martedì 4 ottobre 2011

A mio figlio

   Le parole a volte sono aghi.
   Ma non profumano di pino.
   La terra è bagnata.
   Sa di muschio.
   Tra i licheni,
   una chiazza di velluto.

Figlio


Amico fragile
che spesso mi piangi tra le braccia
per un amore perduto
per una vita bistrattata
per un bambino non nato o rifiutato

Ho le braccia grondanti lacrime
le mie le tue
quelle di chi era e sarà dopo con noi
possiamo stringerci un momento
e tener stretto tutto il dolore del mondo
ma l'attimo ci è fatale

Il vento asciuga il pianto
spazza fuori ogni ricordo
e se apriamo le braccia il sogno vola via
alla luce del mattino
per vederti ritornare chino all'ombra della sera

Vorrei avere le braccia tatuate di sorrisi
che ogni stilla di sangue fosse goccia di colore
tenere in pugno baci ardenti
e negli occhi sguardi ridenti
con l'impronta della tua mano nella mia

Sei l'infinito figlio che se ne va
sulla buona o cattiva strada
potrei rinchiuderti in un tempo passato
ma le mie braccia ora sono aperte
che un altro amore accolga
la nostra amica fragilità.