lunedì 1 ottobre 2007

Underground

Eccoci qui.
Non abbiamo bisogno di droghe od alcol per viaggiare.
Possediamo la dote, il potere, fortuna o sfiga, di fare di noi stessi un solo allucinogeno.
Se pensiamo, sogniamo, facciamo l'amore e non se scopiamo.
Quando soffriamo e piangiamo l'essenza di noi, finalmente il magico delirio, la suadente follia, gli occhi cerchiati, il black hole che risucchia ogni male, dolore, angoscia del mondo, inclusa la nostra.
E ridiamo, su noi, su di loro, quella risata sardonica che seppellisce infinite montagne, universi, pianeti e l'intero cosmo.
Sulle note di Summertine la voce roca ululante implorante di Janis.
Il tango erotico di Roxane che risorge nelle lacrime del giovane innamorato.
Notre Dame de Paris, signora dei clandestini, diversi, emarginati, la corte dei miracoli coi quali la zingara orgasma dolcissime parole al veleno.
Un giorno sprizziamo allegria, l'altro rabbia, amore, odio, indifferenza, distaccati da bisogni terreni, animali, spirituali, ci prostriamo o sodomizziamo il mondo.
Consci che l'indomani potremmo svegliarci con la morte addosso, il cuore che rallenta tra le braccia di uno sconosciuto, o sfidare il pericolo e il rischio in un cantiere abbandonato.
Sgocciolando parole, stille di pensieri, sensazioni, in un oceano vortice di distruzione cui siamo favoriti e cortigiani, in fondo basta un'emozione per ritornarci umani.
Se il suo nome e' splendente, chi cazzo ha spento la luce in questa vita aggrappata?
Si sa gia' cosa e' l'oltre, rinati morti tra le braccia di un amore sappiamo che ci attende.
L'oblio bianco dove perderemo i ricordi, e potremo dipingere di colori le parole, poesie arcobaleno, sputarci negli occhi del mondo.

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