sabato 27 febbraio 2010

Che ne sara' di noi

 

Dai titoli e servizi sulla manifestazione odierna del Popolo Viola contro il legittimo impedimento e' facilmente desumibile come la partecipazione sia stata scarsa: di positivo i tanti giovani; di negativo che a tre mesi di distanza si e' persa per strada gente, e gli errori si pagano, perche' ogni presenza e' preziosa e fondamentale.
Che cio' serva da monito per correggere la rotta, e comunque se la strada e' tracciata si possa ancora camminare. 
E che si impari ad ascoltare la gente, ogni persona, intervento, suggerimento, critica, poiche' dalle stelle alle stalle il salto e' minimo, e se si spegne la fiamma poi resta la cenere. 
Gli errori: una data troppo ravvicinata e in concomitanza ad altri eventi, non rimandata per motivi esulanti; una presunzione e sicumera che nei movimenti portano piu' danno che utile; dubbi di trasparenza mai chiariti; troppi partiti e poco movimento; un eccesso di media, interviste, ribalte e dei soliti noti; la promozione di un libro contingente all'avvenimento; incoerenze e contraddizioni fra enunciati e gestione. 
Vero che c'e' la rete - Internet, quale presenza virtuale, ma altrettanto vero che in piazza conta la gente, e la gente non vuole essere contata solo come numero, ma quale persona che conta in un movimento. 
Il medesimo errore non e' solamente tipico dei movimenti di piazza, ma pure di altri movimenti di resistenza o antagonisti, e il tempo poi dimostra come se non si recupera subito ogni 'fuga', un movimento sia destinato ad una irreversibile eutanasia. 
Chi altresi' persevera nell'errore di valutazione ed azione - non ammettendo sbagli e non attuando correttivi - nascondendosi dietro barricate elitarie o pseudo giustificativi ideologici, e' destinato al fallimento assieme al movimento d'appartenenza, poiche' coraggio, onesta' intellettuale e umilta' imporrebbero autocritica e verita'. 
Certamente risulta facile criticare seduti comodamente in poltrona o dietro un monitor, pero' sovente chi resta fermo e' perche' non ha avuto - o perduto o interrotta - la spinta e la voglia di alzarsi e partire. 
Alla gente - in tempi in cui si perdono posti di lavoro, soldi, speranze e futuro - non bastano piu' riunioni di belle parole o scendere in piazza per poi tornare a casa disperati e soli come prima; o peggio ancora rendersi conto per l'ennesima volta di essere usata per dar lustro a qualcuno.
Ci vogliono motivazioni talmente proprie, intense e passionali, da innamorarsi di una causa e di chi la promuove, sostiene ed accompagna. 
Rox populi.

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