sabato 15 settembre 2007

Ricordando Oriana

Che tristezza questo paese cosi' piccino da non poterlo nemmeno scrivere con la P maiuscola.
Muore la piu' grande giornalista ed una delle migliori scrittrici del Novecento, e lo chador politico intellettuale occulta sulle bancarelle e nelle vetrine i suoi libri.
Autrice osannata dalla sinistra e disprezzata dalla destra negli anni Settanta, ed ora viceversa in questi tempi odierni d'ipocrisia, buonismo e perbenismo.
Come se per valere qualcosa non si dovesse mai cambiare opinione, od essere asserviti ad un qualsivoglia potere mediatico o partitico.
Una donna scomoda.
Una cronista orgogliosa della propria laicita', e della propria femminilita'. 
Col coraggio di denunciare le pratiche da Medioevo, la caccia alle streghe, le teocrazie, la negazione dei diritti delle donne conquistati con sangue e sudore in secoli di civilta' occidentale ed orientale, perche' essere donna sia una condizione di genere, e non di discriminazione religiosa e sociale.
Oriana bambina viene dalla Resistenza, reporter della guerra nel Vietnam, ha sfidato e provocato con le sue interviste i capi di ogni Stato, fedifraga del potere e dei potenti.
Ha amato il suo Paese, le sue tradizioni, arte, cultura, i monumenti rinascimentali non sono orinatoi, ed una moschea sulle colline fiorentine e' come piantare un baobab in un uliveto.
Questo diceva Oriana, con parole esasperate gridate ad ogni orecchio del mondo. 
Un mondo sordo e cieco, che l'ha piu' odiata che amata, piu' integralista del peggior integralismo.
E sola e' morta, nel ritorno alla sua terra.
Il suo unico amore assassinato dai dittatori greci, Oriana era contro ad ogni fascismo.
L'hanno chiamata pazza, augurandole gia' ammalata la morte.
L'hanno inquisita e processata per le sue scritture, lapidandola in quanto donna e per la sua liberta' d'espressione.
Ora che Oriana non c'e' piu', festeggeranno ad Occidente come ad Oriente, i maschi, i teocrati, i fascisti, i finti compagni, di ogni razza e colore.
Che non riconoscono il valore della liberta', della rabbia e dell'orgoglio.

- Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra per difendere la vita… Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano. -
(Oriana Fallaci)

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