lunedì 21 aprile 2008

Scambio di coppia

Ho appena visto un servizio su La7 inerente il voto elettorale a Catania.
Al quale ha reagito l'avvocato del neo governatore regionale, preannunciando l'intento di rivolgersi all'autorita' giudiziaria per verificare quanto asserito nel servizio e per paventare un'eventuale denuncia per diffamazione.
Motivata a suo parere dal fatto che il filmato riguarda un solo esponente, un unico partito politico, e non altri o di opposta tendenza.
Insomma rei di lesa par condicio!
Nel video trasmesso si vedono patronati che coi soldi pubblici fanno campagna elettorale, borse della spesa promozionali, facsimili di schede distribuiti durante le giornate di voto.
Un controllo sul territorio rivolto soprattutto a popolazioni a reddito basso, pensionati, disoccupati di quartieri disagiati in condizione di sottocultura, in cambio di promesse di lavoro precario o un minimo di sostentamento.
Mi ricordo quando mio padre mi raccontava del dopoguerra, ai tempi del boom economico, di come per avere un lavoro sicuro, oggi si dice a tempo indeterminato, occorresse avere la tessera della Dc, anche per fare il portinaio o l'usciere in una banca.
Questo negli anni Cinquanta e Sessanta, ove chi ha una certa eta' ricorda ancora nel Meridione la prassi della scarpa spaiata in cambio del voto. Poi dopo il voto davano l'altra scarpa.
Negli anni Settanta e Ottanta, mia nonna pur non essendo donna religiosa, riceveva i pacchi dono di generi alimentari dalla parrocchia, la quale sosteneva le persone piu' disagiate, e che in campagna elettorale ovviamente esorcizzava i comunisti.
Mia nonna da saggia donna popolana venuta dalla terra, diceva si' al prete in cambio della pasta e votava comunista.
A quei tempi non c'erano i cellulari a filmare il voto, o peggio i bravi di Don Abbondio a presidiare i seggi.
D'altro canto, il Pci ossia la federazione giovanile, alla domenica mattina portava a casa l'Unita', spesso accompagnata da un vassoio di paste, a offerta libera per la sottoscrizione al giornale.
Era usanza soprattutto da parte degli anziani offrire loro il caffe', fare due chiacchiere conviviali, e nel bisogno farsi aiutare per la compilazione e il disbrigo di pratiche burocratiche, considerato che i giovani studiavano mentre gli anziani erano tutti ex operai o lavoratori agrari.
Poi negli anni Novanta si e' perso tutto cio'.
E' mancato il contatto con la gente.
Assessori e amministratori erano piu' attenti alle cooperative edili e di consumo, il concorso pubblico era legato come altrove a tessere di partito, nelle sezioni anche le piu' rifondaiole si dibatteva di strategie e di poltrone.
E si e' giunti cosi' al nuovo millennio.
C'e' un ente pubblico amministrato dalla Lega, ove non sono 'graditi' dipendenti di origine meridionale, per cui si fa il possibile per allontanarli o convincerli a dimettersi.
Nel corso delle elezioni precedenti, gli iscritti alle palestre romane di arti marziali ricevevano via sms pubblicita' elettorale da un partito della destra, alla faccia della legge sulla privacy e trattamento dei dati personali.
Patronati, parrocchie, sezioni, uffici pubblici, palestre, sono solo la punta di un iceberg di un Paese che pensa di votare in democrazia.
Il voto e' libero ma condizionato, soprattutto quando dipendono condizioni di vita piu' dignitose, il posto di lavoro o addirittura e' in gioco la sopravvivenza.
E' libero come l'informazione in Italia, chi si azzarda a fare la voce fuori dal coro, dal gregge, rischia non solamente a livello patrimoniale ma pure penale.
Oltre al fatto che quel giornalista poi difficilmente trovera' ancora lavoro, cosi' come quel dipendente che se non avesse firmato le proprie dimissioni, probabilmente non avrebbe piu' operato in regioni leghiste.
Sono storie di ordinaria ingiustizia.
D'altronde la giustizia non e' di questa terra, soprattutto se non si hanno santi in paradiso.

2 commenti:

  1. Il passato è passato, ma mi piacerebbe tanto vivere certe sensazioni e convinzioni ancora qualche volta...

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  2. e pure io sai, proprio oggi ci pensavo, ma penso che in fondo sia una ruota che gira, dai su coraggio non e' detto che si finisca a fare i criceti nei pollai :)

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