lunedì 28 aprile 2008

Roma mon amour

Adoro Roma, cosi' come mi piace Internet, cosi' come ho amato un uomo o amo i miei cuccioli.
La magia di Roma e' paragonabile alla magia di Internet.
Ma non condivido alcun feticcio o rito consolatorio che possa suggerire 'compatimento' o 'autolesionismo'.
Certo sarebbe semplice, facile raccontare e raccontarsi che con Internet ci si sente meno soli e che ci salva dal mondo, dai cattivi, dal male.
Ma lo 'sperarci' fa si' che poi una notte di sesso - magari a Roma - faccia apparire come principe azzurro un nano.
E invece e' proprio un nano, coi suoi difetti e virtu', pregi e spregi.
D'altronde se si ama una persona, un'idea, se ne accettano lati umani nobili e piu' ignobili, talvolta selvatici e selvaggi come e' la natura, l'istinto, l'animalita'.
E' la differenza che passa tra un salotto borghese e un'alcova.
E penso che il concetto si possa estendere a qualsivoglia luogo e spazio del mondo, virtuale o reale.
Comunque vada, non credo che amero' di meno Roma e i romani.

Er leone riconoscente

Ner deserto dell'Africa, un Leone
che j'era entrato un ago drento ar piede,
chiamò un Tenente pè l'operazzione.
- Bravo! - je disse doppo - lo t'aringrazzio:
vedrai che sarò riconoscente
d'avemme libberato da sto strazio;
qual' é er pensiere tuo? d' esse promosso?
Embè, s'io posso te darò 'na mano...
- E in quella notte istessa
mantenne la promessa
più mejo d'un cristiano;
ritornò dar Tenente e disse: - Amico,
la promozzione é certa, e te lo dico
perché me so' magnato er Capitano.

(Trilussa)

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