Amica mia
Rideremo sui seni avvizziti dal tempo
e a quell’uomo meschino or informe
che brandiva superbo l’elsa
nel fodero un sol cinto d’ernia
Rimembreremo virginei sapori
velluti in punta di lingua
gocce al succo d’ambrosia
labbra nettate da fini capelli
Intrecceremo mani bocche arti
gambe abbracciate alla vita
vetrine spalancate sul mondo
serrate contratte allacciate
Imbandiremo alcove lauti pasti
nicchie in cui celar chicchi d’uva
nari stuzzicate spezie piccanti
calici a colmare svuotare mari
Serviremo carte giochi ludi
torri in legno biglie d’avorio
cera d’api in bossoli d’acciaio
archi tesi corde arpeggiate
Regneremo supreme sovrane
nei sensi la mente eterna beltà
dal ventre liberato l’orgasmo
la terra partorisce il cielo.
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