lunedì 22 febbraio 2010

Saluto zapatista



20 Febbraio 2010 
Saluto dalla Delegada Zero 
Ai Movimenti 
Visibili e Invisibili 
passati presenti futuri 

Signore e signori, giovani, compagni/e di viaggio 

Questa mia lettera vuole essere un saluto da parte di chi non c'e' ma che in qualche modo c'e', ripercorrendo le tappe del viaggio. 
E' trascorso tempo ormai dal concepimento dei Movimenti - una gravidanza non certo facile talora isterica – ma alquanto fremente di vita. 
Trepidanti, si e' assistito alla nascita delle creature, con tutte le ansie e aspettative che precedono e seguono un evento cosi' unico qual e' l'atto di creazione, irripetibile nella sua originarieta'. 
Designando a madrine e padrini una collettivita', ognuno si e' sentito responsabile - consapevole, del ruolo affidatogli, col corredo di fisiologiche incongruenze che comporta l'atto d'accudimento e di cura, e che ogni genitore conosce assai bene. 
Non e' semplice crescere una creatura in un Paese ove governa - regna il malaffare - la mafia che non e' una geografia bensi' forma mentis di un idem pensare e sentire; preservarla significa riconoscere un nemico che sovente piu' che fuori da noi, e' insito in noi. 
Basta prenderne atto e correggere la rotta. 
Fare un movimento non e' difficile, bastano belle idee e buona volonta', i problemi sorgono in seguito, nel conciliare teoria e pratica, coerenza e contraddizione, e nessuno ne e' esente, gli errori servono appunto a modificare continuamente modi e tempi, e a rivedere i propri schemi mentali e ideologici. 
Si tratta di un'azione in costante logorio, ove non v'e' spazio per credo assoluti, retoriche ed enunciazioni sulla carta, poiche' si sperimenta tutto sul campo - e il campo puo' essere talvolta minato o talmente scivoloso da cadere e poi rialzarsi, con la stessa dignita' e forza che han concesso l'inizio del cammino. 
Camminare scalzi. 
Vuol dire spogliarsi da sovrastrutture, interiori ed esteriori, e comprendere - accettare, che la perfezione risiede proprio nell'imperfezione. 
Purche' si sia onesti intellettualmente, in primis con se stessi e con gli altri. 
Al soffio di queste prime vite - non di nascita ma di concezione - cio' che non e' ancora pira ma nemmeno fuoco fatuo, vorrei che per un attimo prima dei festeggiamenti si celebrasse innanzitutto il buon augurio d'auspicio, lo scambio di simbolici anelli d'unione - simbolici ma reali, invisibili ai piu' ma legami a chi sa, puo', vuole vederli. 
D'altronde se nemmeno il Subcomandante Marcos e' riuscito nel suo Chiapas a realizzare il proprio sogno di giustizia e liberta', non significa che l'utopia non debba imparare a camminare - anzicheno a volare - con passetti nudi di bambina. 
Quindi la sola cosa che mi interessa or ora e' il lasciar vivere - scorrere - liberare, librarsi, quanto di piu' innocente, dissacrante, vero ancora dentro se'. 

Arrivederci e perdonate questa mia sorridente lettera, da cuore a cuore che batte sempre a sinistra, grazie del viaggio assieme sin qui. 

Dalla Via Emilia all'Est, ad Ovest di Paperino 
Delegada Zero Italia 
nel secondo mese dell'anno 2010 

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