martedì 12 ottobre 2021

Un pass alla volta verso la dittatura

Domani è il mio ultimo giorno in presenza al lavoro.
A tre mesi dalla pensione e dopo 41 anni di contributi.
Non perchè vado in pensione ma poichè mi impediscono di entrare al lavoro.
Mi sospenderanno lo stipendio e per me questo è un ricatto inaccettabile.
Non volevo andarmene così, ma me ne andrò a testa alta e coerente con me stessa.
Penso che il fascismo non sia nelle piazze ma nei palazzi.
E credo che Pasolini e Oriana Fallaci mi darebbero ragione.
Per me antifascismo non è sfilare con le bandiere ma lottare ogni giorno contro ingiustizie e prevaricazioni.
Purtroppo il popolo italiano è dei tengo famiglia.
Tutti tengono e tenevano famiglia, anche i nostri nonni partigiani.
Ma è più comodo trovare le strade traverse, del paraculismo, degli agganci, dei privilegi, delle parrocchiette sindacali e di partito.
Io da venerdì mi sentirò antifascista.
Più povera e più cogliona, ma dignitosa ed orgogliosa.
La rabbia e l'orgoglio.
Sento persone mansuete, apolitiche, apartitiche, che nutrono e crescono un rancore dentro, come mai nella storia d'Italia, anche nei peggiori anni di piombo.
Vedo un Paese allo sfascio, e non fasci littori di passata memoria.
Tocco ogni giorno con mano quel fascismo strisciante che si chiama liberismo, capitalismo, e che appartiene a destra e sinistra.
Ognuno si immola sul Calvario che sceglie.
Io mai coi Giuda e Barabba.
Mentre voi muti e chini al giogo, sudditi e schiavi.
Io venerdì potrò cantare libera dai vostri legacci Belli ciao.