' bel dono e' qualcuno che legga un libro per te, un brano, un testo, un saggio. 
Si pensi a chi e' cieco, o privo di abilita' sensoriali atte a decodificare segni che si tramutino in parole, racconti, descrizioni. 
Vale come gesto di soccorso agli infermi, vale come pensiero d'amore confidenziale e intimo. 
Ecco, io cosi' lo vedo il futuro.
Due rincoglioniti innevati che invece di passarsi canzonette come ragazzini o poesie stile Lentamente muore - che porta pure sfiga ad una certa eta' - si prestano occhi e voce, non potendo ahime' scambiarsi piu' protesi naturali o artificiali. 
Poi vero che anche un pappagallo, un gatto, un cane, fanno compagnia.
Ma non possono leggerti un libro.

- All'infuori del cane, il libro e' il migliore amico dell'uomo. Dentro il cane e' troppo scuro per leggere. -
(Groucho Marx)

sabato 24 gennaio 2009

Cox 18

Mentre a Lampedusa la popolazione e' in rivolta contro l'ennesimo Cpt deciso dal ministro dell'Interno, che trasformerebbe l'isola in una nuova Alcatraz - e Roma ritorna degradata piazza di stupri come ai tempi del ratto delle sabine nonostante il sindaco della sicurezza - a Milano si sgombera uno degli ultimi baluardi dei centri sociali: il Cox 18.
Il locale, situato in zona Navigli in via Conchetta, e' di proprieta' del Comune di Milano, a frequenza notturna di giovani venticinquenni. 
La testimonianza di un ragazzo: 
- Il Conchetta è la storia. A me questo basta e avanza, perchè questo centro sociale viene da lontano, e il '77 non è stata una passeggiata. Oggi mantiene forse un pò poco di quello che fu, ma ne vale comunque la pena, nelle serate giuste! I prezzi sono (almeno qui) onesti! Non è adatto a chi ha molte pretese, ma non so se ci siamo spiegati, l'anima di questo posto è un'altra -. 
Il Cox 18 e' uno dei centri sociali storici noto proprio per la nascita al suo interno di uno dei primi gruppi di hacker conosciuti, e luogo di riferimento della sinistra antagonista e dell'anarchia milanese. 
Fu occupato nel 1989, e teatro nel 2004 di una gigantesca rissa che coinvolse circa un centinaio di persone per l'aggressione di un folto gruppo di naziskin, durante la quale venne gravemente ferito a coltellate un giovane dei centri sociali. 
A seguito di tale episodio vennero poi arrestati tre esponenti dell'estrema destra cittadina. 
Il centro sociale, comunemente chiamato 'Conchetta', ospitava anche l'adiacente libreria 'Calusca' di Primo Moroni, contenente un gran numero di libri e materiale informatico, memoria storica dagli anni Settanta e punto di incontro della sinistra radicale milanese. 
- Stanno sgomberando l’archivio immenso di mio padre e ne stanno tentando il sequestro - scrive sul blog Maysa, la figlia di Moroni, invitando sul web alla mobilitazione e denunciando la violazione dell’archivio: - proprieta' privata mia e di mia madre -. 
Archivio di memoria storica formatosi dal 1971, biblioteca enorme di testi, manoscritti e materiale informatico, che fece della libreria uno dei luoghi di ritrovo culturale piu' noti del capoluogo lombardo.
Volendo tracciare una mappa della geografia dell'anima del paese Italia, risulta evidente come da nord passando per il centro al sud sino alle isole, si disegni un desolato paesaggio di croci che non porta ad alcuna isola del tesoro, bensi' alla 'ridicola bicocca'.
L'arroccata solitaria fortezza del Deserto dei Tartari.

Atanor

Finita la quarantena. 
Il respiro torna alle nari, testa lucida e sgombra, debellati virus e bacilli letali. 
La mia personale guerra batteriologica. 
Si trattava appunto di chimica nelle chiacchierate notturne tra ectoplasmi, tentando una spiegazione al significato di amore.
Con la conclusione finale che non v'e' alcuna spiegazione, se non formule alchemiche ancora agli umani sconosciute. 
Indi per cui, da Maga Mago' a Mago Merlino, si compia l'excursus nel magico mondo dell'alchimia. 



L'alchimia e' un'antica pratica proto scientifica che combina elementi di chimica, fisica, astrologia, arte, semiotica, metallurgia, medicina, misticismo e religione. 
Il pensiero alchemico e' considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico. 
Furono tre i grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti: conquistare l'onniscienza; creare la panacea universale, un rimedio cioe' per curare tutte le malattie, per generare e prolungare indefinitamente la vita; trasmutare i metalli in oro o argento. 
La pietra filosofale, sostanza di tipo etereo - che potrebbe essere una polvere, un liquido o una pietra - era la chiave per realizzare questi obiettivi. 
Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiya o al-khimiya, che e' probabilmente composto dall'articolo al- e la parola greca khymeia che significa 'fondere', 'colare insieme', 'saldare'. 
Un'altra etimologia collega la parola con Al Kemi, che significa 'l'arte egizia', dato che gli antichi Egiziani chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico. 
Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa 'succo per fare l'oro'.
L'universo alchemico e' pervaso di simboli, cosi' per esempio l'oro e l'argento acquisiscono nell'iconografia alchemica i tratti simbolici del Sole e della Luna, della luce e delle tenebre e del principio maschile e femminile, che si uniscono nella coniunctio oppositorum della Grande Opera.
Simbolo animale alchemico e' la fenice, la quale per la sua capacita' di rinascere dalle proprie ceneri, incarna il principio del 'nulla si crea e nulla si distrugge', tema centrale della speculazione alchimistica.
Inoltre, era sempre la fenice a deporre l'uovo cosmico, che a sua volta raffigurava il contenitore in cui era posta la sostanza da trasformare. 
Anche il serpente ouroboros, che si mangia la coda, ricorre spesso nelle raffigurazioni delle opere alchemiche, in quanto simbolo della ciclicita' del tempo e del 'Uno il Tutto' (En to Pan). 
L'alchimia cinese fu strettamente connessa al Taoismo. 
Mentre quella occidentale fu piu' concentrata sulla trasmutazione dei metalli, l'alchimia cinese ebbe una maggiore connessione con la medicina. 
La pietra filosofale degli alchimisti europei puo' essere comparata con l'elisir dell'immortalita' cercato dagli alchimisti cinesi. 
Gli Indu' avevano una scienza simile all'alchimia, chiamata rasayana - che significa via del succo (o essenza) - indicando con essa l'uso di una medicina che allontana la vecchiaia. 
Nel XIV secolo l'alchimia ebbe una flessione a causa dell'editto di Papa Giovanni XXII, che vietava la pratica alchemica, fatto che scoraggio' gli alchimisti appartenenti alla Chiesa dal continuare gli esperimenti. 
Si diceva tra l'altro che l'alchimia fosse un'arte praticata soprattutto dai Templari, i quali avrebbero accumulato enormi ricchezze tramite questa prodigiosa disciplina. 
Ridotta ad arcano sistema filosofico, scarsamente connesso al mondo materiale, l'Ars magna subi' il fato comune di altre discipline esoteriche quali l'astrologia e la cabala; esclusa dagli studi universitari e ostracizzata dagli scienziati, si comincio' a guardare ad essa come all'epitome della superstizione. 
Dopo aver goduto per piu' di duemila anni di un grande prestigio intellettuale e materiale, l'alchimia usci' in tal modo dal pensiero occidentale, salvo ricomparire nelle opere di studiosi a cavallo tra scienza, filosofia ed esoterismo, quali lo psicanalista Carl Gustav Jung e il pensatore Julius Evola. 
Il simbolismo alchemico e' stato occasionalmente utilizzato nel XX secolo dagli psicanalisti, il primo dei quali, Carl Jung, ha riesaminato la teoria ed il simbolismo alchemico ed ha iniziato a mettere in luce il significato intrinseco del lavoro alchemico come ricerca spirituale. 
L'esposizione junghiana della teoria dei rapporti intercorrenti tra alchimia ed inconscio si trova in varie sue opere. 
La tesi dello psicanalista svizzero consiste nell'identificazione delle analogie esistenti tra i processi alchemici e quelli legati alla sfera dell'immaginazione ed in particolare a quella onirica. 
Secondo Jung, le fasi attraverso le quali avverrebbe l'opus alchemicum avrebbero una corrispondenza nel processo di individuazione, inteso come consapevolezza della propria individualita' e scoperta dell'essere interiore. 
Mentre l'alchimia non sarebbe altro che la proiezione - psicologia - nel mondo materiale degli archetipi dell'inconscio collettivo, il procedimento per ottenere la pietra filosofale rappresenterebbe l'itinerario psichico che conduce alla coscienza di se' ed alla liberazione dell'io dai conflitti interiori.
In fondo, citando Nietzsche: 
- Ogni legge scientifica e' il relitto di un sogno mitologico -. 

(da Wikipedia)

venerdì 23 gennaio 2009

Indovina chi viene a cena?

Mentre il mondo ancora bamboleggia con Obama e family, in questo mal paese chiamato Italia due notizie mi hanno colpito. 
La prima notizia, gli insulti ad Ichino, giuslavorista e senatore del Pd costituitosi parte civile, da parte dei brigatisti nel corso del processo a loro carico. 
Le presunte ingiurie: 
- Vergogna, siete una banda di sfruttatori' - 
- Massacratore di operai -. 
Di rimando, l'esimio docente motivando le proprie ragioni: 
- Non l'ho fatto tanto per me ma per le intimidazioni permanenti alla liberta' di pensiero che sono qualcosa che pesa sull'intero paese. Non mi importava tanto per me ma non volevo svalutare quanto accade all'interno della mia comunita' accademica -. 
Poi, riferendosi alla scorta: - La loro presenza e' sempre stata evidente anche in aula, e questo limita e altera il rapporto fra docente e studenti -. 
All'inizio dell'udienza, la dichiarazione di uno degli imputati: 
Io e i compagni siamo contenti di avere qua oggi, in aula, il giuslavorista Ichino. Siamo contenti perche' ci sono lui, lo Stato e i fascisti di Forza Nuova tra le parti civili e questo dimostra che e' in corso un processo politico dove queste parti civili rappresentano gli sfruttatori, mentre gli imputati rappresentano quanti lottano per i diritti dei lavoratori. Il qui presente Ichino si e' costruito la propria carriera criminalizzando i lavoratori -. 
Ichino, proseguendo la sua deposizione: 
- Dello Statuto dei lavoratori non si puo' parlare e chi lo tocca muore. Io sono uno che dice cose per le quali c'e' poi qualcuno che lo vuole far fuori. Solo in questo Paese l'intera comunita' dei giuslavoristi e' minacciata e cio' limita la serenita' del dibattito, che e' inquinato dal fatto che il dissenso possa anche essere armato di violenza -. 
A seguire il coro delle oche romane democratiche, irrilevanti dal punto di vista della cronaca. 
Nel frattempo aumenta la cassa integrazione, la disoccupazione, gli infortuni e le morti sul lavoro.
Le aziende riducono le maestranze o chiudono, i contratti sono sempre piu' penalizzanti per i lavoratori, incidendo sulla parte accessoria del salario che e' la prima a venir decurtata.
Alfine si vuole portare l'eta' pensionabile a sessantacinque anni pure per le donne, appellandosi a direttive europee di paesi che, a differenza dell'Italia, offrono e garantiscono ammortizzatori e servizi sociali alle madri lavoratrici. 
La seconda notizia e' che Internet e' dono di Dio. 
E se lo dice il Papa... 
Difatti pure la Gelmini ha fatto la sua comparsa su You Tube, annunciando le materie d'esame. 
Andra' a finire che ci ritroveremo a cena con Brunetta, anonimo occulto su Facebook.

mercoledì 21 gennaio 2009

Le bon ton

Gia', l'etichetta, il cerimoniale, la diplomazia. 
Obama non e' Marcos. 
D'altronde Obama e' stato votato da milioni di americani, mentre Marcos nel suo Messico ha perso. 
Vero che in periodo di crisi planetaria nuoce troppo sfarzo, troppa attenzione agli abiti di rappresentanza, a proposito di cammelli e crune dare sempre il buon esempio, ma si sa non ci son piuì santi come San Francesco. 
E considerate le gaffe e gag storiche dei nostri presidenti del consiglio e della Repubblica - chi non ricorda ancora Leone - un corso di galateo sarebbe oltremodo indicato; ricchi si diventa signori si nasce. 
Questa crisi su cui ci ammorbano in ogni luogo mediatico, come se la gente non la vivesse gia' sulla propria pelle per sentirsela anche raccontare; ad alcuni ha colpito un anno fa, a molti adesso, e i tanti che poi verranno. 
Mia figlia mi domanda:
- Mamma se fossimo in piena crisi mi avresti detto ho tamponato col sorriso sulle labbra? -  
Le rispondo:
- No anzi mi sarei messa a piangere -. 
Ecco come puo' cambiare la vita, dipendere da mille euro, concedersi il lusso di speranze, sogni, futuro.
Forse l'America si consola con Obama, un faro dal ponte di New York.
Noi si confida nella nebbia, quali anime evase in fuga.

martedì 20 gennaio 2009

Forza a kaka'

'I soldi non sono tutto'. 
Andatelo a dire ad un cassintegrato, ad un precario, ad un disoccupato, al pensionato con la minima, o a chi tiene figli da allevare e da curare. 
'E' una scelta di cuore'. 
Piu' appropriato definirla di frattaglie, rognoni e animelle sue. 
Anche io se dovessi scegliere tra una Ferrari ed una Maserati, opterei per la rossa; il problema si porrebbe invece fra una Mercedes e un'Apecar.
E' li' che esce il vero giocatore, e non il baro. 
Piatto ricco mi ci ficco, e se il piatto piange, risi e bisi per tutti. 
Finiti i bombardamenti su Gaza, si raccolgono macerie e si incerottano coscienze con gli aiuti umanitari, un generatore di corrente elettrica, peccato non si rigenerino le cellule cerebrali dei signori della guerra. 
Mentre il mondo festeggia Obama, alla faccia delle democrazia la roulette russa mira e colpisce l'ennesima giornalista, assieme ad un giovane avvocato che difendeva una ragazza cecena violentata e uccisa da un colonnello russo. 
Ma tanto chi se ne importa, lasciateci guardare le poppe del grande fratello, il principe ballerino e lo sceicco del pallone d'oro. 
Forza a kaka'.

lunedì 19 gennaio 2009

Obamania

A volte rasento l'antipatia, lo so. 
Ma la schiettezza fa a pugni con la diplomazia. 
E' il tempo degli eroi, dei salvatori del mondo, Obama. 
La storia ridonda di martiri, santi e laici, di osanna, Giuda e Ponzio Pilato.
E' il turno di Obama, uno e trino, 
Giano, Sisifo e Atlante, poverello.
Oddio. potrei secernere lusinghe od autoflagellarmi sulla mia sconfinata ignoranza alias pragmatismo.
Assaporare gocce di sapere d'esempio quale miele per l'intelletto, ma io non ce lo vedo proprio l'italiano panzerotto del 2009 compiere siffatte gesta d'audacia fatale. 
Ammesso e non concesso che il benemerito Obama osasse tanto, figuriamoci poi il buon Veltroni o un qualsivoglia iscritto a Facebook. 
Si sa, l'eroismo, la coerenza, duri e puri sino alla fine, immolarsi sull'ara - i capponi sull'aia - chi si commuove, chi piange, chi si strappa l'ultimo capello, la dentiera o la panciera. 
Troppo difficile per me. 
Troppo caustica.

domenica 18 gennaio 2009

Chioccia Tv

Oggi parliamo di televisione. 
Suscita scalpore la lettera di Celentano pubblicata in un quotidiano, nella quale si complimenta con la professionale conduttrice di Ballando sotto le stelle, richiamando pero' l'attenzione su Gaza.
A seguire i vari talk show domenicali di aria fritta, starnazzamenti sull'aia.
Ebbene lo confesso, pure io ieri sera ho guardato Ballando sotto le stelle.
Perche' non si puo' sempre mostrare - e dimostrare - impegno o disimpegno, secondo canoni e omologazioni in merito ai quali il profetico Pasolini ha ampiamente scritto e descritto. 
Almeno al sabato, nel weekend, dopo una settimana lavorativa, fatti i conti per arrivare a fine mese, il pensiero del lunedi', le bollette, il mutuo, la scuola dei figli, lasciateci svagare, sorridere, danzare, fare l'amore. 
Perche' poi dopo una serie di bombardamenti a catena, chi regge il morale e un'erezione?
Siamo un popolo di depressi, anzi di masochisti. 
C'e' chi si rincoglionisce col Grande Fratello e chi con la corazzata Potemkin. 
La formula magica tra spettacolo - the show must go on - e informazione, comunicazione, l'aveva trovata proprio Celentano. 
Nella sua trasmissione Rockpolitik, era riuscito mirabilmente ad unire impegno e disimpegno. il sacro e il profano, leggerezza e profondita', l'alchimia dell'intenso ovunque e comunque. 
Una televisione multimediale, musica, video, chiacchiere, teatro, similare alle dinamiche di Internet.
Contaminazione e' la chiave del successo, e dell'audience. 
Senza compartimenti stagni, etichette, catalogazioni, target, utilizzando tutti gli strumenti e linguaggi comunicativi per riuscire a trasmettere, ed arrivare, ad ogni singolo individuo, al di la' del suo status sociale, culturale, anagrafico. 
Operazione complicata, a rischio, con pari probabilita' di essere vincente o perdente, risultato dipendente dall'abilita' artistica creativa, professionalita' e capacita' istrionica di autori, conduttori e ospiti. 
E' una sfida a reinventarsi, proporre nuovi stimoli, rielaborare l'esistente e penetrare nelle viscere annoiate e abitudinarie di un pubblico statico. 
Sappiamo ovviamente quanto la televisione sia lottizzata, come sia difficile e quasi impossibile operarvi senza tessere di partito o compromessi con chi conta, quali siano i vincoli indissolubili tra audience e pubblicita'; quanto a volte siano direttamente o inversamente proporzionali, competenza manageriale e dirigenziale ed egocentrismo, narcisismo, dei personaggi dello spettacolo. 
Ma una televisione sempre piu' tematica, generazionale, ghettizzata, e sempre meno contenitore di interazione, comunicazione e informazione, sara' inesorabilmente destinata al ruolo di comparsa sulla ribalta futura dei media.

sabato 17 gennaio 2009

S. Antonio pensaci tu

Come costruire una casa in una notte. 
L'architettura dei sogni. 
C'e' chi organizza incontri di cuori solitari e chi d'alta enologia. 
Il mio amico partenopeo Nunzio Scivola mi scrive: ma come non parli di me? 
Detto fatto. 
L'amico romano fra un'amatriciana e un vinello dei castelli si propone quale bodyguard. 
Il gemello figlio della lupa se pur laziale stringe i denti e boia chi molla. 
Tra formaggi avvelenati, gorgonzola goccia d'oro, prefiche, tope, ratti, gatti randagi, si celebra oggi il patrono degli animali. Sant'Antonio. 
In suo onore un brindisi virtuale.
Un goccio d'ora.

venerdì 16 gennaio 2009

Tampax

C'e' chi chiude la giornata con un poetico battito d'ali e chi con uno spoetizzante tamponamento, seppure devo dire che stavolta l’ho dato e non l’ho preso, come invece accadde esattamente un anno fa.
E poi c’e’ chi ancora non crede nella numerologia e nel fato. 
C'e' chi preferisce gli uomini che mangiano, io quelli che sanno fare l’amore e non russano, magari senza cerotti sul naso meglio, pero’ mi stanno bene anche coloro che bevono e fumano solo. 
Ora va di moda Facebook, per cui a invitarsi gli uni agli altri quali oche a bere - vedi come si orienta l’opinione pubblica - della serie chi mi ama mi segua. 
Io mi astengo, meglio che mantenga la distanza di sicurezza.

mercoledì 14 gennaio 2009

Audience

Nella comunicazione virtuale e mediatica, ho l'impressione che si dia piu' rilevanza al cortese saluto di personaggi noti e famosi, che alle mille parole spese con persone cosiddette normali o anonime alle folle. 
Soprattutto e' notevole come la gente usi gli altri per sfogarsi quando ne sente il bisogno, perche' magari giu' di morale per i propri problemi, e poi fugga immantinente per rincorrere chimere. 
Certo non si e' celebri, non si e' scrittori, poeti, cantanti, attori, calciatori, veline, ma e' ancora possibile avere il proprio pubblico di relazione pur se assai modesto, senza bisogno per forza di sognare amorazzi virtuali o rifugiarsi in una favoletta per reggere la realta'. 
Avete chi vi ama nella realta'?  Ottimo, allora come mai cotanta Internet? 
Siete tutti cosi' sereni, felici, benissimo, allora che cercate in rete? 
Talvolta anzi sovente non giungono riconoscimenti per il tempo e le parole donate, in fondo dovrebbe trattarsi di scambio reciproco, compagnia, scevri da idolatrie, comunicando quando si ha qualcosa da esprimere, e oltremodo con chi potenzialmente potrebbe divenire reale. 
C'e' a chi bastano le parole, poiche' ha gia' presenze fisiche attorno. 
C'e' a chi bastano amori fantasma, non vissuti, impossibili, non corrisposti. 
C'e' a chi non basta mai, perche' non ha ne' gli uni ne' gli altri. 
Esserci, solo per quest'ultimi, che saranno i primi.

martedì 13 gennaio 2009

Di rete e di mode

Conosco la rete da quindici anni, e gira che ti rigira i luoghi virtuali sono tutti uguali, e li fanno le persone. 
Cambia la piattaforma, la grafica, qualche multimedia in piu' ma se non e' zuppa e' pan bagnato. 
Alla radio ho sentito la migliore definizione di Facebook, e social network similari:
- Vai per incontrare vecchi amici, compagni di merende e ti ritrovi a trombare - pure in senso metaforico - con nuovi, che se li avessi come colleghi o vicini di casa non degneresti di uno sguardo -.
Sono fenomeni relazionali e psicologici conosciuti: le aspettative, le proiezioni, le illusioni e relative delusioni, le spersonalizzazioni, le multi identita'.
Penso che la rete sia uno strumento per esprimere opinioni e sensazioni, piu' che luogo d'emozioni, magari suggestione per i neofiti ma poi col tempo si impara a ridimensionarla al suo giusto valore. 
Non e' un'immagine, una foto, o una poesia che ti rendono diverso da come sei, semmai puoi apparire certo, ma poi le carte si scoprono nell'incontro reale, nel contatto con l'altro. 
Io la uso per comunicare, esprimermi, conoscere gente, i piu' simpatici o affini li incontro in amicizia, proprio per togliere quella patina di immaginario che talvolta offusca mente e sensi, e ricondurre le persone a sane relazioni non virtuali e sociali.

domenica 11 gennaio 2009

Faber Decennale


 Faber fu schedato dalla Digos come terrorista, simpatizzante delle Brigate Rosse, come se oggi si schedasse quale appartenente ad Hamas chi si sdegna in difesa di Gaza.









 

sabato 10 gennaio 2009

Le nostre grida fermano qualche bomba?

Gaza, Marcos: 
«Le nostre grida fermano qualche bomba?» 
Hermann Bellinghausen La Jornada 
[8 Gennaio 2009] 
Pubblichiamo, tratto dal quotidiano La Jornada di lunedì 5 gennaio 2009, ampie parti dell’intervento del subcomandante Marcos dedicato alla guerra su Gaza. 

Per gli zapatisti, a Gaza c’è «un esercito professionista che sta uccidendo una popolazione indifesa», come ha detto oggi il subcomandante Marcos dedicando un intervento fuori programma alla nuova guerra in corso. 
Il penultimo giorno del Festival Mondiale della Degna Rabbia si è riempito di indignazione per l’attacco contro la Palestina e la repressione a Oaxaca avvenuta poche ore prima, con la cattura di 20 persone che partecipavano a una protesta pacifica contro l’invasione di Gaza, davanti al consolato statunitense. 
Nelle prime ore di questa domenica, centinaia di partecipanti al festival, che si tiene alla periferia di San Cristóbal, oltre i sobborghi indigeni di La Hormiga, sono arrivati nel centro della città per protestare contro l’invasione e chiedere la liberazione dei fermati della Appo, ottenuta ieri notte. 
L’inusuale marcia con le torce proveniente dalla Università della Terra ha fatto chiudere le porte agli hotel e ha fatto ricordare ad alcuni coletos [residenti di San Cristóbal, n.d.t.] la prima alba del 1994. 
Nel pomeriggio Marcos aveva detto: «Non molto lontano da qui, in un posto chiamato Gaza, un esercito fortemente armato ed addestrato, quello del governo di Israele, continua la sua avanzata di morte e distruzione. Una guerra classica di conquista. Prima un bombardamento massiccio per distruggere postazioni militari nevralgiche e indebolire i punti di resistenza, poi il fuoco intenso di artiglieria sulla fanteria nemica per proteggere l’avanzata delle truppe. Poi l’accerchiamento e assedio alla guarnigione, e l’assalto che conquisti la posizione annichilendo il nemico». 
Sulla base delle foto delle agenzie, ha aggiunto Marcos, «i ‘punti nevralgici’ distrutti dall’aviazione israeliana sono abitazioni, capanne ed edifici civili». Allora, «pensiamo che o gli artiglieri hanno una pessima mira o non esistono tali postazioni. Non abbiamo l’onore di conoscere la Palestina, ma supponiamo che in quelle case, capanne ed edifici abita o abitava della gente, uomini, donne, bambini ed anziani, e non soldati». 
Forse, ha sostenuto Marcos, «per il governo di Israele quegli uomini, donne, bambini e anziani sono soldati nemici, e le capanne, case ed edifici dove abitano sono quartieri che bisogna distruggere. Sicuramente i fuochi d’artiglieria che questa mattina cadevano su Gaza erano per proteggere da quegli uomini, donne, bambini e anziani l’avanzata della fanteria di Israele, e la guarnigione nemica che vogliono sconfiggere non è altro che la popolazione palestinese che vive lì, e che l’assalto cercherà di annichilire». 
Con la voce rotta, Marcos ha chiesto: «Le nostre grida fermano qualche bomba? La nostra parola salva la vita di qualche bambino palestinese? Pensiamo di sì. Forse non fermiamo una bomba, né la nostra parola si trasforma in uno scudo blindato», ma probabilmente riesce ad unirsi ad altre e «si trasforma in mormorio, poi in una voce alta e quindi in un grido che si senta a Gaza. Noi zapatisti e zapatiste dell’Ezln sappiamo quanto sia importante che in mezzo alla distruzione e alla morte si sentano parole di incoraggiamento». 
Per il resto, secondo l’analisi di Marcos, «il governo di Israele dichiarerà di aver inferto un duro colpo al terrorismo, occulterà al suo popolo la dimensione del massacro e i produttori di armi avranno ottenuto un guadagno economico». 
Il popolo palestinese resiste, deve sopravvivere e continuare a lottare, ha detto il portavoce zapatista.
«Forse un bambino o una bambina di Gaza sopravviveranno e cresceranno e con loro cresceranno il coraggio, l’indignazione, la rabbia; forse diventeranno soldati o miliziani, forse affronteranno Israele e là in alto scriveranno allora sulla natura violenta dei palestinesi, faranno dichiarazioni di condanna di quella violenza e si tornerà a discutere di sionismo o antisemitismo. Nessuno chiederà chi ha seminato quello che sta raccogliendo». 

(Traduzione del comitato Maribel di Bergamo)

venerdì 9 gennaio 2009

Tantra

Oggi si ciancia di sesso. 
Ormai prendo spunto nello scrivere dalle mie chiacchierate notturne col matto di turno. 
Il bello del parlare coi matti e' che non ci devi poi dormire assieme. Ovviamente io sono piu' folle di loro, o almeno alla pari, sicche' mi ci diverto pure, ma colgo perle di saggezza che coi cosiddetti normali non capto, la gente e' troppo presa ad incensarsi o incensare altri, o ad elemosinare sesso come se fosse affetto. 
Ma ritorniamo al tema odierno. 
Dopo un anno sabbatico di astinenza sessuale, per scelta e stanchezza, il 2009 sara' l'anno del sesso, inteso come amore, pulsione, istinto, passione.
Nulla a che vedere col Kamasutra od acrobazie ginniche, tantomeno con avventure in squallidi motel, bensi' tesi a riscoprire il linguaggio del corpo.
Basta parole, virtuali e reali, bla bla dell'inconsistenza, vuoi mettere lo sguardo, il tocco, l'impatto visivo che ti fan scorrere un brivido nelle vene. 
E siccome il mio sangue e' annacquato a lambrusco, non sara' certo un freddo cerebrale a farmi battere il cuore, ma qualcuno e qualcosa di caldo rosso vivo, penetrante. 
Immagino gia' sorrisini maliziosi alla lettura di codesto termine, cerchiamo di capirci. 
Penetrante ovvero intenso, insinuante, significante. 
Come un bel quadro, il colore e la pennellata, una musica dal ritmo avvolgente e coinvolgente, un libro o un film che ti trascinano dentro quale personaggio, una scultura, un nudo d'artista. 
La riscoperta dei sensi, se taci t'amo. 
Lode a chi sa parlare col corpo, comunicare, trasmettere, occhi, tatto, gusto, odori, posture, senza necessita' di spiegare, dettagliare, specificare, controbattere. 
Ode a chi apprezza l'arte amorosa, amorevole, aver cura di se' e del corpo, anima dell'altro. 
Si riparta dall'Io bambino, che si esprime a suoni e gestualita', come gli animali d'altronde. 
Scoprire assieme il confine, labile e irrisorio, tra animalita' e umanita', e' quanto di piu' intrigante possa esistere, liberi da sovrastrutture morali e sociali. 
Ora guardatevi allo specchio. 
Cosa esprime il vostro corpo? Cosa dice agli altri? 
Se restate muti, qualcuno vi considera? Se la risposta e' si', continuate nell'esercizio. 
Se la risposta e' no, e' ora di rivalutare il vostro abito fisico e spogliarvi di quello mentale. 
Sia chiaro non si tratta di un fatto d'estetica, ma di primordiale comunicazione. 
Il proprio corpo e' l'antenna verso il mondo, ricettiva e trasmittente, accogliente o respingente. 
Sono favole che ci si innamora cerebralmente di parole.
L'amore esige e pretende l'anarchia degli ormoni, l'entropia dei neuroni, quel senso inappagabile di liberta' e onnipotenza di possedersi e possedere, l'adorarsi, il prostrarsi di fronte all'opera omnia dell'amarsi. 
Il sesso non e' punto di partenza ma meta, nella costruzione d'un amore, viaggio da esploratore in terre sconosciute, da compiersi in leggerezza e serieta'.
Con la consapevolezza che si potrebbe poi non voler tornare indietro.
Oppure a meta' strada non ritrovarsi piu' viandanti.

giovedì 8 gennaio 2009

Internet the after day

Proviamo a fare una disamina di Internet quindici anni dopo. 
Esiste la sindrome da Internet? 
Alcuni psichiatri potrebbero rispondere di si', e' vero che Internet puo' dare assuefazione, almeno all'inizio, come qualsiasi droga che provoca astinenza, ma non piu' e non in modo talmente differente da un romanzo o da un film.
Mi spiego. 
La gente ha bisogno di sogni, se non e' in grado di crearseli da sola, se non riesce a reinventarsi la vita, la relazione di coppia, o vincere la noia, l'abitudine, la consuetudine. 
Ecco allora che giunge Internet, servita su vassoio d'argento. 
A Bologna si dice non e' tutto oro quel che luccica, e in effetti vale anche per Internet. 
La gente vive doppie identita', proietta immagini ed aspettative, miraggi di cio' che vorrebbe essere o trovare. 
Ma la letteratura, il cinema, il teatro, abbondano di personalita' schizofreniche, paranoiche, che si dissociano, talvolta in maniera lancinante, tra Dr. Jeckill e Mr. Hyde. 
Per cui ci si ritrova in parole scritte, o recitate da copione, oppure interpretate distortamente, riferimenti a se stessi, associazioni di idee al proprio universo minimale, pseudo allucinazioni da peyota messicano.
Internet e' anarchia, caos, alcool, fumo, sesso, liberta' nel senso piu' assoluto, palcoscenico di verita' e finzione, misticismo e pragmatismo, miele e fiele. 
Quante volte la gente ha pensato, espresso, leggendo un libro, guardando un film, ascoltando una canzone, ecco vedi parla di me, ecco senti pare la mia storia, ecco sono io. 
L'Io, Internet e' egocentrica. 
L'ombelico del mondo, concentrati su stessi, diviene cordone ombelicale, con la madre terra, la dea vestale accogliente o adirata, la mamma che temi che ti punisca, e rifugio nel quale vorresti perennemente rientrare. 
Internet e' la chioccia dei pulcini. E fustigatrice inflessibile. 
Puoi vederci il male e il bene, il sacro e il profano, neuroni, ormoni, istinti, pulsioni, cerebrale virtuale, isola, montagna, mare, oceano nel quale perderti, riaffiorare, o annegare. 
Internet e' un monolite. 
Accresce, amplifica la percezione del se', la megalomania, il senso di appartenenza comunitario a cio' che non esiste, la potenza del fare, dilatarsi, dell'espandersi, possedere un mondo che non c'e'. 
Sino all'impatto micidiale letale, col reale. 
Esci dalla dimensione immaginata, fantasy, matrix, il mio tesoro, e rientri nei tuoi problemi irrisolti, il tempo, il lavoro, il sociale, la relazione. 
Dottore mi aiuti, mi smarrisco, mi ritrovo, mi riperdo, non mi trovo. 
La cura e' il distacco. 
Da qualsivoglia romanzo, film, opera teatrale, entri nel quadro esci dal quadro, sei un dettaglio, un particolare, non il protagonista. 
Vivendo la gente, anche quella conosciuta in Internet. 
Ti accorgerai di quanto di umano, fragile e labile, difettoso e poco peccaminoso, c'e' su quel pianeta megagalattico, perfetto poiche' creato a tua immagine e somiglianza, che si chiama Internet.

mercoledì 7 gennaio 2009

Ave Roma

Roma mi ha rigenerata. 
Aria frizzantina color del sole, gente cordiale, allegra, nonostante la crisi e la depressione. 
Devo ringraziare tutti i romani - a parte alcuni taxisti che ci provano sempre a fregarti - i camerieri, il personale dei locali, i ristoratori, sempre cortesi col sorriso e una risata finale, se si blocca la serratura del bagno. 
Ho visto Villa Borghese, la sua splendida galleria, le sculture di Paolina, il ratto di Proserpina, Apollo e Dafne - di cui mi sono innamorata - ho girovagato nell'habitat del bioparco. 
Sino al momento finale - mistico illuminante - della pittura del Caravaggio: San Matteo e l'Angelo. 
Sono fatta cosi’ - mi basta poco per essere felice - ma mai mi bastera’ solo il virtuale, nella lotta, come in amicizia, come in amore. 
Alla mia ormai veneranda eta’ so ancora con chi stare, da che parte schierarmi, ad esempio tra Hamas e Israele non ho dubbi, soprattutto quando si tratta di bambini. 
E non sto in rete da quindici anni col posteriore al caldo a cianciare di amorazzi o di altro che fa rima con azzi, o a lisciare gente piu’ o meno famosa, cosi’ come ancora so distinguere amori veri e amici veri, quelli che fanno chilometri su chilometri non per vederti come un pesce nell’acquario, ma per abbracciarti. 
E a Roma si respira tutto cio’. 
Io, mia figlia, e due amici veri, reali, che nulla prendono, pretendono, ma danno. 
Ho come l'impressione che la gente non possa vivere senza un sogno confezionato da altri, per cui consiglio vivamente una gita a Rona.
E per chi gia' vi dimora, compagni di viaggio coi quali rigenerarsi. 
Ave Roma.
Arrivederci Roma ;)

sabato 3 gennaio 2009

Marcos in kefia

Marcos ha ragione! 
Obama? Ora vedremo se sei falena o faro del mondo. 
Israele? Si sta sterminando il popolo palestinese? Vergogna! 
Mondo? Sveglia! 
Marcos e' la sola voce della coscienza universale che si alza al cielo. 
Ya Basta! 
Domani Roma in kefia. 

Non sono antisemita e mai lo saro'.
Ma cosi' come un tempo si difendeva il diritto d'esistere del popolo ebraico, oggi si cerca di tutelare il diritto di esistere del popolo palestinese.
Poiche' ove si annientano le minoranze, patetici i razzi di Hamas rispetto alla forza offensiva e sterminante d'Israele, non vi puo' essere mondo possibile. 
E per questo amo Marcos, perche' in giustizia e uguaglianza lui c'e'. 

giovedì 1 gennaio 2009

Libiamo ne' lieti calici

Ho fatto Capodanno col micio nascosto nell'armadio per i botti.
Nessun cane latrava.
Alcun uomo russava.
Mi son scolata mezza bottiglia di champagne.
Chiacchierato con la gente piu' strana e sconosciuta.
Fatto un sonno ristoratore scevro da doveri sessuali d'inizio anno.
Dolce risveglio in albume di neve e tuorlo del sole.
Mi sento quale dea foriera di primizie solo da sfornare. 
Un 2009 pimpante comico e cosmico a tout le monde.