martedì 13 settembre 2011

Classe

L'odio sociale e' il sentimento piu' arcaico e nobile che appartenga ai poveri - anzi che apparteneva, prima che i cattocomunisti ci convincessero che siamo tutti uguali - su questa terra e altrove.
Ci han convinti con la merda televisiva che cio' che conta sono le apparenze, le chiacchiere, l'omologazione, cancellando memoria storica e appartenenza, identita', quel sano sentimento di classe sociale tra diseguali.
I ricchi son sempre stati puttanieri - nulla di nuovo sotto il sole dell'avvenire - anche i poveri son sempre stati puttanieri - ma con un che di poetico che mancava ai ricchi - e che faceva la differenza, nelle alcove.
Questo amore cosi' osannato cosi' ipocrita cosi' menzognero - che non ha nulla di fragile e violento - ma e' piu' noioso d'un sermone o d'un comizio - e' la vera decadenza dei tempi.
L'accontentarsi del poco come se fosse tanto - briciole elemosinate di sesso, amore, potere - come se far finta di non sentire il lupo che ti rode dentro rendesse la vita piu' degna d'esser vissuta.
Percio' ti schifo al mio fianco e nel letto - compagno leghista fascista feticista - dello stivale d'Italia.
Amen.

mercoledì 7 settembre 2011

Stanca


E sono cosi' stanca.
Stanca.
Da rinascere una volta ancora.

E sono cosi' stanca.
Stanca.
Da sognare quell'attimo di lucida follia.

E sono cosi' stanca.
Stanca.
Da lasciare ad ognuno il suo perche'.

E sono cosi' stanca.
Stanca.
Da scrivere una vana poesia.

E sono cosi' stanca.
Stanca.
Da vedere il bicchiere mezzo vuoto.

E sono cosi' stanca.
Stanca.
Da guardare il bicchiere mezzo pieno.

E sono cosi' stanca.
Stanca.
Dal suo venire verso me.