domenica 28 febbraio 2010

Saṃsāra

 

Ho sempre avuto un presentimento, che la mezza eta' fosse un tempo di passaggio. 
Tanto che - ridendo col mio amore che fu - gli dicevo non ti preoccupare della differenza d'anni, non mi dovrai sopportare per molto e comunque del futuro non v'e' certezza. 
Il destino - e forse un disegno divino - traccia tappe, segnali come le stazioni della Via Crucis, o le cappellette di campagna ad ogni crocevia. 
Ecco perche' figli in giovane eta', amori unici irripetibili, una vita in fermento, e poi la catarsi. 
Il distacco dalle cose materiali, dagli affetti, l'attrazione verso il spirituale, la preparazione a mutar stato, energia. 
Avrei preferito un compagno di viaggio, pellegrino sul cammino di Santiago, o sostegno per la salita finale a Medjugorje, ove pare che il sole pulsi, ritorno all'uovo primordiale. 
I sogni sono premonitori, e quei fantasmi, quella signora con la bambina in braccio, era la madre. 
E se la madre chiama, si deve andare.

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