sabato 27 settembre 2008

Scuola di vita

Caro professore ti scrivo, per insegnarti qualcosa sulla vita, che va oltre a nozionismo, didattica, istruzione. 
Devi sapere che i ragazzi non sono tutti uguali, cosi' come i professori, e che ogni studente e' una persona mai un numero, ognuno caso a se'. 
Non so se tu abbia figli e come li educhi e cresci, ma non tutti i giovani sono servi delle mode, del grande fratello, dell'alta velocita', di drink e cocaina. 
Vi sono ancora ragazzi che studiano e lavorano, e per non addormentarsi sui banchi bevono caffe', non per sfizio o vizio per pagarsi le Nike, ma per bisogno, necessita', sopravvivenza. 
Se vogliono studiare devono comprarsi libri, quaderni, pennelli, poiche' non tutti sono figli di professori e tanti non vivono in famiglie composte da madri e padri, spesso e volentieri cornuti, ma comunque solidali nel mantenimento della prole. 
Ora, se tu caro professore non comprendi quanto, probabilmente hai sbagliato mestiere, pardon professione.
Allora inutile che voti progressista, che fai sciopero per la riforma della scuola, che lamenti uno stipendio da fame, che ti poni ai tuoi studenti quale docente. 
Se ancora nel mezzo del cammino nessuno ti ha spiegato la scuola della vita, te la insegno io. 
Col giudizio finale, bocciato.

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