martedì 9 settembre 2008

Carpe diem

Oggi mi sento benissimo e sono bellissima. 
Assomiglio ad un rospo. 
In un mondo giovanilistico e pseudo godereccio, voglio andare controcorrente e scrivere dell'eta' matura che prelude all'autunno della vita, con le sue foglie caduche e i suoi colori rosso tramonto. 
Non ho piu' l'eta' per narrare di crisi adolescenziali, brufoli e amorini da diario; meglio raccontare il proprio tempo, del corpo che cambia assieme all'umore, governato dal calo di neuroni e ormoni impazziti. 
Non e' lettura consigliata a Peter Pan col terrore d'invecchiare e Fatal Fate in angoscia da cellulite. 
Sorrido quando mi immaginano roseo confetto racchiuso in involucro da favola, sogghignando al sadico pensiero di vedermi occhi gonfi al risveglio; o in fase muliebre lunare quando la marea spazza via coralli e conchiglie, lasciando sulla rena relitti di rami rugosi. 
La femmina vive in simbiosi col proprio utero, ciclo vitale che inizia dal menarca per approdare alla menopausa, alternando nella stagione feconda della vita, orgasmi a doglie da parto. 
Anche il maschio vive, ragiona, ama inscindibile dal proprio pene, nel perenne richiamo ancestrale di rientrare dove suo malgrado uscito. 
E' l'istinto primordiale di conservazione della specie, dagli albori del mondo si celebra il rito dell'inseminazione di madre terra, e si predica la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, andate e prolificate. 
Ecco il senso della vita, sino al marasma, al declino inevitabile di corpo e sessualita', allo tsunami ormonale. 
Si tratta di un percorso ad ostacoli a ritroso nell'adolescenza, con l'umore instabile, rughe e cellulite anziche' acne giovanile, dolori incontrollati, cicli irregolari, disfunzioni organiche e sessuali che tacitano la voglia di fare l'amore; al di la' di stanchi matrimoni trascinati e défaillance extraconiugali. 
E si assiste, stavolta nel ruolo di spettatori e non comprimari, allo svolgersi della pellicola del tempo delle mele, quando bastava togliersi le mutande per essere pronti al film d'amore. 
La moviola ci riporta ad una trama oramai virtuale, nostalgico Amarcord da bocciofila, coadiuvati da memoria senile latitante che ne amplifica la carnalita', da copione casereccio. 
Non vi e' cura che fermi il tempo, nonostante farmaci per l'erezione a rischio ictus e infarto, o progesteroni potenzialmente cancerogeni. 
La miglior cura e' dello spirito, lasciare che la natura segua il suo corso e accettare l'incontro ineluttabile con la vecchiaia, sapendo ridere di se stessi e con gli altri.
Magari trovarsi un buon compagno/a di viaggio col quale condividere memorie, qualche malanno e una carezza. 
Se poi cosi' si compie il miracolo del risveglio dei sensi, carpe diem.

2 commenti:

  1. Cioè fammi capire, ma stavi male quando l'hai scritto, a metà di un ciclo dolorosissimo presumo.

    Altrimenti se mi dai 5 minuti mi suicido.

    Riccardo.

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  2. ciao Riccardo, il ciclo dolorosissimo non finisce mai, ma ognuno deve portare la sua corona di spine, solo i ladroni si salvano. Speriamo nella giustizia celeste. Non suicidarti poiche' non e' giunta l'ora, siamo alla frutta ma non ancora marmellata :)

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