martedì 22 aprile 2008

Aviomania

Trattasi di patologia ricorrente nei tempi odierni.
Quale un virus informatico, intacca cellule neurali e talvolta ormonali.
I sintomi sono: nevrosi, isteria, meteoropatia, dissociazione, schizofrenia, infantilismo, narcisismo, impotenza, ninfomania, fobie, fissazioni; disturbi della personalita' sfocianti in comportamenti maniaco depressivi o maniaco euforici.
Il virus letale si annida per anni e si manifesta all'improvviso, prediligendo target di individui definiti come: manager, dirigenti, portaborse, lecchini, opportunisti; capponi e galline dai punti cardinali instabili esposti al vento che tira.
Gli allevamenti moderni, intensivi e tecnologici, sono stipati da questi polli in batteria.
Pollai di pennuti lavoratori, votanti, conviviali, conviventi, che ogni giorno sfornano il loro ovetto quotidiano, la produzione, la copula, lo svago Internet, senza sorprese ed effetti speciali dal cilindro di plastica, oramai piu' conigli che prestigiatori.
D'altronde il morbo si diffonde a oltranza nella maggioranza rampicante sulla mongolfiera del vincitore, mentre una minoranza oltremodo inopportuna di perdenti, anticorpi del sistema immunitario, funge solo da zavorra.
Il virus si trasmette da contatto e per vie mediatiche.
Per via aerea mediante le parole, lette, ascoltate, pronunciate, attraverso l'etere telematica, televisione, stampa, riunioni, pause caffe', colazioni di lavoro, cene romantiche.
Raggiunge la sua massima virulenza al momento del dopocena, nel corso del sondaggio di gradimento del classico tormentone: - cara ti e' piaciuto? -.
Attecchisce meglio in portatori insani, ove gia' cova - e si rimanda ai pennuti - una predisposizione geneticamente modificata a contrarre la malattia.
La diagnosi e' infausta e tuttora non esiste cura.
Come salvaguardarsi dall'aviomania?
Rifugiarsi su un'isola incontaminata, non condividere mai cibo o giaciglio coi pollastri; munirsi di spiedo spadaccino come novelli Cirano ed esorcizzare formulando l'anatema: - io non perdono e tocco -.
E a proposito di tocco, di stile sarebbe vergarlo con una piuma d'oca, strappata per l'occasione al pennuto di turno prono in posizione aviometrica.

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