domenica 14 dicembre 2008

La strana magia

Ognuno ha i suoi luoghi magici. 
I miei ad esempio sono Roma, Notre Dame de Paris, il museo Van Gogh ad Amsterdam, e ieri ne ho scoperto un altro, assai bizzarro, in quel di Francia. 
E' un giardino museo della meccanica, una giostra all'aperto, un volo di latta e lamiera in movimento, dalla locomotiva, alla gallina, al bevitore di vino che spruzza i bambini ridenti, una meraviglia di precisione e assurdo, tecnica e caos, costruito con occhi di bambino e mani di adulto. 
E' l'opera, arte povera, di un uomo disabile, sordomuto, che seguiva il fratello ingegnere nei propri viaggi di lavoro, e di ogni viaggio ha ricreato, riportato, un simbolo - la Torre Eiffel di legno - arricchendo la sua giostra di fili sospesi come trama di ragnatela. 
E' sbalorditiva la genialita' nella semplicita' assoluta dei suoi giocattoli meccanici che appaiono, e sono, di altri tempi, ma capaci ancora di far sgranare gli occhi in uno stupore infinito. 
L'inventore era uso suonare la cetra, pur essendo sordomuto, per fare intendere al pubblico che lo spettacolo era finito, e in effetti quegli oggetti in movimento - cosi' elementari, lineari, puri nella loro essenza tanto da apparire quasi immateriali - formano un'armonia, un equilibrio tale a sinfonia su pentagramma, ove i giochi sono le note. 
Racchiuso nella natura, circondato dal verde, cogliere questo spettacolo significa unire la bellezza del creato al creatore, dove finisce il divino e inizia l'uomo. 
Un luogo magico in cui s'e' fermato il tempo.

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