sabato 29 agosto 2009

Gli occhi della fame

Tempo di Ramadan. 
Il digiuno purifica, oltremodo per chi ha mangiato sempre, troppo,  insegna ad apprezzare il valore del cibo, quando manca. 
Nelle civilta' opulente non esiste piu' il bisogno della fame, sublimato da altri appetiti: fame d'amore, di denaro, di successo, di consenso. 
Almeno un giorno nella vita si dovrebbe provare, sentire, la fame senza avere niente da mangiare. 
E non vale solo per le esigenze corporali, ma pure spirituali. 
Comprendere che nulla e' gratuito, scontato, e capire la valenza di un sentimento, d'un emozione, quando viene a mancare. 
Oltre a scoprirne la significanza, che ci sia o non ci sia non e' la stessa cosa. 
Si deve aver fame per degustare la bonta'. 
Se bevi troppo, non sarai in grado di assaporare la qualita' del vino, e ti ubriacherai di polverina d'uva.
Se mangi a iosa, non saprai separare la farina dalla crusca, il cibo naturale della terra dai veleni prodotti dall'uomo. 
Se usi, consumi, ricicli piaceri, non raggiungerai il nirvana ma soltanto un catartico oblio. 
Se sperimenti il digiuno, da cibo d'amore, t'addestrerai a rifiutare gli elementi tossici nocivi per te, e a riconoscere la genuinita' per il tuo benessere. 
Ma soprattutto imparerai a leggere negli occhi altrui la fame, gia' riflessa nei tuoi.

 

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