domenica 18 ottobre 2009

Fratelli d'Italia

Non sono affatto d'accordo ad abolire il reato di villipendio, gia' sono cosi' poche le occasioni per essere fieri di essere italiani, e ahime' legate solo allo sport o a qualche raro premio Nobel, che mi si rivoltano le viscere quando l'unita' d'Italia viene rappresentata da un paio di calze coadiuvata da servizi televisivi sui calzini. 
Lo stivale d'Italia - il Risorgimento, la Resistenza - non intendeva dare codesta immagine di se', e' una questione di autorevolezza non di autorita', e se non si e' in grado di insegnare cio' ai propri figli ed educarli al rispetto al senso dello Stato, non ci si lamenti poi. 
Bruciare una bandiera nazionale o utilizzare l'inno italiano per uno spot commerciale, ovvero non mostrare rispetto al Presidente della Repubblica, non fa evolvere uno Stato in Nazione, ma contribuisce soltanto a regredirlo, livellarlo all'incivilta' di massa. 
Vorrei rivendicare il mio diritto al patriottismo non concedendo ad alcuno di levarmelo, oltremodo in onore a chi e' caduto in suo nome, dai partigiani ai servitori, onesti e probi, dello Stato, morti si spera non invano. 
Non si tratta ne' di fascismo ne' di comunismo, bensi' di senso di appartenenza, che vorrei vedere non solo ai mondiali, ma nella cultura, nella scienza, nell'orgoglio di essere italiani, migliori. 
L'educazione civica - al diritto e al dovere - inizia dal non gettare una cartaccia in strada al rispetto della natura, animali ed esseri umani, e' una forma mentis che s'inocula, respira sin dalla culla, e o la si ha o mai la si avra'. 
Me ne frego di ideologie e omologazione, di destra come di sinistra, voglio, vorrei, un mondo possibile in cui vince la ratio sull'emotivita', non su propria misura ma a misura d'uomo, donna, animale vegetale, ognuno con pari diritti e doveri, e meritevoli di rispetto. 
E' compito di ciascuno sognarlo, realizzarlo, per se stessi e i propri figli, o almeno far si' che le nuove generazioni lo portino avanti. 
Il prostituirsi - moralmente ed eticamente - pare ormai lo sport preferito dagli italiani, che trovano autogiustificazioni in toto, dimenticandosi il valore delle parole onesta' e dignita'. 
Ma se tale e' l'esempio per i figli, che crescono a propria immagine e somiglianza su modello dei genitori, vane le chiacchiere pseudo educative e pretendere di farne cittadini - uomini e donne - maturi, responsabili, consapevoli. 
Se meta' delle classi a scuola si droga, e' perche' si drogano le famiglie, con televisioni, consumi, tradimenti. 
E' lo specchio del popolo italiano, e del suo futuro. 
Se si imparasse a dire no alle droghe, alle televisioni, ai tradimenti, col coraggio di affrontare la vita e i problemi, non si vivrebbe nel buio ma alla luce, della verita'. 
Nessuno puo' risolverci la vita, tantomeno un credo religioso, politico, ideologico, mitologico, ciascuna esistenza e' nelle proprie mani, cambia solo se sporche o pulite. 
Ci si puo' sporcare e lavarsene le mani, quali Ponzio Pilato, oppure usare guanti e confondere,  occultare le impronte, o parimenti a mani nude, pulite, offrire una carezza. 
Ma se si vuole fare una carezza al mondo, occorre innanzitutto lavarsi le mani. 
E soprattutto non sporcarsele prima, se dovesse mai accadere, poiche' si e' umani e puo' accadere, imparare a porgersi le scuse, con l'impegno a non reiterare. 
L'intelligenza, la consapevolezza. la capacita' del navigatore consiste nel saper cambiare rotta, a seconda delle condizioni del mare. 
Solo allora si potra' e si vedra' com'e' dolce naufragare in questo mare.

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