lunedì 31 dicembre 2007

L'anno del coraggio


Nel 2008 anche Netscape va in soffitta.
Coi suoi tredici anni di rete.
Un augurio di cuore agli Internauti.
E che l'anno prossimo sia l'anno del coraggio.
Per tutti noi.

domenica 30 dicembre 2007

Penultimo giorno

Penultimo giorno.
Di passaggio, transizione, il cielo neutro rispecchia la staticita' del momento, come se il tempo si fosse fermato.
Riflessione, meditazione, indietro un calendario gocciolante date evanescenti, avanti l'incognita di eventi imprevedibili.
Passato, presente, futuro, un miscuglio dai sensi al cuore, testa e pelle.
Nessuno celebra mai il penultimo, tributi e dannazioni solo al primo e ultimo.
Ma il penultimo simboleggia il vero gioco di squadra, il bilancio del lavoro di gruppo, l'opera omnia di vittorie e fallimenti, la smorfia dell'allenatore all'occasione persa di un rigore mancato.
Chi non risponde al saluto dopo una lite e' nemico di se stesso.
Tu che accogli, un ti voglio bene mimetizzato tra imbarazzati colpetti di tosse, sei piu' fragile ancora, spiazzato dalla femminea incoerenza e contraddizione fattasi donna.

Dafne e' una figura della mitologia greca, ninfa del bosco figlia del fiume Peneo, amata sia dal mortale Leucippo che dal dio Apollo, ama cacciare seguendo percio' le orme della vergine Diana, decisa a non cedere all'amore.
La leggenda narra che Cupido colpi' il dio Apollo con una freccia d’oro in grado di far innamorare alla follia dei e mortali della prima persona su cui avesse posato gli occhi, e la ninfa del bosco Dafne di cui Apollo si era invaghito con una freccia di piombo che faceva rifuggire l'amore.
La ninfa colpita dalla freccia di piombo appena vide Apollo comincio' a fuggire. Apollo inizio' allora ad inseguirla, finche' Dafne non giunse presso il fiume Peneo pregando il padre di aiutarla e fu cosi' che si trasformo' in un albero d’alloro.
Il dio ormai impotente, decise di rendere questa pianta sempreverde e sacra, simbolo di gloria da porre sul capo dei migliori fra gli uomini, capaci d'imprese esaltanti.
Un'altra versione del mito presenta Dafne come una mortale amante della caccia, che viveva percorrendo le montagne insieme alle sue compagne cacciatrici sotto la protezione di Artemide.
Leucippo invaghitosi di lei, per avvicinarla si travesti' da donna e si uni' al gruppo delle cacciatrici.
Apollo, ingelositosi, decise di smascherare l'inganno ispirando al gruppo il desiderio di bagnarsi in una sorgente. 
Leucippo costretto a spogliarsi fu scoperto, e solo l'intervento degli dei che lo resero invisibile pote' impedire una tragica fine.
Apollo nel trambusto cerco' di rapire Dafne, che pero' riusci' a fuggire e, dietro sua preghiera, venne trasformata da Zeus in alloro.

sabato 29 dicembre 2007

Cari auguri

Oggi festeggi ventotto anni.
Quanto tempo da allora, una mamma che scambiavano per sorella, sino al giorno del tuo matrimonio.
Ci sono date epocali.
Si sbattono portoni in faccia, si aprono piccole tane.
Devo fare tante cose, ora pero' vorrei solo una sigaretta, il mio regno per un anello di fumo.
I capelli sempre piu' lunghi, che le forbici costano, un look sul nero dark con qualche laccetto ammiccante, un reggiseno a balconcino rosso.
E questa ragazzotta cinquantenne e' quasi pronta per il nuovo anno.
Che sara' peggiore del precedente, i bisestili portano sfiga, ma brindiamo alla vita.

A mio figlio 

Le parole a volte sono aghi.
Ma non profumano di pino.
La terra è bagnata.
Sa di muschio.
Tra i licheni,
una chiazza di velluto.



Amico fragile 

Amico fragile
che spesso mi piangi tra le braccia
per un amore perduto
per una vita bistrattata
per un bambino non nato o rifiutato

Ho le braccia grondanti lacrime
le mie le tue
quelle di chi era e sarà dopo con noi
possiamo stringerci un momento
e tener stretto tutto il dolore del mondo
ma l'attimo ci è fatale

Il vento asciuga il pianto
spazza fuori ogni ricordo
e se apriamo le braccia il sogno vola via
alla luce del mattino
per vederti ritornare chino all'ombra della sera

Vorrei avere le braccia tatuate di sorrisi
che ogni stilla di sangue fosse goccia di colore
tenere in pugno baci ardenti
e negli occhi sguardi ridenti
con l'impronta della tua mano nella mia

Sei l'infinito figlio che se ne va
sulla buona o cattiva strada
potrei rinchiuderti in un tempo passato
ma le mie braccia ora sono aperte
che un altro amore accolga
la nostra amica fragilità.

venerdì 28 dicembre 2007

Rosa Confetto


Caro amore mio,
per scriverti questa lettera ho spento tutte le luci,
tutti i rumori e i suoni che mi possono distrarre
da questo mio pensare a te.
Sono rimasta cinque minuti al buio
per scrutare il dentro,
ma il riflesso della sera mi si spara dentro agli occhi
e ancor non posso.
Vedo.
Provo allora a chiuderli, questi occhi stanchi
ma la mia mente, accecata, s'addormenta
e mi è impossibile parlarti nel buio.
La luce della lampada mi è troppo compagna
nell'orgasmo della scrittura.
Lo so che è da pazzi scrivere a un cieco
quando mai un cieco riceve posta?
Posta che parla d'amore.
Ma in questa mia lettera per te, ci metto il profumo
dei pensieri
parole che odorano di confetto
dolciastre e penetranti come l'amore consumato.
Pallido e ovale come il viso di una donna
che ti scivola fra le mani.
E l'assaggio, tutto il sapore,
con la punta della lingua ne solletico il piacere,
retrattile, come un bimbo col gelato.
Goloso e attaccaticcio.
Sazio.
Lo tocco. Lo sfrego tra i polpastrelli
e tutto il mio sentire è incentrato lì,
sulla punta delle dita.
Così accarezzo il mondo.
E poi col calore,
l'involucro si scioglie e si appiccica su me l'odore
il gusto, il colore.
Allora stringo, stringo più forte e lo spezzo.
Con lui mi si spezza il cuore.
Lo pesto sotto ai denti e amara è la mandorla
amaro il sapore dell'amore.
Il confetto non è più un confetto
è un frammento incastrato nei denti
lo smalto sui polpastrelli.
E' la briciola che con rabbia spazzo via dal tavolo
e che poi, raccolgo.
Ho bisogno di sciacquarmi la bocca e le mani
diluire questa mia sofferenza nel tempo
e inghiottirne le lacrime.
E se sfiori la carta, lo senti il mio pianto
non sei più obbligato a cercarmi gli occhi.
Tocca queste righe ondulate
sono il mare, salato.
E se ti soffierai il naso con questo pezzo di carta
indovina, quale tinta ha, l'inchiostro.
Fai una conchiglia di questa mia lettera
e appoggia, come sul grembo di una donna gravida
l'orecchio.
Sentirai le onde che ti portano.
E scopri in quale verso ti mando baci
lo leggerai col cuore
e se domani ti suona alla porta, apri.
C'è posta per te.

Bastarda



A volte mi chiedo cosa ho da offrirti.
Parole, una mano, il mio essere “bastarda”.
Se tuffarmi nei miei pensieri, nei tuoi,
se indossare i tuoi abiti e sentirmi tu,
o spogliarmi dei miei e non essere più io.
Se inventare nuove favole, sogni,
se stringerti è già abbastanza
se entrarci dentro significa volare
o cadere.
Se riempire il mare a cucchiaiate o svuotarlo
a grandi sorsi.
Se la rabbia che ci bolle dentro va lasciata
evaporare a bagnomaria o fatta esplodere
insieme ai nostri cuori.
Se l'anima è una scimmia aggrappata ai capelli
o va addormentata, ninnata, chetata.
Se il groppo che prende alla gola e allo stomaco
tra le tue, le mie, braccia, potrà sciogliersi
o vomitare una bestemmia.
Se faremo in tempo a mancarci,
non ci mancheremo mai.

giovedì 27 dicembre 2007

Yakamoz

Yakamoz.
La parola piu' bella del mondo e' turca e significa:
riflesso di luna sull'acqua.
Yakamoz, viene definita anche la composizione di microorganismi che si formano sott'acqua, soprattutto nel Bosforo.
E che nelle notti di luna piena, danno scintillio alle piccole onde provocate dai remi dei pescatori.
Dal cui riverbero i turchi sono usi farsi rapire, quando in mare o seduti a riva compiono il cosiddetto Alem.
Ossia, il momento di rilassarsi in compagnia degli amici.

mercoledì 26 dicembre 2007

Ha da passà 'a nuttata

E' passato anche questo Natale.
Io l'ho festeggiato con un lumino da cimitero.
Si' proprio quei ceri che si depongono sulle lapidi, idea originale del vegliardo di famiglia, in fondo sempre luce rossa e'.
Ho visto pure il bambinello Samuele, ultimo pronipote della dinastia TNT.
E se non fosse per i nei mancanti, il dibattito politico al cenone parentale era da fare invidia a Vespa.
A Napoli leggo che da domani escono con la maschera antigas.
Tra cumuli di immondizia e zoccole lussureggianti in pantagruelici avanzi natalizi.
E vabbuo', fra zoccole partenopee, governative, televisive e informatizzate, trascorso Capodanno con l'intimino rosso, si torna a fare le bad girls.

domenica 23 dicembre 2007

Se potessi

Stasera atmosfera prenatalizia.
Se potessi...
Regalerei ad un'amica l'ultimo libro di poesie di Alda Merini, la poetessa semifolle a cui tagliarono la luce ma non l'ardire del dire.
Ad un amico autore televisivo donerei l'ultimo libro di Andrea Camilleri sui pizzini di Provenzano, perche' come ha avuto la mafia addosso lui in Rai, nessuno mai.
All'amico scrittore autodidatta, che non so se poi completo' la sua storia tra passato e futuro, l'ultimo libro di Stefano Benni, poiche' adoro la sua fragile e ironica tenerezza.
Ai tanti che si sono persi per strada, nostalgici di un mondo possibile, l'ultimo CD di Adriano Celentano, sebbene il tempo passi siamo ancora vivi.
Agli amanti della magica Roma il libro con DVD di Francesco Totti, e che la forza sia con noi.
A tutti quelli che furono e che saranno, comunque vada, auguro un sereno Natale.

sabato 22 dicembre 2007

Jim della Canapa

Dal sito di Diego Cugia, Jim della Canapa scrive:
- Così dopo tutti questi anni di fatica indescrivibile e 17 euro sul conto uno si chiede: Perchè? Perchè non riesco a fare niente? Perchè non trovo il modo di rompere questo giocattolo che non sia la violenza? Con chi parlo? Un cervello non basta. Sono in troppi, sono tutti, e la gente sta a occhi bassi. Che cazzo posso fare? Tu dimmi che fai, oltre all’infaticabile raccolta dei ritagli minuscoli, il renderti cieco su libri antichi, che fai? Con chi parli, veramente? Scusa lo sfogo. Un abbraccio. -

Ciao Jim della Canapa.
Consolati, tu hai diciassette euro sul conto, io duecento euro ad arrivare a fine gennaio 2008.
E ad inizio gennaio mi aspetta una bolletta di cinquecento euro per il riscaldamento del periodo autunnale.
Come faremo? Semplice non ce la faremo, a meno che non ci mettiamo a battere per i viali della citta'.
Fa un po' freddo ma meglio cosi', un trans e una signora ormai stagionata si conservano meglio.
Non c'e' proprio un cazzo da festeggiare in questo Natale e l'anno nuovo ci attende con altri debiti e marchette governative.
Che doni portare se non qualche inutile cianfrusaglia cinese, che comunque moltiplicando pochi euro per una decina di parenti, fa sempre una cifra seppur modesta per noi esosa?
Cosi' o si sceglie di fare il Natale da soli risparmiando una minima spesa settimanale al discount, o si folleggia come Prodi, Berlusconi e la compagnia degli Agnelli.
Cosa dirti? Comprati una bottiglia di vino, la canapa gia' la tieni, e  scopa a Capodanno sperando di farlo tutto l'anno.
Domani e' un altro giorno.
Baci virtuali e gratis.

mercoledì 19 dicembre 2007

La vedova nera

Oggi mi sono vestita a lutto.
Tutta in nero dall'intimo alle scarpe.
In sdegno a questo Paese del malaffare, ai portafogli sempre piu' vuoti, ad un Natale che nessuno sente; semplicemente perche' non vi e' nulla da sentire.
E ho fatto bene a vestirmi a lutto.
Poiche' dopo aver pagato tasse, affitto, bollette, resta uno stipendio da fame per camparci una famiglia.
E nera come una vedova ho incontrato l'ex coniuge, quale spettro non l'avevo riconosciuto, ma probabilmente nemmeno lui ha riconosciuto me, il tempo passa e con la crisi gli alimenti mancano.
Nera come la Befana fascista.     
Chi in vena di masturbazioni mentali direbbe una dark lady, senza intimo rosso a Capodanno, perche' rosso unico e' lo sdegno.
E allora meglio arrivare all'anno nuovo in pura follia, che ha la tinta viola della pazzia.
La moratoria per la pena di morte non serve in Italia, gia' morimmo di stenti, come cantava il Faber.
Il contrasto delle perle sul nero fa sempre signora, anche con le pezze al culo.
Una vera signora non dovrebbe dire parolacce, anche se nel talamo puo' piacere, ma in questo mondo impossibile, di possibile c'e' solo sesso tantrico o vaffa cosmico.

sabato 15 dicembre 2007

Natale sgangherato

Nonostante qualche lucina semispenta, una stella cometa monca tenuta assieme dal nastro adesivo, addobbi natalizi d'epoca usurati, siamo riuscite a fare l'albero di Natale.
Rido con mia figlia alla sua frase:
- Certo che quest'anno e' un Natale sgangherato! -.
Ha ragione.
Sembriamo il gruppo TNT.
Al posto del Cirano, un Miomao impegnato sino alla Befana a rincorrere stelle e pianeti natalizi.

Chiare fresche dolci acque

Oggi sono serena.
Mia figlia va bene a scuola, si impegna ed e' responsabile, dicono i professori.
Come tutti i ragazzi che vivono in famiglie divorziate, lavorano d'estate, sanno quanto costa il sale e il valore di un regalo.
Nella notte di veglia la telefonata inaspettata di un amico mi ha fatto assai piacere, l'amicizia e' rara e preziosa come perla di mare, da coltivarne nel tempo la lucentezza.
Oggi faro' l'albero di Natale, soprattutto per micio che cosi' potra' giocare con le palline rosse preferite.
Leggendo qui e la', stupefacente come un uomo innamorato ritrovi fragilita' e tenerezza, imparando a procedere a passi felpati anziche' con istintivi balzi da felino.
L'amore cambia la prospettiva, e' come andare dal dottore: la differenza di pensiero passa dal non me ne importa nulla al io speriamo che me la cavo.
La maga ha predetto occhi chiari, segno di terra legato al mare, un uomo isola.
Per ora e' acqua cheta di lago, ma nessuno, nemmeno io, puo' fermare il mare.

venerdì 14 dicembre 2007

For Sale

Io ormai non saprei piu' che vendermi, data l'eta' e la nullatenenza da proletaria figlia di camionista.
Dopo trent'anni di lavoro e quarantotto di vita, potrei vendermi l'indifferenza, il distacco, non solo per il mio destino ma per quello altrui e del mondo intero.
In fondo la sussistenza, sopravvivenza, e' legata a una diagnosi clinica, ad un conto in banca, all'arrivare a fine mese.
Io ho gia' ipotecato i prossimi dieci anni lavorativi ad un tasso usuraio; la salute e' un optional derivante dal pagamento dei ticket; affitti, mutui e carovita dipendono dai tassi d'interesse, di qualcun altro, mai nostri.
La famiglia, il parentado, ognuno e' impegnato a sbarcare il lunario, coi propri fallimenti economici ed esistenziali; i figli crescono alla meno peggio, ammesso che ci siano soldi per il mantenimento e gli alimenti.
Amici, se si escludono quelli che vogliono dormire con te, sono rari in tal deserto.
Nella giungla della metropoli intermittente qualche lucina anabbagliante, lumini nel cimitero di emozioni e sentimenti.
Amori narcisi egoisti ed egocentrici, che durano il tempo di una notte senza lasciare tracce, se non sul lenzuolo.
Festeggero' l'anno nuovo con una stecca di sigarette e una bottiglia di champagne, io e micio, e al macero tutto il resto.

sabato 8 dicembre 2007

Otto dicembre


E' nato Samuele.
Nel giorno della Sacra Madre che sempre lo protegga.
Prozia per la seconda volta.
E l'augurio di buon compleanno a mia nuora. 
Attendendo il divenire nonna.

Veglia di Natale


Quattro vite spente
Arse vive nel fumo acre
Come ciocchi di ciminiere
Orfani d'un triste Natale

Vetrine sfavillanti d'inutile
Passi gelidi frettolosi
Stringo il caldo manto addosso
L'eco natalizio dei passanti




Ricordi smarriti mi perdo
Alla ricerca di un volto una mano
Chissa' se mai videro i portici
L'amato nostro accompagnarci

Vago tra le luminarie
Sulle note di Cade la pioggia
Negli occhi un luccichio
Luci riflesse stelle bagnate.

mercoledì 5 dicembre 2007

Potrei rinascere donna

L'ultima profezia del Dalai Lama: 
- Se la forma femminile sara' più utile saro' donna -.
Una monaca anziana reincarnata afferma che:
- Non c'e' nessuna legge che stabilisca se la reincarnazione debba avvenire in un corpo di uomo o in uno di donna: se una persona ha una mente illuminata, consapevole, compassionevole, allora nella prossima vita rinascera' in una forma superiore -.
Il Dalai Lama ha dichiarato che la reincarnazione femminile e' la piu' alta, non perche' "donna e' bello", ma perche' in questo mondo impossibile potrebbe essere piu' utile che concetti come tolleranza e pace, venissero da una donna.
La reincarnazione, dice il Dalai Lama - Oceano di saggezza - e' la conseguenza diretta del kharma, gli esseri reincarnati vengono al mondo perche' in un determinato momento c'e' bisogno di loro.
Dunque la reincarnazione puo' assumere diverse forme: uomo, donna, bambino, anziano, cane, gatto, albero, non ha forma fissa e mai si sa chi sia un reincarnato o una reincarnata; chi dice di esserlo forse non lo e', chi lo e' non sa di esserlo.

E se Cristo fosse nato donna?
Si sentono sempre piu' in giro confessioni, je accuse, mea culpa ed altre amenita' strappalacrime sul genere telenovelas e la vita in diretta, gara a premi su chi sfruculia meglio nelle disgrazie proprie e altrui.
E' il trionfo della sceneggiata napoletana, Mario Merola docet.
La spettacolarizzazione delle emozioni vissuta come il lettino dello psichiatra, confessionale e diario di bordo di casalinghe mantenute da ex mariti o da consorti attuali, in una sorta di rito collettivo liberatorio dai fallimenti esistenziali.
Come se bastasse parlarne o scriverne per esserne fuori.
Questa sorta di compiacimento narcisistico, o vittimismo, o mania di protagonismo, produce i suoi effetti scatenando nella folla, nella massa, una condivisione perbenista e politicamente corretta, che fa sentire tutti piu' buoni e comprensivi, la pietas cristiana dell'ama il prossimo tuo come te stesso.
Non e' un caso che tali esternazioni cosi' intime e privatistiche escano fuori nei periodi natalizi e pasquali; in fondo si tratta di concedersi e concedere un'elemosina, una medaglia al valore civile, semplicemente per il fatto di aver vissuto.
I cuori nobili, come da retorica da libro Cuore, dovrebbero tutti fare la ola da stadio a questi messaggi di aiuto, solidarieta', compatimento - ovvero con pathos soffro con te - caritatevoli e pieni di buoni sentimenti, valori e principii.
I cuori aridi invece, come da sano cinismo e realismo da gloriosa testata Cuore, risponderebbero con un sincero e terapeutico ecchissenefrega.
Che si tratti di casalinghe annoiate della ricca borghesia o di borgatare massmediatiche, l'appello non cambia, e si potrebbe tradurre in un cercasi un altro pollo che colto da commozione mi mantenga.
E a conferma di cio', si dovrebbe sentire anche l'altra campana, ossia quegli uomini che si sono ritrovati a lavorare dodici ore al giorno per mantenere donne obese e sciatte sino al momento del divorzio.
Ove hanno dovuto lasciare pure la casa, oltre all'assegno ai figli e alla moglie che poverella, soffrendo di depressione non puo' certo andare a lavorare, perche' si sa che costa fatica pulire scale o deretani agli anziani.
Donne che spesso usano i figli come ricatto affettivo e materiale, senza nulla togliere a quei padri che, alla pari di queste signore, fanno mancare il sostegno morale e monetario alla loro prole.
La domanda quindi sorge spontanea a queste 'signore' che non hanno mai lavorato, o solo saltuariamente, e per le quali il maggior pensiero e' stato il colore di smalto per le unghie o come candeggiare le tende.
Che non sanno cosa significa avere fame, girare per negozi cinesi e discount, o vendere oro e ricordi di famiglia agli usurai, ignorando l'insonnia da debiti, prestiti e sfratti.
Ma fino ad ora dove eravate, cosa avete fatto e come avete vissuto?
Come disse una terrorista tedesca ai propri aguzzini, una risata vi seppellira', care signore, perche' voi che finora avete dormito nelle vostre tiepide case, siete complici e colpevoli delle vostre miserie esistenziali, annegate nella bottiglia o negli psicofarmaci.
E siete le prime a disprezzare il vostro stesso genere e ad inchiodare le altre donne o diverse da voi, alla Croce.
Le donne davvero straordinarie sono quelle che in silenzio e senza clamore, hanno cambiato la propria vita.
Perche' vivere non e' un lusso, ma una necessita'.