giovedì 25 ottobre 2007

Un Paese allo sfascio

Un Paese allo sfascio.
Il vero problema e' che ormai destra e sinistra attuano la stessa politica, ossia spostare l'attenzione dai reali problemi della gente e del Paese.
Per cui sono davvero preoccupata, se cade il Governo non ne succedera' uno migliore, ho l'impressione che si accordino a tavolino comunque per spartirsi la torta e chi paga e' sempre Pantalone.
Pagare le tasse e' giusto se poi il cittadino coglie i riscontri nel sociale dei suoi contributi, ma non e' il caso dell'Italia.
Germania, Francia, Spagna sono Stati molto piu' evoluti non solo sul welfare, hanno salari piu' alti, sussidi di disoccupazione adeguati, servizi efficienti e assistenza che non e' assistenzialismo come nel caso italiano, ma un patto vero di solidarieta' coi propri cittadini, ad esempio agevolazioni sugli affitti, per i genitori, addirittura per andare a teatro.
La gente non e' stanca di pagare tasse, ma di non vedere nulla in cambio, basti pensare a chi sul territorio ha sempre pagato tasse locali e poi si ritrova da bisognoso o anziano a non aver diritto alla sanita', alla casa, ai servizi.
Ecco dove poi nasce xenofobia e razzismo, non da principii ariani antistorici e antietici, ma dalle condizioni di vita quotidiane e da una mancanza di progettualita' del futuro che riguarda sia giovani che anziani; paradossalmente attraversa e unisce tutte le generazioni.
Per questo sono sbagliate le guerre tra poveri, o generazionali, o di sessi, o di partito, o di qualsivoglia schieramento che invece di accomunare separa, dividi et impera e' e sempre sara' il motto del potere.
Se poi ci si aggiunge il potere mediatico, con le sue farse, le sue fiction, i suoi teatrini politici, la manipolazione dell'informazione, ormai omologata a livello planetario.
I giornalisti fanno cronaca e inchieste seduti al computer, le agenzie forniscono tutte le medesime notizie, spesso filtrate o veline dai vari governi, ogni singola notizia viene servita sul piatto e data in pasto al popolo per scopi determinati, finanziari, politici o di lobby.
Il quadro e' assai desolante, cadute le utopie, i miti, le ideologie, compressi come siamo a sopravvivere, non e' affatto semplice trovare nuove metodologie di lotta e di resistenza, ovviamente pacifica e non violenta, in questa Italia che chiamano pluralista e democratica, ma che ormai e' solo un vuoto contenitore ove nemmeno piu' la forma viene salvaguardata.
Ci si abitua a tutto si dice, anche a non sdegnarsi piu', e io stessa mai come in questi tempi mi sento impotente.
Qualsiasi governo si elegga, qualsivoglia soluzione si adotti, non vedo la luce, e non so nemmeno se saranno illuminati i prossimi giorni o scendera' l'oscurita' totale.
Per questo penso che ci sia bisogno di sentirsi almeno coesi, il meno soli possibile, alla ricerca di quel qualcosa che puo' accomunare, ma di cui pure io ho perso memoria e traccia, caduta l'utopia e rimasto il pragmatismo della realta'. 
So solo che e' una realta' che non mi piace, che vorrei cambiarla, ma non so piu' come, per cui aiutiamoci che forse Dio ci aiuta.

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