mercoledì 14 gennaio 2009

Audience

Nella comunicazione virtuale e mediatica, ho l'impressione che si dia piu' rilevanza al cortese saluto di personaggi noti e famosi, che alle mille parole spese con persone cosiddette normali o anonime alle folle. 
Soprattutto e' notevole come la gente usi gli altri per sfogarsi quando ne sente il bisogno, perche' magari giu' di morale per i propri problemi, e poi fugga immantinente per rincorrere chimere. 
Certo non si e' celebri, non si e' scrittori, poeti, cantanti, attori, calciatori, veline, ma e' ancora possibile avere il proprio pubblico di relazione pur se assai modesto, senza bisogno per forza di sognare amorazzi virtuali o rifugiarsi in una favoletta per reggere la realta'. 
Avete chi vi ama nella realta'?  Ottimo, allora come mai cotanta Internet? 
Siete tutti cosi' sereni, felici, benissimo, allora che cercate in rete? 
Talvolta anzi sovente non giungono riconoscimenti per il tempo e le parole donate, in fondo dovrebbe trattarsi di scambio reciproco, compagnia, scevri da idolatrie, comunicando quando si ha qualcosa da esprimere, e oltremodo con chi potenzialmente potrebbe divenire reale. 
C'e' a chi bastano le parole, poiche' ha gia' presenze fisiche attorno. 
C'e' a chi bastano amori fantasma, non vissuti, impossibili, non corrisposti. 
C'e' a chi non basta mai, perche' non ha ne' gli uni ne' gli altri. 
Esserci, solo per quest'ultimi, che saranno i primi.

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