lunedì 21 aprile 2008

Come fa un piccione

In questi giorni si parla molto di elezioni, del perche' e del come di un voto.
Personalmente mi sento abbastanza matura e saggia da dire largo ai giovani, che forse hanno ancora utopie e un progetto di futuro.
Da vecchia signora mi ritiro in buon ordine e se proprio devo chiedere qualcosa, m’accontento di salute e un po’ d’affetto.
L’impossibile lo lascio ai giovani, poiche’ come dice giustamente una donna in fiore, ognuno dia senso al proprio tempo.
Mi spezzo ma non mi piego si diceva un tempo, almeno chi aveva orgoglio e dignita'. 
Si e' spezzato qualcosa dentro probabilmente, sicche' non ci si piega ma nemmeno si spera.
E non vale solo per la politica, ma pure per l'amore, l'amicizia, e ogni altra relazione umana e sociale.
Sono tempi in cui vedo gente piangere, estremamente fragile sull'orlo di una crisi di nervi, per ragioni economiche oppure perche' considerata uno zero, nell'ambito famigliare o lavorativo.
In un sistema binario fatto di zero e di uno, si e' perso il treno dell'uno.
Sempre piu' mi distacco dalle umane miserie, inclusa la mia, e sorrido, talvolta rido di questo pazzo mondo ove lo pischiatra e' piu' folle dei suoi pazienti.
Accattoni di un bacio o una carezza, si sondano dimensioni parallele, chi gioca e chi fa sesso virtuale.
Chi scorge con occhi bagnati alla finestra il bianco culo di un piccione, che sara' un segnale o solo cacca sul davanzale.
Comunque sia ha strappato un sorriso.
L'amore sopra il cornicione.

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