martedì 29 luglio 2008

Ilary

A volte la guardo dormire.
Ed e' cosi' bella.
Quale neonata, concepita in una notte folle di Capodanno, irrequieta e ribelle a ogni ecografia.
Forse mi specchio riflessa nella sua freschezza e giovinezza, velluto di rosa cullato sferzato dal vento.
Il suo nome dal sapor di cioccolata, dolce come il miele dei suoi capelli, color occhi nocciola.
Quando nacque il mio pensiero prima ancora di vederla furono le orecchie, e in effetti l'ape Maya cucciola venne alla luce con le antenne incollate al capino.
E quanto ronzava nelle notti insonni nottambula degna di madre, battezzata dal tocco paterno di carota sfuggito in un ragu' notturno.
La piccola goccia d'acacia crebbe con le fiabe del fratello adorato e adorante, che aveva creato per lei sola un mondo magico di peluche animati.
Stanotte osservavo fuori dalla vetrina come alla nursery, la mia principessa che serviva gelati, detergeva banconi e svuotava cestini, stanca mai di sorrisi.
E ho pregato quel Dio che se c'e' trasformi in arte tutto cio' che lei tocca, che il disegno dell'universo passi attraverso le mani fatate della mia bambina.
A chi domanda a chi somigli, sorrido.

2 commenti: