giovedì 17 gennaio 2008

Preghiera blasfema

Lasciatemi sfogare.
Sono un’italiana vera.
Veramente incazzata.
Come stai?
Sto bene.
Non e’ vero un cazzo.
Non stai affatto bene, lo vedo da come scrivi.
Dal sorriso che ti manca anche nell’emoticon.
Dal tuo modo spento, rassegnato, impotente.
So leggere oltre le righe.
Sono anni che raccolgo voci.
Alle quali unisco ora la mia.
Ho perso il lavoro.
Non so come pagare il mutuo.
Devo iscrivere mia figlia a scuola e non ho i soldi.
Devo aggiustare la macchina ma non tengo un euro.
La mia citta’ e’ sporca.
Il treno non arriva mai.
Ho paura a uscire di casa.
Mi e’ arrivata la bolletta.
Non so a chi lasciare il bambino.
Mio padre ha l’Alzheimer ma nessuno mi aiuta.
Mio marito non mi passa gli alimenti.
Devo fare una visita ma vogliono il ticket.
Attendo l’esito delle analisi.
I miei genitori litigano sempre.
A scuola e’ uno schifo.
Lo zio mi tocca ma non posso dirlo.
Sono grassa.
Prendo il Viagra.
Sono depresso.
Lui mi picchia.
Non mi stressare.
Hai del fumo?
Chi e’ il tuo pusher?
Che ti sei sniffata?
Vuoi fare sesso virtuale?

Fossi la Madre Terra non basterebbero i crateri del mondo.
Fossi la Dea Kali’ mancherebbero braccia per tutti.
Fossi uno studente alla Sapienza.
Un operaio a cui elemosinano il salario.
Un cittadino lombardo, emiliano o sardo.
Una famiglia che non arriva a fine mese.
Un vecchio, un fanciullo, un single monoreddito.
Un giornalista inerme, un lettore inerte.
Uno spettatore, un elettore ignavi.
Un cane maltrattato, un gatto seviziato.
Un albero bruciato, un fiore avvelenato.
Una nube intossicata.
Se fossi Dio.
Dio dei neri, dei cinesi, dei migranti.
Dio dei poveri, dei miserabili, dei precari.
Dio dei blog, delle reti e di Internet.
Dio dell’isola che c’e’ e di quella che non c’e’.
Dio se ci sei fai qualcosa, cosa non so.
Dio mio, per amore nostro fallo.

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