sabato 23 agosto 2008

E come potevamo noi cantare?

Affermare che il poeta deve lasciare volare cuore e fantasia, liberandosi dalla pesantezza del quotidiano, e' come chiedere a un operaio schiacciato dalla gru di mettersi a cantare.
L'impossibile l'abbiamo gia' dato.
In offerta speciale ora solo il possibile. 

E come potevamo noi cantare 
con il piede straniero sopra il cuore, 
fra i morti abbandonati nelle piazze 
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento 
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero 
della madre che andava incontro al figlio 
crocifisso sul palo del telegrafo? 
Alle fronde dei salici, per voto, 
anche le nostre cetre erano appese, 
oscillavano lievi al triste vento. 

(Alle fronde dei salici - Salvatore Quasimodo)

2 commenti:

  1. Mi piace come scrivi, allo stesso tempo sei anche molto sensibile, un bacio smak

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  2. ciao Angelo, grazie e un saluto a te :)

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