venerdì 27 marzo 2009

Il vecchio e il bambino

Il mondo che vorremmo, ancora da venire. 
Ne sono talmente consapevole che, nonostante tutto, continuo a scriverne. 
Non mi piace remare contro, e apprezzo ogni slancio, entusiasmo. 
Ma piu' di tutto il mio sguardo e' rivolto ai giovani.
Sono fissata sui giovani, punto a loro, perche' penso e credo che il mondo che vorremmo deve essere costruito proprio da loro, sul futuro che li attende, e non sulle nostre macerie. 
I giovani sono assai piu' realisti del re.
Paradossalmente siamo assai piu' Peter Pan noi adulti, quel bisogno di sogno e aggregazione, comunanza, solo nostro, che parte forse da uno stato piu' interiore che sociale e politico, e va benissimo cosi'. 
Ma tendo a leggere la realta', le dichiarazioni d'intenti e volonta' manifeste, con gli occhi di un giovane, dallo sguardo un po' cinico un po' 'sgamato' che vede il genitore nostalgico che ricorda i vecchi tempi, con una punta di tenerezza, e disillusione verso cio' che invece vive.
Come nella canzone de Il vecchio e il bambino di Guccini, mi sento, sono, piu' vecchio del bambino. 
Mi piacciono le fiabe raccontane altre...

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