sabato 28 giugno 2008

Gli esami non finiscono mai

Ho sempre ritenuto che ognuno sia libero di esprimere cio' che vuole, positivo e costruttivo a parere mio se con intento comunicativo e rispetto verso l'opinione altrui.
Chi sa scrivere puo' produrre cronache e testimonianze di verita', o dedicarsi a creazione, invenzione letteraria, narrazione; oppure come sovente accade, unire a pezzi di fantasia monconi di realta', in un contaminare e contaminarsi che fa si' il riconoscersi nel padre e nel figlio.
E nello spirito santo, amen.
Sono i tempi delle pagelle, dei bilanci come genitori, dei figli alieni e ansiosi di avere padri o madri che li oscurino nella loro crescita, ricerca di identita'.
Sono i conflitti tra generazioni, quante volte ho detto coglione ai miei figli, e quante volte loro l'hanno pensato di me, anche se mai espresso per rispetto verso il ruolo genitoriale.
Il mio bilancio dice che ho due figlioli: una brava a scuola, l'altro no; uno introverso, l'altra estroversa; coi loro boh non so, indolenze, pigrizie tipiche dell'adolescenza; entrambi lavoratori uno a tempo indeterminato, l'altra precaria stagionale, operando cosi' alla sua autonomia e al budget famigliare nonostante gli ottimi voti.
Io ho fatto i miei errori, loro altrettanto, ma tutto sommato ci vogliamo bene, e questo basta.
Ai figli bisogna dare l'esempio, senza eccedere in protezione e soprattutto evitando di insegnare, tramandare l'arte e i modelli prêt-à-porter della menzogna, finzione, inganno, seppure in buona fede e in nome del loro bene.
La sensazione peggiore e' sentirsi traditi da chi ci si fida, da chi dice d'amarci, e la pietosa bugia del 'lo faccio per il tuo bene', suona piu' da pseudo auto giustificativo che da rispetto concreto e stima reciproca.
Ai giovani non si deve mai nascondere la realta' e la verita', per quanto cruda sia, serve a rinforzarsi le ossa, e a saper scegliere quale strada praticare, se quella della menzogna e ipocrisia o quella della verita', anche se pagata a caro prezzo.
Non necessitano di campane di vetro e tappeti di petali di rose, cosi' come mai di autocompatimento o alibi da vittimismo, occorre loro invece senso di responsabilita' e autostima.
Aiutarli a crescere significa educarli pure alla rinuncia, non tutto e' dovuto e qualcosa ebbene si' va meritato e conquistato, premiando chi ha studiato e si e' impegnato ben operando, alla pari di chi lavorando ha diritto ad equo riconoscimento e retribuzione.
E se salta il motorino, ricordare sempre alla propria prole che domani non ci sara' alcun padre e madre a riparare torti e ingiustizie, si salva solo chi e' capace di salvarsi da se'.
A maggiore ragione, ovviamente, vale per gli adulti.
Buone vacanze.

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