sabato 6 dicembre 2008

Lettera di Natale

Il punto finale serve solo - per uno scrittore - a ricominciare un nuovo racconto. 
E un autore non puo' esistere senza scrivere.
Siamo vecchi leoni, un po' spelacchiati, ma avvezzi alle difficolta', chi non ha mai pensato di fuggire in Tibet, ma poi per istinto di sopravvivenza o per quei rari tesori che coltiviamo nel cuore, che si chiamano affetti, restiamo ancorati alla realta' del nostro piccolo mondo di vissuto. 
Ognuno di noi e' teso, come un elastico sull'orlo di spezzarsi, e le prove, la fatica del vivere sono tante, che talvolta si vorrebbe lasciarsi andare, abbandonarsi al silenzio, allo sguardo perso nel vuoto. 
Ma comunque ci si prende per mano, anche se non c'e' nessuno, perche' solo se prima accogli, accetti il tuo essere disperante, puoi poi offrire la mano ad un altro disperato, e riprendere il cammino. 
Ti chiameranno folle, ti sentirai alieno, crederai alle cose belle e rinnegherai le brutte, scambierai energie con quei pochi esseri che senti simili a te, e non importa da dove trasmetterai, un'isola deserta, una radio, via cavo. 
Gli anni e il tempo che passa insegnano a vivere alla giornata, a fare progetti a breve termine, a perdere certezze e sicurezze e ad acquisire consapevolezza di quanto tutto sia labile, aleatorio; imparando ad apprezzare piu' delle parole i piccoli gesti, sorrisi, carezze.
Tra poco e' Natale, e' consuetudine che agli adulti non piaccia il Natale, poiche' la gente non sa piu' vivere la magia del momento, o meglio, non sa piu' rendere magico cio' che vive. 
Nessun albero, presepe, luci, comete, possono ridare cio' che si e' perso, l'essere bambino, ancora in grado di meravigliarsi, di gioire per un piccolo dono, di accoccolarsi la sera di Natale con chi ami, e di sentire la magia di un tocco sui capelli, amorevole e gratuito. 
Cogli l'attimo e trasforma cio' che e' consueto in un evento, magico per te e per chi ti sta vicino. 
Si vive di momenti magici, persone e luoghi, ma il miglior trasformista della tua vita sei tu stesso. 
Nessuno viene a suonarti al campanello, se non Babbo Natale o la Befana; oppure il Bambinello, ma non si fanno piu' bambini.
Il vero miracolo, il solo possibile, e' far rinascere il bambino in noi, la capacita' di stupire e stupirsi ancora, e liberare le criniere al vento che scompiglia. 

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