domenica 3 agosto 2008

Coccinella

Sono le piccole cose che mi piacciono di lui, ad esempio il suo cervello.
Da coccinella talvolta mi diletto a entrare nelle case virtuali o reali altrui, posarmi per pochi istanti su una mano, percorrere distanze che se per gli umani sono irrisorie per un minuscolo insetto paiono infinite, e osservo.
Colgo dettagli, cio' che di solito sfugge all'attenzione altrui, quel particolare che fa la differenza, captandoli attraverso microscopiche ultrasensibili antenne.
Questione di sensibilita'.
Volando alla ricerca di cotale rara dote, dono di natura, che si esprima in atti minimali, in microcosmi di gesti e fatti, al di la' e oltre le parole dotte, intellettuali, acculturate o mere dichiarazioni d'intenti.
Ciascuno manifesta pensieri sensibili, esigendo e pretendendo un trattamento dei dati da garante istituzionale, cedendo alfine miseramente ad atteggiamenti e comportamenti incoerenti e contraddittori.
La gente deve essere tenuta a capirci cosi' come il rispetto e' dovuto, salvaguardando almeno le formalita', poiche' nella concretezza del vivere e agire quotidiano si e' ben lungi dall'applicare tale principio a quel se stesso sempre pronto all'autogiustificazione.
Ad esempio quanti affermano di amare il proprio coniuge, tradendolo allegramente col sorriso scanzonato da monello, modello boy scout cresciuto in calzoni troppo corti per gambe ormai pelose.
Cinquantenni maturi che rincorrono giovani falene illudendosi di perpetrare il mito di Margherita e il suo maestro, nella disperata caccia al tesoro dell'elisir di eterna giovinezza, pingui Peter Pan un po' sbiaditi e un po' patetici.
Altresi' solari signore da salotto borghese, accantonati chiacchierino e rosolio per l'affascinante ultima moda pigiatasti, seducono in rete improbabili Raul Bova ed Einstein degni di altrettante femmine fatali dall'accento francese; sciami di amanti virtuali non dimoranti in castelli fatati bensi' in vicoli e borgate di case popolari.
In codesto universo che non c'e', il messaggio trasmesso tacito e complice e' di illusione, utopia, miraggio, poiche' nessuno vuole rinunciare o farsi derubare dai sogni.
Nel variegato mondo coleottero, abitato da calabroni, zanzare, mosconi, il cui ronzio ha sostituito l'arcano obsoleto fischio del modem; negli alveari di fuchi e api regine; nei formicai di blog, qualche libellula, farfalla, coccinella si libra ancora.
Accorta su quale rovo o fiore posarsi, a riposarsi.

4 commenti:

  1. Beh non tutti i 50enni sono così, ed oggi è un'età strana, divisa dalla consapevolezza e dal non essere più l'età di una volta.
    Credo chre comunque, anche in storie non fatate e fatte di sola pella, quello che ha vero senso è l'onestà con cui ti poni, senza cercare di essere diversi da quello che siamo, perchè si può cambiare chi siamo ma mai il cosa siamo.

    Riccardo

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  2. ciao Riccardo, e' vero cio' che dici difatti sono scelte individuali, anche se a me la cosa di 'pelle' ricorda la muta del serpente brrr ;)
    cmq io continuo a restare seduta in riva al fosso in attesa di qualcosa d'autentico, sara' che alla soglia dei 50 anni mi sono stancata di pelli e pellami ;)

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  3. Beh del resto c'è similitudine psicanalitica in quello che dici, certo mica è un inno alla pelle, ma solo la consapevolezza che esiste anche quella.

    Riccardo.

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  4. concordo, sai c'era un libro che si intitolava 'pelle e cuore', sicche' esiste pure la consapevolezza di dire 'solo pelle? no grazie' poi c'e' chi dice si' e nulla da ridire :)

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