martedì 19 gennaio 2010

Biascicotto

C'e' chi fa l'elogio della solitudine. 
E chi la teme e rifugge. 
La solitudine non e' una scelta, e' uno stato, una condizione, una situazione, 
 E' pia illusione dei singoli che sia voluta, cercata, determinata. 
E mero placebo per la coppia, che giocando al rialzo raddoppia la posta, o scoprendo le carte si ritrova priva di combinazione vincente. 
Sara' che sono single da anni e me la sono sempre cavata da sola, sara' che vi ho sempre convissuto serenamente, sara' che sovente ho evitato la compagnia di un uomo cane essendo gatta selvatica.
Mi fa sorridere comunque la sicumera affermativa e confermativa dei soli e' bello, vero che star bene con se stessi in primis significa di conseguenza stare bene anche con l'altro. 
 Poi c'e' chi pur di non restare solo, s'accompagna con anime le piu' disparate e disperate, opposte e contrapposte, in perenne antitesi nei modi di sentire e agire, continue irrisolte richieste e ricerche, e consequenziali reciproche accuse di assenze e mancanze. 
Ben venga altresi' quel qualcuno porgente la mano, condividendo scene di vita quotidiana, per quanto noiose necessarie, qualche pensiero filosofico d'alto bordo, e talvolta un giaciglio, almeno quale risparmio energetico. 
Mia nonna diceva chi ha il pane non ha i denti e viceversa, considerando che oggidi' il pane scarseggia e le dentiere pure, non resta altro che il 'biascicotto', ossia il boccone di cibo passato di bocca in bocca di bucolica memoria. 
L'anticamera del bacio adulto. 
Fa un po' senso, d'accordo, d'altronde erano i rimedi poveri essenziali di una volta, da mamma a figlio, da nonno a nipote, ovvero svezzamento.

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