domenica 8 marzo 2009

Otto marzo extracomunitario

Sto cercando le parole per descrivere questo otto marzo nell'anno di disgrazia 2009. 
Quarant'anni consapevoli di retorica, battaglie, fumo e aria fritta sulle donne, mimose impollinate, impallinate. 
L'otto marzo nasce dall'assassinio capitalista di lavoratrici in un opificio.
Ritorno alle origini. 
Due secoli dopo, l'Unione Europea preme per la parita' delle donne sull'eta' pensionabile, con l'avallo di due ministri italiani a cui non par vero d'indossare il preservativo parafulmine comunitario per risparmiare sulle pensioni. 
Da destituire alla Corte dell'Aja come spacciatori di finti diritti. 
Perche' in Italia le donne non hanno le medesime garanzie e tutela di altri paesi europei, scarseggiano i servizi per l'infanzia e per gli anziani, gli stipendi dei lavoratori al di la' del genere sono inferiori rispetto alla media europea, mancano ammortizzatori sociali se non sottoforma di pelose elemosine. 
Le donne - a meno che non siano donne in carriera benestanti - non sono affatto soddisfatte di raggiungere la parita' maschile sull'eta' pensionabile. 
Dopo una vita di lavoro e di cura famigliare assistenziale - che significa di fatto doppio lavoro - sono penalizzate proprio in quanto donne, poiche' gravidanza, parto, allattamento, governo della casa, dei figli, del coniuge, degli infermi, comporta un'usura psicofisica che nessun uomo subisce, nemmeno un muratore a cottimo extracomunitario. 
Per cui mi dichiaro donna extracomunitaria. 
Non mi riconosco cittadina appartenente alla Comunita' Europea, e non delego alcun ministro a parlare in mia vece sui diritti delle donne, finche' non viene riconosciuto il tempo di lavoro e di cura sociale, con relativa retribuzione e maturazione degli anni lavorati pensionabili, come avviene altresi' per chi presta servizio militare o compie studi universitari. 
Dovere universale verso le donne, categoria di lavoratrici sempre di gavetta, in prima linea, laureate all'universita' della vita. 

Donne di fabbrica 
Ho dato la vita per imparare a vivere. 
Ora che ho organizzato tutto 
ora che so mettere in ordine 
ora che so controllare i miei impulsi sessuali 
ora che so tirar su famiglia 
ora che so come farmi sfruttare 
ora che so lavorare come vogliono 
ora che ho imparato a essere piu' vicina al nudo silenzio 
la mia vita e' quasi finita. 
(Sandra Hochmann, Inghilterra 1975)

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